mercoledì 22 agosto 2012

I libri più visti in televisione: microspettiva sul piccolo schermo (2)

A cura di Lizy

Camelot PosterBen trovati al secondo ed ultimo appuntamento con il nostro viaggio sui rapporti tra letteratura e televisione. Nella puntata precedente abbiamo parlato delle serie tv di genere paranormal, comedy e drama, oggi ci occupiamo di quelle che invece hanno un alone storico- epico, che attraggono una larga fetta di pubblico, le più famose delle quali sicuramente sono quelle che riprendono il ciclo arturiano focalizzandosi sul mito di Merlino e le leggende di Avalon: sto parlando ad esempio dello sfortunato “Camelot”, che ha chiuso i battenti dopo solo una stagione e narrava le vicende relative alla costruzione del mito del regno di Re Artù dopo la morte di Uther Pendragon, ispirato al ciclo di romanzi “La morte di Artù”, composto da Thomas Malory alla fine del Quattrocento. Le vicende narrate sono un po’ diverse da quelle che abbiamo conosciuto attraverso altri film, nei quali fondamentale è il triangolo amorosa tra Ginevra, Re Artù e per il suo primo cavaliere Sir Lancillotto: in questa versione ella è promessa sposa di Leontes, uno dei primi cavalieri di Artù, ma già prima delle nozze mostra interesse verso il suo sovrano che, pur a malincuore, si trova a benedire il loro matrimonio. Ma Leontes avrà vita breve perché morirà in battaglia e Artù si troverà a consolare quella che crede essere Ginevra, ma in realtà è Morgana resasi uguale a lei con un incantesimo. Mi ha affascinato il modo in cui è stato trattato il mito di Excalibur, con Merlino che si rende responsabile della morte della bambina che porta il nome della spada e che diventerà la dama del lago. Peccato per questo telefilm, che aveva i presupposti per diventare un vero cult, ma che è stato forse criticato per la presenza di scene molto erotiche che cozzavano con l’anima dello show. Ad ogni modo ve lo consiglio per ammirare un’inedita Eva Green nei panni di Morgana e Joseph Fiennes nelle vesti di Merlino.

Un altro telefilm molto amato sulle vicende del mago più famoso della storia è “Merlin”, che ci racconta di un Merlino inedito e giovane, che muove i primi passi nel mondo della magia, le cui capacità sono sconosciute al principe Artù (del quale è il servo) perché nel regno l’uso della magia è punito con la morte. In questo caso si segue poco la leggenda, a cominciare dall’ambientazione decisamente più rinascimentale che medievale (addirittura si dice che il mito di Camelot sia di origine romana), come il fatto che Artù e Merlino siano coetanei e che Ginevra sia una serva. Benché sia poco fedele al ciclo arturiano, la serie appare molto godibile e improntata sulla comicità delle situazioni che accadono per inesperienza del mago, nonché sul rapporto di amicizia che si instaura nel corso delle serie tra lui e l’erede al trono. Il successo di pubblico ha portato la BBC a rinnovare lo show per una quinta stagione che vedremo nell’inverno 2012 – 2013.



Non spostiamoci dalla scena fantasy per trattare di un altro telefilm conclusosi solo alla seconda stagione, tratto dal famosissimo ciclo di romanzi di undici volumi de “La spada della verità” ( “The Sword of Truth” in originale) di Terry Goodkind. La serie televisiva, conosciuta in America come “The Legend of the Seeker”, è liberamente ispirata alla vicenda letteraria, e racconta di un mondo immaginario nel quale esiste un confine magico, un velo, che non permette alla magia di passare oltre e si lotta perché una terra vinca sull’altra, nell’eterna battaglia tra bene e male. In questo mondo esiste una Depositaria, Kahlan, che sta cercando di salvare le Terre Centrali e ha bisogno dell’aiuto del mago Zed per nominare un nuovo Cercatore (che guarda caso sarà Richard, un guardiano dei boschi che l’ha già aiutata), ossia un uomo che si serva della spada della verità per contrastare l’avanzata delle armate del cattivone di turno, Darken Rahl. Tutto questo potrebbe risultare molto interessante, se nonché il continuo utilizzo dello slowmotion per le scene di battaglia renda la visione quasi noiosa nonostante ci siano dei rari momenti di ilarità che ricordano vagamente “Hercules” e “Xena: Principessa Guerriera”, sempre dello stesso regista Sam Raimi. Inoltre, i romanzi presentano numerose scene di crudeltà, che ben si allontanano dal prodotto televisivo che sembra far parte di un preciso format di programmi dal sapore alquanto… commerciale. Ben diversa sarebbe stata la sua sorte se i produttori avessero deciso per una serie più cruda, visto il recente successo de “Il trono di Spade” ( “Game of Thrones”), ispirato alle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” (“A Song of Ice and Fire”) di George R. R. Martin.

La storia racconta le battaglie per la conquista del titolo di re dei sette regni attraverso le vicende delle varie famiglie che dominano queste terre: gli Stark, i Lannister, i Targaryen, per citarne solo alcuni (se volete approfondire potete leggere lo speciale“Cinque giorni di Martin” scritto dalla nostra Lamia). Il telefilm ha le caratteristiche dei prodotti cinematografici e riesce a catturare lo spettatore per la sua trama così fitta e ben studiata. Inoltre la spettacolarità delle ambientazioni (ricordiamoci che si tratta di una delle produzioni più costose degli ultimi dieci anni) e il forte legame con la saga letteraria rende ancora più interessante la visione: lo stesso Martin si è detto soddisfatto del risultato, affermando che la serie è molto fedele alla sua opera e che gli attori sono stati all'altezza delle aspettative. Sicuramente la visione è adatta ad un pubblico adulto, in quanto presenta un linguaggio decisamente esplicito e frequenti scene di violenza (non scorderò mai la testa di Stark così reale appesa ad un palo), nonché nudità e sesso a gogo.

Che dire, spero che questa ultima puntata vi sia piaciuta e abbia creato nuovi spunti sia per le vostre letture che per i vostri momenti davanti al piccolo schermo. Io vi consiglio una visione in lingua originale, perché alcune sfumature vengono a mancare nelle traduzioni italiane, soprattutto se avete una buona dimestichezza con l’inglese.

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