giovedì 9 agosto 2012

Quando il marketing sbagliato danneggia la piccola editoria

Annoiati dall'afa e dalla calura spossante di agosto? Sfiniti dalla pigrizia e a corto di idee? Ci pensano le case editrici a tirarvi su e a stimolare la vostra creatività! Come? Ma è semplice! Cosa c'è di meglio di una ragazza in tanga e topless per rivitalizzare i cervelli assopiti - e magari anche qualcos'altro?




No, non è uno scherzo.
Il marketing è anche questo, subdolo e squallido, ma sempre di marketing si tratta. Se non ne avete abbastanza della pubblicità che mercifica il corpo delle donne, di "gnocche" fuori luogo ad ogni angolo, di programmi televisivi sciatti e di bassa lega, adesso arrivano anche le case editrici a propinare modelle svestite  per accaparrarsi facili clienti - che forse faranno più caso alle grazie della ragazza piuttosto che a quel "poche parole in senso compiuto".
Che siano delle aziende e, in quanto tali, abbiano l'esigenza di far quadrare i conti, è una realtà con cui dobbiamo scontrarci ogni volta che ci chiediamo per quale motivo venga pubblicata certa spazzatura, apprezzatissima però da un pubblico senza pretese.
Quando però questo arriva a svilire il valore della letteratura con infimi mezzi di propaganda, getta una brutta luce sulla piccola editoria: se, oltre ad un lavoro di grafica ed editing irrisorio (per non dire spesso del tutto assente) l'editoria che arranca nel mercato si fregia di queste deprecabili trovate pubblicitarie, la serietà e la credibilità -forse l'unico requisito che può vantare di avere al pari della grande editoria- viene del tutto a cadere.
Ovviamente tanti esempi di piccole case editrici che svolgono con passione ed onestà il proprio lavoro dimostrano quanto sia erroneo fare di tutta l'erba un fascio. Quella della foto, forse, ha confuso quale sia l'oggetto e il tipo di cliente con il quale deve lavorare...


2 commenti:

  1. Per tacer dell'imperfezione ortografica come i Premi con la maiuscola. Che non c'entra a prima vista con il topless ma è pur sempre un concorso letterario con uno stile problematico già nel sottotitolo del bando, come se bandissi un concorso fotografico con evidenti problemi grafici, tipo una foto da vacanze tutta storta con un titolo giallo sopra un oggetto beige. Brr.

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  2. Speriamo che il messaggio pubblicitario non l'abbia scritto nessuno dei "loro migliori editor" ;).
    Comunque nessuno stupore, sono venuta a sapere che è una casa editrice a pagamento...

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