A cura di Surymae Rossweisse
Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi parliamo di un'opera che, per una volta, molti di voi conosceranno, perché il suo anime è stato passato diverse volte da Mamma Mediaset nel corso degli anni. Se lo ricorderanno le ragazze, per le travagliate storie d'amore contenute; e se lo ricorderà qualche ragazzo... per una particolare scena – in seguito censurata, ma il danno era fatto – che lasciava ben poco all'immaginazione.
Probabilmente questa descrizione vi dirà poco, ma la memoria vi tornerà presto. Non vi ricordate di Georgie, la “cara Georgie”? Sì? Bene, perché è proprio del manga omonimo che parleremo oggi, frutto del lavoro di Mann Izawa alla sceneggiatura e Yumiko Igarashi ai disegni. Buona lettura!
Australia, metà del diciannovesimo secolo, dove vive Georgie con sua madre ed i fratelli Abel ed Arthur. Non si può dire che non sia felice, visto che i suoi fratelli le vogliono un gran bene, e non le manca niente; l'unico problema è sua madre Mary, che non perde occasione per darle addosso e farla stare male.
Georgie non comprende le ragioni di tanto astio. Non sa, infatti, che è stata adottata, ed in realtà è figlia di deportati. Mary teme che una volta diventata grande la sua bellezza non passerà inosservata agli occhi di Abel ed Arthur, che sono a conoscenza della verità. Ed infatti è esattamente quello che accade, perché entrambi si scoprono innamorati di Georgie. Non solo sono rivali, non sono nemmeno d'accordo se rivelare alla “sorella” il segreto dietro le sue origini: Abel, che vorrebbe rivendicarla come sua sposa, preme per dirle tutto, mentre Arthur comprende fin troppo bene quanto tutto ciò le causerebbe dolore.
La diretta interessata non si accorge di questo clima teso, anche perché la sua mente è tutta per il nobile inglese Lowell J. Gray, di cui è innamorata ricambiata. Lui è fidanzato, ma tempo sei mesi – per andare in Inghilterra e sciogliere l'unione – tornerà da lei per sposarla. Ma per Mary è la goccia che fa traboccare il vaso, e durante una scenata dice finalmente a Georgie le sue vere origini.
Naturalmente la nostra è sconvolta, e non l'aiuta il fatto che Abel le si dichiari subito dopo. Decide quindi di non aspettare Lowell, ma di partire alla volta dell'Inghilterra. I suoi “fratelli”, sebbene in tempi e modalità diverse, partono all'inseguimento, sperando di spuntarla sugli altri rivali in amore...
Il manga, a differenza dell'anime, parte subito con Georgie, Abel ed Arthur adulti. Una simile scelta potrebbe lasciare sorpresi, ma invece si dimostra l'approccio giusto, perché vengono evitati inutili filler e allo stesso tempo si mette l'accento sui fatti davvero importanti. In ogni caso, la trasposizione animata è piuttosto fedele: gli unici cambiamenti sono nel finale, totalmente diverso. Nel manga è molto più drammatico... ma lascio a voi la sorpresa e le lacrime.
In fondo, siamo sinceri: al lettore gliene importa fino ad un certo punto di Georgie bambina che corre sui prati... Quello che vogliamo davvero sapere è del triangolo amoroso in atto. O forse dovremmo scomodare altri poligoni? Perché sono tre, i pretendenti della nostra amica: Abel, Arthur – che però non diventa mai una seria minaccia – e Lowell. Non mancheranno le rivali, come ad esempio Marie (dall'ambigua professione) per Abel o Elise per Lowell. Non c'è bisogno di dirvi, però, che per loro sarà molto, molto dura spuntarla.
Contrariamente alle aspettative, e al fatto che la fine ormai la sanno anche i sassi, le relazioni amorose sono davvero coinvolgenti, sia dal punto di vista narrativo che emozionale. Per quanto riguarda il primo, non si può dire che la carne al fuoco non manchi, per la presenza di diversi cliché tipici degli shojo manga dell'epoca, gli anni ottanta. Malattie, piani di morte, la ragazza che (seppure, in questo caso, per breve tempo) si traveste da uomo, e la solita finestra su temi scomodi e scabrosi come la droga o gli abusi sessuali. E non avrete tempo per sbadigliare o per lamentarvi su quanto ognuna di queste cose stata vista centinaia di volte, perché il ritmo è davvero incalzante. E paradossalmente sempre avvincente.
Dal punto di vista psicologico, il lettore che si interessi di accoppiare i personaggi delle sue opere preferite sarà soddisfatto: avrà l'imbarazzo della scelta. Ciascuno dei tre pretendenti, infatti, ama la sua bella in un modo diverso: Abel, in modo impetuoso e passionale; Lowell, che non riesce mai davvero a dimostrare in modo convincente la bontà del suo sentimento; Arthur, che più di ogni altra cosa vorrebbe che Georgie sia felice, non importa con chi. Ciò li rende personaggi diversi gli uni dagli altri, ognuno con le sue ragioni, e nessuno che, in fondo, merita di prevalere sull'altro. E' innegabile che Mann Izawa avrebbe potuto fare qualcosa di più per la loro introspezione psicologica – in particolare i motivi per cui si innamorano potevano essere definiti meglio – ma il quadro è soddisfacente anche così.
Vi chiederete che faccia Georgie in tutta questa situazione; e già che ci siamo, meglio sfatare un falso mito a cui credono generazioni di lettori/spettatori. Georgie non è una ragazza di facili costumi. Lei ama veramente tutti e tre: cambiano le modalità, ma non la profondità e – me lo si conceda – la purezza d'animo. E' soltanto indecisa, e gravata dalla consapevolezza che qualunque sua scelta causerà sofferenza a tutti gli altri, non ultimo sé stessa. Non è affatto una mangiatrice di uomini, ed ogni suo comportamento ambiguo è da imputarsi solo ed esclusivamente all'ingenuità.
Quest'arringa già vi dovrebbe far capire come la nostra protagonista sia ben caratterizzata e, se vogliamo, anche carismatica. Ciò non cambia che Georgie sia una vera e propria Mary Sue – nel gergo delle fanfiction, i personaggi perfetti in tutto e per tutto. Una storia di famiglia quanto mai travagliata, un carattere pepato ed intraprendente sotto cui però si nasconde il pio desiderio di avere una vita serena con l'uomo che ama, l'essere amatissima dalla maggior parte del cast e odiata a morte dal resto. Eppure, non si riesce a detestarla, perché – come dire? - non lo fa apposta. E' una ragazza estremamente semplice, che nemmeno si accorge di tutte le attenzioni che suscita. Non a caso, è quella che rimpiange più di tutti i bei tempi in Australia, quando lei, Abel ed Arthur erano solo fratelli e non c'erano tutte queste complicazioni. Ma attenzione, Georgie non si piange addosso. E' quella che in Giappone chiamano “otomechikku” - la tipica orfanella degli shojo anni '70/'80 – tuttavia si autocommisera molto meno di quanto ci si potrebbe aspettare. Ciò non le impedisce di provare dolore, la sua situazione è obiettivamente difficile.
N.d.M.: ma perché hanno questi occhi stranissimi? |
E' venuto il momento di parlare del tratto di Yumiko Igarashi, di cui avevamo già trattato qualche tempo fa con “La spada di Paros”. Meglio rinfrescarsi la memoria, però. Abbiamo uno stile che deve tutto, o quasi, alla sua epoca, di cui riprende con fedeltà gli stilemi: perciò non potranno mancare tonnellate di fiori a ricoprire ogni singolo centimetro vuoto della tavola, primi piani con i volti – a dire il vero tutti un po' simili tra loro – dei personaggi, una certosina cura per i dettagli e sfumature fatte con grande perizia. E all'epoca mica si poteva barare con la computer graphic...
…E per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!
La sigla dell'anime!
Bellissimo il manga :-)
RispondiEliminaSe vi interessa dal 10 settembre su italia uno ripropongono l'anime XD
Lo ricordo benissimo, che traumi. lo ricordo con piacere ma, davvero, quand'ero bambina ci rimasi malissimo :S
RispondiEliminaqueste sono vere storie! non le sirene canterine xDDD
Bellssimo!!
RispondiEliminaAssolutamente da leggere il manga!