Per la quarta puntata di By the Keyhole, la rubrica dedicata ai classici che vi propone un brano di uno di essi ("spiati", per così dire, dal buco della serratura) ho deciso di presentarvi un libro che colpì profondamente l'immaginazione della "me" quattordicenne... tanto che scrissi una storia ispirata a questo romanzo.
Emma è una ragazza di campagna che, come tutte le ragazze vissute nella seconda metà del XIX secolo, aspetta solo di sposarsi... Dopo, sarà una signora. La sua vita sarà brillante, emozionante... O forse no? Andata in sposa ad un comune medico borghese che, per quanto onesto, buono e sempliciotto, manca di fascino e non spicca certo per intelligenza, Emma scoprirà che la vita dopo il matrimonio non è come si aspettava... Come sopperire allora alla noia della campagna, al peso di vivere, alla presenza insopportabile della piccola figlia e del marito?
Gli amanti sono il passatempo preferito della giovane Emma. In ognuno di loro ella crede di vedere l'amore vero, quello che era convinta avrebbe trovato nel legittimo consorte. Ma il vuoto della ragazza non è così facile da colmare... e l' intemperanza, il carattere volubile e l'egoismo concluderanno la sua vicenda con un triste epilogo. Avete capito di chi stiamo parlando? Ovviamente di...
Madame Bovary.
Qual è la trama?
Charles Bovary sposa Emma Rouault, figlia di un ricco agricoltore normanno. Donna sensibile e romantica, la giovane si annoia ben presto a languire a contatto con la vita che si svolge nel gabinetto medico del marito, nel villaggio di Tostes.
Un ballo al castello della Vaubyessard le rivela che un'altra vita, lussuosa ed appassionata, è possibile. Deperisce, e Charles le fa cambiare aria, a Yonville.
Emma va incontro ugualmente a disgusto, noia, depressione, fino a che s'innamora di Léon giovane di studio di un notaio, che tuttavia parte per Rouen; diventa allora l'amante di Rodolphe, un cinico dongiovanni che si stanca rapidamente dei suoi modi esaltati e romantici. Abbandonata, si getta in una vita disordinata, ritrova Léon, di cui ritorna amante, si indebita e...
Un romanzo dallo stile esemplare che costò a Flaubert (1821-80) un processo con l'accusa d'avere offeso la morale pubblica.
« Ma una donna ha continui impedimenti. A un tempo inerte e cedevole, ha contro di sé le debolezze della carne e la sottomissione alle leggi. La sua volontà, come il velo del suo cappello tenuto da un cordoncino, palpita a tutti i venti, c'è sempre un desiderio che trascina, e una convenienza che trattiene. »
Mi sono spesso trovata nella condizione di dover discutere con altre donne a proposito di un personaggio come Emma -su coloro che l'hanno superficialmente giudicato un romanzo noioso, invece, non spendo nemmeno una parola-. Vista per lo più come un esempio di immoralità, capricciosa e viziata, ho dovuto più volte ribattere che Emma è, prima di tutto, una ragazza sola. Emma è vittima di un tempo in cui non c'era spazio per l'amore e in cui il matrimonio era l'unica via di fuga per non pesare sulle spalle dei genitori e per "uscire di casa". Emma non sa cosa sia la vita: è una ragazza come tutte le altre che ha smania di vivere intensamente. Vuole solo scoprire che c'è di più là fuori che un marito scialbo e una figlia che, purtroppo, non ama -ma anche questa è la conseguenza di una società in cui una donna era in dovere di partorire figli maschi... così che nella bambina Emma non trova nessun riscatto alla propria esistenza-. Emma non vuole rinchiudersi dentro un rettangolino che hanno confezionato per lei. Non vuole essere una donna perfetta, vuole semplicemente... essere una donna! Puntarle il dito contro è, a mio avviso, solo un'ostentazione di perbenismo e moralismo... Pensare che non ci si troverà mai nella vita ad affrontare un "momento Emma" è pura presunzione o illusione. Come si dice? Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E' straordinario, invece, che il ritratto di una donna simile sia stato dipinto da un uomo... Flaubert, come avete letto, fu addirittura processato per questo romanzo. Ma senza la nostra Madame Bovary, senza il grido d'orgoglio di una condizione femminile penosa e sottomessa... saremmo davvero così "libere" al giorno d'oggi?
Gustave Flaubert
Gustave Flaubert nacque a Rouen nel 1821, secondogenito dei tre figli del chirurgo primario di Rouen. Gustave cominciò a scrivere fin dall'adolescenza. Nel 1836 sulla spiaggia di Trou ville incontrò Elise Foucault (una ragazza sposata con un tale Schlésinger), oggetto della grande e mai soddisfatta passione della sua vita, che gli ispirerà poi "L'educazione sentimentale". Nel 1840 si iscrisse alla facoltà di legge a Paris, ne seguì i corsi con scarso impegno, preferendo frequentare gli ambienti letterari e artistici. Colpito da una grave malattia nervosa, tornò a Rouen. Dopo la morte del padre e della sorella (1846) si stabilì con la madre e con la nipote nella casa di campagna di Croisset. Qui dimorò quasi sempre, tranne che per brevi soggiorni invernali a Paris e per alcuni viaggi all'estero.
Nel 1846 conobbe la scrittrice Louise Colet. La relazione, dopo i fervori dei primi tempi, continuò con incontri saltuari e con una abbondante corrispondenza fino alla rottura del 1855. Era a Paris durante la rivoluzione del 1848 cui assistette. Negli anni 1849-1851 viaggiò insieme con l'amico Maxime du Camp, in medioriente, grecia e italia. Nel 1857 è il processo per "Madame Bovary". La guerra franco-prussiana lo costrinse a lasciare momentaneamente Croisset. Questa guerra e gli avvenimenti della Comune ebbero gravi conseguenze sulla sua salute nervosa. Nel 1872 gli morì la madre. Nel 1875 per salvare dal fallimento il marito della nipote, vendette tutte le proprietà e si ridusse a vivere con gli scarsi proventi del suo lavoro di scrittore. Negli ultimi tempi accettò, con riluttanza, una modesta pensione governativa. Morì a Croisset nel 1880.
[Fonte: www.riflessioni.it]
Il brano.
Il brano che ho scelto è uno dei tanti che denudano l'anima della nostra eroina. Il marito, Charles Bovary, medico e chirurgo, è stato travolto dalla colpa e dalla vergogna di aver operato male il piede storto di un contadino, tanto da renderne necessaria l'amputazione. L'uomo è immerso in funesti pensieri -si vede già rovinato-, mentre la moglie è invece coinvolta in altre considerazioni.
Gustave Flaubert nacque a Rouen nel 1821, secondogenito dei tre figli del chirurgo primario di Rouen. Gustave cominciò a scrivere fin dall'adolescenza. Nel 1836 sulla spiaggia di Trou ville incontrò Elise Foucault (una ragazza sposata con un tale Schlésinger), oggetto della grande e mai soddisfatta passione della sua vita, che gli ispirerà poi "L'educazione sentimentale". Nel 1840 si iscrisse alla facoltà di legge a Paris, ne seguì i corsi con scarso impegno, preferendo frequentare gli ambienti letterari e artistici. Colpito da una grave malattia nervosa, tornò a Rouen. Dopo la morte del padre e della sorella (1846) si stabilì con la madre e con la nipote nella casa di campagna di Croisset. Qui dimorò quasi sempre, tranne che per brevi soggiorni invernali a Paris e per alcuni viaggi all'estero.
Nel 1846 conobbe la scrittrice Louise Colet. La relazione, dopo i fervori dei primi tempi, continuò con incontri saltuari e con una abbondante corrispondenza fino alla rottura del 1855. Era a Paris durante la rivoluzione del 1848 cui assistette. Negli anni 1849-1851 viaggiò insieme con l'amico Maxime du Camp, in medioriente, grecia e italia. Nel 1857 è il processo per "Madame Bovary". La guerra franco-prussiana lo costrinse a lasciare momentaneamente Croisset. Questa guerra e gli avvenimenti della Comune ebbero gravi conseguenze sulla sua salute nervosa. Nel 1872 gli morì la madre. Nel 1875 per salvare dal fallimento il marito della nipote, vendette tutte le proprietà e si ridusse a vivere con gli scarsi proventi del suo lavoro di scrittore. Negli ultimi tempi accettò, con riluttanza, una modesta pensione governativa. Morì a Croisset nel 1880.
[Fonte: www.riflessioni.it]
Il brano.
Il brano che ho scelto è uno dei tanti che denudano l'anima della nostra eroina. Il marito, Charles Bovary, medico e chirurgo, è stato travolto dalla colpa e dalla vergogna di aver operato male il piede storto di un contadino, tanto da renderne necessaria l'amputazione. L'uomo è immerso in funesti pensieri -si vede già rovinato-, mentre la moglie è invece coinvolta in altre considerazioni.
Di tutto per amarlo...*
Emma, di fronte a lui, lo
guardava; non condivideva la sua umiliazione, altri sentimenti la dominavano:
si domandava come avesse potuto pensare che un uomo simile valesse qualcosa,
quando già tante volte aveva avuto modo di rendersi conto della sua assoluta
mediocrità.
Charles adesso andava su e giù
per la stanza, facendo scrocchiare le scarpe sul pavimento di legno.
«Siediti» disse Emma. «Mi dai ai
nervi.»
Ma come aveva potuto (lei che era
così intelligente) ingannarsi ancora una volta? E poi, per quale deplorevole mania distruggeva
così la propria esistenza con continui sacrifici? Rammentò tutte le sue
aspirazioni a una vita lussuosa, le frustrazioni dell'anima sua, le meschinità
del matrimonio, della vita di tutti i giorni, i sogni caduti nel fango come
rondini ferite, i desideri, le rinunce, tutto quello che avrebbe potuto avere!
E per che cosa? Per che cosa?
Nel silenzio in cui era immerso
il villaggio, un grido straziante attraversò l'aria. Bovary divenne pallido
come un morto. Emma aggrottò le sopracciglia nervosamente e tornò a immergersi
nei propri pensieri. Lo aveva fatto per lui, per questo individuo, per
quest'uomo che non capiva niente, privo di ogni sensibilità. Rimaneva lì,
infatti, tranquillissimo, senza rendersi conto di aver coinvolto anche lei nel
ridicolo di cui si era coperto. Lei aveva fatto di tutto per amarlo, e si era
pentita, aveva pianto, per avere ceduto a un altro.
«Forse era un piede valgo»
esclamò d'improvviso Bovary, immerso nei propri pensieri.
Allo choc imprevedibile di questa
frase caduta sulle sue riflessioni come una palla di piombo su un piatto d'argento,
Emma, trasalendo, alzò il capo, senza rendersi conto di quel che aveva voluto
dire il marito; si guardarono in silenzio, quasi sbalorditi di vedersi, tanto
le rispettive meditazioni li avevano portati lontano l'uno dall'altra. Charles
la osservava con lo sguardo torbido di un ubriaco, ascoltando, immobile, le
ultime grida dell'amputato che si susseguivano con modulazioni strascicate
rotte da urla acute, simili al lamento lontano di una bestia sgozzata. Emma si
mordeva le labbra livide e rigirava fra le dita un frammento di madrepora che
aveva staccato, fissando su Charles sguardi infuocati, come frecce di fuoco
pronte a trafiggerlo. Tutto di lui adesso la irritava, il viso, l'abito, quello
che non diceva, il suo atteggiamento, la sua esistenza. Si pentiva, come di un
delitto, della fedeltà di un tempo, e ciò ch'era rimasto della sua virtù
crollava ormai sotto i colpi furiosi dell'orgoglio. Gioiva di tutte le perfide
ironie che l'adulterio suggerisce. I ricordi dell'amante tornavano a lei con
suggestioni vertiginose che sommergevano la sua anima spingendola verso di lui
con nuovo entusiasmo; e Charles gli appariva così distaccato ormai dalla sua
vita, lontano per sempre, fuori della realtà e addirittura annientato come se
stesse per morire, come se stesse agonizzando sotto i suoi stessi occhi.
Si sentì un rumore di passi sul
marciapiede. Charles guardò e scorse, attraverso le persiane abbassate, vicino al
mercato, in pieno sole, il dottor Canivet che si asciugava la fronte con il
fazzoletto. Dietro di lui veniva Homais; portava una grande scatola rossa ed
entrambi si dirigevano verso la farmacia.
Charles, preso da un'improvvisa
tenerezza e dallo scoraggiamento, si voltò allora verso la moglie dicendole:
«Dammi un bacio, cara!»
«Lasciami stare!» fece lei rossa
di collera.
«Che cos'hai? Ma che cos'hai?»
egli ripeté stupefatto «Calmati, cerca di riprenderti! Sai che ti amo!...
vieni!»
«Basta!» gridò lei esasperata.
E, uscendo di corsa dal salotto,
Emma sbatté la porta tanto forte che il barometro cadde dal muro e si infranse sul
pavimento.
Charles si lasciò cadere nella
poltrona, stravolto, domandandosi che
cosa potesse avere sua moglie, paventando una malattia nervosa,
piangendo; percepiva vagamente intorno a sé qualcosa di funesto e di incomprensibile.
La sera, quando Rodolphe giunse
in giardino, trovò l'amante che l'aspettava in fondo alla scala, sul primo gradino.
Si strinsero fra le braccia con passione e ogni risentimento si sciolse come
neve al calore dei loro baci.
*: Il titolo del brano è ovviamente arbitrario.
Filmografia.
Il romanzo Madame Bovary è stato adattato per il grande schermo parecchie volte, a partire dalla versione del 1933 di Jean Renoir. È stato anche l'argomento di una quantità di "mini-serie" televisive o sceneggiati per lo stesso mezzo di comunicazione di massa. Il più considerevole fra questi adattamenti rimane la Madame Bovary cinematografica del 1949, prodotta dalla MGM. Diretto da Vincente Minnelli, aveva come protagonisti Jennifer Jones nel ruolo principale, e co-protagonisti James Mason, Van Heflin, Louis Jourdan, e Gene Lockhart. Nel 1969,Edwige Fenech interpreta Emma Bovary nel film italo-tedesco: I peccati di Madame Bovary. Un adattamento cinematografico molto fedele al romanzo è invece quello del 1991 di Claude Chabrol, al contrario della produzione russa del film Salva e custodisci di Aleksandr Sokurov(1989) che si ispira al libro di Flaubert, ambientandolo però in Russia, modificando i tratti di alcuni personaggi del romanzo e sottolineando l'erotismo degli incontri della protagonista con i suoi amanti. Vi fu pure, nel 2000, un adattamento televisivo per il Masterpiece Theatre (Teatro del capolavoro), che vedeva come interpreti Frances O'Connor e Hugh Bonneville. Nel 1997 è stato trasposto in manga (fumetto giapponese) dalla mangaka Yumiko Igarashi,un manga erotico dedicato ad un pubblico femminile,facente parte degli Shojo manga(per donne).
[Fonte: Wikipedia]
Hey bel lavoro, complimenti! L'articolo è fantastico, ho letto Madame Bovary anni fa ma mi hai fatto rivevere quei momenti!!
RispondiEliminaGrazie Glinda ^^ Faccio un gran fatica ogni volta che pubblico una puntata di questa rubrica, c'è dietro il lavoro di un paio d'ore XD
RispondiEliminaArticolo come sempre interessantissimo. Altro grande classico imperdibile.
RispondiEliminaGrazie Anonimo!
RispondiElimina(Eh, ora lo so chi sei! XD)