venerdì 28 ottobre 2011

Il tempio degli Otaku...Trentacinquesimo appuntamento "Il cappuccino"


Scritto da Surymae Rossweisse



Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi ritorniamo a parlare di una mangaka di cui, in verità, avevamo già parlato: Wataru Yoshizumi. Allora ci eravamo soffermati sulla sua opera più famosa, “Marmalade Boy”. Adesso invece guardiamo un suo lavoro successivo, diverso dalla serie sopraccitata sia per formato – è formata da un solo volume – che per target, più maturo: dallo shojo siamo passati alla sua variante più matura, lo josei. Non che “Marmalade Boy” non fosse privo di tematiche più importanti, ma se la possibilità che due fidanzatini siano in realtà fratelli è piuttosto bassa, non lo è sicuramente la convivenza, realtà che si sta affermando sempre di più, anche nel Giappone chiuso e attaccato morbosamente alle sue tradizioni. Ma questa è solo la punta dell'iceberg di un volume che ha tanto da raccontare... Signore e signori, “Cappuccino” di Wataru Yoshizumi!

Ari Kojima e Sousuke Fujitani sono due giovani fidanzati con tante belle speranze ed idee per il loro futuro insieme. Lei lavora in una fabbrica di articoli di cancelleria, e lui è un insegnante. Siccome i rispettivi impieghi non gli consentono di vedersi spesso, decidono di fare il grande passo e convivere.
Convinti – con un po' di fatica – i rispettivi parenti i nostri riescono a realizzare il loro piano; e tutto, all'inizio, sembra dargli ragione. E' bello condividere insieme delle abitudini quotidiane, come ad esempio il cappuccino con il latte disposto a forma di cuore, e svegliarsi insieme la mattina.
Ma non si può sempre vivere con gli occhiali rosa, e non notare i problemi. All'inizio, per Ari, sono quisquilie: Sousuke non fa mai nessun lavoretto di casa. Capita. Tuttavia, quando una delle sue giovani studentesse comincia a fargli la corte, e questi non riesce a rifiutarla, le cose si fanno molto più serie. Tutto questo all'insaputa della sua convivente... o forse no. La situazione si mantiene in un equilibrio precario, ma presto per tutti e due arriverà il momento di prendersi le proprie responsabilità e decidere che strada prenderà la loro convivenza. Le parole non dette prevarranno sul cappuccino?

Se dovessi definire “Il cappuccino” in una parola, sceglierei realistico. La storia, i personaggi... tutte cose che ciascuno di noi potrebbe vivere prima o poi, praticamente uguale. C'è quasi da domandarsi se non sia una storia autobiografica, da quanto è accurata e plausibile. Non un avvenimento fuori posto, non una strana coincidenza, ma semplicemente la vita vera.
Ci offre un vero e proprio spaccato di vita giapponese, soprattutto sul tema della convivenza. E' arcinoto che sia un paese piuttosto in bilico tra tradizioni e modernità, e questo emerge parecchio dal manga. Particolarmente degne di nota sono le reazioni dei genitori di Ari: non sono molto contenti nel sapere la scelta della figlia, ed infatti si tranquillizzano soltanto quando Sousuke promette loro di sposarla.
Tra il vecchio Giappone e i costumi occidentali si trova anche la donna, e “Il cappuccino” non se ne dimentica, anche se non è affatto un tema centrale. Questo è evidente soprattutto dal personaggio della studentessa, Aina Masaki: si veste come l'ovest comanda, è disinibita – quasi sfacciata – nel mostrare i suoi sentimenti verso il suo professore, di cui tra l'altro non tiene nemmeno in conto la differenza delle loro posizioni. Tutto il contrario non solo di Ari, ma anche dell'archetipo della donna giapponese, sempre posata e attenta a non mostrare i propri sentimenti più intimi.
Realismo è la parola d'ordine anche dei personaggi. Pur essendo caratterizzati con pochi tratti, sono efficaci ed il pensiero di aver incontrato prima o poi qualcuno come loro non è così fuori dal mondo. Naturalmente coloro che ne beneficiano di più sono Ari e Sousuke. Entrambi, a causa della loro giovane età, peccano di ingenuità: soprattutto lei, che è talmente accecata dall'amore da non vedere i difetti del loro rapporto, in particolare il non pensare mai sul serio ad un futuro a lungo termine. Ad esempio alla convivenza: come già detto, è stata una scelta dettata unicamente dal potersi vedere più spesso, e non dal voler veramente condividere una vita insieme. Questo denota un'immaturità di fondo comprensibile, che tutti noi prima o poi abbiamo sperimentato.
A proposito di immaturità, comunque, anche Sousuke si trova sulla stessa barca della sua compagna, anche se per motivi diversi. Lui, infatti, la dà per scontata, dal fatto che lei pulisca la casa al posto suo al fatto che non si accorga mai della sua amante. Anche la questione del tradimento è controversa, ma plausibile: la mangaka è brava nel sottolineare come lui provi veramente sentimenti sinceri per Ari, e che non desideri davvero tradirla, ma si lascia trascinare dagli eventi. E' ingenuo, e debole: sta male per il costante mentire alla sua amata, ma non abbastanza per staccarsi da una relazione clandestina che non porterà nulla di buono, né da una parte né dall'altra. Sa bene che se nel suo ambiente di lavoro si sapesse la vera natura dei rapporti con Aina sarebbe finito, ma questo non riesce a trattenerlo. E pensare che nemmeno la ama...!
Pur essendo quello della coppia che “si comporta peggio”, comunque, non viene mai dipinto in termini demoniaci: a differenza di tante altre opere simili, infatti, il fatto che sia lui a tradire lei è casuale, e non vuol dire assolutamente che le donne siano sante e gli uomini il male assoluto.
Altri personaggi importanti in “Il cappuccino” sono gli amici della coppia: amici per modo di dire, perché – neanche tanto – segretamente innamorati proprio di coloro a cui stanno vicini. Per ovvie ragioni gli viene dato meno spazio, e quindi sono caratterizzati peggio dei due protagonisti, però sono comunque convincenti, ed indovinate un po'...? Esatto, realistici. In particolare Inaba, innamorato di Ari: pur non riuscendo a dimenticarla si fa comunque da parte, accettando anche solo di esserle suo amico. Nonostante ciò soffre parecchio, e non sempre riesce a nascondere quello che prova veramente: ad esempio, quando scopre l'inganno di Sousuke ha parole piuttosto dure, e lo sprona a lasciarla. A voi sapere se e quando il suo consiglio verrà seguito, e se il povero Inaba avrà una possibilità...

Il tratto di Wataru Yoshizumi già lo conosciamo: ma chissà, forse un ripassino sarà adeguato. Beh, a dire la verità dai tempi di “Marmalade Boy” è cambiato poco o niente, e sinceramente non so quanto sia una cosa positiva. Certamente c'è un utilizzo più accorto dei retini, e un po' più di attenzione verso gli sfondi – anche se non troppa – ma le fisiologie dei personaggi sono viste e riviste. Ari potrebbe essere la sorella maggiore di Miki, la protagonista di “Marmalade Boy”, e lo stesso si può dire della sua controparte maschile. Anche qualche volto qui e lì tra i personaggi secondari ricorda qualche vecchia conoscenza. Pure l'espressività dei visi è rimasta sempre quella, ma quantomeno è riuscita a conservare anche l'ottima gestione del ritmo narrativo: pur essendo un volume unico non si ha mai l'impressione che la storia sia troppo affrettata. Anche il finale ha i giusti tempi – ed infondo, era l'unico davvero possibile. Ma questo lascio a voi l'onore di scoprirlo...

… E con questo è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

1 commento:

  1. L'ho appena letto. Qualche considerazione sparsa...
    Mi rendo conto seriamente di come lo stile di Wataru Yoshizumi sia praticamente identico a quello dei suoi primi manga. Incredibile quanto Sousuke somigli a Yu un po' cresciuto. Il fatto è che, a differenza di altri autori, lei non è mai cresciuta.
    In ogni caso, in generale, secondo me è abbastanza poverello come manga. L'ho appena finito e già ho rimosso tutto quanto ha a che fare con i personaggi secondari. A parte la terribile decisione di Inaba di sposare la ragazza che da anni lo seguiva come un cagnolino nonostante fosse innamorato di un'altra, per 'premiarla', sì. Se ci si pensa, è una cosa terrificante.
    Andiamo a loro: Sousuke, una persona terribilmente mediocre. Zero forza di volontà nel resistere alle avances di una sciacquetta, zero maturità e coraggio per non aver saputo confessare la verità, zero rispetto per la sua fidanzata. Ari, piuttosto, è molto più forte di quanto appare, ha la forza di resistere ai sospetti premettendo alla sua felicità la sopravvivenza della loro relazione. Non è una colpa, il non avere progetti per il futuro: sia pure in Giappone, ventiquattro anni sono pochi per pensare di sposarsi. Non c'è nulla di male nel desiderare una relazione che vada avanti giorno dopo giorno, semplicemente. E visti i risultati, sposarsi sarebbe stato un errore: Sousuke l'avrebbe comunque tradita.
    Ari ha tutta la mia simpatia. Al contrario di Sousuke, è riuscita ad avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, troncare la relazione con una persona in cui non riusciva a riporre (a ragionissima!) più fiducia, e si è presa il suo tempo per rialzarsi.
    Insomma, realistico sì, non lo metto in dubbio, ma anche piuttosto banale.

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