giovedì 2 agosto 2012

31/07/2012: scompare Gore Vidal. Noi lo ricordiamo così


Due giorni fa si è spento a Los Angeles Gore Vidal, pseudonimo di Eugene Luther Gore Vidal, un uomo dai mille talenti, polemista, sceneggiatore, ma soprattutto saggista. Un uomo che visse a pieno l’America degli anni Cinquanta e il cui capolavoro, “La statua di sale” del 1948, venne accolto negativamente dalla critica perché scabrosamente rompeva il conformismo con la confessione di un’omosessualità latente. Si definiva “un topo di biblioteca perfetto”, affezionato all’Italia dove ha vissuto per quarant’anni, collaborò allo screenplay del kolossal Ben-Hur (come raccontato nei suoi due romanzi “Palinsesto” e “Navigando a vista”), ma la sua partecipazione non venne mai accreditata dall’Associazione degli sceneggiatori.
Lavorò anche per la tv, ma non soddisfatto continuò a scrivere romanzi di carattere storico, come “Giuliano” (dal nome dell’imperatore romano figlio di Costantino) e il ciclo storico “Narrative of empire” che narrava la storia degli Stati Uniti dalla fondazione alla Guerra fredda.
Scrisse poi un altro romanzo anticonformista, “Myra Breckinridge”, dove racconta di un uomo che, dopo essere diventato una donna, si finge la moglie di se stesso per ereditare la scuola d’arti sceniche dello zio. Il romanzo non è solo una polemica contro il pregiudizio sulle identità sessuali non riconosciute come legittime, ma anche contro il maschilismo della società.
Scrisse molto di fenomeni importanti, ma soprattutto è nota la sua tesi per la quale a quanto pare l’America era al corrente che ci sarebbero stati gli attentati al World Trade Center del 2001, ma ancor prima, sapeva cosa sarebbe accaduto a Pearl Harbor.
Polemico ma elegante, un dandy dalla lingua tagliente, ci ha lasciato un uomo che ha vissuto a pieno la sua vita senza rimpianti.

A cura di Lizy

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