A cura di Miki
Per Murakami, la verità giace fuori dal mondo del
linguaggio umano. I suoi romanzi spesso enfatizzano il valore della musica come
antidoto alla ristrettezza delle parole dette. La musica ancora i mondi dei
suoi personaggi e li illumina, e la discografia incastrata nei suoi scritti è
una chiave per la loro interpretazione.
Henry Hitchings, Times Literary Supplement
Henry Hitchings, Times Literary Supplement
Capita spesso di
leggere un libro e di avere un motivetto in testa che ci suggestiona e ci guida
nella varie fasi del romanzo. Poi esistono alcuni testi e alcuni autori che ci
suggeriscono direttamente una colonna sonora e che sottolineano gli avvenimenti
e i sentimenti dei personaggi con una o più canzoni. Questo è il caso di Haruki
Murakami con il suo Tokyo Blues Norwegian Wood (1987), che prende la
seconda parte del suo titolo italiano dall'omonima canzone dei Beatles, tratta
dall'album Rubber Soul (1965).
E allora entriamo a
suon di folk, rock-pop e musica classica nella vita di Toru, Kizuki, Naoko e
Midori, quattro ragazzi alle prese con adolescenza e passaggio all'età adultà
nella Tokyo del 1968, tra manifestazioni studentesche e problemi a
relazionarsi: si va dalla lettura di una lettera cullata dal Miles Davis di Kind
of Blue (1959) a Nowhere Man (1965), sempre tratto da Rubber Soul
dei Beatles, che caratterizza l'esperienza nella casa di cura, fino ad arrivare
al Claire de lune di Claude Debussy, romantica e misteriosa colonna
sonora di un amore mai dimenticato.
La musica nei romanzi di Murakami, e in particolare in
Norwegian Wood, è quasi un personaggio vero e proprio, che arricchisce
l'interpretazione dell'intreccio e la percezione dei sentimenti contenuti nel
libro e che, spesso e volentieri, ci parla al posto dei personaggi con una voce
più chiara e forte di qualsiasi dialogo o descrizione. La delicata nota blu
sottolinea l'atmosfera dell'intero libro ed è protagonista incontrastata dei
pensieri e dell'anima di Naoko, fino a pervadere con la sua forza espressiva
anche nel profondo degli altri personaggi, lasciando una sottile aura di malinconica
nostalgia.
Per Haruki
Murakami, classe 1949, da anni in sentore di un Premio Nobel non ancora
arrivato, la musica è sempre stata fondamentale, quasi come le grandi casse JBL
che servono per ascoltare i vecchi LP che
riempiono le pareti della sua casa, circa diecimila tra jazz e musica classica.
Forse non tutti sanno che il proficuo rapporto di Murakami con l'arte comincia
in un negozio di dischi, dove lo scrittore lavorava per sbarcare il lunario, e
prosegue nel 1974 quando con la moglie decide di aprire un jazz bar, il Peter
Cat: qui l'autore di Norwegian Wood serve ai tavoli, sceglie musica per
i clienti ed ascolta le loro storie, che gli saranno poi d'ispirazione per la
sua lunga carriera. In particolare Noruwei No Mori, questo il titolo
originale del romanzo, è stato scritto tra Atene, Sicilia e Roma, con nel
walkman come sottofondo Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, ottavo
album dei Beatles.
Colonna sonora (in ordine di apparizione)
Norwegian Wood (This Bird Has
Flown) - Beatles (Rubber Soul, 1965)
Waltz For Debbie - Bill Evans
(1961)
Lemon Tree - Peter, Paul and Mary (1962)
Where Have All The Flowers Gone? - Joan Baez (1965)
Nowhere Man - Beatles (Rubber Soul, 1965)
Proud Mary - Creedence
Clearwater Revival (1969)
Scarborough Fair - Simon
& Garfunkel (1966)
Jumpin' Jack Flash - Rolling
Stones (1968)
People Are Strange - Doors
(Strange Days, 1967)
Honeysuckle Rose - Thelonius
Monk (1957)
Kind of Blue - Miles Davis
(Kind of Blue, 1959)
Dear Heart - Henry Mancini
(1964)
Yesterday - Beatles (1965)
Something - Beatles (Abbey
Road, 1969)
Here Comes The Sun - Beatles
(Abbey Road, 1969)
Penny Lane - Beatles (1967)
Hey Jude - Beatles (1968)
Claire de lune - Claude
Debussy (1890)
Raindrops Keep Falling On My
Head - Burt Bacharach (1969)
Blue Velvet - Bobby Vinton
(1963)
Eleanor Rigby - Beatles
(Revolver, 1966)
Per le strade di Tokyo, affollato crocevia di
solitudini, Toru e Naoko, due ragazzi non ancora ventenni, camminano insieme in
silenzio. Non sanno cosa dirsi, o forse hanno paura, parlando, di sfiorare il
segreto che li tiene sospesi in mezzo alla folla: il ricordo di una
sconvolgente tragedia che qualche anno prima li ha legati e divisi per sempre.
Una struggente storia d’amore ambientata nel clima inquieto del Sessantotto
giapponese, tra lotte studentesche e passioni culturali e politiche. Scandito
da una colonna sonora d’eccezione, dai Beatles ai Doors, da Bill Evans a Miles
Davis, il libro è il racconto di un’adolescenza che già sfuma nel mito.
Haruki Murakami nasce a Kobe nel 1949 e si laurea a
Tokyo con una tesi sul viaggio nel cinema americano. Per molti anni gestisce un
jazz bar e nel 1979 vince il premio Gunzo con il suo libro d'esordio, Ascolta
la canzone del vento. Oltre a scrivere numerosi romanzi e racconti, traduce
importanti autori americani, tra cui Fitzgerald, Irving e Carver. Tokyo
Blues Norwegian Wood, pubblicato in Giappone nel 1987, ha venduto, nel giro
di un anno, un milione di copie.
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