martedì 7 agosto 2012

Live chat con Vanessa Diffenbaugh ed Erin Morgenstern: noi c'eravamo!





A cura di Less, Lizy e Malitia

Il 26 giugno si è tenuta una Chat live a cura di Goodreads con la scrittrice americana Vanessa Diffenbaugh, autrice del bestseller “Il linguaggio segreto dei fiori”. Il libro, edito in Italia da Garzanti, è in vendita al prezzo di 18.60 euro per 344 pagine (trovate la trama qui). L’atmosfera dell’incontro, durato poco più di mezzora, è stata informale e divertente, mediata da un sagace Patrick Brown che aveva il compito di dar voce alle domande poste dai fan.


Si è parlato molto de “Il linguaggio segreto dei fiori”, che la stessa autrice ha definito
“un romanzo di formazione, (...) un libro che parla del viaggio (di Victoria) alla ricerca di qualcuno che comprenda il suo linguaggio dei fiori” e del rapporto che la stessa Diffenbaugh ha avuto con questa interessante materia:

“Ho fatto ovviamente delle ricerche, ma l’idea del libro è nata dalla sua protagonista, dall’idea di Victoria immersa nel mondo della vendita di fiori; ma devo dire anche che ho sempre amato i fiori da quando ero al liceo, il loro significato nella letteratura e nella poesia. (…) Ho letto libri e libri sull’argomento”.
L’autrice tiene a specificare che il romanzo non si ispira ad una storia reale, ma si tratti di pura immaginazione, sebbene ci siano delle piccole parti che traggono spunto dalla vita reale. È stato difficile, per lei, relazionarsi con l’emotività del romanzo, ma il saper dove voleva arrivare a conclusione della storia l’ha aiutata a sviluppare con maggiore serenità un argomento così drammatico come la storia di un’orfana.
Quando le è stato chiesto se avesse pensato prima alla trama e poi ad inserire il linguaggio dei fiori come leitmotiv, e come le due cose si siano intrecciate nel racconto, Vanessa ha risposto dichiarando che

la trama è stata l’ultima cosa alla quale ho pensato: le prime due o tre parti (scritte di getto) riguardavano la storia di Victoria, dalla sua nascita fino ai 35 anni, in un ordine rigorosamente logico. Quindi è stato un processo lungo e… noioso (ride). (…) Il linguaggio dei fiori è stato inserito quasi subito (…), laddove dovevo trovare il modo di far comunicare Victoria e Grant attraverso un diverso sistema di intese”.
Un’interessante domanda ha riguardato i libri preferiti dell’autrice, che ha nominato “La piccola principessa” di Frances Hodgson Burnett (autrice anche de “Il giardino segreto” e “Il piccolo lord”), la poesia in generale e la produzione di Janette Winterson.

Veniamo poi alla domanda fatta da noi: le abbiamo chiesto in che modo “Il linguaggio dei fiori” ha cambiato la sua vita. Ed ecco qual è stata la sua risposta:

“Non so veramente da dove cominciare. [...] Dove vivo, il lavoro di mio marito. È cambiato tutto. Sono nata in California e mi sarò spostata nel paese almeno quattro volte, due volte all’estero e forse entro l’anno andrò in Cina. Ho passato gli ultimi anni a seguire il lavoro di mio marito, i miei figli, ed ora giro il mondo. Insomma, le cose sono cambiate; c’è voluto un po’ per adattarsi, ma sono bei cambiamenti”.
La cosa che sicuramente colpisce nell’intervista è l’interesse filantropico della scrittrice, che supporta una onlus per i pazienti colpiti da CIS (sindrome clinica isolata, un disturbo neurologico).

Inoltre abbiamo una news: la Diffenbaugh sta lavorando ad un nuovo libro, e ammette di sentirsi un po’ sotto pressione per le aspettative su questo secondo romanzo. L'autrice annuncia che sarà molto diverso dal suo libro d’esordio e verterà su argomenti che le stanno veramente a cuore, sicuramente legati al sociale. Ad ogni modo il suo metodo di scrittura prevede un’idea sull’inizio e la fine della storia e poi lentamente uno sviluppo degli accadimenti che avvengono durante il percorso.



Il 30 Luglio si è svolto un altro interessante incontro, sempre curato da Goodreads, che ha visto come protagonista Erin Morgenstern, autrice de “Il ciclo della notte”, edito in Italia da Rizzoli (prezzo: euro 18,50; pagine: 468), del quale trovate la nostra recensione a questo indirizzo, in occasione dell’uscita in America del formato paperback (brossura). In quel frangente, il collegamento ha giocato brutti scherzi, ma alla fine è stata una live chat molto interessante.
La Morgenstern ha risposto entusiasta alle domande porto dai fan, dicendo che l’ispirazione per

“Il circo della notte” è arrivata “mentre stavo scrivendo un’altra storia. Mi è venuto in mente qualcosa che non avesse una trama, ma che fosse magico. All’inizio avevo pensato a qualcosa di misterioso come il mondo dei ninja, ma poi mi sono detta che dovevo ambientare il tutto in un luogo che fosse forte come i ninja: allora è nata l’idea del circo, cosa che si è rivelata più interessante di ogni altra idea che ho avuto. Così ho abbandonato tutto e mi sono concentrata su “Il circo”, cercando di immaginare cosa fosse quel mondo immaginario che si era materializzato nella mia testa, quali persone lo avrebbero abitato… Tutto il libro è nato dalla creazione di questa location immaginaria, nata dalla… frustrazione (sorride)”.
Le è stato chiesto poi se, nata l’idea del romanzo, avesse scritto di getto tutto il resto, o lo avesse pianificato:
Non sono una persona che pianifica, e devo dire che grazie questa esperienza ho imparato a scrivere romanzi, perché vengo da una formazione teatrale, dove al massimo devi pensare ad una cosa ed esporla a voce o raccontarla in una pagina”.
Si è parlato poi dei balzi temporali all’interno della storia, prontamente giustificati spiegando che
“il circo non è fatto di tempi cronologicamente lineari: è come se ogni personaggio avesse un atto o una linea temporale a sé, così che non c’è una linea del tempo precisa procedendo capitolo per capitolo. Originariamente, i salti temporali avrebbero dovuto essere più frequenti, ma si sarebbe creata maggiore confusione. Non si segue dunque una cronologia lineare, ma se volessimo essere pignoli ci sono due linee parallele che vanno ad incontrarsi”.
Interessante è stata la domanda riguardo la sua conoscenza del mondo dell’editoria, nella quale Erin ha dimostrato di essere una persona come tante che, non avendo nessuna idea di come si pubblicasse un libro, ha cercato informazioni su internet riguardo il modo più appropriato di scrivere un romanzo e ne ha dovuto fare una riscrittura dopo averlo sottoposto ad un agente, dunque ha cambiato l’ottanta per cento della storia che aveva steso perché si era reso conto che non c’era una trama,
ma era solo atmosfera. (…) La scelta poi delle strisce bianche e nere per rappresentare il circo è nata perché credo che siano due colori più interessanti dei tradizionali rosso e oro attribuiti al circo. Volevo qualcosa che lo rendesse unico e che fosse d’effetto, che non si riducesse tutto all’idea della contrapposizione luce/buio… ho preso ispirazione da quelle foto in bianco e nero che però hanno particolari a colori, dove spicca il rosso (altro colore importante nella storia)”.
Alla domanda sui suoi esempi letterari, ha risposto che non si è ispirata a nessun autore in particolare, anche se chi ha letto “Il circo della notte” lo ha accumunato, come genere letterario, agli scritti di Gabriel Garcia Marquez, ma pensa che i lavori di Susanna Clarke e Christopher Priest abbiano ispirato la materia del suo romanzo, benché li avesse letti molto prima che ne nascesse l’idea.

Riguardo invece alla playlist musicale ascoltata durante la stesura, la Morgenster ha dichiarato di aver scritto “con sottofondo musicale di Florence and the Machine, Andrew Bird, Radiohead, Moby, tutta musica definibile come “ambientale”, ma soprattutto una canzone degli Iron & Wine, “The Trapeze swinger”, che dura circa dieci minuti, a ripetizione”.

Inoltre, si è discussa la possibilità di un sequel o di un prequel, alla quale la Morgenstern ha risposto fermamente
“No, il romanzo è stato concepito in un unico volume, non era nelle mie intenzioni scrivere una serie se il libro avesse avuto successo. Potrei scriverne il seguito, ma quando mi chiedono cosa accade dopo, dico che mi piace il modo in cui si conclude il romanzo, quello che accade poi appartiene all’immaginazione del lettore. Ci sarebbe tanto da scrivere, ma credo sarebbe più interessante un prequel, o meglio una raccolta di short stories di fondo, avventure che accadono ad altri personaggi… credo che questo sarebbe interessante e divertente. Alcuni dei personaggi (i fan suggerivano Prospero e Mr Alexander) hanno già una storia, altri non me l’hanno ancora raccontata (ride)”.


Punto centrale della live chat è stata la richiesta di un utente di categorizzare il libro, visto che l’editoria ha faticato a riporlo in un genere letterario:

“penso si tratti di un fantasy, visto che la tematica è magica, ma anche di un fiction, ma inserirei troppi libri nella categoria “fiction”; sicuramente non lo inserirei nello scaffale degli young adult, per quanto mi piacciano molto, perché “Il circo della notte” è un crossover book, scritto per gli adulti, ma che attrae anche il pubblico più giovane”.

Altra interessante richiesta ha avuto come tema centrale le fan fiction nate dopo il successo del romanzo, dalla quale l’autrice sostiene di non sentirsi offesa, e crede sia bello che le persone aggiungano nuove storie dopo aver letto la sua.
Importante notizia è stata quella della produzione di un film, notizia certa, nonostante si tratti di una produzione che non verrà avviata in tempi brevi, ma pare che i diritti siano stati già venduti alla casa di produzione della saga di Twilight (la Summit), che David Hayman sarà il produttore (ha già prodotto Harry Potter) e Moira Buffini la sceneggiatrice (ha già scritto la sceneggiatura di “Jane Eyre” di Cary Fukunaga). Ci tiene però a sottolineare che romanzo e film sono due prodotti completamente diversi.
Non rivela nulla del nuovo libro, che sarà qualcosa ambientato in una specie di Paese delle meraviglie, perché sostiene si tratti di qualcosa ancora confuso che deve prender forma.
Infine, Erin Morgenstern ci rivela che sta leggendo molte detective stories, come quelle di Agatha Christie, per il suo nuovo lavoro.

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