
Voto: 








Il libro che vi presento oggi è La bambola di vetro, scritto dalla giovane siciliana Teresa Di Gaetano che ci ha concesso un'intervista non molto tempo fa e che potete trovare a questo link.
Questo piccolo romanzo fantasy di appena cento pagine narra la storia di un giovane ragazzo di nome Reinhold, che, desideroso di vivere avventure, parte per un viaggio. Dopo varie mete le sue aspettative rimangono però deluse e, proprio quando decide di tornare a casa, si verificano una serie di eventi che ai suoi occhi prendono le fattezze di "segnali", e che lo incoraggiano a darsi un'ultima possibilità. Ed è così che arriva a Wachtershauser, dove farà la conoscenza di un vecchio scrittore di nome Tom. Dopo una conversazione veloce, Rei decide di leggere il libro scritto da Tom, "Stelle di vetro", e da quel momento il suo soggiorno prenderà una strana piega. Infatti il libro, dalla copertina rossa, sembra in qualche modo collegato all'oscuro passato dello scrittore che, a sua volta, sembra avere qualcosa a che fare con la vera natura di Rei.
Lo stile del romanzo è abbastanza scorrevole, il linguaggio molto semplice e i capitoli piuttosto brevi. Queste sono le uniche note positive del libro, visto che ho trovato la lettura piuttosto deludente e, mi duole dirlo, noiosa.
Fin dalle prime pagine vengono presentate scene che sembrano appartenere alla sfera onirica, tanto queste appaiono strane e, a volte, poco reali. A ciò si aggiunge il fatto che i luoghi e i personaggi sono descritti in maniera piuttosto superficiale o, addirittura, ci sono volte in cui le descrizioni sono del tutto assenti.
Ma ciò che mi ha reso più difficoltosa la lettura è stata la sensazione di disorientamento che mi ha accompagnato durante tutto il corso del libro. Una sensazione nata non solo dalla massiccia presenza di nomi ( a volte appartenenti a personaggi che non compaiono proprio, ma vengono solo menzionati ) ma anche dal passaggio di una scena all'altra in modo improvviso all'interno di uno stesso capitolo, o dal modo in cui, sempre all'inizio dei capitoli, il lettore viene fatto precipitare all'interno di un'azione già in fase di sviluppo, quasi come se l'autrice avesse avuto sempre in mente di concludere il romanzo in cento pagine, e quindi cercasse di concentrare tutto nel minor numero di spazio possibile (eliminando di conseguenza le descrizioni e le introduzioni dei luoghi).
Inoltre una cosa che mi ha colpito, sempre in senso negativo purtroppo, è il finale che non esiste. Se leggeste il libro potreste anche pensare che magari quello che avete fra le mani sia il pezzo centrale di una trilogia, e non un romanzo auto conclusivo. Tutto ciò perchè spesso certe situazioni e certi personaggi vengono dati per scontati, come se l'autrice ne avesse già parlato nelle pagine precedenti ( che però di fatto non contengono niente di tutto questo ) o perché, quando vi ritroverete a girare l'ultima pagina, vi accorgete che il romanzo termina proprio sul vivo dell'azione.
Per di più ( cerco di dirvelo senza anticiparvi niente nel caso in cui aveste intenzione di leggere il libro ) capita che i personaggi vengano a conoscenza di verità piuttosto strane e che le accettino senza fare una piega, cosa che ha contribuito a rendere il romanzo del tutto irreale.
In definitiva, ricordandovi che il mio è un parere del tutto personale, "La bambola di vetro" è un libro che senza dubbio gode di una trama interessante e che, se sviluppata in modo adeguato, potrebbe trasformare il libro in un gran bel capolavoro degno di tale nome
Bè... il fatto che i dialoghi fossero così presenti nel testo con la loro liricità per mettere al centro i sentimenti, attorno ai quali ruota poi tutta la storia rendono il romanzo non solo coerente dalla prima all'ultima riga, ma regalano momenti di autentica poesia al testo. Non ci sono pagine e pagine di noiose descrizioni. Al lettore viene lasciata la libertà di immaginarsi la scena visivamente subito. E sì... ho descritto dei mondi appartenenti alla sfera onorica, perchè è tutto una serie di flashback che vengono dal passato. Rey rivive su di sè i sentimenti che furono di altri, soffrendo. La storia è originale e mai sentita e, questo, è un altro bel pregio del libro. Senza contare la profondità del testo. Nulla è lasciato al caso. Insomma, ci sarebbe stato tutto questo e molto altro da aggiungere ai pregi del libro.
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