mercoledì 23 maggio 2012

Recensione: La città delle ribelli di Meg Wolitzer


Titolo La città delle ribelli
Autore Meg Wolitzer
Prezzo € 16.60
Pagine 246


Smettere di fare l'amore con i propri uomini per ritrovare la felicità. La vera felicità. Questa è la strategia che le donne di Stellar Plains, nel New Jersey, adottano, più o meno consapevolmente, per ritrovare sé stesse e i loro desideri. Una dopo l'altra iniziano a rifiutare qualsiasi contatto con i loro compagni. L'ispirazione per la rappresaglia è data da Fran Heller, la nuova professoressa di teatro del liceo, che ha deciso di mettere in scena Lisistrata, la commedia di Aristofane in cui le cittadine ateniesi si uniscono in uno sciopero del sesso per protestare contro i loro mariti e contro la guerra. Eppure Stellar Plains sembra un luogo felice. Niente turba la serenità delle coppie che vi abitano. O almeno così appare. D'altro canto... Dory e Robby Lang, insieme dai tempi dell'università, dicono di amarsi come il primo giorno, ma stanno scivolando verso una stanca sopportazione; la moglie del preside è afflitta da una sindrome di stanchezza cronica, mentre il marito se la intende con la consulente scolastica. Gli uomini fingono di non vedere le crepe celate dietro le facciate linde e ordinate e le erbacce che infestano le aiuole immacolate. E allora è compito delle donne guardare la realtà in faccia, riprendere in mano il loro destino e combattere la battaglia per salvare le coppie, e la passione delle loro notti. "La città delle ribelli" usa l'ironia come un bisturi e penetra nelle camere da letto in punta di piedi, svelandoci i segreti e i desideri nascosti di ogni donna.


A cura di Surymae Rossweisse

Voto:



La riscoperta della “Lisistrata” di Aristofane.
Una nuova, eccentrica, insegnante di teatro.
Un “incantesimo” che spinge le donne a rifiutare i rapporti sessuali.
Questi sono gli ingredienti de “La città delle ribelli” (in originale “The un-coupling”, ossia il “non-sesso”) di Meg Wolitzer. Una ricetta piuttosto interessante...

Nella tranquilla città di Stellar Plains arriva un'insegnante di teatro, Fran Heller. Per la scuola superiore locale opta per la rappresentazione della “Lisistrata” di Aristofane.
Da quel momento uno strano incantesimo colpisce le donne della scuola, un improvviso ed all'apparenza irrazionale rifiuto del sesso. Diverse sono le vittime: la né troppo giovane né troppo vecchia insegnante Dory Lang; la figlia di quest'ultima, Willa; la consulente scolastica Leanne, che tronca (tra le altre) la sua relazione adulterina col preside; l'insegnante di educazione fisica Ruth, assediata dal marito e dai suoi bambini, ecc. C'è una soluzione a questo problema? E soprattutto, qual è la causa? E' forse collegata all'opera teatrale scelta?


Lo spunto di partenza è un meccanismo non nuovo nella fiction, ma sempre d'effetto: il riproporre in chiave moderna un classico, in questo caso la Lisistrata. Tuttavia, è da sottolineare – a differenza di tante altre opere che non hanno ben chiaro il confine tra ispirazione e saccheggio - che “La città delle ribelli” è un romanzo che non vive nell'ombra della piece che riprende, e che anzi riporta più differenze che affinità.
Innanzitutto, le ateniesi fanno sciopero per far cessare la guerra, oltre che naturalmente per far capire agli uomini che anche le loro ragioni meritano di essere ascoltate: potremmo quasi dire per il bene comune. Le donne di Stellar Plains, invece, non sono neanche consapevoli di stare combattendo. Ed in ogni caso si tratta di una causa prettamente personale: la felicità all'interno nella coppia. Il messaggio pacifista dell'opera di Aristofane è vagamente presente anche nel romanzo, ma non in maniera così spiccata.
Inoltre, nel nostro libro manca una figura femminile forte come quella di Lisistrata, che coordina le scioperanti. Ci sono dei personaggi più forti, come Dory Lang, ma non abbiamo qualcuno che gestisce la situazione: le donne difficilmente parlano tra loro del proprio problema, quindi non hanno una linea comune d'azione.

Sempre parlando della trama è da segnalare che quella italiana è fuorviante. Già solo guardando il titolo ci si fa l'idea di una ribellione, quando – come accennato prima – non è il termine adatto, almeno non nella sua accezione più comune. Leggendo la sinossi incontriamo la parola “strategia”,   che in questo contesto non è affatto adeguata.  Il calo di desiderio che colpisce le protagoniste non è voluto, e non è nemmeno atto a ferire gli uomini. Si può discutere sul fatto che probabilmente erano molto più frustrate di quello che traspariva all'esterno, ma non è questa la sede adatta per discuterne. Per non parlare dei due personaggi fusi in uno solo...

Il cast è a dire il vero piuttosto tipizzato. Gli uomini, a parte poche eccezioni, non hanno molto spazio; per le loro (non)compagne, invece, il loro modo di amare detta tutti gli aspetti della loro personalità, in maniera forse un po' semplicistica. Quella con una relazione stabile sarà calma e razionale, l'adolescente alle prime esperienze sarà chiusa in sé stessa e passerà molte ore davanti al computer, lo “spirito libero” avrà più relazioni in contemporanea, ecc. Questa scelta è senza dubbio un'arma a doppio taglio, perché almeno a mio giudizio è sempre preferibile un cast tridimensionale.
Tuttavia, per il tipo di storia narrato non è una decisione così fuori luogo, ed anzi dà risultati apprezzabili. Questo perché per la vena polemica – sotterrata dall'ironia e dal realismo magico, ma presente – del romanzo si prestano bene personaggi coerenti e monolitici, che esprimono diverse facce della stessa situazione. Tutte coloro che leggeranno il libro potranno riconoscere delle donne che conoscono, e soprattutto identificarsi con almeno una delle protagoniste. Di conseguenza il messaggio proposto passerà più facilmente.

Le tematiche de “La città delle ribelli” sono di sicura attualità.
Si può chiaramente leggere una critica – neanche troppo velata - a come venga trattata la donna nella nostra società, soprattutto nelle relazioni. Le donne di Stellar Plains, che sulla carta vivono relazioni stabili ed appaganti, sono in realtà vittime delle eccessive aspettative degli uomini, che le danno per scontate. Le pretendono sempre giovani, belle, e soprattutto disponibili a tutte le loro voglie. E non importa se danno segni di malessere sempre più evidenti, nemmeno se magari la loro unione sta pagando lo scotto dell'abitudine e la monotonia. Ben venga l'incantesimo, quindi, perché  costringe a porsi delle domande e a rivedere – per forza – le fondamenta del loro rapporto, e porta le donne ad essere più autonome e (si spera) felici. Certo è un processo lungo e doloroso per entrambe le parti, ma necessario.

Altro tema che fa spesso capolino è l'affermarsi delle nuove tecnologie. Di solito nei romanzi che lo trattano prevalgono i lati negativi, quali la perdita del contatto umano e più in generale del confine tra la vita reale e quella virtuale; ed anche ne “La città delle ribelli” è presente quest'interpretazione. Tuttavia, il discorso non si conclude con uno sterile “Internet fa male” ma cerca anche di vederne i suoi aspetti positivi, come la possibilità di conoscere nuove nozioni e di essere sempre in contatto con il mondo.
Naturalmente non è il tema predominante del romanzo, ma è senza dubbio molto presente, insieme comunque a molti altri.

C'è poco da dire sullo stile di Meg Wolitzer, e non è necessariamente da leggersi in modo negativo. Non eccelle per virtuosismi e forse non brilla per personalità, però è scorrevole e si adatta alla storia.
Lo stesso giudizio vale per “La città delle ribelli” in sé: senza dubbio non è un capolavoro che si farà ricordare ai posteri, però è un romanzo onesto e più che dignitoso, contenente tra l'altro delle morali che forse dovremmo tenere a mente più spesso.


3 commenti:

  1. ciao Malitia
    è un libro che aveva incuriosito anche me. leggere la tua recensione e vedere il tuo giudizio complessivo mi fa capire che avevo visto bene. un bel libro!!!
    grazie per la tua opinione. adesso lo inserisco nella mia wishlist ;-)

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  2. p.s. ho anche votato nel tuo sondaggio ^___^

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  3. I complimenti vanno tutti a Surymae, è lei che ha scritto la recensione :)

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Grazie per aver condiviso la tua opinione!

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