Invece di passare l'estate a giocare con gli amici, Gregor si ritrova a gestire Boots, la sorellina di due anni, che parla come un alieno in miniatura.
Un giorno, la piccola pestifera si tuffa oltre una grata e sparisce.
Gregor si lancia all'inseguimento e finisce nel Sottomondo, un luogo straordinario e terribile, abitato da umani dalla pelle bianchissima e dagli occhi viola, che si sono anticamente rifugiati sottoterra per sfuggire a una persecuzione, e lì hanno creato un mondo parallelo, dove si vola in sella a pipistrelli giganti, ci si allea con gli scarafaggi e si combatte contro ragni e ratti bianchi? Gregor scopre che anche suo padre, scomparso qualche tempo prima, è disperso nel Sottomondo.
Toccherà a lui cercarlo, sulle tracce di un’antica profezia...
Editore: MondadoriPagine: 324
Prezzo: 17.00 euro
Voto:
Gregor, il “nuovo” libro di Suzanne Collins, arrivato in Italia già nel 2004 con Sperling&Kupfer con il titolo "Gregor e il regno di Semprebuio" e bellamente ignorato, mi ha ricordato altri due romanzi: per il target, e anche un po’ per le tematiche e l’ambientazione, la trilogia Arthur e il popolo dei Minimei di Luc Besson. In modo più inerente all’ambientazione, invece, Nessun dove di Neil Gaiman, collocato nella Londra sotterranea.
Dico questo per far intendere che non si tratta di un libro originale, anche se abbastanza carino.
La trama è semplice e si dispiega molto velocemente: Gregor è un bambino di undici anni molto maturo per la sua età, segnato dalla improvvisa e inspiegabile sparizione del padre due anni prima, che è costretto a rimanere a casa per badare alla sorellina, Boots. Mentre si trova nella lavanderia, però, viene risucchiato in un vortice dentro cui cade. Con un omaggio a Lewis Carrol, il ragazzino e la bambina precipitano lungo una sorta di tunnel, per arrivare nel Sottomondo. Qui scoprirà di essere stato preceduto proprio dal padre scomparso, ora prigioniero dei Ratti, e partirà in missione per liberarlo, accompagnato dalla futura regina e da altri compagni convinti che sia il protagonista di una profezia avvenuta secoli prima: una grande guerra con i Ratti in cui il destino del Sottomondo risulta incerto.
Dopo lo young adult Hunger Games, che come sapete non mi è piaciuto moltissimo, Gregor, destinato ad una fascia di pubblico più giovane (direi in età pre-adolescenziale) è stata una boccata d’aria fresca. Non che non abbia i suoi difetti, sia chiaro, ma è per lo meno esente da qualsiasi pretesa di tragica epicità e di disperata distopia, con annessi buchi nella trama e soluzioni paradossali e decisamente forzate.
No, Gregor è una storia carina, semplice e scritta con lo stile della Collins, che appunto è uno stile abbastanza elementare, schematico, lineare – anche se va precisato che in Gregor queste caratteristiche, rispetto ad Hunger Games, sono accentuate - e adatto a poche pretese. Ben si adatta ad una storia per studenti delle medie, che non si soffermeranno sull’ approfondimento psicologico dei protagonisti o su alcune imperfezioni della trama.
Imperfezioni che si ripetono come una nota stonata: perché, durante una missione, due dei personaggi dovrebbero decidere improvvisamente di interrompere il viaggio per combattere un’altra guerra? Perché un prigioniero dovrebbe essere trovato facilmente in mezzo al nulla del tana del nemico, anziché adeguatamente imprigionato in una cella (e perché allora non è mai riuscito a scappare)? Perché nessuno muove dubbi sul fatto che Gregor, un bambino di undici anni, sia il protagonista di una profezia che vede la figura di un valoroso guerriero e da cui dipendono le vite degli abitanti di Regalia?
Sono davvero molte le domande che vengono in mente durante la lettura, tanto da disturbare il più delle volte con l’impressione che ci sia qualcosa che non quadra.
I personaggi sono poco tratteggiati - alcuni sono solo delle comparse – e l’unico realmente approfondito è Gregor, ma Boots, la piccola di due anni, riesce a catalizzare l’attenzione del lettore con la sua grazia. Il Sottomondo è popolato, oltre che da uomini particolarmente pallidi, da “animali da fogna” più grandi del normale (motivo per cui mi ricorda Nessun Dove): topi, scarafaggi, ragni, pipistrelli, di Boots quasi sempre attira la simpatia.
Le descrizioni sono accennate giusto il sufficiente per dare un’idea della città di Regalia, quella abitata dagli umani, descritta in poche righe come imponente e bellissime.
Manca un approfondimento in generale del Sottomondo, quindi, e degli usi e costumi dei suoi abitanti, e la trama dà l’impressione di essere troppo veloce.
Nonostante questi difetti credo che Gregor.La prima profezia sia un ottimo libro per la fascia di età a cui è indirizzato: è scorrevole e semplice, ma manda anche dei messaggi positivi, come la lotta contro il razzismo e l’intolleranza (oltre al fatto che Gregor è un bambino di colore, è evidente come gli Scarafaggi, disprezzati perché considerati stupidi, vengano rivalutati da Gregor e soprattutto da Boots che, senza giudicarli, li preferisce a tutti gli altri).
Quella di Gregor è una trilogia che si presta a formare giovani lettori: il libro è assolutamente godibile e l’edizione carina e ben curata – non mi dilungherò sulla “vergogna” che la copertina richiami quella di Hunger Games perché secondo me non c’è proprio motivo…- , quindi consigliato per un regalo gradito ad un dodicenne che si affaccia al mondo dei libri.
Suzanne Collins, vive nel Connecticut con la famiglia e due gatti selvatici. La sua saga più famosa, Hunger Games, tradotta in 40 paesi, negli Stati Uniti ha raggiunto i 50 milioni di copie vendute.
Un vero caso editoriale, tanto che la rivista "Time" ha nominato Suzanne Collins tra le 100 più influenti personalità della cultura.
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