Scritto da Surymae Rossweisse
NdM: Nota di Malitia
Salve a tutti, e benvenuti ad
un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi probabilmente qualcuno mi
ringrazierà (NdM.: sì iooooo ti adoro grazie grazie grazie *_____*), visto che nel mirino ho una serie che, nella sua versione animata,
in Italia fece strage di cuori. Vi ricordate di “Piccoli problemi di cuore”?
Allora sappiate che... avete visto praticamente una serie totalmente diversa
dall'originale! Ebbene sì: mamma Mediaset a suo tempo colpì ancora, e con una
ferocia inaudita. Oltre al consueto rinominare i personaggi – con risultati
esilaranti, come l'accoppiata tra Jin e, udite udite, Katia – gli adattatori si
sono superati, manomettendo pesantemente la trama, censurando vari punti e
addirittura non trasmettendo i cinque episodi finali. Proprio quello che tutti
noi appassionati desideriamo più di ogni altra cosa: una serie monca senza
motivo!
Non a caso, oggi non ci
concentriamo sull'anime, ma andiamo a vedere il manga originale. Essendo fatto
in contemporanea all'anime, alcuni punti non coincidono e vi sono alcune parti
inventate dagli sceneggiatori dell'anime (con il consenso dell'autrice), ma la
sostanza rimane invariata. Ecco a voi, quindi il manga “Marmalade Boy” di
Wataru Yoshizumi, come mamma lo ha fatto. Buona lettura!
I genitori di Miki Koishikawa
sorridono quando le raccontano gli incredibili eventi della loro vacanza alle Hawaii. Laggiù hanno incontrato una coppia, i Matsuura, ed avendo i quattro
convenuto che le loro unioni erano ormai sul viale del tramonto hanno deciso
di... scambiarsi i partner. Nel tentativo di non scioccare (ulteriormente) i
rispettivi figli hanno inoltre stabilito di vivere tutti insieme nella stessa
casa, come un'unica famiglia. Miki si oppone fermamente, ma invano.
All'improvviso, perciò, è
costretta a trasferirsi con delle persone che non conosce: soprattutto il figlio
dei Matsuura, Yū, che ha pressappoco la sua età. Il ragazzo non sembra
esattamente un compagnone: è piuttosto chiuso ed introverso, a parte i momenti
in cui la prende in giro, e per niente sconvolto dalle sue bizzarre dinamiche
familiari. Vivendoci fianco a fianco, però, Miki ne nota un lato nascosto:
decisamente più dolce, come la marmellata.
NdM.:Ma non è adorabile? *_* |
Piano piano, il loro comincia a
trasformarsi in un rapporto non fraterno... o meglio, comincerebbe. Ad esempio
il migliore amico di lei, Ginta Suo, decide proprio in quel momento di
confessarle il proprio amore, cercando di rimediare al fatto che in passato per
un malinteso l'avesse brutalmente rifiutata. Anche Yū non se la passa bene: la
sua ex fidanzata, Arimi Suzuki, non ha la minima intenzione di cedere il passo
alla nuova arrivata. Riusciranno i due a fidanzarsi e a vivere in pace la loro
storia d'amore?
Se oggi andate in fumetteria,
titoli simili a “Marmalade Boy” ne trovate a bizzeffe, e probabilmente in
Giappone se una mangaka proponesse un simile soggetto le verrebbe rifiutato per
la banalità. Non così negli anni '90, quando venne pubblicata la serie della
Yoshizumi, e per la prima volta – o tra le prime volte – vennero introdotte
tematiche piuttosto delicate, per di più istituendo un trend. Ad esempio, il
divorzio: il Sol Levante ha un bassissimo tasso di coppie divorziate, e non
credo sia stato molto bello vedere i genitori di Miki e Yū non solo separarsi,
ma anche scambiarsi i partner e vivere nella stessa abitazione. E vogliamo
parlare della relazione che coinvolge Meiko Akizuki, la migliore amica di Miki?
Si innamora, ricambiata, di un suo professore. Ciliegina sulla torta, poi,
l'incesto, vero o presunto che sia. Guardando le copertine zuccherose non lo
avreste mai detto, vero? Però è così, anche se naturalmente è la storia d'amore
“canonica” a fare la parte da leone.
Che Miki e Yū si sarebbero messi
insieme era scontato sin dall'inizio – diamine, persino il titolo del manga è
un indizio! - ma quello che non è scontato è se riusciranno a consolidare la loro
unione. Quasi sicuramente la risposta alla domanda è sì, - non nella mente di
Wataru Yoshizumi quando ideò il manga... -
però i problemi non mancheranno, anche piuttosto seri. Non si tratta dei
tipici ostacoli da shojo manga, messi lì soltanto per il gusto di dare un po'
di suspense – a volte neanche riuscendoci – ad una vicenda insapore, superati
con la mitica forza del “perché ci amiamo/perché sì” e prontamente dimenticati.
Prendiamo ad esempio Ginta ed Arimi, i rivali della situazione. L'intensità dei
loro sentimenti è uguale a quella di coloro con cui sono in competizione, e la
loro sofferenza è molta. Quasi dispiace, nel vederli rifiutati, perché il loro
dolore è palpabile, e non se lo meritano. Anche per Miki, però, non è facile
respingere Ginta: la minaccia di rovinare la loro amicizia incombe, così come
la necessità di chiarire se la cotta avuta per lui è acqua passata o meno. Per
Yū invece è un discorso più complesso, ma certo non è felice nel ferire una
ragazza che lo ama da così tanto tempo. Da questa spinosa situazione però tutti
e quattro maturano, riuscendo così a gestire al meglio in futuro situazioni
simili e a sfruttarne i lati positivi. “Marmalade Boy”, del resto, non parla
solo d'amore, ma anche d'amicizia. La relazione di Meiko con il professore – e
soprattutto, il suo non saperne niente – metteranno a dura prova il rapporto di
Miki con la ragazza, spingendola a porsi delle domande su quanto sia veramente
stretto il loro legame. Nel corso della storia, poi, anche il solitario Yū troverà
un amico, Satoshi Miwa, che a dispetto delle frivole apparenze sarà sempre al
suo fianco pur rispettando la sua naturale introversione.
Il vero punto di forza del manga
però è un altro, collegato ai punti precedenti, ed è il fatto che nell'universo nella storia non ci sono solo Miki e Yū. Pensate agli altri shojo che avete
letto – se ne avete letti – e pensate ai comprimari: ve li ricordate?
Probabilmente no. Invece personaggi come Meiko, Ginta, ecc. sono caratterizzati
con la stessa cura degli altri, e pur avendo minore spazio non servono soltanto
a riempire i tempi morti. La storia quindi non è noiosa, e se per caso i due
protagonisti non vi dovessero piacere potete sempre concentrarvi sulle
sottotrame, tratteggiate con estrema cura. Insomma, ci troviamo di fronte ad un
cast eterogeneo, ben caratterizzato, a cui è facile affezionarsi: cosa si vuole
di più? Magari una migliore gestione del ritmo ed approfondire un paio di
vicende un po' sacrificate per arrivare al finale, ma consideratevi fortunati a
non volere molto, molto di più...
Il tratto di Wataru Yoshizumi è
tipicamente shojo. Non è né un complimento né un insulto: è una constatazione.
I personaggi sono vagamente spigolosi (a volte anche un pelo sproporzionati), i
loro occhi sono grandi e luminosi, e viene data parecchia attenzione ai loro
vestiti. In alcuni frangenti le espressioni sono stilizzate, con una varietà
stilistica funzionale alla storia; e naturalmente non possono mancare i retini.
Anche se a dire il vero la mangaka ne usa pochi: la maggior parte degli sfondi
sono vuoti. Il risultato finale però non è sgradevole, anzi...
E con questo è tutto, gente.
Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!
NdM: ma io non ricordavo mancassero gli ultimi cinque episodi o.ò |
@Malitia: oh, sì... gli ultimi cinque episodi mancano eccome, ed erano anche belli tosti! :P A prescindere dalla tematica (l'incesto), in Italia non avrebbero potuto trasmetterli neanche volendo: avendo stravolto tutta la trama fin dall'inizio, gli avvenimenti di quelle puntate sarebbero risultati insensati.
RispondiEliminaComunque complimenti a Surymae Rossweisse: bellissima puntata! ^_^
Impazzivo per l'anime, peccato che la censura italiana ci debba sempre mettere lo zampino :)
RispondiEliminaIo ero letteralmente innamorata di questo anime! Purtroppo non sono mai riuscita ad avere il manga ma prima o poi colmerò la lacuna *-* era così belloooooo!
RispondiEliminaCom'è vero, la mediaset censurò di brutto l'anime e fra la versione trasmessa e l'originale c'è un abisso insolmabile.
RispondiEliminaIo purtroppo non conosco il manga, ma l'anime originale sì. . . Ed è tutto dire!
Il mio personaggio preferito, come si può capire dal mio nick, è Meiko Akizuki. ^___^