Molto
tempo è passato dall’ultima puntata di “By the Keyhole…”, ma oggi si riprende
in grande stile con un classico sì, ma stavolta della fantascienza.
Tanto s’è parlato del futuro dell’editoria e soprattutto del destino dei cari,
vecchi cartacei che rischiano di essere soppiantati dagli ebook. E’ per questo
il romanzo di cui parliamo in questa puntata diventa quanto mai attuale ora
che, tristemente, la distopia di cui si narra sembra non esser più tale.
Insomma, si parla di…
FAHRENHEIT 451
La Trama:
Siamo in
un futuro non precisato, posteriore al 1960. Nella società distopica che
ci viene descrita da Ray Bradbury, possedere e quindi leggere libri è
considerato un reato punito con il rogo immediato dei volumi e delle case che
li ospitano. A tale scopo esiste un
apposito corpo di vigili del fuoco, con il ruolo di bruciare ogni tipo di
volume. Protagonista è Guy Montag, un
vigile del fuoco. Inizialmente Montag è fiero del suo lavoro, tuttavia ogni
cosa cambia quando si impossessa di un libretto, un attimo prima di appiccare
il fuoco alla casa in cui l’ha rinvenuto. A contribuire al cambiamento è anche
l’incontro con Clarisse, una ragazzina dalla mente libera dalle influenze dei
media, cosa resa possibile dal fatto che la famiglia non possiede la televisione
e trascorre il tempo conversando. La vita di Montag così cambia: si accorge di
non amare e di non conoscere nemmeno la moglie, si chiede cosa i libri
contengano e si accorge di come alienata sia la società in cui vive, del tutto
priva di pensieri propri, proiettata in una realtà virtuale controllata dallo
Stato. Da qui comincia il processo che lo vedrà stravolgere del tutto la sua
vita e che lo condurrà alla ricerca di chi, come lui, vede nei libri il
riscatto di un’umanità ormai perduta.
L’autore:
Nasce a Waukegan
nell’Illinois il 22 agosto del 1920, figlio di Leonard Spaulding Bradbury, un
operaio elettrico statunitense di origini inglesi, e di Esther Bradbury (nata
Moberg), una casalinga svedese. Nel 1934, durante la Grande Depressione a causa della quale il padre rimase disoccupato,
si trasferì con la propria famiglia in California dove scoprì il mondo della fantascienza
tanto da iniziare a scrivere alcuni racconti sulle riviste del settore. Tra le
sue prime opere si contano anche dei racconti polizieschi e noir.
Nel 1950 raccolse
in un unico volume le sue Cronache
Marziane (trovate la nostra recensione qui) che ottennero un vasto successo internazionale
non ancora intaccato dal passare degli anni.
L'anno
successivo seguì il capolavoro per cui è maggiormente ricordato, Fahrenheit 451, una sorta di elogio alla
lettura ambientato in una società distopica, che divenne anche un film omonimo
di successo diretto da Francois Truffaut Negli anni successivi Bradbury
intraprese la carriera di sceneggiatore cinematografico, iniziata con Moby Dick la balena bianca di John
Huston, senza però dimenticare la sua carriera di romanziere. Si ricordano infatti Il grande mondo laggiù, Le
meraviglie del possibile, Io canto il corpo elettrico!, Paese d’ottobre, Il
popolo dell’autunno, Viaffiatore del tempo, l’ambizioso giallo Morte a Venice e il più leggero Il cimitero dei folli e Le auree del sole.
Negli ultimi
anni della sua vita si dimostrò sfavorevole ai libri in formato elettronico,
tanto da impedire che le proprie opere venissero pubblicate in forma digitale.
Solo nel 2011 ha consentito di
pubblicare in formato elettronico il suo romanzo di maggior successo, Fahrenheit 451, sostenendo comunque di
preferire il formato cartaceo.
Il 5 giugno 2012
all'età di 91 anni, è morto a Los Angeles nella villa dove si era ritirato.
Nel 2006 è stato
insignito del titolo di duca di Diente de León dal sovrano del Regno della
Redonda.
Il 22 agosto
2012 gli scienziati della NASA coinvolti nel progetto Mas Science Laboratory hanno
dato il nome di Bradbury Landing all'area dell'atterraggio su Martedel rover Curiosity, avvenuto il 6 agosto 2012.
[Fonte: Wikipedia { http://it.wikipedia.org/wiki/Ray_Bradbury}]
Chiunque
legga Fahrenheit 451 oggi non può che
chiedersi se il romanzo è davvero distopico o se non sarebbe meglio definirlo
profetico. In effetti, in un 2013 dominato dai social network, dove l’editoria
è in un momento di dubbia solidità e internet invece ci segue ovunque (basta considerare
semplicemente agli smartphone o, ancora meglio, i google glass), pensare che Bradbury abbia predetto più che
inventato è molto, molto facile.
Certo, non siamo ancora arrivati al punto da bruciare i libri che possediamo –
quando ne possediamo – ma di certo considerare la lettura di un libro per
intero come un’impresa impossibile e per di più inutile è una realtà che non è
affatto difficile individuare. Basta guardarsi un po’ intorno.
La società descritta da Bradbury è, quindi, quanto mai vicina alla nostra. Le
famiglie conversano solo tramite la televisione e solo riguardo ciò che la
televisione mostra loro; i rapporti interpersonali non sono più veri di quelli
con i personaggi delle fiction televisive e persino i matrimoni son frutto di
convenzioni, patti fra i coniugi che decidono, come fosse un calcolo
matematico, di metter su casa insieme per riempirla di schermi tv all’ultimo
grido.
In Fahrenheit 451 troviamo la protesta
viva e profonda di chi si oppone a tutto questo.
Chi ama i libri e tutto ciò che questi
veicolano, non può che leggere e sentir risuonare nell’anima lo stesso canto
che le parole sapienti di Bradbury lasciano filtrare dalla pagina. I buoni
lettori, coloro che credono ancora nella letteratura, nella bellezza e
nella ricchezza della pagina scritta, non
possono che ergersi, eroici - come fanno gli ultimi depositari delle opere
scritte incontrati da Montag nel corso del romanzo - reggendo lo stendardo di una lettura come coscienza, riflessione,
cultura e sapere su cui fondare la società. Significativo è di conseguenza il fatto che la
società alienata da Bradbury sia
sull’orlo di un collasso, impegnata in una guerra nucleare che ne segnerà il
tracollo e di cui tuttavia è ignara, ad opera dei media. Lo Stato, da parte sua, è del tutto consapevole del potere dei libri.
I libri aiutano a pensare, e pensare porta a riflettere e a prendere coscienza
della propria vita in modo problematico, critico e costruttivo. La
problematicità tuttavia può rendere la gente infelice. Ecco perché i libri vanno
eliminati e la società cullata in una beata ignoranza che rende tutti sereni.
E’ così che l’omologazione e il livellamento delle menti dilaga, il
qualunquismo si spande nell’aria come veleno, l’ipocrisia, l’alienazione, la
superficialità appestano ogni cosa.
E’ un urlo di disperazione e rifiuto, tramite la “follia” di Montag, quello
che prende corpo dalle pagine del romanzo, un urlo capace di accendere di un
ardore vero, titanico, chi si lascia prendere da questo solenne inno alla
bellezza della letteratura, della vita vissuta con consapevolezza profonda,
basata sul sapere che l’uomo, con la sua mente eccelsa, sa riversare su pagine
che divengono così patrimonio dell’umanità, base della civiltà.
Il Brano
Scegliere
un brano è impresa ardua, perché ogni parte del libro è profonda e
significativa a suo modo. Riporto così quella che più mi ha fatta “vibrare”,
invitando chi come me si lascerà affascinare da questo capolavoro ad assaporare
ogni pagina.
La scena che riporto si svolge nella casa di un vecchio professore, da cui
Montag con il libro rubato si reca in cerca di istruzioni per, come dice lui, “capire ciò che legge”.
I pori sulla faccia della
vita*
«Permettete?
»
«Oh, scusatemi» Montag gli porse il volume.
«Da quanto tempo!...Non sono un uomo religioso, ma da quanto tempo non ne
vedevo più una! »
Si pose a sfogliarlo, soffermandosi ogni
tanto a leggere qua e là «è proprio come
la ricordavo. Signore, come l’hanno cambiata nei nostri “salotti” al giorno
d’oggi! Cristo è uno della “famiglia”, ora. Mi domando spesso se il buon Dio
riconosca il Suo proprio Figlio sotto i panni con cu l’hanno camuffato,
mascherato. Un vero e proprio bastoncino di menta piperita, è ormai, tutto
zucchero filato e saccarina, quando non lo si colga nell’atto di fare velate
allusioni a certi prodotti commerciali, d cui ogni fedele abbisogna assolutamente.
Il vecchio annusò il volume.
«Sapete» proseguì «anche i libri hanno un po’ l’odore della noce moscata o di
certe spezie d’origine esotica? Amavo annusarli, da ragazzo. Signore, quanti bei
libri c’erano al mondo un tempo, prima che noi vi rinunciassimo!
Faber continuava a voltare le pagine.
«Signor Montag, voi avete davanti un vigliacco. Io vedevo la piega che stavano
sempre più prendendo le cose, ma molto tempo fa; non ho detto nulla; sono uno
degli innocenti che avrebbero potuto parlare chiaro e tondo quando nessuno era
disposto a dar retta al “colpevole”, ma non ho aperto bocca, diventando così
colpevole a mia volta. E quando finalmente si giunse a organizzare legalmente
il rogo della carta stampata , con la creazione delle milizie del fuoco,
brontolai un poco e poi tacqui, perché ormai non c’era più nessuno che
brontolasse o urlasse al mio fianco. Ora è troppo tardi».
Faber chiuse la Bibbia. «Bene, ora, se voleste dirmi il motivo della vostra
visita.. »
«Nessuno più ascolta. Io non posso parlare alle pareti, perchp son le pareti
che urlano verso di me. Non posso parlare con mia moglie, perché sta sentendo
quello che dicono le pareti. Io semplicemente ho bisogno di qualcuno che stia a
sentire quello che ho da dire. E forse, se mi si desse agio di parlare un po’,
potrei anche dire qualcosa di sensato. Ecco perché vorrei m’insegnaste a capire
quello che leggo»
Faber studiò la faccia smunta, dalle fosse livide, di Montag.
«Che cosa vi ha scosso talmente? In che modo la torcia vi è stata strappata di
mano? »
«Non lo
so. Abbiamo tutto
quanto occorre per
essere felici, ma non
siamo felici. Manca qualche cosa. Mi sono guardato intorno. La sola cosa che
abbia visto mancare positivamente sono i libri che io avevo bruciato in
questi ultimi dieci
o venti anni.
E allora ho
pensato che i
libri forse avrebbero potuto
essere utili.»
«Voi siete un
romantico irrimediabile» disse
Faber. «Sarebbe una cosa buffa,
se non fosse
tragica. Non sono
i libri che
vi mancano, ma
alcune delle cose che
un tempo erano
nei libri. Le
stesse cose potrebbero
essere oggi dette nelle
"famiglie del salotto". Le
stesse infinite particolarità
e coscienza potrebbero essere
diffuse e proiettate
da radio e
televisori. Ma ciò non avviene.
No, no, non sono affatto libri le cose che andate cercando. Prendetele dove
ancora potrete trovarle,
in vecchi dischi
fonografici, in vecchi film,
e nei vecchi
amici; cercatele nella
natura e cercatele soprattutto in
voi stesso. I
libri erano soltanto
una specie di
veicolo, di ricettacolo in cui riponevamo
tutte le cose
che temevamo di
poter dimenticare. Non c'è nulla di magico, nei libri; la magia sta solo
in ciò che essi dicono, nel
modo in cui
hanno cucito le
pezze dell'Universo per mettere
insieme così un
mantello onde rivestirci.
Naturalmente, non potevate sapere
tutto ciò, così
come non potete
ancora comprendere che cosa io intenda precisamente quando dico
tutto ciò. Intuitivamente, non vi siete sbagliato, ed è questo che conta. Tre
cose ci mancano:
«Numero uno: sapete perché
libri come questo
siano tanto importanti?
Perché
hanno sostanza. Che cosa significa in questo caso "sostanza"? Per
me significa struttura,
tessuto connettivo. Questo
libro ha pori,
ha caratteristiche sue proprie,
è un libro
che si potrebbe
osservare al microscopio. Trovereste
che c'è della
vita sotto il
vetrino, una vita
che scorre come una
fiumana in infinita
profusione. Maggior numero
di pori, maggior numero
di particolarità della
vita per centimetro
quadrato avrete su di
un foglio di
carta, e più
sarete "letterario". Questa
è la mia definizione, ad ogni modo. Scoprire le particolarità. Particolarità nuove! I buoni scrittori
toccano spesso la vita. I mediocri la
sfiorano con una mano fuggevole. I cattivi scrittori la sforzano e
l'abbandonano. Capite ora perché libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i
pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna
piena, di cera, facce senza pori, senza
peli, inespressive. Viviamo in
un tempo in
cui i fiori
tentano di vivere sui
fiori, invece di
nutrirsi di buona
pioggia e di
fertile limo nero. Perfino i fuochi artificiali, non ostante
tutta la loro eleganza, nascono dalla chimica
della terra. Eppure,
non so come,
riusciamo a credere
di poterci evolvere nutrendoci
di fiori e
di giuochi pirotecnici,
senza conchiudere il ciclo
del ritorno alla
realtà. Conoscete la
leggenda di Ercole
e Anteo, il lottatore gigantesco, dalla forza incredibile,
finché fosse rimasto coi piedi sulla terra? Ma quando Anteo fu tenuto da Ercole
sospeso nel vuoto, senza radici e gli perì facilmente. Se in questa leggenda
non c'è un insegnamento per noi di questi tempi, in questa città, oggi, allora
vuol dire che sono del tutto pazzo. Insomma,
questa è la
prima cosa delle
tre che ci
mancano. Sostanza, tessuto di elementi vitali.»
«E la seconda?»
«Agio, tempo libero.»
«Oh, ma noi abbiamo molte ore libere ogni giorno.»
«Ore libere dal lavoro, sì. Ma tempo di pensare? Quando non conducete la vostra
macchina a cento miglia all'ora, a un massimo in cui non potete pensare ad
altro che al pericolo, allora ve ne state a giocare a carte o sedete in qualche
salotto, dove non potete discutere col televisore a quattro pareti.
Perché? Il televisore
è "reale", è
immediato, ha dimensioni.
Vi dice lui quello
che dovete pensare,
e ve lo
dice con voce
di tuono. Deve
aver ragione, vi dite: sembra
talmente che l'abbia! Vi spinge con tanta rapidità e irruenza alle
sue conclusioni che la vostra
mente non ha
tempo di protestare, di dirsi:
"Quante sciocchezze!".»
«Ma la "famiglia" è gente in carne e ossa.»
«Come, scusate?»
«Mia moglie dice che i libri non sono "reali".»
«E Dio sia lodato per questo. Li si può almeno chiudere, dire: "Aspetta
un momento". Potete
farne ciò che
volete. Ma chi
mai è riuscito
a strapparsi dall'artiglio che
v'imprigiona quando mettete
piede in salotto TV? Vi foggia secondo la foggia che esso
più desidera! L'ambiente in cui vi
chiude è reale
come il mondo.
Diviene e pertanto
è la verità.
I libri possono essere battuti
con la ragione. Ma nonostante tutto quello che so e tutto il
mio scetticismo, non
sono mai stato
capace di discutere
con un'orchestra sinfonica di
cento elementi, a
tutto colore, tre
dimensioni e facente parte
integrale, costitutiva di
questi incredibili salotti.
Come vedete, il mio salotto non è costituito che di quattro semplici pareti
di calce e mattoni. E qui.» Mostrò a Montag due piccoli tamponi di gomma. «Per
le mie povere orecchie, quando sono sui bolidi della ferrovia sotterranea.»
«Dentifricio Denham» disse
Montag, a occhi
chiusi.
Wonderful!
RispondiEliminaSe ti stiamo facendo scoprire Bradbury, siamo contenti xD
EliminaBravissima.
RispondiEliminaUno dei romanzi migliori di sempre, uno dei miei preferiti. Geniale.
RispondiEliminaIo ancora non l'ho letto, ma sono sicura sia uno dei migliori di sempre xD
EliminaGrazie della recensione, l'ho avevo già visto molte volte sul mio cammino tra gli scaffali in libreria e la trama mi aveva coinvolto molto. Ora ho la consapevolezza che dovrei leggerlo sul serio.
RispondiEliminaUn saluto a tutti.
Vi lascio il link del mio blog se volete fare un salto. Ogni settimana posto dei articoli su libri, recensioni e dolci.
Mi raccomando ci conto. un bacione.
Dolci&Parole
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Bellissima recensione :) è tra i miei libri preferiti
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