venerdì 16 dicembre 2011

Il tempio degli Otaku: quarantaduesimo appuntamento "Skyhigh"


A cura di Surymae Rossweisse



Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Tanti dilemmi affliggono il genere umano: domande a cui è stato cercato più volte di dare una risposta – dalla filosofia, o la religione – ma che, in realtà, è impossibile. Chi siamo, perché viviamo, se c'è un Dio (o più di uno), e soprattutto, cosa ci attende dopo la morte. Siccome gli artisti sono specialisti nel prendere le loro fisime e trasformarli in qualcosa di più creativo, questi interrogativi sono stati resi tante, tante volte nelle opere di finzione. Naturalmente i manga non fanno eccezione, e proprio di quello parliamo oggi: di quello che succede quando si muore. Il tutto, per renderlo più appetibile e non noioso, con una bella manciata di horror, che movimenta sempre un po' le acque. Bando alle ciance, quindi, ed ecco a voi “Skyhigh” di Tsutomu Takahashi.

Le morti violente sono, ahimè, all'ordine del giorno. Ma cosa capita alle loro anime? Dipende. Se i loro proprietari si sono suicidati, gli spetta l'inferno, punto e basta. Ma se si è deceduti per omicidio, tutto cambia.
In un luogo simile a uno che visitavano spesso in vita, le anime vengono accolte da una tanto bella tanto inquietante ragazza, Izuko. E' la guardiana dell'oltretomba: spiega alle ignare vittime il loro triste fato e gli chiede cosa desiderano fare del loro spirito. Davanti a loro, tre scelte. La prima, la più facile: dimenticare tutto e ascendere in paradiso, verso una nuova vita. La seconda: non accettare la propria morte e diventare un fantasma. Infine, l'ultima: ritornare sulla Terra per possedere una persona. Praticamente, ucciderla: ed infatti le anime che praticano questa strada finiscono dritte all'inferno. Solo dodici giorni per decidere: voi, che fareste al loro posto?


I personaggi di Skyhigh sono tutti diversi tra di loro
: abbiamo una donna che, nel momento più bello della sua vita, viene tradita dalla propria migliore amica; un piccolo uomo che, dietro ad unico bel gesto, ne nasconde tanti meno dignitosi; una poveretta la cui morte viene scoperta solo giorni dopo; un musicista le cui belle speranze si interrompono improvvisamente; e questi sono solo alcuni. Le loro condizioni di vita – alcuni vivono in un ambiente di puro disagio, altri invece se la cavano meglio - e le persone che li circondano, ammesso che ci siano.  Persone diverse, circostanze di morte diverse. Destinate a non incontrarsi mai (a parte in una storia, l'ultima e la più articolata), l'unica cosa che hanno in comune è Izuko, che però non può assolutamente aiutarli. La morte, insomma, è una cosa che si affronta da soli, in tutte le sue conseguenze.
Ecco, parliamo delle conseguenze, che naturalmente variano a seconda delle storie. Tanto per cominciare, molti non si accorgono neanche di essere morti: camminano per un luogo che conoscono, ed all'improvviso si vedono arrivare questa ragazza che comunica loro la notizia che la loro esistenza è finita. Figurarsi, poi, se sanno chi ha causato tutto questo. Altri, invece, lo sanno fin troppo bene: in una capitolo, addirittura, una ragazza studia con cura la propria morte e le reazioni delle persone a lei vicine, perfettamente a conoscenza delle domande che le porrà Izuko. Quando si dice essere una persona previdente...
Andiamo avanti. Per ragioni di show, non c'è nessuna storia in cui lo/a sventurato/a va direttamente in Paradiso: magari dopo, ma non subito. Altrimenti il capitolo si sarebbe concluso troppo in fretta! Ciò non toglie che alcuni lo facciano veramente, ma dovranno passarne di cotte e di crude prima di decidersi.
Skyhigh Karma 3Essere all'oltretomba, infatti, non significa non soffrire. Lo scopo della seconda scelta, diventare dei fantasmi, è praticamente quello: osservare, senza mai essere visti, come la vita vada avanti senza di loro. Magari l'assassino di turno gira pure a piede libero, godendo di tutte quelle cose di cui un fantasma non potrà mai più usufruire.
Per quanto riguarda la terza scelta, il dolore dipende dal singolo. Capita spesso che le persone che in vita erano miti e sottomesse diventino le più feroci: accecate dalla vendetta, incoscienti che non solo verranno dannate in eterno, ma stanno commettendo lo stesso errore di coloro che hanno fatto cessare la loro esistenza. Alcuni alla fine si ritroveranno insoddisfatte dalla cieca violenza – in fondo, il danno è fatto – ma altre ci si abitueranno con una fretta sorprendente.
Nei limiti del possibile, però, un'altra possibilità c'è per tutti. Izuko sarà anche fredda, ma cerca sempre di indirizzare – ma non può assolutamente influenzare le anime: le sue devono essere soltanto constatazioni – verso la reincarnazione. Alcuni, stremati dalle sofferenze, cedono quasi subito. Con la sorpresa del lettore, però, altri sono titubanti: hanno paura. Meglio la non esistenza del fantasma che sottoporsi ai travagli di un'altra vita. Non è garantito, infatti, che sarà migliore della precedente: chissà, magari sarà pure peggio. Ad esempio una ragazza – la previdente di poco prima, se vi può interessare – chiede ad Izuko: “E se anche la prossima volta vivo una vita infernale?”. La laconica risposta: “Allora ci incontreremo di nuovo.”
Skyhigh Karma 6Spesso, però, anche in vita le vittime erano tormentate. L'esempio cardine è quello di un uomo nel primo volume: tutti pensano che sia un eroe perché è morto per salvare una ragazza aggredita, ma in realtà quello era il suo unico gesto positivo in una vita di perversione e di mediocrità. Tutto questo riconosciuto da lui stesso: quando vede la mamma addolorata per la sua perdita le chiede di perdonarlo.
Oppure la drammatica storia del secondo volume, composta da una gravidanza indesiderata, un padre che conosce l'esistenza della figlia quando è troppo tardi, e tanto, tanto degrado. A proposito di degrado, anche una delle prime storie non scherza: la protagonista, pur di farsi accettare da qualcuno, viene in contatto con una banda di delinquenti. Ovviamente, però, le cose finiscono male: per lei e per il ragazzo che amava, ricambiata. Più in generale, comunque, il principale motivo di sofferenza dei protagonisti è la solitudine: ma, dice Izuko, “La vita non è una lotta contro la solitudine”.
Adesso è giunto il momento di parlare di lei, non credete? Bisogna dire che fa il suo effetto, sin dalle prime battute: è misteriosa ed anche un po' inquietante, eppure non si può negare che abbia un certo fascino. Non parlo di fisico, ma come personaggio. All'apparenza niente può scalfirla, eppure di tanto in tanto mostra un lato caldo, che sarebbe quasi tenero se non si parlasse di argomenti così cruenti. Inflessibile con i peccatori, con alcuni invece è stranamente pietosa, come ad esempio consiglia ad alcuni di non vedere cosa sta succedendo alle persone che hanno lasciato. Nell'ultima storia poi si apre totalmente, rivelandoci la sua triste non-vita: dovete sapere che lei è...

Skyhigh Karma 8...Ci siete cascati, eh? Dai, ormai lo sapete: non faccio mai spoiler – o almeno ci provo. Spostiamoci su un tema più neutro: il tratto di Tsutomu Takahashi. All'inizio può non piacere: sembra rozzo. Ad un secondo sguardo, però, ci si accorge che è l'esatto contrario: i retini sono usati in maniera sapiente; le tavole sono dettagliate, anche grazie alle ottime ombreggiature – non è da tutti rendere bellissima una semplice scalinata. Le proporzioni sono azzeccate e la costruzione delle tavole è accattivante. E' proprio vero che le apparenze ingannano!

E con oggi è tutto, cari amici. Arrivederci la prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

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