264 giorni segregata in una cella, senza contatti con il mondo. Juliette non può parlare con nessuno, e nessuno deve avvicinarla, perché ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. Agli occhi dell'organizzazione che l'ha rapita il suo potere è un'arma stupefacente, per lei è una maledizione. Un giorno però nella cella viene spinto Adam. Juliette non vuole fargli del male, e così lo tiene a distanza. Ma Adam non sa del suo potere, e mentre lei dorme in preda agli incubi la prende tra le braccia per confortarla. Da quel momento tutto cambia, perché Adam, immune al tocco di Juliette, è l'unico che può accettarla così com'è. Insieme progettano la fuga, alla ricerca di un mondo che non la consideri più né un'arma né un mostro, ma una persona speciale, che con il suo potere può fare la differenza.
A cura di Less
Voto:
Juliette ha sempre avuto un potere straordinario: toccando le persone, le priva delle forze fino a prosciugarle del tutto e, se il contatto non viene meno, ucciderle.
Questa maledizione l’ha sempre tenuta lontana dalla sua famiglia e da chiunque altro.
Quando si verifica un episodio particolarmente grave viene internata in un manicomio, ed è qui che la incontriamo all’inizio della storia. Juliette sta per incontrare il suo nuovo compagno di cella dopo tre anni di solitudine assoluta, e non può che temerne le conseguenze; lei non ha mai voluto fare del male a nessuno, ma sa bene che gli incidenti possono capitare. Le cose non fanno che complicarsi quando scopre che il suo compagno altri non è che Adam, una persona molto importante che appartiene al suo passato. Ma le complicazioni nella vita di Juliette non sembrano destinate a finire; Warner, un giovanissimo e pericoloso capitano, vuole il suo dono, e non si farà nessuno scrupolo per averlo. Quanto danno può fare il suo arrivismo e, soprattutto, il suo bisogno di sentirsi amato e giustificato? In che modo l’immunità di Adam al tocco di Juliette può stravolgere le loro vite?
E cos’è che Adam tiene nascosto a Juliette?
Lo stile di Tahereh Mafi è straordinariamente insolito nel panorama non solo di young adult, ma della letteratura in generale. L’uso del presente e della prima persona, combinati alla sintassi e alle scelte di formattazione, mirano a coinvolgere il lettore. Frequentissime le sbarrature, che riguardano soprattutto ciò che Juliette non si concede di pensare, ma non mancano neanche frasi mozze e ripetizioni. Lo stile rispecchia l’andamento della storia: man mano che l’abbrutimento di Juliette viene meno, la sintassi si riassesta ed eventi e pensieri assumono un andamento più lineare.
Peculiarità del romanzo è che i numeri sono tutti, volutamente, indicati in cifre (si vede soprattutto nella prima parte); particolarmente gradite sono state, inoltre, le elaborate metafore, che non si ripetono quasi mai e che riescono a coinvolgere il lettore, il quale si sforza di comprendere le varie sensazioni che la protagonista prova.
L’editing è curato, solo in due o tre occasioni salta all’occhio qualche refuso (per esempio parti di testo virgolettate in “questo modo»).
I personaggi non sono molti ma sono ben caratterizzati e, anche nei momenti in cui i loro atteggiamenti sembrano troppo calcati e reiterati, queste ripetizioni soddisfano la necessità di imprimere nel lettore la forza delle loro emozioni, stando al posto giusto e riuscendo a non apparire fuori luogo.
Per esempio, nel caso di Juliette, che non fa che "scordarsi come respirare". Personalmente la trovo una reazione un po' banale, anche perché impossibile, ma contestualmente è comprensibile, dal momento che i contatti umani della ragazza sono stati ridotti al minimo e ha vissuto gli ultimi due anni in condizioni bestiali.
Azioni e reazioni risultano ben motivate e il rapporto tra Juliette e Adam, sicuramente intenso, potrebbe apparire forse troppo vivido e affrettato, se non fosse giustificato dai trascorsi di entrambi.
Per esempio, nel caso di Juliette, che non fa che "scordarsi come respirare". Personalmente la trovo una reazione un po' banale, anche perché impossibile, ma contestualmente è comprensibile, dal momento che i contatti umani della ragazza sono stati ridotti al minimo e ha vissuto gli ultimi due anni in condizioni bestiali.
Azioni e reazioni risultano ben motivate e il rapporto tra Juliette e Adam, sicuramente intenso, potrebbe apparire forse troppo vivido e affrettato, se non fosse giustificato dai trascorsi di entrambi.
Un altro personaggio indubbiamente interessante è Warner. Scalando rapidamente la gerarchia militare e ritrovandosi giovanissimo al potere, è un connubio straziante di crudeltà e bisogno di conferme. Fondamentale il ruolo dei genitori: il padre, nominato però di striscio, sembra occupare una posizione ancora più importante di lui nell'esercito, mentre la madre, di cui si parla ancora meno, sembra essere l’unico punto debole di Warner - ed è forse la sua storia a renderlo così vulnerabile e desideroso di comprensione.
Costui è, al contempo, carnefice e vittima: sente il bisogno di essere compreso da Juliette per quello che è diventato, desidera un riscatto nei confronti degli altri e, al contempo, ha bisogno di sentirsi accettato e nel giusto. Il suo amore per Juliette non può che avere conseguenze devastanti sulla sua psiche...
Costui è, al contempo, carnefice e vittima: sente il bisogno di essere compreso da Juliette per quello che è diventato, desidera un riscatto nei confronti degli altri e, al contempo, ha bisogno di sentirsi accettato e nel giusto. Il suo amore per Juliette non può che avere conseguenze devastanti sulla sua psiche...
L’autrice calca su alcuni aspetti del carattere dei personaggi che sembra avere particolarmente a cuore. A volte l’effetto è un po’ sgradevole, ma non si rimane invischiati in prolisse digressioni, perciò è un difetto trascurabile.
Ogni volta che un autore, di qualsiasi genere si parli, si improvvisa psicologo e tenta di leggere nei recessi delle anime dei propri personaggi, si avventura in un terreno pericoloso; tanto più se non si è mai trovato nel tipo di situazioni che plasma per le sue creature. Nonostante qualche sbavatura nel quadro complessivo, Mafi orchestra in modo più che dignitoso l’introspezione di tutti i suoi personaggi, e non manca di conferire loro profondità senza descrivere minuziosamente e subito ogni aspetto della loro psiche.
Il ritmo è scorrevole ma non lascia insoddisfatti; incolla gli occhi al libro e la lettura non si inceppa in nessun punto del romanzo.
In certi punti la coerenza viene fagocitata dalla foga (in un passaggio, Juliette avrebbe dovuto avere un’arma con sé, ma si impegna per rubarne un’altra), ma la trama, in generale, non ne risente.
Per essere uno young adult, e per di più distopico, la trama è ben gestita e non dona l’impressione di trito e ritrito.
In conclusione, un ottimo lavoro che sicuramente consiglio agli amanti del genere delusi dagli ultimi sviluppi editoriali del ramo.
Mi piace veramente molto.
RispondiEliminaAnche io ho dato al libro 3 stelline e mezzo nella mia recensione, e concordo su quanto detto sull'introspezione dei personaggi!
RispondiEliminaGrazie ad entrambi :D
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