A cura di Miki
Nella puntata dedicata a James Joyce abbiamo già visto come la poesia riesca spesso ad influenzare e ispirare la musica con le sue sonorità. Questo accadeva nell'Europa del secolo scorso. Se vogliamo trovare un fenomeno simile in Italia dobbiamo tornare indietro di qualche decennio e fermarci al nord, precisamente a Genova. Siete pronti? Su una panchina di un parco genovese non precisato, troviamo un giovanissimo Fabrizio De André appena diciottenne che sta leggendo con grande interesse l'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters: le poesie che compongono il volume sono scritte in forma di epitaffio e raccontano la vita di alcune persone sepolte nel piccolo cimitero di un paesino americano. A Fabrizio, soprannominato Faber dal suo amico d'infanzia Paolo Villaggio, questo libro piace molto perché in ogni personaggio riesce a vedere una parte di sé. Ancora non sa che nel 1971 questa lettura giovanile gli tornerà utile e lo spingerà a realizzare il suo quinto disco in studio. Il cd Non al denaro, non all'amore né al cielo, concept album composto da nove tracce, ripercorre infatti alcune tra le poesie più belle della raccolta, nella personale e raffinata riscrittura di De André. Tra i musicisti famosi che hanno suonato nel cd e preso quindi parte al progetto abbiamo anche tra gli altri Nicola Piovani, pianista e coautore delle musiche e Vittorio De Scalzi, chitarrista dei New Trolls.
Prendiamo tra le mani Non al denaro, non all'amore né al cielo e cominciamo il nostro viaggio tra canzone e poesia. La prima traccia, La collina (The Hill), è una sorta di introduzione e toccante ricordo di tutti i morti di Spoon River e del mondo che ora "dormono sulla collina": dai morti sul lavoro, alle donne morte per amore, ai soldati uccisi in battaglia, fino ad arrivare al suonatore Jones che "offrì la faccia al vento la gola al vino e mai un pensiero non al denaro, non all'amore né al cielo". In Un matto (dietro ogni scemo c'è un villaggio) (Frank Drummer), pezzo accompagnato da una musica ironicamente "allegra", Faber ci racconta di Frank Drummer, abitante di Spoon River considerato folle perché non riesce ad esprimere a parole l'universo che ha nel cuore e, spinto dall'invidia, decide di imparare l'enciclopedia Treccani a memoria. Proseguiamo con i fiati che introducono la terza traccia, Un giudice (Judge Selah Lively), storia di un nano che, sempre deriso da tutti, studia "nelle notti insonni vegliate al lume del rancore" e, una volta diventato procuratore, si vendica di tutte le cattiverie e angherie subite quando non era nessuno. Giunti alla quarta traccia, rimaniamo colpiti dall'atmosfera sognante e dal tema popolare inglese contenuto nella musica di Un blasfemo (dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato) (Wendell P. Bloyd), storia drammatica di un uomo che viene arrestato per aver affermato che Dio ha negato ad Adamo e a tutto il genere umano la verità della mela nell'Eden "per paura che ormai non avesse padroni" e lo ha costretto "a sognare in un giardino incantato"; il blasfemo della canzone viene poi ucciso da due guardie che "gli cercano l'anima a forza di botte".
Di lapide in lapide, in questo percorso di amore, guerra e morte, incontriamo ora Francis Turner, protagonista di Un malato di cuore (Francis Turner), poesia di un uomo coraggioso e gravemente malato che decide di morire per poter provare almeno una volta l'ebbrezza e l'emozione di un bacio e lascia a Mary, la ragazza che ama, il cuore sulle labbra. Il lato B si apre con Un medico (Dr. Siegfried Iseman), triste racconto di un professionista che vorrebbe curare e aiutare la povera gente ma che per sopravvivere e sfamare la famiglia finisce a vendere l'elisir della giovinezza e viene arrestato come truffatore. Proseguiamo con l'ironica Un chimico (Trainor, The Druggist) che racconta la fine di uno scienziato durante un esperimento e si chiede cosa ci sia di diverso nella sua morte rispetto a quella degli uomini e delle donne che si spengono per amore, "affidando ad un gioco la gioia e il dolore". Un ottico (Dippold The Optician), penultima traccia dal sapore sperimentale e progressive nella musica e nelle sovrapposizioni della voce, è ispirata alla storia di un ottico che vuole creare occhiali speciali capaci di mostrare ai clienti quello che vogliono vedere: De André trasforma questa poesia nell'epitaffio di un venditore di droghe allucinogene che modificano le percezioni di chi ne fa uso. Concludiamo infine con Il suonatore Jones (Fiddler Jones), storia di un musicista che visse sempre e solo della sua musica, perché ironicamente "se la gente scopre che sai suonare, ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita".
Nell'Antologia di Spoon River Edgar Lee Masters (1868-1950) richiama alla vita, con grande limpidità espressiva, i personaggi di una città di fantasmi che sembrano giacere ormai quieti dietro le lapidi di un erboso cimitero del Midwest. Ognuno racconta la sua storia e da voce agli intrighi, alle ipocrisie e ai tormenti di un'esistenza repressa nelle abitudini e nel conformismo. Ne risulta un indimenticabile atto d'accusa contro lo stile di vita dell'America provinciale e puritana che ha il timbro crudo di una voce tagliente, che si consegna al tempo.
LATO A
- La collina - 4:03
- Un matto (dietro ogni scemo c'è un villaggio) - 2:37
- Un giudice - 2:24
- Un blasfemo (dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato) - 3:01
- Un malato di cuore - 4:18
LATO B
- Un medico - 2:37
- Un chimico - 3:01
- Un ottico - 4:34
- Il suonatore Jones - 4:24
Davvero bello!
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