Avevo pronto un altro argomento per questo mese, ma credo urga parlare di qualcosa di più importante e che riguarda noi lettori da vicino. Come sapete... no, effettivamente non è detto che lo sappiate. Non è detto perché nessun telegiornale si è preoccupato di dare notizia dell'allarmismo che serpeggia in rete da circa un mese, dovuto all'approvazione della Legge Levi riguardo la disciplina del prezzo dei libri.
La legge Levi-Prodi (scarica il testo) vede la luce per la prima volta il 3 agosto 2007, durante la XV legislatura guidata dal Presidente dei ministri Romano Prodi. Gli aspetti inerenti la regolarizzazione dei blog, tenuti a registrarsi come testata giornalistica (art. 2: Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso; art.5: Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative; art: 6: Ai fini della tutela della trasparenza, della concorrenza e del pluralismo nel settore editoriale, tutti i soggetti che esercitano l’attività editoriale sono tenuti all’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione), le valgono subito l'appellativo di Ddl ammazzablog e suscitano le efferate polemiche di personalità come Luca Spinelli e Beppe Grillo, ma anche (e persino) del quotidiano britannico Times. Con la caduta del governo Prodi nel 2008 l'iter della legge è stato interrotto.
Nel giugno dello stesso anno, Ricardo Franco Levi, promotore della legge (da cui, come avrete capito, prende il nome) la ripropone, all'alba della XVI legislatura, modificata in piccole parti e innescando nuovamente aspre polemiche. A seguito di questo il deputato del PD ha dichiarato di voler cancellare dalla legge il "capitolo su internet". E così ha fatto. Almeno in teoria.
La nuova Legge Levi (scarica il testo) non è altro che l'articolo 14 della vecchia Legge Levi-Prodi, su cui l'opinione pubblica si era scagliata solo relativamente alla libertà di parola online. Non esiste quindi più l'obbligo, per i prodotti editoriali (blog compresi), di iscriversi al Registro degli Operatori di comunicazione, ma viene regolata l'applicazione degli sconti da parte di case editrici e librerie (aspetto che, ripeto, nel 2008 era stato trascurato).
Per le prime, il tetto massimo fissato è del 25% (art. 2, comma 3) con la limitazione che le campagne promozionali non possono essere indette a dicembre (quindi nel periodo natalizio) e non possono superare la durata di un mese. Le librerie, invece, in base al comma 2 dell'articolo 2, sono tenute ad applicare sconti non superiori al 15%, "anche nel caso in cui [la vendita] abbia luogo mediante attività di commercio elettronico" (cit.). Sono quindi inclusi i grandi store online come Amazon, BOL e Ibs.
In queste disposizioni non rientrano i libri artigianali e a tiratura limitata, quelli usati e fuori catalogo, "pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio" ed "edizioni destinate in via prioritaria ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi." (cit. art.2, comma 5). Gli eBook sono quindi soggetti a questa legge? Da un'intervista condotta da kindleitalia.com al deputato Levi, leggiamo che "la disciplina di questa legge non si estende agli e-book (il mondo di internet è in così rapidi divenire e trasformazione che qualsiasi intervento legislativo rischia di essere immediatamente superato dalla realtà)".
La legge bipartisan (presentata sia dal Partito democratico nella persona di Ricardo Levi, sia dal deputato del Popolo della Libertà Franco Asciutti), è stata approvata il 22 luglio scorso ed è entrata in vigore il primo settembre 2011.
La legge Levi limita l'azione indipendente di case editrici e librai, a vantaggio di una fantomatica tutela del pluralismo. Fissando un limite così basso agli sconti, infatti, si vorrebbero agevolare i piccoli imprenditori e i piccoli commercianti che hanno sofferto la scalata delle grandi catene come le librerie Feltrinelli e Mondadori, e che non possono permettersi di concorrere con queste imprese. In realtà, applicando la legge anche sui siti di rivendita online è stato facile dedurre che a esserne colpiti saranno soprattutto questi ultimi, e in particolare Amazon. Il colosso americano è infatti noto per le vantaggiosissime offerte di cui molti lettori italiani sono soliti usufruire ma, grazie alla nuova legge, i consumatori non potranno più avvalersi di questi prezzi speciali.
Le reazioni dei lettori sono state violente, soprattutto in rete dove si è scatenata un'accesa protesta. Oltre al pericolo di un rincaro, i più pessimisti prevedono l'uccisione definitiva della lettura in Italia, già in precarie condizioni e gravemente minacciata da prezzi che di certo scoraggiano anche i più predisposti. Neanche una petizione online promossa dall'Istituto Bruno Leoni indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché non firmasse la legge ha avuto i suoi esiti.
I lettori non sono, però, gli unici contrari alla Legge Levi: i bibliotecari temono di non riuscire ad acquistare lo stesso quantitativo di libri precedente la legge e persino il piccolo editore Facco, per cui, in teoria, questa legge è stata confezionata, ha dichiarato che l'avrebbe deliberatamente ignorata.
Chi sono, allora, i favorevoli?
Ali -Associazione librai italiani- e Aie -Associazione italiana editori- (ad esclusione di Facco, ovviamente) che gioiscono del poter concorrere liberamente con "le grandi".
Quali saranno le conseguenze della legge?
Molti sono i lettori intenzionati ad attuare uno sciopero degli acquisti, ed è certo che il primo feedback risulterà essere una diminuzione capillare delle vendite. Probabilmente l'ultimo rifugio saranno gli eBook o, più probabilmente, gli eBook pirata, a danno delle copie cartacee che già sembrano destinate, dal punto di vista evoluzionistico, all'estinzione. Anche questo farà forse un favore a piccoli librai ed editori? Dopo la Legge Levi ci sarà forse un incremento in questa direzione? Gli Italiani cominceranno ad accorgersi dei piccoli editori o preferiranno andare sul sicuro, acquistando, allo stesso prezzo, autori che sanno incontrare i propri gusti invece che andare alla cieca con gli esordienti? E' possibile attuare una legge simile in Italia, dove la percentuale dei lettori è già così bassa?
Noi crediamo che questo sia l'ennesimo attentato alla cultura, ma tant'è, a che pro parlare di cultura in un paese dove l'istruzione viene pesantemente penalizzata da tagli economici e dove persino i meri tentativi di promozione della lettura risultano ridicoli? Cultura è una parola che sta assumendo significati sempre più sfocati, forse troppo abusata persino da coloro che la offendono quotidianamente. Ma, prima di lasciarvi con le parole che campeggiano nell'articolo 1 (comma 2) della Legge Levi, vi pongo il nostro usuale interrogativo mensile: e voi, siete favorevoli o contrari alla legge sugli sconti? Credete che possa aiutare concretamente il libero mercato dei libri?
Nel giugno dello stesso anno, Ricardo Franco Levi, promotore della legge (da cui, come avrete capito, prende il nome) la ripropone, all'alba della XVI legislatura, modificata in piccole parti e innescando nuovamente aspre polemiche. A seguito di questo il deputato del PD ha dichiarato di voler cancellare dalla legge il "capitolo su internet". E così ha fatto. Almeno in teoria.
La nuova Legge Levi (scarica il testo) non è altro che l'articolo 14 della vecchia Legge Levi-Prodi, su cui l'opinione pubblica si era scagliata solo relativamente alla libertà di parola online. Non esiste quindi più l'obbligo, per i prodotti editoriali (blog compresi), di iscriversi al Registro degli Operatori di comunicazione, ma viene regolata l'applicazione degli sconti da parte di case editrici e librerie (aspetto che, ripeto, nel 2008 era stato trascurato).
Per le prime, il tetto massimo fissato è del 25% (art. 2, comma 3) con la limitazione che le campagne promozionali non possono essere indette a dicembre (quindi nel periodo natalizio) e non possono superare la durata di un mese. Le librerie, invece, in base al comma 2 dell'articolo 2, sono tenute ad applicare sconti non superiori al 15%, "anche nel caso in cui [la vendita] abbia luogo mediante attività di commercio elettronico" (cit.). Sono quindi inclusi i grandi store online come Amazon, BOL e Ibs.
In queste disposizioni non rientrano i libri artigianali e a tiratura limitata, quelli usati e fuori catalogo, "pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio" ed "edizioni destinate in via prioritaria ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi." (cit. art.2, comma 5). Gli eBook sono quindi soggetti a questa legge? Da un'intervista condotta da kindleitalia.com al deputato Levi, leggiamo che "la disciplina di questa legge non si estende agli e-book (il mondo di internet è in così rapidi divenire e trasformazione che qualsiasi intervento legislativo rischia di essere immediatamente superato dalla realtà)".
La legge bipartisan (presentata sia dal Partito democratico nella persona di Ricardo Levi, sia dal deputato del Popolo della Libertà Franco Asciutti), è stata approvata il 22 luglio scorso ed è entrata in vigore il primo settembre 2011.
La legge Levi limita l'azione indipendente di case editrici e librai, a vantaggio di una fantomatica tutela del pluralismo. Fissando un limite così basso agli sconti, infatti, si vorrebbero agevolare i piccoli imprenditori e i piccoli commercianti che hanno sofferto la scalata delle grandi catene come le librerie Feltrinelli e Mondadori, e che non possono permettersi di concorrere con queste imprese. In realtà, applicando la legge anche sui siti di rivendita online è stato facile dedurre che a esserne colpiti saranno soprattutto questi ultimi, e in particolare Amazon. Il colosso americano è infatti noto per le vantaggiosissime offerte di cui molti lettori italiani sono soliti usufruire ma, grazie alla nuova legge, i consumatori non potranno più avvalersi di questi prezzi speciali.
Le reazioni dei lettori sono state violente, soprattutto in rete dove si è scatenata un'accesa protesta. Oltre al pericolo di un rincaro, i più pessimisti prevedono l'uccisione definitiva della lettura in Italia, già in precarie condizioni e gravemente minacciata da prezzi che di certo scoraggiano anche i più predisposti. Neanche una petizione online promossa dall'Istituto Bruno Leoni indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché non firmasse la legge ha avuto i suoi esiti.
I lettori non sono, però, gli unici contrari alla Legge Levi: i bibliotecari temono di non riuscire ad acquistare lo stesso quantitativo di libri precedente la legge e persino il piccolo editore Facco, per cui, in teoria, questa legge è stata confezionata, ha dichiarato che l'avrebbe deliberatamente ignorata.
Chi sono, allora, i favorevoli?
Ali -Associazione librai italiani- e Aie -Associazione italiana editori- (ad esclusione di Facco, ovviamente) che gioiscono del poter concorrere liberamente con "le grandi".
Quali saranno le conseguenze della legge?
Molti sono i lettori intenzionati ad attuare uno sciopero degli acquisti, ed è certo che il primo feedback risulterà essere una diminuzione capillare delle vendite. Probabilmente l'ultimo rifugio saranno gli eBook o, più probabilmente, gli eBook pirata, a danno delle copie cartacee che già sembrano destinate, dal punto di vista evoluzionistico, all'estinzione. Anche questo farà forse un favore a piccoli librai ed editori? Dopo la Legge Levi ci sarà forse un incremento in questa direzione? Gli Italiani cominceranno ad accorgersi dei piccoli editori o preferiranno andare sul sicuro, acquistando, allo stesso prezzo, autori che sanno incontrare i propri gusti invece che andare alla cieca con gli esordienti? E' possibile attuare una legge simile in Italia, dove la percentuale dei lettori è già così bassa?
Noi crediamo che questo sia l'ennesimo attentato alla cultura, ma tant'è, a che pro parlare di cultura in un paese dove l'istruzione viene pesantemente penalizzata da tagli economici e dove persino i meri tentativi di promozione della lettura risultano ridicoli? Cultura è una parola che sta assumendo significati sempre più sfocati, forse troppo abusata persino da coloro che la offendono quotidianamente. Ma, prima di lasciarvi con le parole che campeggiano nell'articolo 1 (comma 2) della Legge Levi, vi pongo il nostro usuale interrogativo mensile: e voi, siete favorevoli o contrari alla legge sugli sconti? Credete che possa aiutare concretamente il libero mercato dei libri?
Art. 1.
(Oggetto e finalita` generali)
2. Tale disciplina mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creativita` letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione.
E' una legge ammazzalettura, e soprattutto ammazzalettori. Non tutela affatto le piccole case editrici perché, sconti o non sconti, saranno sempre i colossi editoriali a vendere. E non tutelerà le piccole librerie, perché il calo di vendite conseguente al non poter più usufruire di una buona offerta da parte del consumatore medio affliggerà sia le librerie indipendenti che le grandi catene. Questa è una legge recuperata ad hoc per ammazzare il boom di vendite di Amazon, non a caso è saltata fuori nove mesi dopo l'apertura della filiale italiana.
RispondiEliminaA soffrirne le conseguenze, come sempre, saranno i consumatori accaniti, quelli che in libreria lasciano le carte da cinquanta euro.
Ne ho sentito molto parlare e ho letto molti interventi. Onestamente, ancora non so dire cosa ne pensi - un po' perché vorrei informarmi ancora, un po' perché secondo me si vedrà solo col passare del tempo. L'unica cosa certa è che, se questa legge porterà ad un effettivo calo dei lettori, e quindi ad un impoverimento del sapere e della cultura in Italia (che è già in una situazione precaria), com'è ovvio il risultato per me sarebbe una considerazione totalmente negativa di questa nuova legge.
RispondiEliminaQuesta legge è una grande enorme contraddizione. E' una legge protezionistica (di un protezionismo che non si vedeva da cent'anni), ma si crede che possa dare stimolo al libero mercato. E' una legge che pone un limite agli sconti, ma si crede che possa far abbassare i prezzi di copertina. E' una legge che favorisce i piccoli librai, ma ad esultare sono i piccoli editori.
RispondiEliminaA mio avviso, è una legge che colpisce tutti e non favorisce nessuno.
Infine, la legge è scritta talmente male, con così tanti vuoti normativi, che aggirarla sarà un gioco da ragazzi.
@Tancredi: questa legge è lunga TRE pagine! ed è pure divisa in due trafiletti!! del tipo "compitino per casa"
RispondiEliminacondivido tutto quello scritto tancredi!!
RispondiEliminaL'unica cosa che cambierà e che si compreranno meno libri.
Ovviamente, come assidua lettrice di libri trovo che la limitazione degli sconti sia una grandissima fregatura, io ho sempre acquistato libri scontati al 30 e ultimamente anche al 40%, ora che i libri mi costeranno di più ne comprerò meno, quindi alla fin fine chi ci andrà a perdere saranno le case editrici e gli autori. Senza contare che soprattutto i ragazzi più giovani leggeranno di meno perchè loro non hanno uno stipendio e chiedere una marea di soldi per i libri ai genitori scoccia. Quindi facciamo un grande applauso a tutti coloro che incentivano la lettura e la cultura in questo modo.
RispondiEliminaSe poi ci sarà un incremento degli ebook scaricati illegalmente da internet sapremo il perchè.
Una legge contraddittoria: proibisce ma vuole incentivare...come non è dato saperlo. Io dico che questa legge è uno specchietto per le allodole per piccoli librai e editori che al momento credono non riescano a realizzare che una legge tale invece di spingere le persone a comprare libri e leggerli tende invece a inibirli di fronte all'acquisto e per estensione alla lettura. Una legge che colpisce molto i lettori giovani o quelli "saltuari", gente che compra le novità o i libri più famosi e che ora, vedendo la possibilità d'acquisto un pò più gravosa, sara più restia a lasciarsi andare...che dire...io sono molto amareggiata...non solo per la legge..ma perchè la legge è specchio di un paese in cui della cultura non importa niente a nessuno...e questo dovrebbe farci pensare...
RispondiEliminaè incredibile che come primo articolo indichino la nuova legge come fautrice e sostenitrice della lettura! una legge che blocca i prezzi sui libri non fa altro che impedire o ostacolare coloro che veramente voglio avvicinarsi.
RispondiElimina@susina: ho voluto evidenziarlo per questo motivo, mi è sembrato molto ironico XD
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