venerdì 30 dicembre 2011

Bilancio libri 2011... Il meglio e il peggio!

Il mio bilancio per il 2011 è piuttosto traumatico: un numero esiguo di libri letti (solo 50, studio e problemi di salute hanno nuociuto al tempo a loro dedicato), quattro classici in tutto, un solo libro che ha ricevuto cinque stelle (mentre prevalgono quelli da due e tre stelle, e anche quelli da quattro sono molto pochi)... Davvero pessimo! Facendo un resoconto, ecco le mie classifiche per l'anno uscente... e le vostre quali sono?


MIGLIOR LIBRO LETTO:



PEGGIOR LIBRO LETTO:

La scelta è stata ardua. In nomination tanti libri... ero indecisa tra Starcrossed di Josephine Angelini, Winter di Asia Greenhorn, Paranormalmente di Kiersten White, Cappuccetto Rosso Sangue di Sarah Blakley-Cartwright, Scarlett.Il bacio del demone di Barbara Baraldi (1 stella e mezza) ma l'unico ad avere ricevuto una stella nella mia libreria Anobii è..



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MIGLIOR CLASSICO:




MIGLIOR YOUNG ADULT:

Senza ombra di dubbio...



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PEGGIOR YOUNG ADULT:

I candidati erano gli stessi del peggior libro letto, ma devo ammettere che nessuno di questi ho trovato più ridicolo di...



scarlett_il_bacio_del_demone_baraldi_mondadori


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MIGLIOR LIBRO EMERGENTE:

Devo dire che la sfida era tutta italiana e avrei voluto premiare allo stesso modo anche Black Friars.L'ordine della chiave. Ma alla fine credo se lo sia meritato...





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MIGLIOR LIBRO DI UN ESORDIENTE:

Da distinguersi dall'emergente perché è un'opera prima...

 


LIBRO PIU' DELUDENTE:

Per le aspettative che avevo riposto, il più deludente del 2011 è purtroppo...


Il tempio degli Otaku: quarantatreesimo appuntamento "Claudine"


A cura di Surymae Rossweiss


Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi parliamo di transessualità: lo avevamo già fatto tempo fa con “G.I.D. - Gender Identity Disorder” di Yoko Shoji, ma siccome i giapponesi sguazzano in queste tematiche controverse...
Non che, prima dell'avvento dei manga, non se ne parlasse. Soltanto nel 1980 l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'ha riconosciuta come malattia (mentale, anche se la questione è aperta), ma anche in passato erano noti casi di transessualità. L'avreste mai detto che anche un imperatore romano, Eliogabalo, ne ha sofferto?
Tutto questo, però, è solo un di più per una mangaka da sempre abituata a trattare – con la massima cura – personaggi tormentati psicologicamente: è Riyoko Ikeda, con l'opera “Claudine”. Buona lettura!

NOTA BENE: purtroppo questo volume unico non è mai stato licenziato in Italia. L'unico modo per leggerlo è affidarsi alle scan: ma non perdete la speranza, magari qualche editore coraggioso prima o poi lo porterà qui...

La giovane Claudine de Montesse, ad un primo sguardo, sembra avere tutto dalla vita. Di nobile famiglia – e figlia prediletta dal padre – colta, atletica ed intelligente. Tutto ciò, però, non basta: non per lei, che si sente un uomo intrappolato in un corpo femminile.
Sua madre, preoccupata per il suo disagio, ne parla con il marito, che minimizza. In ogni caso la donna decide di portarla da uno psichiatra. Proprio quest'ultimo sarà la voce narrante del manga, che ci accompagnerà lungo gli amori di Claudine, ognuno più triste e sfortunato dell'altro. Riuscirà la nostra a trovare la pace con il mondo e soprattutto con sé stessa?

Nell'introduzione ho citato il manga “G.I.D.” di Yoko Shoji, eppure non penso che questa sia l'opera con cui si potrebbe confrontare al meglio “Claudine”. No, io propendo per il libro “Il pozzo della solitudine” di Radclyffe Hall, romanzo parzialmente autobiografico ed uno dei primi a scrivere a chiare lettere di lesbismo e transessualità – anche se sua protagonista era la prima. Certo, Riyoko Ikeda parte in vantaggio: Hall è vittima della mentalità del suo tempo (primi decenni del '900) secondo la quale la donna lesbica è semplicemente “un uomo mancato”: la causa del malessere di Stephen sta ad imputarsi, secondo il romanzo, al nome mascolino che le è stato dato ed al fortissimo desiderio dei suoi genitori di avere un maschio in famiglia. Naturalmente noi oggi sappiamo che questa teoria non ha il minimo fondamento, ed infatti in “Claudine” non se ne ha il minimo accenno.
Tornando al confronto, Claudine e Stephen hanno parecchio in comune. Entrambe vivono pressappoco nella stessa epoca, ed in una famiglia piuttosto agiata. Tuttavia, Stephen è figlia unica, mentre Claudine è la minore di quattro fratelli, tutti maschi. Ironia della sorte, assomigliano alla madre, mentre l'ultimogenita al padre.
Sia Stephen che Claudine, ovviamente, non sono state fortunate nei loro amori. Se però nel caso dell'eroina della Hall è fatto chiaramente intendere che molti dei suoi problemi sono dati da una sotterranea paura degli uomini, per Claudine questo non si applica. Anzi: ha uno splendido rapporto con i fratelli.
I grandi amori di Claudine sono tre: Maura, quando entrambe erano poco più che bambine, troncato quando stava per sbocciare dalle loro famiglie; Cecilia, che senza spoilerare troppo aveva una relazione con un altro; ed infine Sirene, l'amore più maturo. La nostra povera Claudine ama tutte e tre con un'intensità travolgente, che fa sperare il lettore un meritato happy ending; ma tutti tradiscono la sua fiducia. Non saranno queste donne, comunque, ad infliggerle la ferita più grande, ma suo padre, la persona che ammirava di più in assoluto e che invece si rivela tutto fuorché un modello da seguire. Attraverso queste relazioni complicate vediamo la nostra crescere, passare da bambina a donna, diventare mano a mano sempre più disillusa ed impaurita dall'amore. A differenza di Stephen, infatti, che ha sempre fatto della forza d'animo una delle sue caratteristiche principe, Claudine è tanto intelligente quanto fragile ed emotiva. E noi lettori possiamo soltanto incrociare le dita da lontano, sperando che prima o poi la mangaka la smetta di fare la sadica. Naturalmente io non ve lo dico...
Tuttavia, Claudine non è totalmente sola nel suo calvario. Con questo non voglio dire che le vada tutto bene: ovviamente molti benpensanti, sua madre in testa, non reagiscono bene nel sapere delle sue affezioni. Anche da piccola ha sempre avuto pochi amici: di cosa poteva parlare con le sue piccole coetanee, che la vedevano come una tipa strana?
Un'amica, però, l'ha trovata. Si tratta di Rosemarie: una persona non di carattere facile, e che eppure è sempre stata vicino a Claudine, che probabilmente ama. Come dice lei, è l'unica ad averla capita davvero, a non averla mai abbandonata nonostante le circostanze avverse. La sua dedizione ha quasi del commuovente. E naturalmente, anche se in chiave minore, lo psichiatra: pur prestandosi ad essere un caso studio come pochi, egli capisce all'istante che i problemi di Claudine non sono da ricercarsi nei dettami di Sigmund Freud; non la vede come paziente, ma semplicemente come una persona molto intelligente, sensibile ed ahimé sfortunata. Come narratore, poi, si dimostra la scelta migliore: abbastanza distaccato da non far risaltare troppo le doti da Mary Sue della nostra eroina, ma abbastanza vicino a lei da non trasformare il manga in un trattato.
Tutto si può dire di quest'opera, comunque, ma non che i personaggi non siano caratterizzati: come sempre la Ikeda in questo campo non delude mai. E le sue storie non sembrano nemmeno (troppo) dei melodrammi!
Anche il ritmo della narrazione riserva delle ottime sorprese: è veloce, trattandosi di un volume unico – che occupa a malapena cento pagine – ma calzante alla storia. Mai una volta il lettore ha l'impressione che la mangaka corra troppo, e le sottotrame trovano tutte il loro spazio. Sarà comunque sorprendentemente facile parteggiare per la nostra Claudine, e sperare che finalmente risolva i suoi tormenti interiori... non male per un manga del 1978, vero?

Che dire del tratto di Riyoko Ikeda? E' figlio della sua epoca e del suo target, ossia gli shojo anni '70: figure slanciate dalle acconciature elaborate, attorniate da sfondi stracarichi di orpelli, inseriti in tavole dalla regia particolare, ma sempre pertinente alla storia. Unico difetto: non è che la mangaka sappia fare molte tipologie dei volti. Per cui a volte dà un po' fastidio vedere una protagonista uguale in tutto e per tutto, di volto, alla famosa “Lady Oscar”, ed i suoi fratelli sembrare tante copie dell'unico maschio presente in “Caro Fratello” - sì, ho recensito anche questo. Tuttavia, queste facce tutte simili hanno una vasta gamma di espressioni, cosa che un pochino allevia questo difetto. Uno dei pochi dell'opera, in generale: io, fossi in voi, non me la lascerei scappare...

...E per questo è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

giovedì 29 dicembre 2011

Mondadori presenta Libellule: romanzi brevi a prezzi contenuti in libreria dal 5 gennaio

Il 5 gennaio usciranno i primi quattro titoli della nuova collana Mondadori Libellule, racconti lunghi e romanzi brevi di autori italiani e stranieri, affermati ed esordienti. "Libri di alta qualità, dentro e fuori, ad un prezzo contenuto. In una battuta: grandi nel breve”, come afferma il Direttore Generale delle Edizioni Mondadori Laura Donnini.10.00 euro per una prima battuta -la seconda a febbraio con Francesco Guccini, William Vollmann e Alberto Cavanna- che include Andrea Cammilleri, Chiara Gamberale, Raffaela La Capria e Arnaud Rykner. Di seguito riportate le trame.




Il diavolo, certamente 
Andrea Camilleri
Pagine 176

Due filosofi in lotta per il Nobel, un partigiano tradito da un topolino, un ladro gentiluomo, un magistrato tratto in inganno dal giallo che sta leggendo, un monsignore alle prese col più impietoso dei lapsus, un bimbo che rischia di essere ucciso e un altro capace di sconvolgere un’intera comunità con le sue idee eretiche... E ancora: una ragazza che russa rumorosamente, un’altra alle prese con il tacco spezzato della sua scarpa, una segretaria troppo zelante, una moglie ricchissima e tante, tante donne che amano – tutte – con passione, a volte con perfidia, più spesso con generosità. Ecco i personaggi che, insieme a molti altri, popolano le pagine di questo libro: un romanzo corale sui desideri e i vizi, gli slanci e le bassezze dell’umanità e insieme un perfetto marchingegno a orologeria. Più che perfetto: diabolico. 33 racconti di 3 pagine ciascuno: 333 e non 666, perché questo, come tutti sanno, è il numero della Bestia, e non si discute sul fatto che mezzo diavolo sia meglio di uno intero. Andrea Camilleri ha scritto racconti dal numero di battute incredibilmente congruente, che nel dattiloscritto consegnato alla casa editrice equivalevano esattamente a tre pagine l’uno. In ognuno di essi, il diavolo suggella la storia con il suo inequivocabile zampino: nel bene o nel male, a noi lettori l’ardua sentenza. Perché questi racconti, oltre a essere irresistibilmente divertenti, sono anche percorsi da una meditazione accanita e sottile sul senso delle umane sorti, del nostro affannarci per mentire o per apparire, della nostra idea di felicità; i due apologhi filosofici che aprono e chiudono la raccolta non sono che il disvelamento di una trama che sottende tutta la narrazione. E che fa di questo libro un assoluto gioiel lo: non solo una serie di variazioni musicali sull’eterno tema del male e del destino ma anche una “commedia umana” concentrata in pagine di fulminante, contagiosa energia. Perché un dettaglio luciferino può cambiare segno a una vita intera, ma proprio per questo quella vita – sembra dirci sorridendo Camilleri – vale sempre la pena di viverla senza risparmio.




L'amore quando c'era
Chiara Gamberale
Pagine 96

Uno dei casi della vita, un momento triste, diventa l’occasione forse a lungo cercata per ricucire un filo che si era spezzato: Amanda, che ha amato perdutamente Tommaso e lo ha lasciato senza spiegazioni da dodici anni, scrive una mail di condoglianze che è anche un messaggio nella bottiglia – come stai, dove sei, chi sei diventato? E, soprattutto: l’hai trovata, tu, mio antico grande amore, la Ricetta per la Felicità? Tommaso risponde, prima cauto, poi incapace di resistere alla voce di un passato bruciante che si fa viva e presente domanda. Tommaso è sposato, ha due splendidi bimbi e un equilibrio che pare felicità. Amanda no, lei vive sola e alla perpetua ricerca di una compiutezza senza rimpianti: quell’alchimia misteriosa che solo gli altri, accanto a noi, sembrano trovare, ma che a noi è quasi sempre preclusa. Ai suoi alunni di scuola Amanda affida un tema sulla felicità, e le risposte sono tanto semplici e autentiche da lasciarla incerta sulla soglia di se stessa. Forse solo l’antico amore, oggi ritrovato, può offrire la chiave della gioia senza compromessi. O, invece, sono i compromessi la sola chiave della gioia possibile? Con coraggio Amanda rivela a Tommaso la sua risposta a questa domanda che tutti, prima o poi, ci poniamo. Come una mail inattesa, come un sms che giunge nella notte, come un tema scritto da ragazzi e ritrovato per caso: così la pienezza di un amore passato ci ritorna addosso all’improvviso, quasi a tradimento, con il rischio che tutto, al confronto, impallidisca. E allora bisogna decidere se guardare avanti – dove nulla è certo, ma tutto possibile – o indietro, dove la sirena confortante di una pienezza perduta ci chiama con il suo canto...




Esercizi superficiali
Raffaele La Capria
Pagine 168

Stati d’animo, pensieri, considerazioni sull’Italia di oggi, sul nostro tempo, sul disagio di questi anni di fronte a un mondo sempre meno preparato ad affrontare la crisi, non solo economica, che lo attraversa, e la violenza che da ogni parte lo investe. Nascono così questi Esercizi superficiali, una raccolta di articoli, usciti tra il 2009 e il 2010 sul “Corriere della Sera”, in cui Raffaele La Capria torna a parlare anche del suo rapporto con la scrittura e più in generale con i libri e la critica letteraria. E lo fa recuperando la memoria di un'Italia che apparentemente sembra lontana, l'Italia della Dolce vita e di Visconti, ma anche di Calvino, Pasolini e Gadda, svelando al contempo le debolezze e le mancanze che da sempre affliggono il nostro Paese e che ogni giorno giungono agli occhi di tutti attraverso la televisione.




 Il vagone 
Arnaud Rykner 
Pagine 160

Il 2 luglio 1944 parte l’ultimo treno di deportati da Compiègne, direzione Dachau. Su quel treno, composto da ventidue vagoni più quelli di scorta e un vagone di coda, sono ammassate duemilacentosessantasei persone. All’arrivo i morti sono più di cinquecento. Questo incredibile romanzo è la storia di quel viaggio vissuta dall’interno di uno dei vagoni, un racconto che è puro orrore, un incubo divenuto realtà. Tre giorni che Rykner descrive ora per ora. Tre giorni di lotta contro se stessi e contro gli altri, ma anche di speranza, a volte, quando il treno all’improvviso si ferma. E la solidarietà, totale e intensa come mai nella vita. La disumanizzazione degli ebrei compiuta dai nazisti cominciava qui, su questi treni, dove l’umanità ha toccato il fondo dell’abiezione.

Anteprima: Nebbia rossa di Patricia Cornwell

La nuova avventura di Kay Scarpetta, l'amata eroina medico legale inventata dalla pluripremiata Patricia Cornwell, arriva in Italia con il suo diciannovesimo romanzo: Nebbia rossa sarà disponibile dal 17 gennaio al prezzo di 20.00 euro, edizione Mondadori. Entro il 2012 sarà inoltre terminato il film di Postmortem, primo della serie di Kay Scarpetta, che sarà interpretata da Angelina Jolie. Prodotto dalla Fox, vedrà uno sbalzo temporale per la nostra protagonista, inscenata all'età di trent'anni e all'inizio della sua carriera. 



Nebbia rossa - Patricia Cornwell
Nonostante il parere contrario di suo marito Benton Wesley, Kay Scarpetta si sta recando alla Georgia Prison for Women dove ha accettato di incontrare una detenuta condannata per reati sessuali e madre di un diabolico killer. Kay è determinata a far parlare la donna per scoprire finalmente che cosa è davvero successo al suo vice, Jack Fielding, ucciso sei mesi prima. Non si tratta solo di un’indagine a carattere personale, bensì professionale, dal momento che come direttore del Cambridge Forensic Center e dati i suoi contatti al dipartimento della Difesa, Kay ha bisogno di avere al più presto elementi utili a un’indagine che riguarda una serie di macabri avvenimenti che lei è convinta abbiano a che fare con la morte di Jack: l’uccisione di un’intera famiglia avvenuta anni prima a Savannah, una giovane donna nel braccio della morte e una catena di altre morti apparentemente inspiegabili sembrano essere tutti collegati fra loro. Ma qual è il filo che li unisce? Kay scopre un altro dettaglio inquietante: quello che sembrava un attentato alla sua vita, in realtà rientra in un disegno più ampio e complesso. Quali oscure trame si celano dietro questi tragici eventi? E chi si muove dietro le quinte? Ben presto la nebbia inizia a diradarsi lasciando emergere i contorni angoscianti di qualcosa di ancora più terribile: un complotto terroristico su scala internazionale, che solo lei è in grado di fermare. Diciannovesimo romanzo della serie incentrata sul mitico personaggio di Kay Scarpetta, da molti anni un fenomeno di culto, Nebbia rossa è un thriller avvincente che mette in contatto il lettore con il suo lato più oscuro, sottolineando ancora una volta le doti straordinarie che hanno fatto di Patricia Cornwell una figura di riferimento nel panorama internazionale del thriller.


Patricia Cornwell (Miami, Florida, 1956)
è stata cronista di nera prima di diventare analista informatico presso l'ufficio di medicina legale della Virginia. È tra i fondatori dell'Istituto di scienze e medicina forense della Virginia e Senior Fellow dell'International Crime Scene Academy del John Jay College of Criminal Justice, nonché membro del McLean Hospital's National Council, dove è un sostenitore della ricerca psichiatrica. Ha esordito nella narrativa nel 1990 con il romanzo Postmortem, l'unico romanzo ad aver vinto nello stesso anno i premi Edgar, Creasey, Anthony, Macavity e il Prix du Roman d'Aventure. Il successo, raggiunto a livello mondiale con Oggetti di reato (1992), è andato crescendo con Quel che rimane, Insolito e crudele insignito del prestigioso Gold Dagger Award come miglior romanzo giallo del 1993, La fabbrica dei corpi, Il cimitero dei senza nome, Il nido dei calabroni, Causa di morte, Morte innaturale, Punto di origine, Croce del Sud, Cadavere non identificato, L'ultimo distretto, L'isola dei cani, Ritratto di un assassino,Calliphora, La traccia, Predatore, A rischio, Il libro dei morti, Al buio, Kay Scarpetta, Il fattore Scarpetta. Il personaggio creato da Patricia Cornwell, l'anatomopatologa Kay Scarpetta, ha vinto nel 1999 lo Sherlock Award per il miglior detective creato da uno scrittore americano. Con Il libro dei morti, Patricia Cornwell ha vinto nel 2008 il Galaxy British Book Award, nella sezione Crime Thriller, primo autore americano a ottenere questo prestigioso riconoscimento. Tutti i romanzi di Patricia Cornwell sono pubblicati da Mondadori. Visitate il suo sito www.patriciacornwell.com

Anteprima: Il meglio di me di Nicholas Sparks

Il 2012 si inaugura con un nuovo libro di Nicolas Sparks, il prolifico autore amato da migliaia di donne in tutto il mondo per le sue storie semplici e romantiche (ricordiamo tra i suoi romanzi più famosi Se solo fosse vero e I passi dell'amore, entrambi oggetto di trasposizioni cinematografiche). Arriva infatti il 3 gennaio per Frassinelli Il meglio di me, racconto di due anime unite nell'adolescenza e rincontratesi nella vita adulta... Le valutazioni su Goodreads sono oscillanti: 3.69/5 il rating per un romanzo che viene giudicato alternativamente deludente e piatto o fantastico ed emozionante. Il prezzo di copertina, 20.00 euro, diciamocelo, fa passare un po' la voglia di fare acquisti, malgrado il volume corposo (ben 408 pagine)...


Il meglio di me - Nicholas Sparks
Si sono amati come solo due adolescenti si possono amare, negli anni dolci del liceo, nella cittadina di provincia dovesono nati. Ma il destino li ha divisi e hanno preso strade diverse:nessuno dei due ha vissuto la vita che aveva immaginato. Amanda e Dawson hanno pagato il prezzo delle differenze sociali tra le lorofamiglie. Il ragazzo è diventato adulto passando dalla prigione a una professione avventurosa su una piattaforma petrolifera, non ha mai dimenticato il suo amore giovanile e vive solo. Amanda, ignara di tutto, ha studiato al college, si è sposata e ha tre bambini.Saranno l’apparizione di una figura misteriosa, e forse soprannaturale, al fianco di Dawson, e la morte di un amico di quando eranoragazzi a farli rincontrare. Le prove terribili che dovranno ancoraaffrontare li uniranno per sempre.




Nicholas Sparks 
è nato in Nebraskanel 1965 e vive nel North Carolinacon la moglie e i cinque figli. È autoredi quindici romanzi, tutti bestsellerinternazionali, pubblicati in Italia daFrassinelli. Tra questi: Ricordati diguardare la luna, La scelta, Come unuragano, Ogni giorno della mia vita,Un cuore in silenzio, Le parole che nonti ho detto.

martedì 27 dicembre 2011

Teaser Tuesays (47)



"Teaser Tuesdays" 

  • Grab your current read
  • Open to a random page
  • Share two (2) “teaser” sentences from somewhere on that page
  • BE CAREFUL NOT TO INCLUDE SPOILERS! (make sure that what you share doesn’t give too much away! You don’t want to ruin the book for others!)
  • Share the title & author, too, so that other TT participants can add the book to their TBR Lists if they like your teasers!
Ovvero, per i non anglo-leggenti:
  • Prendi il libro che stai leggendo
  • Apri una pagina a caso
  • Copia due pezzi "teaser" da una parte di questa pagina
  • STAI ATTENTO A NON SCRIVERE SPOILERS! (assicurati di non condividere troppe cose! Non si deve rovinare il libro agli altri!)
  • Indica il titolo e l'autore, in modo che gli altri Teaser Tuesday partecipanti possano aggiungerlo alla loro lista dei desideri se il libro è piaciuto


Come va il periodo natalizio? Io studio. Tutto il giorno. Dalla mattina alla sera. Ergo il tempo per le letture è davvero minimo, salvo due giorni (Natale e Santo Stefano) in cui ho dato tregua ai miei neuroni e ho letto niente po' po' di meno che... Switched di Amanda Hocking, di cui potete trovare l'anteprima QUI. Vi risparmio l'agonia della mia opinione personale fino alla recensione (secondo voi è positiva o negativa?) ma nel frattempo, vi lascio i teaser. Vi ricordo che al gioco, molto semplice e ormai datato del blog, possono partecipare tutti seguendo le regole qui sopra ^^.

<<In effetti non lo è>> sospirò Finn. <<Ma ha il dono della preveggenza>>.
<<Cioè, nel senso che prevede il futuro?>> chiesi perplessa.
<<Più o meno>> scrollò la testa come a dire che non era proprio così. <<Non lo prevede, lo dipinge soltanto>>.
<<Aspetta>>, mi fermai di botto, mentre lui avanzò un altro po' prima di fare altrettanto e girarsi verso di me. <<Mi stai dicendo che quei quadri rappresentano eventi futuri?>>.
<<Rispetto al momento in cui sono stati dipinti, sì>> confermò Finn. <<Alcuni sono vecchi, quindi gli eventi che raffigurano hanno già avuto luogo>>.
<<Ma questo vuol dire che la scena in cui compaio io deve ancora svolgersi!>>, esclamai gesticolando verso la stanza dei dipinti. <<Che significa? Cosa sto facendo in quest'immagine?>>
<<Non lo so>> rispose alzando le spalle, come se non ci avesse neppure pensato. <<Neanche Elora lo sa>>.
[Switched, di Amanda Hocking, pag.149]

<<E' un vero peccato>> disse Tove guardandomi stupefatto e triste allo stesso tempo. <<Non sapranno mai di cosa sei realmente capace. Le loro doti si sono indebolite talmente tanto che non potranno mai accorgersi di quanto sei potente>>.
<<Di che parli?>> per un momento misi da parte la rabbia.
<<Tua madre è molto potente>>, disse con un tono quasi reverenziale. <<Probabilmente non quanto te e forse neanche quanto me, ma la potenza le scorre nelle vene e crepita come l'elettricità. Quando siamo nella stessa stanza percepisco i suoi movimenti senza neanche bisogno di guardarla: è come se fosse un magnete. Ma tutti gli altri...>>, si interruppe scuotendo la testa.
[Switched, di Amanda Hocking, pag.257]

Anteprima: Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka

Arriva in Italia il 12 gennaio The Buddha in The Attic. Con il titolo Venivamo tutte per mare, al prezzo di soli 13.00 euro per la casa editrice Bollari Boringhieri, approda nelle nostre librerie il racconto profondo delle emigranti giapponesi in America.  Ambientato nei primi anni del Novecento, Julie Otsuka racconta infatti la storia corale di un gruppo di giovani donne che abbandonano il proprio paese per sposare uomini che non hanno mai visto se non in fotografia. La Otsuka si serve della prima persona plurale per tutto il corso del romanzo, dove emerge la voce malinconica e indistinta di ragazze che non hanno deciso il proprio destino. Non una, ma migliaia di donne accomunate dalla stessa sorte: l'arrivo nel nuovo continente, l'integrazione, le sofferenze del parto, la guerra. In un linguaggio che ha la forza e la furia della poesia, Julie Otsuka ha scritto un romanzo singolarmente affascinante del sogno americano.  [Traduzione dalla quarta di copertina originale].





«Da anni» ha dichiarato Julie Otsuka, «volevo raccontare la storia delle migliaia di giovani donne giapponesi – le cosiddette “spose in fotografia” – che giunsero in America all’inizio del Novecento. Mi ero imbattuta in tantissime storie interessanti durante la mia ricerca e volevo raccontarle tutte. Capii che non mi occorreva una protagonista. Avrei raccontato la storia dal punto di vita di un “noi” corale, di un intero gruppo di giovani spose».

Una voce forte, corale e ipnotica racconta dunque la vita straordinaria di queste donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l’oceano. È su quella nave affollata che le giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l’arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze, il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura, l’esperienza del parto e della maternità, il devastante arrivo della guerra, con l’attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici. Fin dalle prime righe, la voce collettiva inventata dall’autrice attira il lettore dentro un vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura, dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua. Un altro scrittore avrebbe impiegato centinaia di pagine per raccontare le peripezie di un intero popolo di immigrati, avrebbe sprecato torrenti di parole per dire cos’è il razzismo. Julie Otsuka ci riesce con queste essenziali, preziose pagine.


Incipit:

Sulla nave eravamo quasi tutte vergini. Avevamo i capelli lunghi e neri e i piedi piatti e larghi, e non eravamo molto alte. Alcune di noi erano cresciute solo a pappa di riso e avevano le gambe un po’ storte, e alcune di noi avevano appena quattordici anni ed erano ancora bambine. Alcune di noi venivano dalla città e portavano abiti cittadini all’ultima moda, ma molte di più venivano dalla campagna, e sulla nave portavano gli stessi vecchi kimono che avevano portato per anni – indumenti sbiaditi smessi dalle nostre sorelle, rammendati e tinti più volte. Alcune di noi venivano dalle montagne e non avevano mai visto il mare, tranne che in fotografia, e alcune di noi erano figlie di pescatori che conoscevano il mare da sempre. Forse il mare ci aveva portato via un fratello, un padre o un fidanzato, o forse un triste mattino una persona cara si era buttata in acqua e si era allontanata a nuoto, e adesso anche per noi era arrivato il momento di voltare pagina. Sulla nave la prima cosa che facemmo – prima di decidere chi ci piaceva e chi no, prima di raccontarci a vicenda da quale isola venivamo e perché eravamo partite, e anche prima di impegnarci a imparare i nomi delle altre – fu confrontare le fotografie dei nostri mariti. Erano bei giovanotti con gli occhi scuri, i capelli folti e la pelle liscia e perfetta. Avevano il mento forte. Un bel portamento. Il naso dritto e pronunciato. Somigliavano ai nostri fratelli e padri rimasti a casa, però erano vestiti meglio, con redingote grigie ed eleganti, completi tre pezzi, all’occidentale. Alcuni di loro erano in posa sul marciapiede, davanti a case di legno dal tetto spiovente con lo steccato bianco e il praticello ben curato, e alcuni nel vialetto d’accesso, appoggiati a una Ford Model T. Alcuni sedevano su una sedia dall’alto schienale rigido nello studio del fotografo, le mani giunte con compostezza e lo sguardo fisso nell’obiettivo come se fossero pronti a sfidare il mondo. Tutti quanti avevano promesso di venire a prenderci a San Francisco, il giorno del nostro arrivo al porto. Sulla nave ci chiedevamo spesso: ci piaceranno? Li ameremo? Li riconosceremo dalle foto, quando li vedremo per la prima volta sul molo?



Julie Otsuka 

è nata in California. Si è laureata in Belle Arti alla Yale University e ha conseguito un Master of Fine Arts alla Columbia University. È anche pittrice. Oggi vive e lavora a New York. Il suo primo romanzo, When the Emperor Was Divine (2002), dopo aver scalato le classifiche con duecentosessantamila copie vendute negli Stati Uniti, è considerato un classico contemporaneo: con questo libro, unanimamente giudicato dalla critica un capolavoro, Julie Otsuka ha vinto l’Asian American Literary Award, l’American Library Association Alex Award e una Guggenheim Fellowshi



lunedì 26 dicembre 2011

Anteprima: Non ti addormentare di S.J. Watson

Conoscete "50 volte il primo bacio", la commedia romantica con Adam Sendler e Drew Barrymore? Non ti addormentare, di S.J. Watson, somiglia molto alla sua versione thriller. Esattamente come Lucy, Christine  (la protagonista del libro di quest'anteprima)  ha avuto un incidente che le ha causato un danno permanente: la memoria a breve termine. Il marito che tutte le mattine scopre di avere -Ben- la rende partecipe di questa tragica verità, e Christine è costretta a fidarsi delle sue parole anche se sembra ci sia qualcosa che non quadra. Nel diario che, infatti, tiene quotidianamente, legge un messaggio agghiacciante: "non fidarti di Ben". Quale pericolo sta correndo?
Non ti addormentare (titolo originale: before I go to sleep) ha avuto un successo planetario. Tradotto in più di 30 lingue, ha ottenuto recensioni entusiaste e quattro stelle di voto su Goodreads, e i suoi diritti sono stati inoltre acquistati per la produzione di un film diretto da Rowan Joffe. In Italia sarà disponibile grazie a Piemme dal 3 gennaio al prezzo di 19.00 euro. 


Ogni mattina Christine si sveglia senza ricordi. Non sa a chi appartenga la casa in cui si trova, l'uomo che le dorme accanto le è totalmente estraneo, e anche il suo viso, riflesso nello specchio del bagno, non solo non le è familiare, ma le sembra molto meno giovane di quanto secondo lei dovrebbe essere. È suo marito a darle quotidianamente le coordinate della sua vita, a spiegarle chi è lui, chi è lei, e che cosa le è successo anni prima, un incidente che ha modificato radicalmente la sua vita, privandola dei ricordi e costringendola a ricominciare ogni giorno in un difficile apprendimento dell'esistere. Ma Ben le dice tutto? E se è così, perché non le ha parlato del dottor Nash, un giovane neuropsichiatra deciso a studiare il suo caso, con cui Christine si incontra di tanto in tanto e che la spinge a tenere un diario? E perché su una pagina di questo diario Christine ha scritto "non fidarti di Ben"? Giorno dopo giorno, con l'aiuto del dottor Nash, lampi di memoria attraversano la mente di Christine, tessere baluginanti di un mosaico che fatica a ricomporsi nella sua interezza e che, con il passare del tempo, le sembra sempre più minaccioso e inquietante. Finché dal passato emergerà il vero pericolo, quello che senza che lei ne sia consapevole si è appropriato della sua vita.


S.J. WatsonS. J. Watson 
è nato nel Midlands, vive a Londra e ha lavorato nel servizio sanitario nazionale per qualche anno. Nel 2009 è stato ammesso nella prima Faber Academy "Writing a novel" Course, un programma che annovera tutti gli aspetti del processo creativo di scrittura. Non ti addormentare ne è il risultato. Venduto in più di 30 paesi in tutto il mondo, Non ti addormentare è stato anche acquistato per un film dalla casa di produzione di Ridley Scott, la Scott Free, con la regia di Rowan Joffe. 

Traduzione a cura di Malitia, tutti i diritti riservati. 

sabato 24 dicembre 2011

Merry Christmas


Buon Natale!!!

vi auguro di trovare tanti bei libri sotto l'albero ^^

Christmas tales: Il Re Nero del Natale di Daniele Nicastro (parte III)




Il Re Nero del Natale

Di Daniele Nicastro


III parte





Poche ore dopo camminavo scalzo sulla moquette della camera da letto di mamma. Avevo una gran paura di essere scoperto. Al tempo stesso ero elettrizzato. Mi sembrava di essere l'eroe di una missione impossibile.
Camminai con tale lentezza che a un certo punto ebbi il timore di venire sorpreso dall'alba mentre ancora cercavo la chiave. Ogni scricchiolio mi faceva battere forte il cuore.
Finalmente trovai sulla poltrona il grembiule, ma le tasche erano vuote! Non mi diedi per vinto. In ogni missione impossibile che si rispetti c'è qualche contrattempo.
Guardai intorno. Il resto della stanza era pulito e ordinato. Nessun indizio.
Poi vidi un pezzo di collana pendere dal portagioie della mamma. Bingo! Doveva averlo aperto per mettere la chiave al sicuro. Di certo non immaginava quel che stava accadendo nella sua stanza mentre dormiva.
Meglio così.
Sollevai con delicatezza il coperchio del portagioie d'argento e trovai subito la chiave. Feci attenzione a non farla aggrovigliare con altri ninnoli e richiusi tutto. Pochi minuti dopo scivolavo sul corrimano fino al salotto. L'idea mi era venuta per evitare lo scricchiolio dei gradini di legno, non avevo pensato all'eventualità di cadere sul pavimento. Fortunatamente la discesa terminò sul pomolo intarsiato del corrimano. Fu parecchio doloroso.
Raggiunta la credenza, ebbi un attimo di esitazione. Potevo ancora rimettere tutto a posto e aspettare che la mamma dimenticasse l'accaduto. Sarebbero bastati un paio di giorni. Ma non potevo aspettare così tanto, dovevo sbirciare il libretto e sapere qualcosa di più su quella storia.
Così girai la chiave e trovai la refurtiva al suo posto. Mi inginocchiai davanti al caminetto. Il divano sarebbe stato più comodo, ma era troppo lontano e accendere la luce era fuori discussione.
Il crepitio del fuoco mi ricordò il secondo motivo per cui mi ero alzato in piena notte. Dovevo attaccare il mio desiderio a uno dei rametti.
Ci avevo pensato a lungo, tanto non avevo niente da fare. Fingere di dormire non è affatto facile. Il buio dietro gli occhi chiusi è terribilmente noioso. Alla fine il tempo era passato e avevo scelto il mio desiderio. Il respiro stridulo della mamma era stato il segnale per uscire dalle coperte e dare inizio al mio piano.
Legai il biglietto al ciocco con un nastrino blu. Rimasi a guardarlo mentre le fiamme lo avvolgevano e si avvizziva. Desiderio andato. Veloce come la posta elettronica. Tornai al libretto segreto della mamma.
Sfogliai le prime pagine con una certa ansia. Sembrava una specie di diario. C'erano calligrafie diverse e inchiostri colorati che riportavano date molto vecchie. Alcune pagine erano state strappate e poi incollate su altre. I disegni erano bellissimi. A china o matita, ritraevano fiori e ritratti di persone che non conoscevo. C'erano anche molte storie illustrate. Scorrendole trovai quella che aveva iniziato a leggere la mamma. Decisi di scoprire subito il finale e lasciare le altre indagini a dopo.
Le ginocchia cominciavano a fare male. Cambiai posizione, mettendomi seduto a gambe incrociate. Il tepore del fuoco era rassicurante.
Mi presi tutto il tempo di leggere con calma.



"Fu con le ultime fiammelle rimaste al mondo che una manciata di streghe riuscì a sottometterlo. Il Re Nero era stato accanto alla Dea Madre per tutti i giorni delle doglie. Aveva pianto e imprecato, chiesto scusa e minacciato. Mentre le stringeva la mano, le streghe circondarono la radura e accesero una candela per ogni calderone. Erano vestite di fiori e piante, tutti i simboli del passaggio e della rinascita.
Il Re Nero si alzò furioso quando cominciarono a pronunciare l'incantesimo, ma la mano della Madre lo trattenne. Quella pallida resistenza, il volto sudato e lo sguardo esausto dell'amata, gli fecero capire ogni cosa.
Avrebbe potuto divincolarsi in qualsiasi momento. Invece rimase fermo aspettando la meritata punizione. Doveva farlo per il bene di ogni creatura. C'era oscurità ovunque guardasse.
Per la prima volta si accorse che il mondo era giunto al suo ultimo respiro.
Le streghe terminarono l'incantesimo e saltarono i calderoni insieme. Le fiamme tremolarono rischiando di spegnersi, ma il forte vento che si abbatté sulla casa dissipò solo le tenebre. A cominciare dal Re Nero.
La sua oscurità svanì con un soffio d'aria.
L'incantesimo durò tutto il tempo necessario a guarire il mondo. L'equilibrio fu ristabilito e nacque una nuova alba. Poi le streghe tornarono nei boschi e implorarono il perdono della Madre.
Lei non si lamentò. Era stato necessario.
Non sarebbe mai più successo nulla di simile, perché al Re Nero fu imposto un pesante tributo. Anno dopo anno, per potersi avvicinare al letto della Madre e stringerle la mano durante le doglie, avrebbe dovuto prima esaudire i desideri di ogni creatura appesi alle querce. Tutti avrebbero avuto il dovere di desiderare la rinascita e il Re Nero la responsabilità di permetterla.
Non si arrabbiò, aveva imparato la lezione. Gli bastò l'amore della Madre e il vagito del bambino. Non gli serviva una famiglia perfetta. In verità, aveva già tutto quello che poteva desiderare".


Era una strana storia. In qualche modo parlava veramente di me e della mia famiglia, anche se non riuscivo ad assegnare un personaggio a ciascuno. Avrei voluto dire alla mamma che non era stata una cattiva idea, mi era piaciuta tantissimo.
C'era sicuramente qualcosa che potevo imparare. Ero così vicino a capirlo che mi sembrava di sentire bussare alla testa. Invece era qualcosa alla porta, perché bussò di nuovo.
Mi accovacciai subito sul pavimento e strisciai fino alla finestra per non farmi vedere, ma non c'era niente dietro la porta. Così mi alzai e guardai meglio. Un corvo sbatté le ali improvvisamente e volò via. Mi prese un colpo!
C'erano delle briciole per terra, doveva essere stata la mamma dopo cena. Probabilmente aveva sbattuto la tovaglia sul pianerottolo e il corvo stava beccando, prima che lo spaventassi. Be', era stato reciproco.
Accesi una candela usando il fuoco del caminetto e andai fuori per spazzare le briciole ed evitare altre sorprese.
Mentre rabbrividivo per il freddo, mi venne un'altra fantastica idea.
Posai sul pianerottolo la candela e feci un passo indietro, studiando meglio la situazione. Potevo fare meglio.
La serie di piccoli vasetti anneriti dallo sporco accanto alla porta sarebbe servita al mio scopo. Ne rovesciai uno. Lasciai gocciolare un po' di cera sul fondo e appoggiai la candela perfettamente al centro. Ora sì che sembrava un calderone da strega, come quelli della storia.
Per completare l'opera saltai il vasetto e rientrai in casa. Mi mancò il fiato nel vedere un'ombra uscire dalla cucina e fermarsi accanto al divano.
Questa volta non era un uccello.
Rimasi immobile sull'uscio, indeciso se entrare o mettermi a urlare alla mamma dal giardino. Così avrebbero sentito anche i vicini.
Scelsi di aspettare ancora un minuto, il tempo di guardare meglio il ladro e decidere quanto fosse pericoloso. Doveva essere un ladro, chi altri si intrufolerebbe in casa nel pieno della notte?
Sfruttai il riparo della porta per spiare lo sconosciuto.
Era alto e magro. Portava una giacca di pelle scura che arrivava alle ginocchia e aveva il colletto alzato a riparare il collo e una chioma arruffata sulla testa, un po' come la mia. Si muoveva con calma attraversando il salotto, guardandosi intorno. Prese diversi oggetti in mano per guardarli più da vicino. Soprattutto le foto nelle cornici d'argento.
Mi sembrò strano che non avesse un sacco o uno zaino in cui mettere la refurtiva. Forse pensava di rubare anche quello.
Poi fece qualcosa di strano. Almeno, a me sembrò strano, perché non mi intendo di furfanti, anche se quella notte mi ero improvvisato ladro prima di lui. Si fermò davanti al tavolino su cui la mamma aveva messo i dolci della festa e ne prese uno. Prese anche una delle mele insaporite con i chiodi di garofano. Ne facevamo un vassoio tutti gli anni, io e la mamma.
Approfittai del momento favorevole per strisciare silenziosamente dentro casa. L'intenzione era di camminare radente il muro fino in cucina e poi prendere una padella o qualcos'altro come arma di difesa. Il ladro non sembrava molto pericoloso. Avrei anche urlato a squarciagola, ma prima avevo bisogno di un'arma.
Feci di tutto per confondermi con la tappezzeria, anche immaginare di essere un camaleonte. Non fu facile fare piano con le ciabatte che strisciavano sul pavimento.
Infatti mi beccò a metà stanza. Si girò di scatto lasciandomi impietrito. Mancavano pochi passi, bastava che cominciassi a correre.
«Aspetta» disse a voce bassa. «Non aver paura. Sono io che non dovrei essere qui».
Su questo ero d'accordo, per vari motivi. Primo, stava rovinando il mio piano. La mamma mi avrebbe scoperto. Secondo, stavo strisciando come un ladro in casa mia, ma era lui il ladro! Era tutto sbagliato. Lo ascoltai lo stesso, pronto a scattare appena avesse fatto un solo passo nella mia direzione.
«Io... stavo solo mangiando un biscotto» riprese. «E un pezzo di mela».
Addentò la mela senza togliere i chiodi di garofano. Lo sanno tutti che si devono togliere, forse era agitato quanto me. Molto strano.
Impiegò il minuto successivo a liberare la lingua dai chiodini e sputarli sul palmo della mano. Poi aprì la bocca come se stesse sbadigliando, ma era per stirare la mascella. Quei cosi fanno male, ci sono passato anche io.
«Scusa, avevo dimenticato di toglierli. Maledizione».
Sembrava in imbarazzo. Per questo rimasi fermo anche se era il momento ideale per una fuga. Non era un ladro come quelli che fanno vedere in Tv. Avrei voluto vedere che faccia aveva. Purtroppo era fermo in una zona d'ombra.
«Ti starai chiedendo cosa ci faccio in casa tua. Fai bene. Anzi, dovresti metterti ad urlare o scappare via. No no no...» si affrettò ad aggiungere appena mi vide aprire la bocca. «Non sono un ladro e non ti farò alcun male. Sono solo uno stupido, ma questo forse lo hai già capito. Ora me ne andrò e tutto tornerà come prima. Vedi? Non ho preso nulla».
Lo sconosciuto alzò le braccia. Non aveva davvero niente, neanche un marsupio. Risposi con un cenno del capo, scivolando di un altro passo verso la cucina. Per sicurezza.
«Non immaginavo di essere sorpreso da qualcuno. Sono stato fortunato. Ti prego, rispondi solo a una domanda e poi andrò via».
Stavo ancora cercando di capire cosa rendesse fortunato un ladro che è stato sorpreso a rubare, quando fece la domanda.
«Qual è il tuo nome?» disse con un filo di voce.
Perché lo voleva sapere? Sarebbe tornato a cercarmi se avessi raccontato di averlo visto? Eppure sembrava avere più paura di me.
«Ti prego, dimmi: sei Oliver? È questo il tuo nome, vero?» insisté.
Il fatto che mi conoscesse rese quella situazione ancora più strana e spaventosa. Sì, io ero Oliver ed ero al posto giusto, be' più o meno, ma lui chi era? Cosa voleva?
Mancavano solo due passi alla cucina. Così risposi, nella speranza di tenerlo occupato ancora un po', ma solo con la testa. Non avevo intenzione di parlargli. Lui abbassò le braccia in segno di resa.
«È stato bello conoscerti Oliver» rispose, tirando su col naso.
Scelsi quel momento per scattare in cucina. Afferrai il matterello appeso al muro e guardai indietro, nel caso mi stesse inseguendo. Invece andava nella direzione opposta. Imbucò la porta che avevo lasciato aperta e fuggì in strada, saltando la candela.
Non so dire quanto tempo rimasi fermo con il matterello in mano. Cosa dovevo pensare di quello che era successo? E cosa avrei dovuto fare alla fine? Chiamare mamma o mettere tutto a posto e fare finta di niente? Di una cosa ero certo: quell'uomo non era un vero ladro. I ladri non piangono e non si vestono così.
Forse era stupido pensarlo (e di cose stupide ne avevo fatte a bizzeffe quel giorno), ma quello sconosciuto mi ricordò il Re Nero. Era persino scomparso nel buio saltando la fiammella. Mentre cercavo di dare un senso a tutte queste cose, si accese la luce delle scale.
«Oliver, sei tu? Cosa succede?» urlò mia madre preoccupata.


Quel che accadde dopo, preferisco non raccontarlo. Ci sono periodi tenebrosi nella vita di un bambino che non andrebbero mai scoperti. Posso solo dire che i giorni seguenti non furono fra i migliori. Però le tremende punizioni ricevute dalla mamma mi diedero il tempo di pensare. Ancora adesso mi piace considerarla una notte di Yule in ritardo.
Forse quello sconosciuto aveva pensato solo a se stesso, per una volta. Come il Re Nero. La mamma non aveva sporto denuncia, non aveva nemmeno chiamato la polizia. Magari non era un completo sconosciuto. Me lo chiedo ancora e ogni volta rido, perché se lui fosse il Re Nero, allora io dovrei essere il Sole Bambino. Non mi ci vedo. Combino troppi guai per essere un Salvatore.
A volte ripenso a quella favola e a tutte le altre. Non è vero che si diventa adulti quando si smette di crederci. Credo che le favole siano state scritte proprio dagli adulti per raccontare cose che non avevano il coraggio di dire. Non solo per i bambini, ma anche per mamme, papà e amici. Per tutte quelle persone che ci amano, ma con le quali litighiamo e facciamo cose stupide ed egoiste.
Non sono i regali e tutte quelle sciocche tradizioni. È questo il vero senso del Natale.
Il Natale del Re Nero.

venerdì 23 dicembre 2011

Anteprima: LA PRINCIPESSA DI LANDOVER di TERRY BROOKS

Avevo riportato la trama qualche giorno fa tra le anteprime Mondadori, ma finalmente abbiamo anche la copertina: arriva in Italia il 17 gennaio 2012, dopo tre anni di attesa, La principessa di Landover, sesto episodio del ciclo di Landover (dopo Il magico regno di Landover, L'unicorno nero, Mago a metà, la scatola magica di Landover e la sfida di Landover) di uno dei più acclamati autori del panorama fantasy mondiale, Terry Brooks. Protagonista è la principessa Mistaya, quindicenne ribelle che proprio non vuole saperne dei suoi doveri - tanto meno se comportano lo sposalizio con un insopportabile signore delle Pianure. Ma quando scoprirà la minaccia in cui incombe il regno del padre, Mistaya non esiterà due volte a rimboccarsi le maniche mostrando le sue straordinarie doti magiche, che uniscono gli insegnamenti dell’educazione terrestre, gli incantesimi del mago Questor Thews e i sortilegi mortali della Strega del Crepuscolo. Accolto positivamente dai lettori d'oltreoceano (quattro stelle su Goodreads) potrete acquistarlo al prezzo di 19.00 euro per 336 pagine.






Ben Holiday, re del magico regno di Landover, ha dovuto affrontare molte difficoltà e lottare contro numerosi e temibili avversari desiderosi di usurpare il suo trono, ma nessuna prova lo aveva preparato alla sfida più impegnativa: quella con la sua bellissima e cocciuta figlia adolescente, Mistaya. La fanciulla adesso ha quindici anni e il padre l’ha mandata a completare la sua istruzione sulla Terra, in uno dei più severi e prestigiosi college americani. Ma lei mal sopporta la disciplina e la direttrice è costretta a sospenderla. La principessa torna dunque a Landover, determinata a riprendere a ogni costo la sua vera educazione: imparare la magia da Questor Thews, il mago di corte, piaccia o no ai suoi genitori. Quando poi Laphroig di Rhyndweir, uno dei signori delle Pianure, si presenta a corte per chiedere la sua mano, Mistaya, che lo considera un individuo insopportabile, decide che l’unico modo per vivere la sua vita è andarsene da casa. Ma proprio quando per la prima volta è lontana dai suoi abituali amici, il mago di corte e lo scrivano, la nostra protagonista scopre che una grave minaccia incombe sul regno del padre, rischiando di distruggerlo per sempre. Alcune figure indimenticabili, tra cui un formidabile drago, un magico e imperscrutabile “gatto prismatico” e soprattutto un affascinante aiuto-bibliotecario, la affiancano in una serie di emozionanti avventure ricche di colpi di scena.




Terry Brooks
è il più celebre e amato autore di fantasy nel mondo. Nel 1977 esce il suo primo romanzo, La spada di Shannara, che ha dato origine al famoso Ciclo di Shannara, seguito dai nuovi episodi dello stesso ciclo, Le pietre magiche di Shannara, La canzone di Shannara, Il primo re di Shannara. Da allora Brooks ha scritto altri bestseller, tra cui Il ciclo degli eredi di Shannara, Il ciclo di Landover, Il ciclo del Demone, Il ciclo del viaggio della Jerle Shannara, Il ciclo del Druido supremo di Shannara, Il ciclo della Genesi di Shannara. Nel 2008 è stata pubblicata la graphic novel Lo spirito oscuro di Shannara e nel 2011 L’ultimo Cavaliere, primo episodio del nuovo ciclo Le leggende di Shannara. 

Poems (32) Dio in fasce


Si conclude oggi il piccolo speciale Poems dedicato ai componimenti natalizi. Ho cercato di variare un po' con le prospettive da cui vedere questa festività, e dopo la giocosa poesia di Rodari e quella un po' evocativa di Pascoli mi toccava affrontare anche il lato sacro-religioso. Ma, siccome non vogliamo essere mai banali, ho scelto questa bellissima poesia di Federico Garcia Lorca (uno dei massimi poeti spagnoli) rappresentazione del Dio in fasce crocifisso dall'uomo mortale e terreno, che "suda".



Dio in fasce

E così, Dio scomparso, che voglio averti.
Piccolo cembalo di farina per il neonato.
Brezza e materia unite nell'espressione esatta
per amor della carne che non sa il tuo nome.

E così, forma breve d'inefferabile rumore,
Dio in fasce, Cristo minuscolo ed eterno,
mille volte ripetuto, morto, crocifisso,
dall'impura parola dell'uomo che suda.



Chi è l'autore?
Nato a Fuentevaqueros (Granada) il 5 giugno 1898, Federico García Lorca studiò nel 1915-18 legge a Granada dove si laureò nel 1923. Nel 1919 risiedette soprattutto a Madrid. Qui ebbe come amici il professore di storia dell'arte D. Burrueta e il giurista F. de los Ríos che lo incoraggiarono a pubblicare i primi versi (1917) in un giornale di Granada, il musicista M. de Falla, e il gruppo del centro culturale Residencia de estudiantes: Dalí, Guillén, Buñuel, Alberti, Dámaso Alonso, Cernuda, Aleixandre, Salinas, Diego. Profondamente legato alla terra andalusa, scrisse poesia, teatro, musica e dipinse. Con De Falla organizzò il concorso-festa del cante jondo, il canto zingaresco della Spagna meridionale. Nel 1927 espose 24 suoi disegni di impronta post-cubista.
Nel 1928 fondò e diresse «El Gallo», rivista letteraria di Granada di cui uscirono nonostante un discreto successo solo due numeri. Nel 1929-30 fu a New York come studente della Columbia Univesity, poi a Cuba. Nel 1932 il ministero della pubblica istruzione della Repubblica (proclamata l'anno precedente) diede a Lorca e allo scrittore E. Ugarte l'incarico di organizzare un gruppo teatrale universitario, «La Barraca» che, portando i classici nei piccoli centri, doveva con tribuire a rinnovare la cultura del paese. Dopo un viaggio in Argentina e Uruguay, nel febbraio 1936 contribuì con Alberti e Bergamín a fondare l'Associazione degli intellettuali antifascisti: Lorca redige e firma, assieme a Rafael Alberti ed altri 300 intellettuali spagnoli, un manifesto d'appoggio al Frente Popular, che appare sul giornale comunista Mundo Obrero il 15 febbraio, un giorno prima delle elezioni che la sinistra vince di poco. In luglio ricevette un invito dagli Stati Uniti. Il 17 luglio 1936 scoppia l'insurrezione militare contro il governo della Repubblica: inizia la guerra civile spagnola. Il 19 agosto Federico García Lorca, che si era nascosto a Granada presso alcuni amici, viene trovato, rapito e portato a Viznar, dove, a pochi passi da una fontana conosciuta come la Fontana delle Lacrime, viene assassinato. Aveva 38 anni.

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