Come ogni giovedì torna la rubrica dedicata alle poesie, Poems, che seppur smaniasse dalla voglia di farvi leggere Ovidio lascia spazio ad una ricorrenza che quest'anno si svolgerà domenica 13 maggio: la festa della mamma. Avevo pensato ad una poesia di Pier Paolo Pasolini, ma navigando per la rete ho incontrato questa, che mi ha un po' commossa anche se è così semplice e un po' rodariana. L'autore è Francesco Pastonchi, che non conoscevo e di cui ho trovato pochissime notizie biografiche, e solo su wikipedia. Colgo l'occasione per fare un grande augurio a tutte le mamme che festeggeranno, a tutti i figli che dedicheranno un fiore o un pensiero (o questa poesia), che siano lontani o vicini...
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.
Una mamma è questo mistero:
tutto comprende tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: “Buon cammino bel cavaliero!”
Una mamma è questo mistero.
Chi è l'autore?
Che cos’è una mamma
Rititì lo vuoi saper tu
Che cosa è una mamma?
Nessuno, nessuno dei bimbi lo sa.
Un bimbo nasce e …va.
Lo sanno, ma forse, ma tardi
quelli che non l’hanno più.
Rititì che pensi e mi guardi,
Rititì lo vuoi saper tu?
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti dà:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti dà il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande
Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sol è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.
Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda,
continuamente con l’onda ti culla
e ti viene a baciare.
Rititì lo vuoi saper tu
Che cosa è una mamma?
Nessuno, nessuno dei bimbi lo sa.
Un bimbo nasce e …va.
Lo sanno, ma forse, ma tardi
quelli che non l’hanno più.
Rititì che pensi e mi guardi,
Rititì lo vuoi saper tu?
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti dà:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti dà il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande
Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sol è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.
Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda,
continuamente con l’onda ti culla
e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.
Una mamma è questo mistero:
tutto comprende tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: “Buon cammino bel cavaliero!”
Una mamma è questo mistero.
Francesco Pastonchi (Riva Ligure, 31 dicembre 1874 – Torino, 29 dicembre 1953) è stato un poeta e critico letterario italiano.
Nato da padre toscano e madre ligure trasferiti negli anni Ottanta a Torino, Pastonchi vi frequentò il liceo e l’Università, studiando sotto Arturo Graf. Scrisse le prime poesie nel periodico il Venerdì della contessa, nella Gazzetta Letteraria e nel quotidiano la Gazzetta del Popolo. Dal 1898 al 1902 collaborò a La Stampa.
Nel giugno 1903, insieme con Domenico Chiattone e Bistolfi, fondò il periodico di storia, arte e letteratura Il Piemonte. Lasciata questa rivista, fondò il settimanale letterario Il Campo, uscito a Torino dal 20 novembre 1904 al 31 dicembre 1905. Costante fu invece la sua collaborazione, durata dal 1902 alla morte, con il Corriere della Sera.
Aderì al fascismo e nel 1935 fu nominato, «per chiara fama», professore di lingua e letteratura italiana nell’Università di Torino, succedendo a Vittorio Cian, e dal 16 giugno 1939 fu membro dell’Accademia d'Italia.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver condiviso la tua opinione!