venerdì 11 febbraio 2011

Il tempio degli Otaku... Terzo appuntamento "Mobile Suit Gundam"


Scritto da Surymae Rossweisse

 Salve a tutti! Lo avevo accennato la settimana scorsa, ma questa volta è ufficiale. Allacciate le cinture di sicurezza: facciamo un tuffo nella storia. Per la precisione, un tuffo nella storia dell'animazione giapponese. Oggi non solo parliamo per la prima volta di anime, ma parliamo anche di un anime il cui impatto sulla società del Giappone è stato veramente incredibile. Avete letto bene: società. Oggigiorno, ad esempio, la serie forse più popolare del Sol Levante è “One Piece” di Eichiro Oda; eppure, nonostante tutti i successi raggiunti, non c'è confronto con il fenomeno causato dalla serie che trattiamo oggi. Tanto per dirne qualche effetto: esistono un sacco di oggetti a tema, persino carte di credito; al “robottone” principale della storia è stata dedicata una statua che raccoglie milioni di visitatori; in passato ci sono state grandi manifestazioni pubbliche in cui i partecipanti, vestiti come i personaggi della serie (quello che chiamiamo cosplay), celebravano “la nuova era dell'animazione giapponese”. Senza contare, ovviamente, i seguiti, gli OAV, i modellini, gli spin-off... Allora, siete incuriositi? Volete sapere che cosa diavolo è questa serie, e come mai ha causato tanta frenesia? Mi sembra giusto. Benvenuti, allora, nel mondo di “Mobile Suit Gundam”, storica serie del 1979.


Molti hanno paragonato l'universo di Gundam a quello di Star Wars, probabilmente per l'ambientazione nel futuro e la sua complessità narrativa. Purtroppo non è facile districarsi tra le (re) incarnazioni del “mobile suit bianco”; infatti, oggi ci concentriamo solo sul bandolo della matassa, la serie omonima. Ma per rompere il ghiaccio, ecco la trama dei quarantatre episodi...


All'incirca ottant'anni prima dell'inizio della nostra storia, la Terra era decisamente sovrappopolata. Per ovviare al problema, i politici del tempo decisero di avviare un programma di colonizzazione dello spazio, attraverso la creazione di satelliti e pianeti artificiali detti “side” il cui ambiente era fatto apposta per garantire una vita del tutto simile a quella terrestre agli emigranti. Dopo di che, si creò un organismo politico che legasse le colonie al pianeta azzurro: la Federazione Terrestre. Facciamo adesso un salto in avanti, arrivando finalmente a questa benedetta trama. Nell'anno 0079 dello Universal Century (la datazione ufficiale della serie - abbreviato in U.C.) Side 3, la colonia più grande e più ricca di tutte, decide di staccarsi dalla Federazione, auto-proclamandosi Principato di Zeon. La cosa non va per niente giù alla Terra: scoppia la guerra. Dopo una sanguinosissima battaglia, si opta per una tregua. Tregua che dura mesi, ma che è purtroppo solo apparente: in quel lasso di tempo, approffitando di un'area di un Side in costruzione, la Federazione fabbrica un potentissimo Mobile Suit (quello che noi chiamiamo “robottone”) : il Gundam. Zeon si insospettisce, e manda una pattuglia in missione per verificare quanto detto sopra. Quando scopre che ciò corrisponde alla realtà, non è esattamente al settimo cielo. Gli uomini della pattuglia decidono di attaccare, contravvendendo agli ordini ricevuti. Tra offesa e difesa, le pareti del Side si danneggiano – era davvero in costruzione, almeno quello! - causando così crolli, distruzione e morte, sia tra i soldati che tra i civili. Tra questi ultimi spicca un ragazzino, Amuro Ray, il figlio dell'ingegnere che ha diretto le operazioni del Gundam. Cercando il padre il nostro si imbatte proprio nel robottone, stranamente incostudito. Tronfio del fatto che ha curiosato tra le carte del padre, leggendo così il manuale della macchina, e soprattutto essendo un adolescente, il quindicenne non trova di meglio da fare che infilarsi dentro la cabina. Visto come andranno in seguito le cose, se Amuro lo avesse saputo prima ci avrebbe pensato su due volte se entrare nel Mobile Suit o meno (anche se probabilmente, conoscendolo, lo avrebbe fatto comunque). Per prima cosa, infatti, viene attaccato da dei robot di Zeon, gli Zaku, riuscendo non si sa bene come a cavarsela. Non sempre la curiosità uccide il gatto!
Dopo la battaglia, non solo non trova il padre, ma viene anche imbarcato su una nave militare della Federazione, la Base Bianca, il cui compito è proprio quello di portare il Gundam ad una base sulla Terra. Non essendoci altri piloti, sarà proprio Amuro a doversi occupare del Mobile Suit. Ma almeno il nostro non sarà solo nella sua sfortuna: con lui ci saranno anche altri civili improvvisatisi militari. Tra i tanti, i suoi vicini di casa, Fraw Bow e Hayato Kobayashi – la prima ha una cotta per lui, mentre il secondo non lo sopporta - Sayla Mass, laurenda in medicina che non è proprio quel che dice di essere, e persino tre bambini (che però non ricoprono alcun ruolo militare). Con questo strano equipaggio la Base Bianca parte alla volta del suo viaggio, scontrandosi ovviamente con le armate di Zeon.


Mobile Suit Gundam non è, badate bene, una serie esente da difetti. Purtroppo, a volte la sua età avanzata si sente, soprattutto per quanto riguarda la sceneggiatura e alcune piccole pecche qui e lì. Ad esempio: qualche buon'anima mi spiega che senso ha usare un veicolo cingolato – cingolato – nello spazio? E' piuttosto pesante, e fatto apposta per terreni disagiati. Quindi, come diavolo fa a fluttuare agilmente nell'atmosfera? E' per questo che a volte, soprattutto durante i primi episodi, viene quasi da ridere, e da pensare: “Beata ingenuità!”. Tuttavia, ogni puntata è migliore della precedente, e si comincia a non ridere più di tanto – anche se qualche volta lo si fa ancora. Ricordo, in uno degli ultimi episodi, un personaggio che esclama: “Hitler? Vuoi dire quel vecchio personaggio storico?” Insomma, l'evoluzione è continua; e forse è questo una delle ragioni per cui
Mobile Suit Gundam si è fatto una simile reputazione. Di certo però non è la sola.
Senza dubbio una di queste ragioni è l'innovazione che questa serie ha portato, rompendo i più comuni clichè dell'animazione giapponese, dell'epoca e futuri. Prima di Gundam, i robottoni erano veri e propri personaggi, al punto che non era raro identificare l'eroe umano con la macchina.
Inoltre, tali robot non si sporcavano, non si danneggiavano, non finivano mai le munizioni. Qui invece tutte queste cose accadono. Il Gundam RX-78-02 è solo un'arma, un'arma che viene tra l'altro più volte danneggiata – pensate che nell'ultimo episodio, il quarantreesimo, viene addirittura bruciato completamente.
Altro clichè della fantascienza infranto: gli alieni. In genere, anche fuori dal Giappone, la trama di base di ogni opera prevede degli alieni che – forse troppo annoiati? - decidono di attaccare il nostro pianeta (colpendo tra l'altro per primo il paese che ha finanziato la produzione). Ebbene: in Mobile Suit Gundam non troverete un solo alieno che sia uno. Quello che colpisce e traumatizza della guerra narrata è che non è tra alieni ed umani, ma tra umani ed umani. Impossibile trovare giustificazioni, impossibile rimanere impassibili, nonostante il massimo del cruento che si veda siano esplosioni.
Il conflitto viene presentato non solo nel suo aspetto militare, ma anche e soprattutto in quello psicologico. Tutte le relazioni preesistenti tra i personaggi vengono scardinate: le madri non riconoscono nei soldati i dolci bambini che avevano allevato, le sorelle si ritrovano a combattere gli amati fratelli, i figli tramano contro i loro genitori.


E anche i cosiddetti cattivi: ci sono i cattivi cattivi, quelli gelidi e senza scrupoli, ma abbiamo anche cattivi che hanno un fondo di bontà, che credono di combattere per qualcosa di giusto. Un perfetto esempio di ciò è Char Aznable, secondo il parere di chi scrive uno dei cattivi più carismatici che si sia mai visto. Combatte contro la Federazione, ma allo stesso tempo combatte contro la famiglia regnante di Zeon, gli Zabi, rei di avergli ucciso il padre. Manda a morire senza esitare un suo amico, ma è dolcissimo con la sorella minore. Contraddizione? No, semplicemente un essere umano con i propri valori, i propri pregi e i propri difetti. Non a caso – sempre a mio giudizio – una delle cose più interessanti di Mobile Suit Gundam è vedere come i personaggi interagiscono fra di loro.
Molto belli, ad esempio, i rapporti che legano Amuro con il resto del cast, in particolare quelli con Char e con Bright Noa, il comandante della Base Bianca. Amuro è un vero adolescente, e come tale si comporta: a volte si arrabbia senza motivo, a volte si deprime, a volte si prende delle cottarelle terribili, a volte si comporta male, a volte invece è capace di gesti nobilissimi. E' un personaggio a tutto tondo, insomma, in cui è facile identificarsi e parteggiare, come bisognerebbe fare con i protagonisti di razza. Ma lo stesso discorso si può dire di praticamente tutti i personaggi. E sinceramente, di quante serie – anche recenti – si può dire la stessa cosa?


Per quest'ultimo motivo, e tutti quelli espressi sopra, Mobile Suit Gundam è una serie che ha fatto la storia, che nessun cosiddetto amante dell'animazione giapponese deve perdersi. Non è solo un successo di marketing, ma è per una volta un successo meritato – e, lo sapete, non sempre ciò è scontato. Personalmente non smetterò mai di ringraziare la ragazza che mi ha convinto a provare la serie – nel remoto caso mi stesse leggendo: ciao, Lea! - e spero vivamente che questa recensione vi abbia un po' incuriositi. Anche perché, non avete scuse: anche nel caso non voleste sorbirvi quarantatré episodi, ecco a voi una trilogia cinematografica – sempre animata, ovviamente – che riassume la storia.


Adesso ci salutiamo. Ci risentiamo la prossima settimana, ma se vengo a scoprire che non avete approfondito l'argomento la mia vendetta si abbatterà terribile su di voi, ancora peggio di quella di Char Aznable!


 
Lui è Char Aznable (che secondo me è molto figo!!!)
(nota di Malitia)

2 commenti:

  1. Avendo scritto io stessa la recensione, commento soltanto la nota di Malitia. Vedo con piacere che entrambe concordiamo sul fatto che Char Aznable sia decisamente figo - anche se sulla recensione ho preferito concentrarsi di più sul suo carattere...

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  2. Eheh vedo che siamo d'accordo caVa XD

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Grazie per aver condiviso la tua opinione!

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