Ritorna l’appuntamento con il sondaggio del mese, nel quale vi chiediamo di dare la vostra opinione su questioni relative all’editoria e dintorni.
Vi avevamo chiesto, nell’ultima puntata, dei vostri acquisti letterari, indagando sui i posti nei quali generalmente si usa acquistarli, entrando un po’ nell’atmosfera del film “C’è posta per te” nel quale si parla appunto della concorrenza tra i grandi megastore e le piccole librerie indipendenti.
I risultati sono stati i seguenti: l’80% di voi ha votato per i megastore, più "economici" e attrezzati, contro il 20% che si affida alle librerie indipendenti, dove si respira cultura e si trova personale qualificato. Non ci hanno sorpreso naturalmente i commenti, tra i quali spicca soprattutto una maggiore propensione verso i primi, dovuta alla velocità di reperimento dei testi richiesti e le attese brevi quando un libro viene ordinato, ma le piccole librerie attraggono ancora per il loro carattere di nicchia, perché è più facile che queste scelgano testi più ricercati rispetto ad altri più “commerciali”.
Questo mese l’argomento sul quale vi chiediamo di interrogarvi è completamente diverso, qualcosa forse un po’ banale, ma che può avere degli sviluppi molto interessanti: la lettura. Tutti leggiamo, che siano testi scolastici o letture da noi scelte, ci capita per buona parte della nostra vita di sfogliare un libro.
Ma c’è una domanda che non ci poniamo mai: la lettura è funzionale al conoscere, arricchire il nostro vocabolario personale, oppure è un buon modo per fuggire dalla realtà quotidiana, di crearsi, come direbbe Virginia Wolf, una stanza tutta per se?
La lettura migliora il nostro lessico: si parla di 2000 lemmi aggiunti al vocabolario personale grazie alla lettura, sui 7000 lemmi della lingua italiana per intenderci, chi legge ne padroneggia all’incirca 4500. Ci permette inoltre di conoscere meglio la realtà sensibile attorno a noi: mi viene da pensare ad esempio ai saggi scientifici, che ci spiegano il meccanismo che attiva un dato fenomeno.
Ma la lettura stimola a tal punto il nostro immaginario da diventare modello di lettura dell’animo, può ispirarci, staccare per un attimo il legame tra io e realtà e trasportarci in un mondo che esiste solo tra le pagine bianche, in quei caratteri stampati col nero… Il libro è dunque evasione: quell’ora in cui ci abbandoniamo quasi ad una realtà alternativa nella quale noi diventiamo i protagonisti, o vediamo come un essere soprannaturale tutto quello che succede ai personaggi.
La lettura però non ci racconta solo una vicenda che può essere a noi lontana, ci racconta anche qualcosa di noi. Ci sono infatti trame che si avvicinano così tanto alla nostra realtà che non possiamo fare altro che farle nostre. Quei libri parlano di noi, della nostra vita, delle nostre debolezze. Raccontano la nostra storia. Oppure raccontano un momento particolare della nostra vita, un episodio divertente che riguarda il loro acquisto, o un ricordo che abbraccia la persona che ci ha regalato quel volume, o le volte che lo abbiamo riaperto alla ricerca di una data frase.
Daniel Pennac, famoso scrittore francese, nel saggio dedicato alla lettura intitolato “Come un romanzo” ha scritto che “la lettura è come l’amore, un modo di essere”. Effettivamente si legge ciò che è più vicino alle “nostre corde”, ognuno di noi ha un genere preferito o legge libri di un certo tipo, ma forse siamo troppo attenti alle futilità per accorgerci che la scelta di una lettura piuttosto che un’altra può svelare un dato tratto del nostro carattere: una predilezione per i classici per esempio può celare non solo una ricercatezza nella scelta di una buona lettura, ma anche una devozione a certi valori perduti dalla società, ma che forse nell’animo di quella persona non sono andati persi, come la rispettabilità, la grazia, l’educazione o la galanteria.
Un libro dunque rappresenta sia lo strumento base per la conoscenza, sia il metodo più alto per abbandonarsi al dolce far niente, arricchendo la nostra capacità di comprendere non solo le certezze, ma agendo sulla nostra sfera emozionale tanto da commuoverci, disgustarci, farci sorridere o intristirci.
Ma se doveste scegliere, cosa direste della lettura? Per voi rappresenta maggiormente un modo per arricchire la vostra capacità di interpretare il mondo o l’interpretazione di un mondo alternativo?
Lasciateci la vostra opinione nel gadget del sondaggio nella colonna di destra, ma anche la vostra opinione in un commento!
Ho votato!!!Per me è un po tutte e due di sicuro leggendo si imparano tantissime cose ma mi piace soprattutto immedesimarmi nei personaggi, seguire la storia in mondi sconosciuti,arrestare assassini, cavalcare draghi e rilassarmi. Le due cose per me non si escludono i più bei romanzi che ho letto ti danno entrambe le cose ;)
RispondiEliminaio ho votato la prima opzione, il libro come strumento di conoscenza.
RispondiEliminaè innegabile come le letture siano assolutamente un veicolo ed una fonte di arricchimento non solo a livello conoscitivo, culturale, ma proprio umano, anche "emotivo", mentale.... insomma, ad ampio raggio!!
ciò nn toglie che io legga anche per svago: ci sono libri "leggeri", tipo le commedie romantiche (un es su tutte: la kinsella) che leggo proprio con lo scopo di inoltrarmi in letture e storie non troppo complesse, che non richiedano un "coinvolgimento emotivo" tropp forte (come può essere per libri che ad es si basano su fatti veri, crudi...)...
Dipende dai momenti ^_^ però in genere è vera la prima
io scelgo la seconda opzione per arrivare indirettamente alla prima
RispondiEliminaleggo per evadere e svagarmi e senza colpo ferire mi ritrovo con un vocabolario pantagruelico
Assolutamente evasione. Per me è una valvola di sfogo dallo stress quotidiano.
RispondiEliminaNon ho voglia di impegnare tanto la mente.
é difficile scegliere perchè secondo me, sono giuste tutte e due le cose. La lettura è evasione e conoscenza. Posso leggere un testo scentifico per saperne di più e sognare nello stesso momento. Tendenzialmente, molti decidono di leggere qualcosa per evadere ma nello stesso momento imparano qualcosa
RispondiEliminaDifficile quesito: io ho votato per la prima, ma la lettura è entrambe le cose...non posso negare però che i libri che mi son piaciuti di più finora sono stati quelli letti per cultura (per l'università, per esempio), ma se non ci fosse anche l'evasione sarebbe solo un compito a casa ;)
RispondiEliminaScegliere tra le due opzioni è quasi impossibile, sono praticamente inscindibili. Ho votato comunque la seconda, perchè è un po' la motivazione principale per cui leggo, ma la prima resta comunque una piacevole conseguenza :)!
RispondiEliminaHo votato evasione perchè è proprio un modo per uscire un pò dalla realtà.
RispondiEliminaIndirettamente certamente però è anche la seconda.