lunedì 28 febbraio 2011

Sondaggio namber for - Autori italiani o stranieri?

Conclusosi ieri, il sondaggio di questo mese ha rivelato una sconcertante sorpresa: la maggioranza dei votanti (31%) ha dichiarato di non essere influenzato dalla pubblicità! E quelle copertine gotiche, bellissime, artisticamente stupende, non tentano forse i vostri occhi e il vostro cuore di lettori? Anche quella è pubblicità ;).
Un confortante 17% si è guardato dentro molto attentamente ed ha ammesso che sì, la pubblicità lo influenza molto (un solo coraggiosissimo lettore ha risposto "moltissimo"), mentre il 34% (the winners!!) e il 14% hanno scelto di non sbilanciarsi: rispettivamente "così così" e "poco".
Lasciandoci alle spalle questo urticante argomento (almeno per me... non vi dà fastidio che le vostre scelte vengano in qualche modo pilotate dalla pubblicità?) passiamo al sondaggio di questo mese: autori italiani vs. autori stranieri.
La letteratura, si sa, è vasta. Gli autori sono migliaia, forse per la maggior parte stranieri -americani, soprattutto- ed è vero che puntiamo soprattutto su di loro loro. Io per prima prendo per le pinze alcuni romanzi italiani (siamo riusciti a creare un mostro come Moccia... ma è anche vero che l'America ha generato la Lisa Jane Smith, acclamata autrice della saga I diari del vampiro). Quali sono le motivazioni? Perché gli italiani nell'immaginario collettivo vengono svalutati rispetto ai colleghi stranieri? Le risposte potrebbero essere tante.

- Ci fondiamo sul mito diffuso che italiano = scadente. Fare di tutta l'erba un fascio è un crimine, ma dobbiamo ammettere che, per esempio, la tradizione fantasy del nostro paese non è molto radicata, o non raggiunge i livelli di altri autori stranieri . Gli esordienti sono tanti, ma quanti di questi potrebbero finalmente portare il fantasy italiano a guadagnarsi un posto di rispetto nella letteratura internazionale? (chissà, io ho quasi finito Sopdet e Lara Manni mi sembra un esempio molto interessante).  Di contro, i migliori risultati si hanno probabilmente nel campo più generale della narrativa o nei gialli-thriller, grazie ad autori come Eco, Camilleri, Saviano e in una misura contenuta anche Baricco, che però si dimostra uno scrittore piuttosto claudicante nella qualità dei suoi libri.

- Gli autori italiani non vengono pubblicizzati come quelli stranieri. Fatta alcuna rara eccezione, se vi guardaste attorno in libreria scoprireste che molta pubblicità viene riservata agli autori stranieri... e gli italiani? Salvo i nomi che ho fatto prima, non vediamo mai un italiano osannato e pubblicizzato nello stesso modo... tanto meno se è un esordiente (a meno che non abbia vinto il Premio Strega, ovviamente).

- Non ci sono molti romanzi italiani nelle librerie. E' possibile che per un italiano la via per la pubblicazione, nel nostro paese, sia molto più ostica rispetto a quella di uno straniero in Italia? Si acquistano i diritti di migliaia di autori stranieri l'anno. Libri che, avendo già avuto successo all'estero, lo avranno indubbiamente anche qui (risultato scontato, d'altronde, visto il quantitativo di pubblicità che se ne farà...). Nella politica delle case editrici sembra più fruttuoso pubblicare un libro straniero che un italiano, quindi per noi non c'è spazio.Mi rifiuto di pensare che il talento degli italiani sia minore di quello di americani & co. Penso invece che non abbiamo le possibilità di emergere. Penso che molti autori, di cui non conosciamo il nome, il viso e le capacità, siano vittime di tempi di attesa troppo lunghi e di chissà cos'altro. A questo proposito, vi rimando ad un interessante articolo sul noto blog di Gamberetta, letto per caso poco tempo fa. Per quanto dura e amara, questa è la verità per cui l' italiano desta perplessità -per lo meno nell'ambito del fantasty, di cui parlavo nel punto sopra-.

Anche molti stranieri però sono scadenti, ce ne sono a bizzeffe. Ma ripeto, è il numero che fa la differenza. Andate nello scaffale dei libri horror-fantasy della vostra libreria preferita e contate il numero degli autori italiani... Quanti sono rispetto agli stranieri? Due? Tre?

E così si giunge finalmente alla domanda del sondaggio. Mi piacerebbe che argomentaste la vostra risposta lasciando un commento, e mi piacerebbe che mi sorprendeste un'altra volta quando, il prossimo mese, chiuderò il sondaggio (magari sono io troppo pessimista!): preferite gli autori italiani o quelli stranieri?

3 commenti:

  1. Io preferisco gli stranieri, così come nella musica...in particolari gli angloamericani e i giapponesi. Hanno tante caratteristiche che non trovo nella maggior parte degli italiani, sia nello stile che nell'articolazione di trame piacevoli o interessanti. Non è sempre la regola, ma spesso trovo sia così ;)

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  2. Dipende dallo scrittore però...in genere però il numero dei libri stranieri che mi piace è sempre superiore a quello dei libri italiani. Hanno uno stile e un modo di creare i personaggi diverso da quelli italiani... non so... è come se gli autori italiani fossero ancora richiusi in vecchi schemi da seguire mentre gli stranieri no.

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  3. Sai Flavia, sembra che questa sia proprio una nostra prerogativa, testimoniata addirittura dal punto di vista storico! Siamo sempre ancorati alle nostra tradizioni... studiando la letteratura italiana, ti accorgerai che, anche accogliendo i movimenti più innovativi, ci distinguiamo per una certa moderazione influenzata dalla nostra sempiterna cultura classicista... in europa arriva il rinascimento? ok, lo accogliamo, però ci mescoliamo anche un po' di illuminismo (tanto che alcuni dicono che il romanticismo in Italia nemmeno ci sia mai stato, visto la piega razionale che prese!). I poeti francesi vivono da maledetti emarginati dalla società? Noi li imitiamo con la scapigliatura... che non è certo un movimento così radicale come fu quello dei bohemien! Insomma, sembra sempre che vogliamo mettere le mani davanti per non uscire troppo dai canoni... sarà genetico?

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