domenica 20 maggio 2012

Recensione: La luce sugli oceani di M.L. Stedman





La Luce sugli Oceani di M.L. Stedman, un toccante romanzo sulla famiglia e sull' amore per i figli dal 3 Maggio in libreriaLa luce sugli oceani - M.L. Stedman 
Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdere lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull’isola remota e aspra, abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d’improvviso la quiete dell’alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre a loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l’oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà solo che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d’attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell’ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro. Perché sulla terraferma, tra la civiltà, c’è una donna che spera ancora. Una donna disperata, ma tenace. Questa è una storia su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e su come spesso sembrino la stessa cosa. Questo è il romanzo di una madre e di un padre e della loro figlia segreta. Questo è il punto in cui amore e colpa si incontrano, e non vi lasceranno più.
A cura di Miki

Voto:

Gli abitanti di Point Partageuse, un paesino sulla costa dell'Australia, sono protetti da un faro che illumina le rotte dei naviganti e veglia sulle loro vite. Tom Sherbourne, il guardiano del faro di Janus Rock, e sua moglie Isabel Graysmark, segnata da tre aborti, hanno bisogno di una luce che li risollevi dal baratro in cui sono caduti: ed ecco che, come per magia, arriva sull'isola una barca con a bordo Lucy, la bambina che hanno sempre sognato. Senza pensare alla possibile gravità del loro gesto e guidati dal desiderio di diventare genitori, decidono di tenere la piccola e la crescono come fosse la loro vera figlia, fino a che la terraferma non torna a reclamare ciò che le appartiene..

La luce sugli oceani cerca di descrivere il rapporto speciale e indissolubile che si crea tra una madre e un figlio, ci mostra i risultati a cui può portare un dolore troppo forte o una mancanza troppo radicata e si chiede quale sia la sottile linea che separa ciò che è moralmente giusto da ciò che è sbagliato. A quest'ultimo quesito non possiamo dare una risposta definitiva ed oggettiva, possiamo solo lasciar parlare il cuore e i sentimenti di Isabel e Tom o ancora piuttosto affidarci alle parole sagge del sergente Knuckey, uno dei personaggi più positivi e accorti di tutto il libro: "Quando si tratta dei figli, i genitori diventano puro istinto. Speranza e paura. Regole e leggi volano via dalla finestra". Tutto il romanzo è costellato di riferimenti materni e famigliari, rapporti spesso imperfetti e spezzati che lasciano assenze e cicatrici indelebili: Isabel e Lucy, l'amore che si è scelto, Lucy e la madre biologica, l'amore che non si è arreso, Tom e la madre, l'amore che ti abbandona e ti dona insicurezza, la signora Graysmark e i fratelli di Isabel, amore e morte, fino ad arrivare all'Australia, l'amore di un grande stato sterminato per i suoi abitanti.
Il ritmo del libro è incalzante, per nulla banale o noioso, senza momenti morti o parti prolisse. Si inizia nel 1926 con l'arrivo della bambina sull'isola, per poi tornare indietro di 8 anni con un flashback che ci regala l'incontro di Isabel e Tom e i fatti che precedono la loro vita a Janus Rock: questa improvvisa pausa nella narrazione, a solo un capitolo dall'inizio, ha la funzione di spezzare la tensione e aumentare la curiosità, oltre ad essere utilissima per capire le parti successive e i comportamenti dei vari personaggi.

Tra questi i meglio caratterizzati sono sicuramente i due protagonisti, Tom e Isabel, ma nulla è lasciato al caso anche per quanto riguarda la madre biologica di Lucy, la famiglia Graysmark o gli amici del guardiano: ognuno di loro dà come può il suo contributo emotivo alla creazione del grande universo che questo libro crea. L'introspezione più forte è però senza dubbio indirizzata sul personaggio di Tom, di cui colpiscono soprattutto le considerazioni sulla vita del reduce di guerra, che aprono quasi un capitolo a parte: toccante e disperata la scena del terzo aborto di Isabel, in cui Tom stende il corpicino sul tavolo e vede per la prima volta la morte nella sua essenza, senza battaglie o spari e ne rimane sconvolto. Ne esce un personaggio interrotto dalle esperienze di guerra e di vita, attanagliato dal senso di colpa per essere sopravvissuto a troppi compagni d'armi e trincerato in un silenzio che, per chi legge, diventa più vero e significativo di mille parole e che verrà spezzato solo dall'arrivo di Lucy. Anche Isabel è collegata in modo crudele alla guerra che l'ha segnata portandole via due fratelli e la spinge ossessivamente a cercare di rendere felici i propri genitori dando loro un nipotino. In questo, marito e moglie sono molto simili, uno occupa gli spazi dell'altra e si completano a vicenda, trovando nel proprio rapporto un motivo per andare avanti.

Lo stile dell'autrice è classico, pulito e chiaro, alterna il dialogo realistico alla terza persona, una scrittura che definirei sensibile e che trova i suoi punti più alti nelle descrizioni poetiche dell'isola bagnata dai due oceani: riusciamo quasi a percepire il vento, le onde e il sole che luccica sull'acqua. La descrizione cambia completamente quando la narrazione si sposta sulla terraferma, quasi a voler sottolineare il passaggio da quello che per Tom e Isabel è il paradiso terrestre ad una sorta di inferno triste e cupo, quasi noir.

Da sottolineare, infine, anche le ricerche storiche attuate da M. L. Stedman prima della stesura: documentazioni sui fari, che con la loro luce sono quasi la metafora di questo libro, e sui volontari dell'Australia Occidentale inviati in Europa durante la prima guerra mondiale, ricerche che non fanno altro che aumentare la verosimiglianza della narrazione.
In conclusione, nonostante l'errore che sta alla base di tutta la vicenda, non si può che provare simpatia e un po' di amarezza nei confronti di Tom e Isabel, protagonisti incompleti e disperati ma pur sempre maledettamente umani. Per la trama coerente, i personaggi perfettamente caratterizzati e profondi e la poesia di certe immagini, La luce sugli oceani dà nuova linfa al romanzo psicologico e tocca con delicatezza temi importanti, quali la maternità e il dolore per la perdita di un figlio e temi non meno importanti come la guerra e la famiglia. Lo consiglio a chi ha la sensibilità e la voglia di comprendere il dolore e la rinascita che può esserci dietro ad un cuore umano e in definitiva un po' a tutti, essendo una storia in cui ci si può identificare facilmente.
 

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