venerdì 23 settembre 2011

Il tempio degli Otaku... Trentesimo appuntamento "GESU'"


Scritto da Surymae Rossweisse


Jesus 1Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi, per il ciclo “manga che conoscono solo i loro autori, quattro gatti e Surymae” un altro pezzo da novanta, vale a dire una serie sconosciuta praticamente a tutti fatta da un mangaka sconosciuto praticamente a tutti (come character design no, ma è una magra consolazione...).
La storia narrata, però, è conosciutissima: non esagero quando dico che è una delle più famose del mondo. E' vecchia di duemila anni ma non c'è nessuno che non l'abbia sentita, anche se non tutti ci credono. In alcune nazioni come l'Italia, poi, gioca una parte cruciale nel definire le nostre tradizioni, ed anche diversi proverbi che usiamo abitualmente senza neanche ricordarci più da dove provenivano.
Tanti artisti l'hanno adattata nel corso dei secoli, chi con religiosa – è proprio il caso di dirlo... - cura, chi puntando al suo lato scandaloso, chi contestualizzandola storicamente e chi ridendoci sopra. E siccome i mangaka, quando c'è da pescare nel folclore occidentale non si fanno mancare niente poteva mancare una serie su Gesù? Certo che no: quindi, che siate credenti o meno, beccatevi “Gesù” di Yoshikazu Yasuhiko.

Jesus 7...No, mi rifiuto. Ho speso righe e righe parlando di come tutti conoscano vita, morte e miracoli (okay, basta battute...) di Gesù, e adesso dovrei mettermi a farvi la lezioncina di catechismo?
Tanto per la cronaca: l'ennesima rivisitazione di questa storia non è fatta attraverso gli occhi dei grandi protagonisti della vita del profeta bensì da un discepolo qualsiasi, chiamato Joshua. All'inizio scettico e disilluso sulle intenzioni dell'uomo, il nostro finisce per ricredersi totalmente, arrivando addirittura a finire crocifisso insieme a lui in un maldestro tentativo di salvargli la vita. Romantico, non credete? Peccato che, naturalmente, non finisca bene...

La domanda è lecita: se conosciamo a menadito questa storia, perché dovremmo leggere proprio questo manga? Sappiamo pure il finale... In effetti, non avete tutti i torti. Però non conta cosa si dice, ma come lo si dice. Andiamo, non vi incuriosisce vedere come un giapponese, lontanissimo dalla cultura cristiana, interpreta la storia di Gesù? Come questa si adatta al mezzo espressivo del manga? Neanche un pochino? Ops...
Beh, per me invece è stato piuttosto interessante vedere tutte queste cose. La prima cosa che si può notare è l'estremo realismo dell'opera di Yasuhiko: so che sembra incredibile, visto quello di cui stiamo parlando, però è così. Joshua, essendo un discepolo fedele, non ha alcun dubbio sul fatto che Gesù sia veramente il Messia, ma le scene narrate mostrano un'altra realtà: quella di un uomo sì idealista, sì intelligente e sì carismatico, ma comunque mortale, a tal punto che è probabile che lo stesso Gesù si sia fatto influenzare da quanto dicevano di lui. I suoi – presunti, a questo punto – miracoli vengono spogliati di ogni lato spirituale, apparendo semplicemente come un concatenarsi di strane coincidenze: sta al lettore decidere se dietro queste c'è uno zampino divino oppure si tratta solo di un uomo giusto al momento giusto.
Jesus 6
Analogo trattamento, anche se logicamente in toni minori, lo hanno gli apostoli. Pietro in particolare non ci fa una bella figura, assomigliando molto più spesso a colui che rinnega il suo maestro per evitare di morire che al padre della Chiesa cattolica in senso stretto. Borioso, che tratta con condiscendenza chi sta sotto di lui, e nemmeno così tanto in confidenza con “il capo” quanto ci si aspetterebbe: il discepolo che tutti vorrebbero, non c'è che dire. E Giuda? Non fate caso a lui: è solamente un infiltrato dei religiosi. Non si può neanche parlare di tradimento: non era mai stato dalla parte di Gesù...
Comunque è evidente che da parte dell'autore non c'è alcuna cattiveria nel ridimensionare la faccenda, e nemmeno il messaggio che i credenti siano degli stupidi. Anzi, gli sforzi di documentazione sono evidenti: spesso vengono addirittura portate di peso frasi dalla Bibbia nella sceneggiatura. Tra parentesi, a volte quest'alternanza stride un pochino, rendendolo così l'unico difetto serio dell'opera.
Tornando a noi, semplicemente la storia è stata vista più dal lato realistico che da quello sovrannaturale, il che non è un peccato (giuro, questa volta non volevo fare una battuta...): molto probabilmente chi è cattolico non conosce il manga – in Italia poi, dove si crede ancora che i fumetti giapponesi siano tutti porno e/o violenti... - e anche se fosse, le fonti a cui attingere non mancano, soprattutto l'originale.

Jesus 4
Anche l'introspezione psicologica nonostante la delicatezza dell'argomento è piuttosto azzeccata ed accurata, anche considerando lo scarso spazio a disposizione – tre volumi nell'edizione italiana, due in Sol Levante. Chi ne beneficia di più, a sorpresa, è Joshua: il suo passaggio da scettico a credente è ben reso, ed è straziante la sua devozione a Gesù, per cui sarà disposto a sacrificare tutto, anche la vita. A differenza dei comuni stereotipi sui religiosi, spesso dipinti come gente la cui area del cervello adibita alla rabbia non ha mai funzionato, è anche capace di provare sentimenti violenti, come la cupa amarezza nel constatare che quelli che prima inneggiavano al nuovo messia sono gli stessi che chiedono a gran voce il rilascio di Barabba. Ampio spazio viene poi dedicato alla sua storia personale, in particolare il rapporto con la sorella, al punto che la decisione di abbandonare tutto per seguire Gesù sarà piuttosto sofferta proprio perché dovrà lasciarla. Tra l'altro, la miccia della sua conversione è proprio dovuta – indirettamente – alla ragazza, salvata dal profeta da morte certa. E lui, a differenza degli altri, ci è anche sconosciuto...

Cosa rimane adesso, solo il tratto? Beh... diciamo che se volete potete anche smettere di leggere adesso perché, ecco... Yasuhiko è il mio mangaka preferito. Quindi, per una volta tanto, sono leggermente parziale; solo leggermente, per carità! In particolare la cosa che più mi piace del suo stile è l'uso dei colori, e si dà il caso che “Gesù” sia fatto interamente così.
Jesus 3
Tuttavia uno stile non è dato solo dall'utilizzo delle matite colorate, ma anche da quello della grigia.  E' sicuramente un tratto piuttosto particolare, molto cinematografico: potrebbe essere difficile abituarcisi. L'unico difetto è che “ricicla” alcuni volti: mi ha fatto molto specie vedere il protagonista del suo “Gundam Origini” crocifisso accanto a Gesù, e la sua quasi-fidanzata-è-una-storia-lunga nei panni dell'amata sorella. Per il resto comunque direi che non mi posso lamentare, visto l'ottima gestione del ritmo, le inquadrature particolari, l'accuratezza nei vestiti e nella ricostruzione dell'ambiente...

E con questa nota si conclude questo appuntamento “spirituale”. Tranquilli: torniamo subito al profano, ci mancherebbe. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

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