Parigi 1935. Ai piedi della cattedrale di Notre-Dame, quaranta uomini distesi a terra sono in attesa di essere ordinati sacerdoti. Tra questi c’è Vango, diciannove anni, un passato avvolto nel mistero e un futuro altrettanto incerto, perché – un attimo prima che la cerimonia abbia inizio – la polizia fa il suo ingresso al sagrato della chiesa per arrestarlo.
Ma quale crimine ha commesso? Vango non lo sa e scappa arrampicandosi su per la facciata e le torri della cattedrale. La polizia però non è la sola ad interessarsi al ragazzo, c’è anche una giovane donna che segue con trepidazione la fuga, così come un uomo dall’aspetto losco che apre fuoco contro di lui. Vango, arrivato in cima alla chiesa, riesce a scappare grazie allo Graf Zeppelin del comandante Eckener, venuto a Parigi per seguire la sua ordinazione. Scampato all’arresto, il ragazzo prova a mettersi in contatto con il suo mentore, padre Jean, e scopre di essere accusato proprio dell’assassinio del sacerdote.
Chi trama alle spalle di Vango? Chi è Vango in realtà? Cresciuto nelle isole Eolie, dove era misteriosamente approdato a tre anni insieme alla sua nutrice, Mademoiselle, che lo ha amato come un figlio, proteggendolo dal suo stesso passato, le sue solo certezze sono il nome, Vango Romano, e un fazzoletto con ricamate una V dorata e la frase Combien royaumes…nous ignorent…
Attorno a Vango ruotano personaggi storici come Hugo Eckener, il capitano del Graf Zeppelin, e altri di fantasia come Zefiro, il monaco a capo del convento segreto dell’isola di Alicudi, o la Talpa, una ragazzina ebrea di buona famiglia che condivide con Vango il gusto per l’indipendenza e le notti all’aperto sui tetti di Parigi. Poi c’è Ethel, scozzese ricca, giovane e profondamente innamorata di lui. Per finire ci sono i nemici, terribili, spietati, uno per tutti: Stalin! Proprio lui: il dittatore sovietico in persona.
Voto:
“Ci sono porte chiuse che non si vedono nemmeno più, tanto si ha paura
di aprirle. Porte davanti alle quali si sono spinti mobili, porte con le
serrature bloccate da una gomma. Soltanto i bambini andranno forse a curiosare,
camminando a quattro zampe, per scoprire che cos’è quella lama di luce rossa
che filtra da sotto la porta, chiedendo che cosa c’è dietro. Ma Vango era
sempre stato spaventato da quella luce. E aveva preferito andare a prendere il
sole all’aperto.”
Stiamo un po’ perdendo la
concezione del “libro per ragazzi”, quello destinato ad una fascia d’età
compresa tra i 14 e i 18 anni. Loro, preferiamo adesso chiamarli “giovani
adulti” e indirizzarli verso una tipologia di romanzi… possiamo definirli “più
evoluti”? Più adatti alle esigenze di una generazione diversa, dove la
componente erotica deve necessariamente farsi sentire.
Per questo motivo Vango
rappresenta un genere “nuovo”, dove non solo possiamo riscoprire il libro
per ragazzi, ma anche quello di avventura –senza dimenticare che una volta
entrambi i generi erano collegati-.
Ma chi è Vango?
Ecco, questa è una domanda cui è
molto difficile rispondere. In realtà non lo sappiamo, e non lo scopriamo
nemmeno durante il corso del libro. Vango è prima di tutto un ragazzo di
diciannove anni che non conosce le sue origini. Sta per prendere i voti una
mattina parigina del 1934 presso Notre-Dame, quando, prima che abbia il tempo
di accorgersene, uno stuolo di poliziotti
irrompe durante la cerimonia. Vango non ne conosce il motivo ma decide
istintivamente di scappare, proprio mentre un uomo misterioso gli punta addosso
una pistola e spara verso la sua direzione, mancandolo di un soffio. E Vango
fugge. Fugge per tutto il libro, senza un attimo di tregua, senza sapere di chi
fidarsi. La storia si snoda attraverso
una serie di misteri, di personaggi “x”, di interrogativi non soddisfatti. Il
mondo di Vango è popolato da individui fittizi, affascinanti e abbastanza ben
disegnati.
Il personaggio forse più
memorabile e meglio descritto è Ethel:
giovane e avvenente scozzese, innamorata di Vango, indomabile e coraggiosa,
trascorre tutto il libro alla ricerca di quell’ amore mai veramente sbocciato e
che non vede da anni.
Ma non è lei l’unica donna di
Vango. Mademoiselle, la bambinaia
francese che lo ha allevato fino a quattordici anni dopo che, insieme al
piccolo Vango, era stata raccolta sulle
coste delle isole Eolie reduce da un naufragio, è una figura materna e
dolce. Ma anche La Talpa ,
misteriosa ragazzina ebrea di soli quindici anni, sfuggente e claustrofobica,
ma anche incredibilmente furba.
E se i personaggi femminili hanno
personalità così forti, molti di quelli maschili non sono da meno.
Primo tra tutti Zefiro, il monaco
che dirige un “monastero invisibile” nascosto tra le fronde di Arkudah, il nome
arabo per Alicudi. Ma anche Hugo Ekner, capitano del Graf Zeppelin, il lussuoso
dirigibile tedesco su cui vertono sospetti e pericoli proprio a causa del suo
ribelle proprietario. Il regime nazista è
infatti sempre più minaccioso, le leggi contro i disertori e gli ebrei si
moltiplicano ogni giorno. In realtà, l’elemento anti-semita non è così
imperante all’interno del romanzo. Ci sono alcuni accenni, ma è soprattutto la
repressione contro gli stessi tedeschi defezionisti ad avere un ruolo
attraverso la figura di Ekner. I
personaggi e le ambientazioni, sempre diversi, si snodano capitolo dopo
capitolo, rivelando una rete fitta che si districherà… solo nel prossimo
libro!
Sullo sfondo dell’ Europa degli
anni ’30, Timotheé de Fombelle disegna una storia
accattivante e coinvolgente, adattabile anche ad un pubblico adulto.
Il romanzo, però, forse proprio
per la volontà dell’autore di adattarsi al carattere dei propri personaggi,
appare un poco “fuggevole”. Si ha l’impressione di non riuscire ad inquadrare
con la dovuta dovizie di particolari tutte le figure del romanzo, a cominciare
dal protagonista, di cui, oltre a non sapere niente – ma, d’altronde, potremmo
definire Vango anche un libro di
formazione e di scoperta- non conosciamo i sentimenti e le emozioni in prima
persona. Mentre leggiamo i punti di vista di tutti i personaggi, quello di Vango ci è quasi sconosciuto. Ciò non
toglie valore al romanzo, che non affronta l’ambientazione storica con
prolissità e pesantezza, ma la lascia solo intuire. Inoltre, probabilmente
proprio perché si tratta di un libro per ragazzi, le descrizioni sono molto poche. Questo rende la narrazione più
snella e lascia molto spazio alle parti “avventurose”.
In conclusione, l’autore si è
premurato di eliminare tutto quello che poteva rendere la storia noiosa per un
ragazzo. Il risultato è molto buono ed
apprezzabile, tanto che ho deciso di conferire un voto di quattro stelline
su cinque. Ma mi piacerebbe leggere Fombelle anche in una versione per adulti,
in modo da apprezzare le sue qualità a tutto tondo.
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