giovedì 21 novembre 2013

Recensione: Millennio di fuoco di Cecilia Randall



Millennio di fuoco
Cecilia Randall
Mondadori, 444 pagine, 16 euro
Un famoso scrittore e filologo inglese molto apprezzato nel genere fantasy, J.R.R. Tolkien, era convinto che la lettura del fantasy e dell’epica costituisse un ottimo modo per rifuggire, liberarsi, anche per un breve lasso di tempo, dalla realtà in cui il lettore è immerso. Questa concezione che appare tipica nel genere fantasy, dove gli autori lasciano esulare il lettore dalla realtà contingente per trasportarli in un mondo totalmente differente, viene praticamente rivista dalla Randall, giovane scrittrice italiana che, tramite un’arguta immaginazione, riesce a riscrivere la storia dell’Europa in chiave fantasy, giocando con gli eventi passati e distorcendoli, creando una realtà nettamente diversa dell’Europa medievale e odierna.

Durante il medioevo, infatti, un’orda di demoni invade l’Europa, e i rapporti tra le potenze del continente e le relative reazioni dei popoli europei tendono così a modificare l’assetto storico e politico che oggi riconosciamo. In un fantasy non potrebbe mai mancare nemmeno l’elemento magico e, sebbene in modo molto limitato rispetto ad altre opere del genere, la Randall riesce sapientemente a non appesantire la narrazione con eccessivi colpi di scena magici. La sobrietà con cui riesce a creare un romanzo fantasy senza esagerare nell’inserimento di eventi magici è encomiabile.
Un punto a favore di questo romanzo viene segnato dalla capacità di delineare in modo perfetto una lotta tra Bene e Male, in mezzo alla quale, lentamente, traspare una sorta di zona grigia, un luogo in cui la netta separazione fra le due potenze antagoniste per antonomasia di ogni fantasy si confondono. Non vi è solo una scissione tra Bene e Male, ma si aggiunge una più naturale zona intermedia, in cui torbidi sentimenti si uniscono a un elemento di vendetta, scaturito comunque da un sentimento positivo: l’amore.

Forse però sono proprio l’amore e la reiterata sottolineatura di questo sentimento - che influenza e insinua dubbi e paure nell’animo dei protagonisti - a costituire una sorta di freno, di nota stonata nella cornice di un contesto apocalittico e storicamente stravolto, nel corso del quale si giocherà l’importante partita per la sopravvivenza della razza umana o la sua scomparsa o degenerazione in aberrante creatura demoniaca.

Tuttavia, l’appesantimento e questo cliché letterario dell’amore maledetto tra l’eroina della fazione del Bene e l’eroe cattivo e dannato della fazione del Male viene stemperato da brevi, ma indubbiamente incisive, frecciatine a tematiche che appaiono fondamentali nei dibattiti contemporanei.
Innanzitutto vi è una critica nei confronti degli estremisti religiosi, coloro che non accettano il diverso e che, soprattutto, lo considerano appartenere a una razza inferiore. È l’esempio dei cavalieri cristiani che disprezzano e diffidano della popolazione di cui si fa portavoce e di cui fa parte Seija, la protagonista. O ancora, il tema particolarmente machiavellico de “il fine giustifica i mezzi”, di cui invece si fa portavoce l’antagonista, Raivo, il Traditore dannato, che ripudia la sua natura umana per abbracciare il potere demoniaco per perpetrare la sua vendetta.

La bravura di molti scrittori fantasy risiede nella loro capacità di riuscire a avanzare critiche particolarmente aspre alla realtà di loro estrazione. In questo caso, la Randall si è saputa imporre come esempio a suffragio di questa considerazione.
Un merito che non va sottovalutato è quello concernente l’uso di un lessico appropriato nel corso della narrazione. Di certo questa manca di frasi a effetto che avrebbero reso sensazionale e molto più epico il contesto in cui si svolge la storia. Tuttavia, la naturalezza dell’espressione e la caratterizzazione dei personaggi tramite il linguaggio e la descrizione di scene cruente e più spinte, sono rese al massimo grazie all’uso di aggettivi e sostantivi particolarmente incisivi. I suddetti elementi si rivelano adatti a rendere al meglio la periodizzazione di questo Medioevo fantastico, estesosi per molti secoli (fino al 1999, cioè fino al tempo del romanzo) e la società brutale, poco solidale o comunque interessata a stringere amicizie per convenienze egoistiche.

In definitiva, il romanzo è molto piacevole, leggibile e gradevole per chiunque voglia dedicarsi a una lettura non molto impegnativa, ma piena di azione e sporadici ma pregevoli colpi di scena. Tuttavia non può essere assolutamente considerata una pietra miliare del fantasy contemporaneo italiano, sebbene sia un esempio lampante di una buona qualità dei narratori nostrani in questo genere. Si consiglia la lettura a un pubblico adolescenziale, così come agli adulti che sono appassionati del genere o a coloro che volessero avvicinarsi a esso, data la semplicità della trama.

Voto: 

A cura di Antonino Mangano

7 commenti:

  1. Commento rassicurante: già ci avevo fatto un pensierino, magari mi butto! =D

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    1. Certo, come scritto nella recensione non è proprio un must della lettura, ma è comunque gradevole :)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Avevo già provato a leggere un altro suo libro ma non ero proprio riuscita a terminarlo..chissà se stavolta mi andrà meglio!

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  4. Della Randall ho letto e apprezzato la trilogia di Hyperversum. La trama di questo libro invece non mi ha attirato particolarmente, ma potrei leggerlo in futuro. :)

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    1. Hyperversum quindi lo consigli? Io tenderei più a questo che a Millennio di fuoco :/

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