lunedì 12 settembre 2011

English pages from Wonderland (2): presentazione e primo capitolo di The Night Circus



Cover UK
Per questa seconda puntata di English pages in Wonderland c'è un libro davvero speciale. In Italia abbiamo già cominciato a parlarne: lo pubblicherà la Rizzoli e i diritti sono stati acquistati dalla Summit per un film di prossima uscita. Le prime opinioni sono entusiaste (su Goodreads vanta quasi 4 stelle e mezzo) ma in America (dove è edito da Doubleday) la pubblicazione è prevista per martedì 13 settembre, seguita a ruota da quella della Gran Bretagna (il 15) grazie alla casa editrice Harvill Secker. In Italia la data è ancora ignota e la Rizzoli, come al solito, non lascia trapelare assolutamente nulla - ma, per gentilissima concessione della pagina Facebook The Night Circus Italia (che vi consiglio di visitare per rimanere informati sulle novità e che a breve aprirà un sito) abbiamo in anteprima sull'uscita americana il primo capitolo tradotto! Stiamo parlando di The Night Circus di Erin Morgenstern, uno young adult attesissimo che sta incuriosendo molto anche me. Merito, tra l'altro, della bella copertina americana (affascinante ma differente la versione inglese), che trasmette mistero e persino un tocco di glamour, e, soprattutto, dell'ambientazione ottocentesca. Paragonato ad Harry Potter e Twilight (speriamo non sia davvero così!) sembra effettivamente un misto tra i due, da una parte la magia e dall'altra l'amore tra adolescenti. Ma a fare da sfondo non ci sono scuole piene di segreti o cittadine particolarmente piovose, bensì un circo misterioso che appare all'improvviso e apre solo di notte. Celia e Marco, costretti dai loro maestri a duelli di magia, finiscono per innamorarsi. Forzatamente rivali a causa di un' egoistica scommessa, però, la loro sembra una storia senza futuro. 
The Night Circus deve ancora uscire, ed è già un piccolo successo. La storia ha gli ingredienti giusti ,il film è prodotto dalla stessa casa cinematografica di Twilight e le recensioni in anteprima lasciano già intuire cosa esploderà dopo l'uscita americana del libro. Ci troviamo davanti ad un nuovo caso editoriale e cinematografico che mieterà fan in tutto il mondo?  Molti -abbiamo detto- lo dipingono come l'erede di Harry Potter. Un'esagerazione? Una trovata pubblicitaria? Se solo la Rizzoli ci desse qualche segno di vita... 



Il circo arriva senza avvisare. Nessun annuncio lo precede. E' semplicemente lì, quando ieri invece non c'era. Dentro le tende di tela a strisce bianche e nere c'è un'esperienza assolutamente unica e piena di meraviglie mozzafiato. E' chiamato Le Cirque des Rêves ed è aperto solo di notte. 

Ma dietro le scene c'è in corso una competizione - un duello tra due giovani maghi, Celia e Marco, che sono stati espressamente addestrati sin dall'infanzia per questo scopo dai loro strani maestri. A loro insaputa, questo è un gioco in cui solo uno può sopravvivere e il circo è solo il palcoscenico di un' eccezionale battaglia di fantasia e volontà. Loro malgrado, però, Celia e Marco si innamorano intensamente - un amore magico e profondo che rende le luci sfavillanti e la stanza calda ogni volta che le mani si sfiorano.

Vero amore o no il gioco deve continuare e i destini di coloro che sono coinvolti, dal gruppo degli straordinari artisti del circo ai padroni, è appeso in bilico, sospeso precariamente come gli audaci acrobati in alto.




Londra, ottobre 1873

Questa sera è l'ultima rappresentazione di un impegno molto limitato. Prospero l'Incatatore non ha aggraziato il pubblico di Londra da molto tempo e le prenotazioni sono per una settimana sola senza spettacoli di mattina.
I biglietti, sebbene costassero troppo, sono andati a ruba in fretta, e il teatro è così pieno che molte donne si tengono il ventaglio in mano per sventolarsi il petto, respingendo il caldo pesante che pervade l'aria nonostante la fresca aria autunnale fuori.
Di sera, ad un certo punto, ognuno di quei ventagli diventerà un piccolo uccello, fino a quando la folla non riempirà il teatro con un applauso fragrante. Quando tutti gli uccelli tornano indietro alle loro rispettive proprietarie, ritornando ventagli piegati con cura, l'applauso diventa più grande, sebbene qualcuno sia troppo stupito anche per battere le mani, coprendosi la bocca con i ventagli di piume di pizzo, senza preoccuparsi più del caldo.
L'uomo dal vestito grigio seduto sul palchetto a sinistra non applaude. Né per questo e né per un altro trucco durante la serata. Guarda l'uomo sul palco con uno sguardo fisso e minaccioso, senza mai sbattere un ciglio durante tutto lo spettacolo. Non alza neanche una volta la sua mano guantata per applaudire. Non alza neanche un sopracciglio ad alcuni gesti che raccolgono molto successo, applausi o rantoli, o l'occasionale suono di sorpresa, dal resto del pubblico estasiato.
Dopo che lo spettacolo è finito, l'uomo dal vestito grigio vaga in mezzo al folla di frequentatori assidui di teatro con agio. Infila la testa in mezzo ad una tenda che porta agli stanzini dietro, al backstage. I macchinisti e le sarte non lo hanno guardato così a lungo.
Dà qualche colpo sulla porta in fondo alla sala con il suo bastone da passeggio.
La porta si apre da sola, rivelando un camerino pieno di roba, di specchi, ognuno che riflette una diversa angolazione di Prospero.
Il suo frac è stato gettato su una poltrona di velluto, e il suo gilet è sbottonato sopra la sua camicia di pizzo. Il cappello a cilindro che aveva avuto un ruolo importante nello spettacolo è appeso ad un attaccapanni vicino.
L'uomo sembrava più giovane sul palco, la sua età era nascosta sotto le luci della ribalta e tanti strati di trucco. Il volto sugli specchi è pieno di rughe, i capelli quasi completamente grigi. Ma c'è qualcosa di giovane nel sorriso che compare mentre vede l'uomo sulla porta.
"Non ti è piaciuto, vero?" chiede senza distogliere lo sguardo dallo specchio, con lo stesso riflesso spettrale e grigiastro. Si toglie un pò di polvere dalla faccia con un fazzoletto che una volta era stato bianco.
"È un piacere vederti, Hector" dice l'uomo dal vestito grigio, chiudendo lentamente la porta dietro di lui.
"Posso dirti che hai disprezzato ogni minuto" dice Hector Bowen con una risata. "Ti stavo guardando, non cercare di negarlo".
Si volta e allunga una mano che l'uomo dal vestito grigio non accetta. Come risposta, Hector alza le spalle e sventola le dita in modo teatrale nella direzione della parete opposta. La poltrona di velluto scorre in avanti da un angolo pieno di bauli e di sciarpe mentre il frac svolazza in alto come un'ombra, appendendosi a comando dentro l'armadio.
"Siediti, ti prego" dice Hector. "Temo che non sia comoda come quelle di sopra".
"Non posso dire che approvo delle simili esibizioni" dice l'uomo dal vestito grigio, togliendosi i guanti e pulendoci la sedia prima di sedersi. "Far passare le manipolazioni come trucchi d'illusione, far pagare l'ingresso".
Hector getta il fazzoletto pieno di polvere su un tavolo pieno di pennelli e barattoli di cerone.
"Nessuna persona in mezzo a quel pubblico crede che quello che faccio lassù sia reale" dice, indicando una direzione generale del palco. "Questo è il bello. Hai visto quegli aggeggi che questi maghi creano per compiere i più banali e sciocchi trucchi? Sono un ammasso di pesci pieni di piume che cercano di convincere il pubblico che riescono a volare, e io sono semplicemente un uccello in mezzo a loro. Il pubblico non sa dire la differenza, tranne  che sono più bravo io".
"Ciò non lo rende un tentativo meno frivolo".
"Questa gente fa la fila per lasciarsi ingannare" dice Hector. "Riesco ad ingannarli più facilmente degli altri. Sembra quasi uno spreco ignorare l'opportunità. Ti paga meglio di quanto credi. Posso offrirti qualcosa da bere? Ci sono delle bottiglie nascoste lì da qualche parte, ma non sono certo ci siano dei bicchieri". Guarda quello che c'è sul tavolo, mettendo da parte pile di giorni e una gabbia per uccelli vuota.
"No, grazie" dice l'uomo dal vestito grigio, cambiando posizione sulla sedia e mettendo le mani sopra il bastone. "Ho trovato la tua esibizione curiosa, e la risposta del pubblico alquanto sconcertante. Facevi qualche errore di precisione".
"Non posso essere bravissimo se voglio che loro credano che io sono falso quanto gli altri" dice Hector ridendo. "Ti ringrazio per essere venuto e per aver patito durante il mio spettacolo. Sono sorpreso che tu ti sia fatto vivo, stavo cominciando a metter da parte la speranza. Ho tenuto quel posto riservato per te durante tutta la settimana".
"Non rifiuto gli inviti di solito. La tua lettera diceva che avevi una proposta per me".
"E ce l'ho!" dice Hector, unendo le mani in uno schiocco rapido e acuto. "Speravo che tu accettassi una sfida. È passato molto tempo da quando giocavamo. Anche se prima devi incontrare il mio nuovo progetto".
"Avevo quasi l'impressione che tu avessi smesso di insegnare".
"Vero, ma questa è stata un'occasione così particolare che non ho resistito". Hector cammina verso una porta nascosta per la maggior parte da un lungo specchio dritto. "Celia, mia cara" grida nella stanza affianco prima di tornare a sedere sulla sedia.
Un istante dopo una piccola ragazza compare sulla porta, vestita troppo elegantemente per la caotica meschinità degli altri presenti. Tutta pizzo e nastrini, perfetta come una bambola appena messa in vendita tranne per qualche riccio ribelle che le fuoriusce dalle trecce. Esita, rimanendo sulla soglia, quando vede che suo padre non è solo.
"Va tutto bene, mia cara. Entra, entra" dice Hector, facendole cenno di entrare con una mano. "Questo è un mio collega, un socio, non devi essere timida".
Si avvicina ancora di più lentamente e fa un perfetto inchino, l'orlo di pizzo del suo vestito spazza le assi del pavimento.
"Questa è mia figlia, Celia" dice Hector all'uomo dal vestito grigio, mettendo una mano sulla testa della ragazza. "Celia, questo è Alexander".
"Piacere di incontrarla" dice lei. La sua voce è simile ad un sussurro, e più grave e bassa di quanto ci si possa aspettare da una ragazza della sua corporatura.
L'uomo dal vestito grigio le fa un accenno gentile.
"Vorrei che tu mostrassi a questo gentiluomo cosa sai fare" dice Hector. Tira fuori dal suo gilet un orologio da taschino argenteo con una lunga catenina e lo mette sul tavolo. "Avanti".
Gli occhi della ragazza si spalancano.
"Hai detto che non devo farlo di fronte a nessuno" dice lei. "Mi hai fatto promettere".
"Questo gentiluomo non è nessuno" risponde Hector con una risata.
"Hai detto niente eccezione" protesta Celia.
Il sorriso di suo padre svanisce. La prende per le spalle e la guarda arcigno negli occhi.
"Questo è un caso molto speciale" dice lui. "Ti prego, mostra a quest'uomo quello che sai fare, proprio come nelle nostre lezioni". La spinge verso il tavolo con l'orologio.
La ragazza annuisce profondamente e sposta la sua attenzione all'orologio, con le mani strette dietro alla schiena.
Dopo un istante, l'orologio comincia a ruotare lentamente, facendo dei cerchietti sulla superficie del tavolo, trascinandosi dietro la catenina come una spirale.
Poi l'orologio si alza dal tavolo, fluttua nell'aria e rimane sospeso come se stesse nell'acqua.
Hector guarda l'uomo dal vestito grigio in attesa di una reazione.
"Di grande effetto" dice l'uomo. "Ma molto basilare".
Celia aggrotta la fronte sopra i suoi occhi scuri e l'orologio si rompe, con tutte le rotelline che saltano in aria.
"Celia" dice suo padre.
Arrossisce per l'asprezza e la serietà del suo tono e mormora una scusa. Le rotelline ritornano sull'orologio, riprendono il loro posto fino a quando l'orologio non è di nuovo integro, con le lancette che schioccano i secondi come se non fosse successo nulla.
"Adesso è più che impressionante" ammette l'uomo dal vestito grigio. "Ha un carattere molto irascibile".
"È giovane" dice Hector, dando dei colpetti sulla testa di Celia e ignorando il suo broncio. "Questo l'abbiamo raggiunto senza neanche con un anno di studio, mentre crescerà sarà impareggiabile".
"Anche io posso prendere qualsiasi ragazzo dalla strada e insegnargli tutto quello che so. Impareggiabile è in base al vostro giudizio personale, ed è facilmente confutabile".
"Ah!" esclama Hector. "Perciò sei disposto a giocare".
L'uomo dal vestito grigio esita solo un istante prima di annuire.
"Una cosa più complessa dell'ultima volta, e sì, potrei essere interessato" dice. "Forse".
"Ovvio che sarà più complessa!" dice Hector. "Ho un talento naturale con cui giocare. Non faccio mai una scommessa per qualcosa di semplice".
"Il talento naturale è un fenomeno discutibile. L'inclinazione, forse, ma l'abilità interiore è estremamente rara".
"È la mia unica figlia, ovvio che ha un'abilità interiore".
"Ammetti che ha seguito delle lezioni" dice l'uomo dal vestito grigio. "Come puoi esserne certo?".
"Celia, quando hai iniziato le tue lezioni?" chiede Hector, senza volgerle lo sguardo.
"Marzo" risponde lei.
"Di che anno, mia cara?" aggiunge Hector.
"Quest'anno" dice lei, come se fosse una domanda totalmente stupida.
"Otto mesi di lezioni" chiarisce Hector. "A neanche sei anni di età. Se ricordo bene, tu qualche volta inizi con i tuoi studenti ad un'età più giovane di questa. Celia è senza dubbio molto più preparata di quanto sarebbe se non avesse del talento naturale. Riusciva a far lievitare quell'orologio al suo primo tentativo".
L'uomo dal vestito grigio volge la sua attenzione verso Celia.
"L'hai rotto per caso, vero?" chiede, indicando con la testa l'orologio sul tavolo.
Celia aggrotta la sopracciglia e annuisce leggermente.
"Ha un controllo notevole per una della sua età" sottolinea a Hecotr. "Ma un comportamento del genere è sempre una variabile sfortunata. Può portare ad un comportamento impulsivo".
"Imparerà a farlo maturare o a controllarlo. È un problema minore".
L'uomo dal vestito grigio tiene lo sguardo sulla ragazza, ma quando parla, lo fa a Hector. Secondo quanto sente Celia, i suoni non sembrano più delle parole, e alza il sopracciglio mentre le risposte del padre assumono la stessa cattiva e sporca qualità.
"Scommetteresti sulla tua unica figlia?".
"Non perderà" dice Hector. "Ti consiglio di trovarti uno studente a cui può benissimo separarti, se non ne hai già uno".
"Suppongo che sua madre non ha niente da dire a riguardo".
"Supponi correttamente".
L'uomo dal vestito grigio scruta la ragazza per un istante prima di parlare di nuovo, e di nuovo, lei non comprende le parole.
"Capisco la tua fiducia nelle sue abilità, sebbene io ti consigli di considerare almeno la possibilità che potrebbe sentirsi persa, che la competizione potrebbe non andare a suo favore. Troverò un giocatore che possa sfidarla sul serio. In caso contrario, non credo ci sia altro motivo che mi faccia acconsentire di partecipare. La sua vittoria non è assicurata".
"È un rischio che sono disposto a correre" dice Hector senza neanche guardare sua figlia. "Se vuoi renderlo ufficiale qui e adesso, vai avanti".
L'uomo dal vestito grigio riguarda Celia, e quando parla, lei comprende le parole un'altra volta.
"Molto bene" dice, annuendo.
"Non mi ha fatto ascoltare bene" sussurra Celia quando suo padre si volta verso di lei.
"Lo so, mia cara, e non è stato alquanto gentile" dice Hector mentre la accompagna più vicino alla sedia, dove l'uomo la scruta con occhi che sono quasi luminosi e grigi come il suo vestito.
"Sei sempre stata capace di fare cose del genere?" le chiede, riguardando di nuovo l'orologio.
Celia annuisce.
"La mia...la mia mamma diceva che ero la figlia del diavolo" dice piano.
L'uomo dal vestito grigio si avvicina a lei e le sussurra qualcosa nell'orecchio, a voce troppo bassa affinché suo padre possa sentire. Sul volto della ragazza si irradia un grosso sorriso.
"Allunga la tua mano destra" dice lui, mettendo le spalle contro la sedia. Celia tira fuori immediatamente la mano, con il palmo in alto, senza sapere cosa aspettarsi. Ma l'uomo dal vestito grigio non le mette niente in mano. Le gira invece la testa e si toglie un anello d'argento dal mignolo. Con l'altra mano intorno al suo polso, lo infila accanto all'anello della ragazza, anche se le sta troppo lento.
Lei sta per aprire la bocca per dire un fatto ovvio, che l'anello, sebbene carino, non entra bene, quando si rende conto che l'oggetto si sta stringendo sulla sua mano.
La sua momentanea gioia nel vedere l'anello aggiustarsi al dito è schiacciata dal dolore che segue mentre l'anello continua a chiudersi attorno al dito della ragazza, con il metallo che le brucia dentro la pelle. Cerca di tirarlo via, ma l'uomo dal vestito grigio tiene la sua mano ben salda intorno al corpo della ragazza.
L'anello si rimpicciolisce e sparisce, lasciando intorno al dito di Celia solo una cicatrice rosso acceso.
L'uomo dal vestito grigio molla la ragazza, la quale fa un passo indietro, rifugiandosi in un angolo a guardarsi la mano.
"Brava ragazza" dice suo padre.
"Mi ci vorrà del tempo per preparare un giocatore tutto mio" dice l'uomo dal vestito grigio.
"Naturalmente" dice Hector. "Prenditi tutto il tempo che ti serve". Dalla sua benda ne estrae un'altra, dorata, e la mette sul tavolo. "Per quando troverai il tuo".
"Preferisci non concedere l'onore da solo?".
"Mi fido di te".
L'uomo dal vestito grigio annuisce e tira fuori un fazzoletto dal cappotto, prende l'anello senza toccarlo e se lo mette in tasca.
"Spero tu non lo faccia perchè il mio giocatore ha vinto l'ultima volta".
"Certo che no" dice Hector. "Lo faccio perchè ho una giocatrice che può battere chiunque le metta davanti, e perchè i tempi sono cambiati da rendere la cosa interessante. D'altra parte, le mie vittorie sono a mio favore".
L'uomo dal vestito grigio non contesta questo punto, osserva semplicemente Celia con lo stesso sguardo da esaminatore. Cerca di nascondersi alla sua vita, ma la stanza è troppo piccola.
"Suppongo hai già un luogo in mente?" chiede.
"Non precisamente" dice Hector. "Pensavo sarebbe stato più divertente lasciare un margine di libertà per quanto riguarda il posto. Se vuoi, un elemento di sorpresa. Sono in buoni rapporti con il produttore teatrale qui a Londra che è pronto a preparare l'insolito. Quando giungerà l'ora, gli darò qualche indizio, e sono certo che metterà su qualche cosa di appropriato. Meglio farlo su un terreno neutrale, sebbene pensavo tu preferissi iniziare le cose nella tua terra".
"Qual è il nome del gentiluomo?".
"Chandresh. Chandresh Christophe Lefèvre. Dicono sia il figlio illegittimo di un principe indiano o cose così. La madre era una ballerina vagabonda. Devo avere il suo biglietto da qualche parte, in mezzo a questo macello. Ti piacerà, è uno che guarda molto avanti. Ha molti soldi, ed è eccentrico. Un po' ossessivo, imprevedibile in qualche modo, ma credo che questo faccia parte integrante dell' avere un carattere artistico". Un mucchio di carta su una scrivania vicino si sparpaglia e si muove fino a quando un semplice biglietto da visita viene in superficie e vola in mezzo alla stanza. Hector lo prende con la mano e lo legge prima di darlo all'uomo dal vestito grigio. "Dà delle feste fantastiche".
L'uomo dal vestito grigio se lo mette in tasca senza guardarlo tanto.
"Non ne ho mai sentito parlare" dice. " E non sono un patito degli allestimenti pubblici. Lo prenderò in considerazione".
"Non ha senso, il pubblico è la metà del divertimento! Porta tante restrizioni, così tanti parametri di sfida con cui lavorare".
L'uomo dal vestito grigio ci pensa un attimo prima di annuire.
"Abbiamo una clausola di smascheramento? Sarebbe giusto, dato che so chi hai scelto come giocatore".
"Non diamoci altre clausole oltre a quelle basi e vediamo cosa succede" dice Hector. "Vorrei spostare i limiti, anche quelli del tempo. Ti lascerò fare la prima mossa".
"Molto bene. Abbiamo un accordo. Rimarrò in contatto". L'uomo dal vestito grigio si alza, si pulisce le braccia da una polvere invisibile. "
"È stato un piacere incontrarla, signorina Celia".
Celia fa un altro inchino, e nel farlo lo guarda con occhi diffidenti.
L'uomo dal vestito grigio alza di poco il cappello verso Prospero e esce dalla porta e poi dal teatro, muovendosi come un'ombra nella strada affollata.
Nel suo camerino, Hector Bowen ride sotto i baffi mentre sua figlia se ne sta in piedi in un angolo a fissare la cicatrice sulla sua mano. Il dolore sparisce veloce come l'anello stesso, ma il segno rosso e crudo rimane.
Hector prende l'orologio d'argento dal tavolo, controllando l'orario con l'orologio sulla parete. Ricarica lentamente l'orologio, guardando le mani che gli si muovono intensamente di fronte.
"Celia" dice senza guardarla, "perchè ricarichiamo il nostro orologio?".
"Perché tutto ha bisogno di energia" ripete ubbidiente, con gli occhi fissi sulla mano. "Dobbiamo mettere sforzo ed energia in qualsiasi cosa vogliamo cambiare".
"Molto bene". Fa scuotere un pò l'orologio e lo rimette in tasca.
"Perchè hai chiamato quell'uomo Alexander?" chiede Celia.
"Che domanda stupida".
"Non è il suo nome".
"E adesso, come fai a saperlo?" chiede Hector a sua figlia, alzandole il mento affinché lo possa guardare e soppesando lo sguardo nei suoi occhi scuri.
Celia lo fissa, senza sapere come spiegarlo. Nella sua mente visualizza di nuovo l'impressione dell'uomo dal vestito grigio con i suoi occhi pallidi e dei duri lineamenti, cercando di capire perchè il nome non fosse adatto a lui.
"Non è il suo vero nome" dice lei. "Non uno, almeno, che se lo porta sempre. È uno che si addossa, come un cappello. Così che può toglierselo quando vuole. Come per te è Prospero".
"Sei molto più intelligente di quanto potessi sperare" dice Hector, senza preoccuparsi di confermare o confutare le teorie della figlia sul nome del suo collega. Prende il suo cappello a cilindro dall'appendiabiti e lo mette sulla testa di Celia, dove le scende fino a oscurarle gli occhi curiosi in una gabbia di seta nera.




Londra, gennaio 1874

Il palazzo è grigio così come il marciapiede sotto e il cielo sopra, temporaneo come le nuvole, come se potesse svanire nell'aria senza preavviso. La pietra grigia comune lo rende indistinguibile dagli altri palazzi intorno salvo per un cartello sporco appeso alla porta. Anche la direttrice dentro è vestita di un grigio antracite.
Malgrado tutto, l'uomo dal vestito grigio sembra spaesato.
Il taglio del suo vestito è troppo forte. Il manico del suo bastone troppo lucidato sotto i suoi nuovissimi guanti.
Dice il suo nome ma la direttrice se lo dimentica quasi subito ed è troppo imbarazzata per chiederglielo di nuovo. Più tardi, quando firma il modulo richiesto, la sua firma è completamente illeggibile, e quel particolare modulo viene perso dopo poche settimane.
Ciò che sta cercando è alquanto inusuale. La direttrice è confusa, ma dopo qualche domande e qualche chiarimento gli porta tre bambini: due ragazzi e una ragazza. L'uomo chiede di fare loro delle domande in privato e la preside asserisce con riluttanza.
Parla con il primo ragazzo per soli pochi minuti prima di essere mandato via. Quando attraversa il corridoio, gli altri due bambini lo guardano per capire cosa si debbano aspettare, ma lui scuote semplicemente la testa.
La ragazza viene trattenuta più a lungo, ma anche lei viene mandata via, con la fronte raggrinzita per la confusione.
Poi è il turno dell'altro ragazzo parlare con l'uomo dal vestito grigio. Gli viene chiesto di sedersi su una sedia di fronte alla scrivania, mentre l'uomo rimane in piedi vicino.
Questo ragazzo non è agitato tanto quanto lo era il primo. Si siede con calma e pazienza, i suoi occhi verde grigio catturano impercettibilmente ogni dettaglio della stanza e dell'uomo, consapevoli ma che non guardano sul serio. I suoi capelli neri sono tagliati male, come se il barbiere fosse stato distratto mentre li tagliava, ma sembra che qualche tentativo di appiattirli sia stato fatto. I suoi vestiti sono cenciosi, ma ben tenuti, sebbene i suoi pantaloni siano troppo corti e una volta potevano essere blu, marroni o grigi ma si sono così tanto sbiaditi che è impossibile dirlo.
"Da quando tempo stai qui?" chiede l'uomo dopo aver esaminato attentamente l'aspetto trasandato del ragazzo.
"Da sempre" risponde il ragazzo.
"Quanti anni hai?".
"Ne avrò nove a maggio".
"Sembri più giovane".
"Non è una bugia".
"Non volevo dire che lo fosse".
L'uomo dal vestito grigio fissa il ragazzo senza fare commenti per qualche minuto.
Il ragazzo lo guarda.
"Sai leggere, presumo?" chiede l'uomo.
Il ragazzo annuisce.
"Mi piace leggere" dice lui. "Non ci sono molti libri qui. Li ho letti già tutti".
"Bene".
Senza avvisarlo, l'uomo dal vestito grigio lancia il bastone al ragazzo. Lui lo afferra facilmente con una mano senza farlo scivolare, sebbene i suoi occhi si rimpiccoliscano dalla confusione mentre passa lo sguardo dal bastone all'uomo.
L'uomo annuisce e si riprende il bastone, tirando fuori un fazzoletto limpido dalla tasca per pulire le impronte del ragazzo.
"Molto bene" dice l'uomo. "Verrai a studiare con me. Mi assicurerò che tu abbia molti libri. Mi occuperò delle cose necessarie e poi partiamo".
"Ho una scelta?".
"Vuoi rimanere qui?".
Il ragazzo ci pensa per un istante.
"No" dice.
"Molto bene".
"Non vuole sapere il mio nome?" chiede il ragazzo.
"I nomi sono ben lontani dall'essere importanti come piace credere alla gente" dice l'uomo dal vestito grigio. "Un'etichetta assegnata per identificarti o secondo l'istituto o i tuoi genitori defunti ha poco interesse quanto poco valore per me. Se ad un certo punto tu sentissi la necessità di avere un nome, potrai scegliertene uno da solo. Per ora non sarà necessario".
Il ragazzo viene mandato a preparare la sua piccola valigia con le sue cose insignificanti. L'uomo dal vestito grigio firma delle carte e risponde alle domande della direttrice con risposte che la donna non segue bene, ma di cui non pretende un chiarimento.
Quando il ragazzo è pronto, l'uomo dal vestito grigio lo porta via dal palazzo di pietra grigia, dove non ritornerà più.

3 commenti:

  1. Incuriosito.. molto incuriosito!! Spero solo che arrivi qui per la fine dell'anno

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  2. Il fatto che assomigli ad Harry Potter fa ben sperare ma che assomigli anche a Twilight sicuramente no. Per ora non mi ispira e non sono intensionata ad acquistarlo quando uscirà... magari in seguito cambierò idea... chissà...

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  3. Sono l'amministratore della pagina da cui è tratta la traduzione in esclusiva qui riportata. The Night Circus non è per niente uguale a Twilight e neanche ad Harry Potter. Anzi, non è uguale a nessun altro libro che sia stato pubblicato fino d'ora, neanche uno che riguardi il circo come lo è Acqua agli elefanti. Vi consiglio di cliccare su "Mi piace" nella nostra pagina perchè sono in questo modo riuscirete a leggere altri capitoli in italiano tra oggi e domani.

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