martedì 14 agosto 2012

Recensione: Madeleine dorme di Sarah Shun-lien Bynum


Madeleine dorme - Sarah Shun-lien Bynum
Una donna incredibilmente obesa a cui germogliano delicate ali con cui prende il volo, una giovane moglie trascurata che si trasforma fino ad assomigliare alla viola da gamba adorata dal marito musicista e una vedova con il pallino dell'arte fotografica e una predilezione per la pornografia sono solo alcuni dei personaggi che popolano il mondo immaginifico del romanzo d'esordio di Sarah Shun-lien Bynum.

Un romanzo composto da istantanee folgoranti, immerse in un'atmosfera onirica che alterna delicatamente realtà e illusione sino a renderle indistinguibili, nel racconto del sogno che conduce la protagonista Madeleine lungo un percorso di esplorazione sensuale e artistica e di scoperta personale.
Nello stesso tempo, la realtà esterna risuona dei suoi sogni: sbocciano viole del pensiero fra le assi del pavimento, la madre di Madeleine produce marmellate sempre più buone, mentre vive con il marito una seconda giovinezza…

Ricco di metamorfosi, fantasmagorie, echi di Kafka e Freud, miti e metafore religiose, Madeleine dorme è una romanzo appassionante, a metà strada tra la favola per adulti e il romanzo di formazione, debitore di maestri visionari e grandi esploratori del subconscio come Lewis Carrol, Jorge Luis Borges, Julio Cortàzar, Italo Calvino, Terry Gilliam, Tim Burton.


Voto: niente stelle, non capisco quale idea mi sono fatta del libro

La lettura di questo libro è nata come una sorta di ispirazione. Come faccio sempre quando sono sovrappensiero, due giorni fa mi sono alzata dalla sedia dirigendomi verso la libreria. Lì, impilati quasi sul bordo uno sotto l’altro, c’erano una serie di libri vinti ad un gioco a cui ho partecipato. Ho preso quello che saltava di più all’occhio per via del colore della copertina. Su di questa, in un riquadro dorato, c’era un commento di Jonathan Franzen: “con una sola frase è in grado di trascinarti dall’ilarità alla disperazione. E’ davvero brava”.
All’interno altri commenti,  non certo di personaggi scelti a caso: Marilynne Robinson e Micheal Cunningham, oltre che la solita trafila di quotidiani tra cui People e il Los Angeles Times.
Senza pensarci comincio a leggere.
Vorrei fare un piccolo accenno all’edizione, curata dalla Transeuropa: veramente bella, una brossura dalla formattazione particolare (il testo non è giustificato) e con la copertina interna  ornata dalla foto di una bambina che dorme (la vedete nella foto giù) all’apertura e con la stessa bambina, questa volta sveglia, alla chiusura.
Già ad un primo impatto –estetico- Madeleine dorme appare infatti come un libro diverso.
I capitoli non sono più lunghi di una pagina e mezzo, e non posso nemmeno definirli tali. Spesso sono composti da una frase, talvolta da cinque sole parole.
Tenere le fila di questi spezzoni non è semplice, perché spessissimo manca il filo logico.
Madeleine dorme non ha una trama, rigetta la logica per subentrare nel mondo dei sogni: quelli della sua protagonista.
Madeleine dorme e sogna e vive strane avventure in cui si innamora di un petomane, Joseph Pujol. Personaggio realmente esistito, Monsieur  Pujol, chiamato spesso l’uomo flatulento per la sua stravagante caratteristica, è ossessionato dal dolore di aver perso la scena a causa di un concorrente.  Ma Pujol non è l’unico personaggio strano, anzi, non esiste una sola figura “normale” in tutto il libro. Madame Chocon, una donna così grassa da aver messo le ali, fa esperimento sui suoi escrementi affinché profumino – e per questo viene chiamata “donna di scienza”; Charlotte è stata invece data in sposa ad un uomo che la ignora e che ha fatto riprodurre il suo volto sulla paletta di una viola. “Non sono io. Quella è solo la mia faccia. D’ora in poi la chiamerò Griselda”, esclama Charlotte, che da lei sarà sempre ossessionata. Lo scemo del villaggio, ricoverato in un ospedale psichiatrico dopo essere caduto “vittima” delle pulsioni sessuali di Madeleine, che verrà severamente punita per il gesto profano e immorale con la cucitura di tutte le dita, trasformate così in due palette. La vedova, che trae piacere del ciaf emesso dalle sculacciate di Madeleine sul sedere nudo di Pujol. Le istantanee che compongono la storia sono confusionarie, portando allo stremo la tensione onirica del racconto, che a metà del libro comincia già ad annoiare, pur riprendendosi un po’ più in là. Più che annoiato, però, Madeleine dorme mi ha, in un certo senso, disgustato. E’ certamente un libro conturbante, difficile, pieno di metafore e simboli oscuri. E’ un libro da non leggere se state cercando una bella storia, da non scegliere se volete qualcosa di evasivo. In realtà, credo che consiglierei Madeleine dorme solo se avete intenzione di fare un viaggio nel subconscio di una mente che non si fa trascinare da alcun criterio.
Per essere precisi un filo che lega tutto ci sarebbe. Ma, ripeto, è difficile da seguire, difficile ottenere delle risposte e persino capire cosa ci sia da chiedersi, si ha sempre la sensazione di non aver capito qualcosa e di essersela persa nel fiume di parole della scrittrice. Realtà e sogno si fondono continuamente, fino a risultare indistinguibili. Il non-sense tende a coinvolgere anche la realtà, l’unica che si appiglia ad un minimo di sensatezza. Ma, alla fine, anche questa sfuma.  Lo stile, raffinato, contribuisce a creare ulteriore confusione. Non serve una sola lettura: ne occorrono molte di più per capire in fondo questo libro, certamente innovativo –e mi viene in mente l’Ulisse di Joyce- ma che non si fa amare, che non emoziona. E’ un’opera complessa, disturbante, particolare. E credo proprio di non averla capita.





Sarah Shun-lien Bynum 
è autrice di due romanzi, Ms. Hempel Chronicles, finalista al PEN/Faulkner Award 2009 - inedito in Italia e in corso di pubblicazione per Transeuropa - e Madeleine dorme, finalista al National Book Award 2004 e vincitore del Janet Heidinger Kafka Prize. Suoi racconti sono apparsi sulle più importanti riviste e antologie americane, tra cui «The New Yorker», «Tin House», «Georgia Review» e «Best American Short Stories».
Vive a Los Angeles con il marito dove insegna nel Graduate Writing Program presso l'Otis College of Art and Design. Sarah Shun-lien Bynum è stata inserita nella lista dei “20 Under 40” del «New Yorker», le venti nuove promesse della narrativa americana.

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