martedì 12 novembre 2013

By the Keyhole…(13) Fahrenheit 451



Molto tempo è passato dall’ultima puntata di “By the Keyhole…”, ma oggi si riprende in grande stile con un classico sì, ma stavolta della fantascienza. 
Tanto s’è parlato del futuro dell’editoria e soprattutto del destino dei cari, vecchi cartacei che rischiano di essere soppiantati dagli ebook. E’ per questo il romanzo di cui parliamo in questa puntata diventa quanto mai attuale ora che, tristemente, la distopia di cui si narra sembra non esser più tale. Insomma, si parla di…



FAHRENHEIT 451

La Trama:

Siamo in un futuro non precisato, posteriore al 1960. Nella società distopica che ci viene descrita da Ray Bradbury, possedere e quindi leggere libri è considerato un reato punito con il rogo immediato dei volumi e delle case che li ospitano.  A tale scopo esiste un apposito corpo di vigili del fuoco, con il ruolo di bruciare ogni tipo di volume. Protagonista è  Guy Montag, un vigile del fuoco. Inizialmente Montag è fiero del suo lavoro, tuttavia ogni cosa cambia quando si impossessa di un libretto, un attimo prima di appiccare il fuoco alla casa in cui l’ha rinvenuto. A contribuire al cambiamento è anche l’incontro con Clarisse, una ragazzina dalla mente libera dalle influenze dei media, cosa resa possibile dal fatto che la famiglia non possiede la televisione e trascorre il tempo conversando. La vita di Montag così cambia: si accorge di non amare e di non conoscere nemmeno la moglie, si chiede cosa i libri contengano e si accorge di come alienata sia la società in cui vive, del tutto priva di pensieri propri, proiettata in una realtà virtuale controllata dallo Stato. Da qui comincia il processo che lo vedrà stravolgere del tutto la sua vita e che lo condurrà alla ricerca di chi, come lui, vede nei libri il riscatto di un’umanità ormai perduta.

L’autore:
Nasce a Waukegan nell’Illinois il 22 agosto del 1920,  figlio di Leonard Spaulding Bradbury, un operaio elettrico statunitense di origini inglesi, e di Esther Bradbury (nata Moberg), una casalinga svedese. Nel 1934, durante la Grande Depressione a causa della quale il padre rimase disoccupato, si trasferì con la propria famiglia in California dove scoprì il mondo della fantascienza tanto da iniziare a scrivere alcuni racconti sulle riviste del settore. Tra le sue prime opere si contano anche dei racconti polizieschi e noir.

Nel 1950 raccolse in un unico volume le sue Cronache Marziane (trovate la nostra recensione qui)  che ottennero un vasto successo internazionale non ancora intaccato dal passare degli anni.
L'anno successivo seguì il capolavoro per cui è maggiormente ricordato, Fahrenheit 451, una sorta di elogio alla lettura ambientato in una società distopica, che divenne anche un film omonimo di successo diretto da Francois Truffaut Negli anni successivi Bradbury intraprese la carriera di sceneggiatore cinematografico, iniziata con Moby Dick la balena bianca di John Huston, senza però dimenticare la sua carriera di romanziere.  Si ricordano infatti Il grande mondo laggiù, Le meraviglie del possibile, Io canto il corpo elettrico!, Paese d’ottobre, Il popolo dell’autunno, Viaffiatore del tempo, l’ambizioso giallo Morte a Venice e il più leggero Il cimitero dei folli e Le auree del sole.  
Negli ultimi anni della sua vita si dimostrò sfavorevole ai libri in formato elettronico, tanto da impedire che le proprie opere venissero pubblicate in forma digitale. Solo nel 2011 ha consentito di pubblicare in formato elettronico il suo romanzo di maggior successo, Fahrenheit 451, sostenendo comunque di preferire il formato cartaceo.
Il 5 giugno 2012 all'età di 91 anni, è morto a Los Angeles nella villa dove si era ritirato.
Nel 2006 è stato insignito del titolo di duca di Diente de León dal sovrano del Regno della Redonda.
Il 22 agosto 2012 gli scienziati della NASA coinvolti nel progetto Mas Science Laboratory hanno dato il nome di Bradbury Landing all'area dell'atterraggio su Martedel rover Curiosity, avvenuto il 6 agosto 2012.

[Fonte: Wikipedia { http://it.wikipedia.org/wiki/Ray_Bradbury}]

Chiunque legga Fahrenheit 451 oggi non può che chiedersi se il romanzo è davvero distopico o se non sarebbe meglio definirlo profetico. In effetti, in un 2013 dominato dai social network, dove l’editoria è in un momento di dubbia solidità e internet invece ci segue ovunque (basta considerare semplicemente agli smartphone o, ancora meglio, i google glass), pensare che Bradbury abbia predetto più che inventato è molto, molto facile
Certo, non siamo ancora arrivati al punto da bruciare i libri che possediamo – quando ne possediamo – ma di certo considerare la lettura di un libro per intero come un’impresa impossibile e per di più inutile è una realtà che non è affatto difficile individuare. Basta guardarsi un po’ intorno. 
La società descritta da Bradbury è, quindi, quanto mai vicina alla nostra. Le famiglie conversano solo tramite la televisione e solo riguardo ciò che la televisione mostra loro; i rapporti interpersonali non sono più veri di quelli con i personaggi delle fiction televisive e persino i matrimoni son frutto di convenzioni, patti fra i coniugi che decidono, come fosse un calcolo matematico, di metter su casa insieme per riempirla di schermi tv all’ultimo grido. 
In Fahrenheit 451 troviamo la protesta viva e profonda di chi si oppone a tutto questo.

Chi ama i libri e tutto ciò che questi veicolano, non può che leggere e sentir risuonare nell’anima lo stesso canto che le parole sapienti di Bradbury lasciano filtrare dalla pagina. I buoni lettori, coloro che credono ancora nella letteratura, nella bellezza e nella ricchezza della pagina scritta, non possono che ergersi, eroici - come fanno gli ultimi depositari delle opere scritte incontrati da Montag nel corso del romanzo - reggendo lo stendardo di una lettura come coscienza, riflessione, cultura e  sapere su cui fondare la società. Significativo è di conseguenza il fatto che la società alienata da Bradbury  sia sull’orlo di un collasso, impegnata in una guerra nucleare che ne segnerà il tracollo e di cui tuttavia è ignara, ad opera dei media. Lo Stato, da parte sua, è del tutto consapevole del potere dei libri. I libri aiutano a pensare, e pensare porta a riflettere e a prendere coscienza della propria vita in modo problematico, critico e costruttivo. La problematicità tuttavia può rendere la gente infelice. Ecco perché i libri vanno eliminati e la società cullata in una beata ignoranza che rende tutti sereni. E’ così che l’omologazione e il livellamento delle menti dilaga, il qualunquismo si spande nell’aria come veleno, l’ipocrisia, l’alienazione, la superficialità appestano ogni cosa.

E’ un urlo di disperazione e rifiuto, tramite la “follia” di Montag, quello che prende corpo dalle pagine del romanzo, un urlo capace di accendere di un ardore vero, titanico, chi si lascia prendere da questo solenne inno alla bellezza della letteratura, della vita vissuta con consapevolezza profonda, basata sul sapere che l’uomo, con la sua mente eccelsa, sa riversare su pagine che divengono così patrimonio dell’umanità, base della civiltà.


Il Brano
Scegliere un brano è impresa ardua, perché ogni parte del libro è profonda e significativa a suo modo. Riporto così quella che più mi ha fatta “vibrare”, invitando chi come me si lascerà affascinare da questo capolavoro ad assaporare ogni pagina. 
La scena che riporto si svolge nella casa di un vecchio professore, da cui Montag con il libro rubato si reca in cerca di istruzioni per, come dice lui, “capire ciò che legge”.


I pori sulla faccia della vita*

«Permettete? »
«Oh, scusatemi» Montag gli porse il volume. 
«Da quanto tempo!...Non sono un uomo religioso, ma da quanto tempo non ne vedevo più una! »
 Si pose a sfogliarlo, soffermandosi ogni tanto a leggere qua e là  «è proprio come la ricordavo. Signore, come l’hanno cambiata nei nostri “salotti” al giorno d’oggi! Cristo è uno della “famiglia”, ora. Mi domando spesso se il buon Dio riconosca il Suo proprio Figlio sotto i panni con cu l’hanno camuffato, mascherato. Un vero e proprio bastoncino di menta piperita, è ormai, tutto zucchero filato e saccarina, quando non lo si colga nell’atto di fare velate allusioni a certi prodotti commerciali, d cui ogni fedele abbisogna assolutamente. 
Il vecchio annusò il volume. 
«Sapete» proseguì «anche i libri hanno un po’ l’odore della noce moscata o di certe spezie d’origine esotica? Amavo annusarli, da ragazzo. Signore, quanti bei libri c’erano al mondo un tempo, prima che noi vi rinunciassimo!
Faber continuava a voltare le pagine. 
«Signor Montag, voi avete davanti un vigliacco. Io vedevo la piega che stavano sempre più prendendo le cose, ma molto tempo fa; non ho detto nulla; sono uno degli innocenti che avrebbero potuto parlare chiaro e tondo quando nessuno era disposto a dar retta al “colpevole”, ma non ho aperto bocca, diventando così colpevole a mia volta. E quando finalmente si giunse a organizzare legalmente il rogo della carta stampata , con la creazione delle milizie del fuoco, brontolai un poco e poi tacqui, perché ormai non c’era più nessuno che brontolasse o urlasse al mio fianco. Ora è troppo tardi». 
Faber chiuse la Bibbia. «Bene, ora, se voleste dirmi il motivo della vostra visita.. »
«Nessuno più ascolta. Io non posso parlare alle pareti, perchp son le pareti che urlano verso di me. Non posso parlare con mia moglie, perché sta sentendo quello che dicono le pareti. Io semplicemente ho bisogno di qualcuno che stia a sentire quello che ho da dire. E forse, se mi si desse agio di parlare un po’, potrei anche dire qualcosa di sensato. Ecco perché vorrei m’insegnaste a capire quello che leggo»
Faber studiò la faccia smunta, dalle fosse livide, di Montag.
«Che cosa vi ha scosso talmente? In che modo la torcia vi è stata strappata di mano? »
«Non  lo  so.  Abbiamo  tutto  quanto  occorre  per  essere  felici,  ma  non siamo felici. Manca qualche cosa. Mi sono guardato intorno. La sola cosa che abbia visto mancare positivamente sono i libri che io avevo bruciato in questi  ultimi  dieci  o  venti  anni.  E  allora  ho  pensato  che  i  libri  forse avrebbero potuto essere utili.» 
«Voi  siete  un  romantico  irrimediabile»  disse  Faber.  «Sarebbe una  cosa buffa,  se  non  fosse  tragica.  Non  sono  i  libri  che  vi  mancano,  ma  alcune delle  cose  che  un  tempo  erano  nei  libri.  Le  stesse  cose  potrebbero  essere oggi  dette  nelle  "famiglie  del  salotto".  Le  stesse  infinite  particolarità  e coscienza  potrebbero  essere  diffuse  e  proiettate  da  radio  e  televisori.  Ma ciò non avviene. No, no, non sono affatto libri le cose che andate cercando. Prendetele  dove  ancora  potrete  trovarle,  in  vecchi  dischi  fonografici,  in vecchi  film,  e  nei  vecchi  amici;  cercatele  nella  natura  e  cercatele soprattutto  in  voi  stesso.  I  libri  erano  soltanto  una  specie  di  veicolo,  di ricettacolo  in  cui  riponevamo  tutte  le  cose  che  temevamo  di  poter dimenticare. Non c'è nulla di magico, nei libri; la magia sta solo in ciò che essi  dicono,  nel  modo  in  cui  hanno  cucito  le  pezze  dell'Universo  per mettere  insieme  così  un  mantello  onde  rivestirci.  Naturalmente,  non potevate  sapere  tutto  ciò,  così  come  non  potete  ancora  comprendere  che cosa io intenda precisamente quando dico tutto ciò. Intuitivamente, non vi siete sbagliato, ed è questo che conta. Tre cose ci mancano: 
«Numero  uno: sapete  perché  libri  come  questo  siano  tanto  importanti?


Perché hanno sostanza. Che cosa significa in questo caso "sostanza"? Per me  significa  struttura,  tessuto  connettivo.  Questo  libro  ha   pori,  ha caratteristiche  sue  proprie,  è  un  libro  che  si  potrebbe  osservare  al microscopio.  Trovereste  che  c'è  della  vita  sotto  il  vetrino,  una  vita  che scorre  come  una  fiumana  in  infinita  profusione.  Maggior  numero  di  pori, maggior  numero  di  particolarità  della  vita  per  centimetro  quadrato  avrete su  di  un  foglio  di  carta,  e  più  sarete  "letterario".  Questa  è  la  mia definizione, ad ogni modo.  Scoprire le particolarità.  Particolarità nuove! I buoni scrittori toccano spesso la vita.  I mediocri la sfiorano con una mano fuggevole. I cattivi scrittori la sforzano e l'abbandonano. Capite ora perché libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza  peli,  inespressive.  Viviamo in  un  tempo  in  cui  i  fiori  tentano  di vivere  sui  fiori,  invece  di  nutrirsi  di  buona  pioggia  e  di  fertile  limo  nero. Perfino i fuochi artificiali, non ostante tutta la loro eleganza, nascono dalla chimica  della  terra.  Eppure,  non  so  come,  riusciamo  a  credere  di  poterci evolvere  nutrendoci  di  fiori  e  di  giuochi  pirotecnici,  senza  conchiudere  il ciclo  del  ritorno  alla  realtà.  Conoscete  la  leggenda  di  Ercole  e  Anteo,  il lottatore gigantesco, dalla forza incredibile, finché fosse rimasto coi piedi sulla terra? Ma quando Anteo fu tenuto da Ercole sospeso nel vuoto, senza radici e gli perì facilmente. Se in questa leggenda non c'è un insegnamento per noi di questi tempi, in questa città, oggi, allora vuol dire che sono del tutto  pazzo.  Insomma,  questa  è  la  prima  cosa  delle  tre  che  ci  mancano. Sostanza, tessuto di elementi vitali.» 
«E la seconda?» 
«Agio, tempo libero.» 
«Oh, ma noi abbiamo molte ore libere ogni giorno.» 
«Ore libere dal lavoro, sì. Ma tempo di pensare? Quando non conducete la vostra macchina a cento miglia all'ora, a un massimo in cui non potete pensare ad altro che al pericolo, allora ve ne state a giocare a carte o sedete in qualche salotto, dove non potete discutere col televisore a quattro pareti. Perché?  Il  televisore  è  "reale",  è  immediato,  ha  dimensioni.  Vi  dice  lui quello  che  dovete  pensare,  e  ve  lo  dice  con  voce  di  tuono.  Deve  aver ragione, vi dite:  sembra talmente che l'abbia! Vi spinge con tanta rapidità e irruenza  alle  sue  conclusioni  che  la  vostra  mente  non  ha  tempo  di protestare, di dirsi: "Quante sciocchezze!".» 
«Ma la "famiglia" è gente in carne e ossa.» 
«Come, scusate?» 
«Mia moglie dice che i libri non sono "reali".» 
«E Dio sia lodato per questo. Li si può almeno chiudere, dire: "Aspetta un  momento".  Potete  farne  ciò  che  volete.  Ma  chi  mai  è  riuscito  a strapparsi  dall'artiglio  che  v'imprigiona  quando  mettete  piede  in  salotto TV? Vi foggia secondo la foggia che esso più desidera! L'ambiente in cui vi  chiude  è  reale  come  il  mondo.  Diviene  e  pertanto  è  la  verità.  I  libri possono essere battuti con la ragione. Ma nonostante tutto quello che so e tutto  il  mio  scetticismo,  non  sono  mai  stato  capace  di  discutere  con un'orchestra  sinfonica  di  cento  elementi,  a  tutto  colore,  tre  dimensioni  e facente  parte  integrale,  costitutiva  di  questi  incredibili  salotti.  Come vedete, il mio salotto non è costituito che di quattro semplici pareti di calce e mattoni. E qui.» Mostrò a Montag due piccoli tamponi di gomma. «Per le mie povere orecchie, quando sono sui bolidi della ferrovia sotterranea.» 
«Dentifricio  Denham»  disse  Montag,  a  occhi  chiusi.  





7 commenti:

  1. Risposte
    1. Se ti stiamo facendo scoprire Bradbury, siamo contenti xD

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  2. Uno dei romanzi migliori di sempre, uno dei miei preferiti. Geniale.

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    1. Io ancora non l'ho letto, ma sono sicura sia uno dei migliori di sempre xD

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  3. Grazie della recensione, l'ho avevo già visto molte volte sul mio cammino tra gli scaffali in libreria e la trama mi aveva coinvolto molto. Ora ho la consapevolezza che dovrei leggerlo sul serio.
    Un saluto a tutti.

    Vi lascio il link del mio blog se volete fare un salto. Ogni settimana posto dei articoli su libri, recensioni e dolci.
    Mi raccomando ci conto. un bacione.

    Dolci&Parole
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  4. Bellissima recensione :) è tra i miei libri preferiti

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