sabato 20 aprile 2013

Cultura celtica e un pomeriggio speciale a Milano: incontro con Francesca Civiletti





Quando? Sabato 16 marzo, ore 15.45
Dove? Milano Rho Fiera, Festival di San Patrizio
Perché? Presentazione del libro “Il corvo e lo scorpione” di Francesca Civiletti

Non c'è che dire, è stato davvero un pomeriggio piacevole quello del 16 marzo, quando, in occasione del Festival di San Patrizio (ovviamente dedicato all'Irlanda) mi sono improvvisata reporter e, in compagnia di un amico, sono andata a Milano per assistere alla presentazione del romanzo fanta-storico “Il corvo e lo scorpione” di Francesca Civiletti. Ho avuto infatti modo di conoscere di persona un'autrice molto simpatica, di assistere a un evento coinvolgente e - perché no?- di gustare ottima Guinness!
Sono sincera: non conoscevo l'opera di Francesca che abbiamo recensito QUI, e a volte i romanzi fantastici mi deludono, tuttavia quando ho saputo dell'occasione di conoscere una scrittrice, per di più all'interno di una manifestazione dedicata a una delle nazioni europee più affascinanti per me, ho deciso che sarebbe stato un peccato lasciarsela scappare!
La presentazione è stata molto interessante: Francesca ha parlato con entusiasmo contagioso della propria opera prima e, a rendere il tutto ancora più speciale, ci hanno pensato gli interventi del saggista Riccardo Taraglio, autore de “Il vischio e la quercia” e la lettura di alcuni brani del libro da parte dell'attrice Alessandra Felletti.
L'incontro si è aperto con la melodia delicata di un'arpa, suonata da una giovane musicista, che a tratti farà da colonna sonora alla presentazione, rendendo l'atmosfera subito più particolare, più... irlandese! Si inserisce quindi Riccardo Taraglio che, dopo una premessa generale sul ruolo dello scrittore, che è quasi uno strumento per rendere concreta un'ispirazione lontana, introduce l'autrice: Francesca Civiletti ha vissuto 9 mesi in Irlanda, dove ha studiato e lavorato, e quella verde isola affacciata sull'Atlantico è stata per lei fonte d'ispirazione non solo per il libro, ma anche per i propri dipinti.
“Il corvo e lo scorpione” è legato all'Irlanda non solo per via dell'esperienza dublinese dell'autrice, ma soprattutto perché la sua protagonista, Rowan, è una giovane celta che vuole diventare una sacerdotessa, una bandrui per dirla alla celtica.
Ho apprezzato particolarmente la scelta di Francesca (che di professione è  copywriter) di presentare il romanzo al suo pubblico servendosi di una “mood board”, ossia una “tavola” illustrata, molto utilizzata in pubblicità, in grado di rendere subito visibile l'idea creativa che è alla base del libro, e di una bacchetta di legno di sorbo, a mo' di bacchetta magica!
A questo proposito, vorrei riportare in breve l'intervento di Riccardo Taraglio, che ha spiegato alla platea il rapporto che i celti avevano con la natura in generale, e con gli alberi in particolare. I celti  non avevano una concezione antropocentrica, si consideravano semplicemente creature vive in mezzo ad altre creature vive. Gli alberi non erano quindi solo materia prima per lo sviluppo, ma una fonte di vita, tanto è vero che persino alcune divinità del pantheon celtico venivano identificate con loro. Il sorbo, in particolare, era simbolo di conoscenza, legato al fuoco sacro dell'ispirazione e non è un caso, credo, che Francesca abbia scelto come nome per la sua aspirante sacerdotessa  Rowan, che in lingua gaelica significa sorbo.
Come ho detto prima, l'Irlanda (Erin) e Rowan sono le protagoniste della vicenda ed è stata particolarmente suggestiva la lettura da parte di Alessandra di un passo del libro, dove Rowan descrive la sua verde e mutevole isola.
Francesca non vuole giustamente svelare troppo su Rowan, veniamo quindi a sapere solo che ha occhi di due colori, uno argento e un oro, e che ha la capacità innata di oltrepassare i confini dei due mondi, quello terreno e quello ultraterreno. È ragazza dotata, ma dovrà affinare il suo dono studiando un testo magico, chiamato Uroboro, rappresentato da un serpente che si morde la coda, simbolo del ciclo della vita. L'Uroboro è un'affascinante invenzione creativa dell'autrice, i celti non conoscevano la scrittura e si affidavano alla tradizione orale, esaltando il ruolo della memoria e il valore dell'incontro fra persone e generazioni. Inoltre, con la trasmissione orale delle conoscenze si riduceva il rischio che cadessero in mani sbagliate...
Nell'Uroboro sono contenute formule magiche potentissime e maledizioni molto pericolose, ed è normale che sia ambita preda da parte di malvagi antagonisti. La nostra giovane druidessa Rowan deve infatti affrontare pericolosi nemici:
  • gli Adoratori di Cromm, una setta votata al male, che si dice sia veramente esistita; 
  • gli Scorpioni Neri, un manipolo di crudeli pretoriani, chiamati così per via di un anello con uno scorpione, guidati dal braccio destro di Nerone, Caio Ofonio Tigellino. 

     
In questo romanzo storico fantastico si inserisce anche la conquista delle isole britanniche da parte dei legionari di Roma: nel 60-61 dc l'isola di Ynys Mon venne messa a ferro e fuoco dalle truppe romane che, nello stesso periodo, sconfiggono gli Iceni guidati dalla fiera regina Budicca.

A questo punto si inserisce la bella voce di Alessandra che legge con intensità un brano del romanzo, dove Marco Viridio Pantera, un veterano romano che diviene amico di Rowan, descrive la  fierezza di Budicca, il suo aspetto regale, la forza, l'energia.
Budicca è un personaggio importante nel romanzo, anche se non compare fisicamente, è una figura ultra-terrena che interagisce con Rowan, come anche altri esseri facenti parte del mondo del Sidhe. Non dobbiamo dimenticare che la tradizione celtica è ricca di creature dell'«ALTROMONDO», abitanti originari dell'isola che con la cristianizzazione si sono resi invisibili, sparendo sotto il mantello dell'invisibilità.
Il rapporto con l'«ALTROMONDO» prosegue con Rowan che si innamora di un suo abitante, un Principe Oscuro, ed è emozionante sentire la voce di Alessandra leggere un passaggio del libro dove si narra di questo personaggio legato a un corvo nero. Va detto che per i celti questo animale non era necessariamente legato con il male: se da una parte rappresentava uno spirito di morte, dall'altra era la forma concreta con cui rappresentare forza e vigore, inoltre simboleggiava anche il contatto con il mondo divino, era un messaggero dell'Aldilà.

E l'incontro prosegue con Francesca che svela altri dettagli sulla sua opera, come la presenza di altri animali amici di Rowan come il cavallo nero Aonbar e il cane Duncan, e l'anima “guerriera” della protagonista che usa la sua voce per difendersi da un essere mostruoso (anche questo passo viene egregiamente letto dall'attrice Alessandra).  Ancora una volta, ci riferiamo alla civiltà celtica, dove la voce era considerata uno strumento potentissimo, abile a modificare e a infondere le emozioni, come gioia, tristezza ecc. E nel libro non si parla solo della voce come arma, ma vengono citate anche armi mitologiche dai nomi suggestivi ed evocativi, come la Gae Bolg, la lancia mitologica legata a Longino e la Cleeda Ruth, una spada indistruttibile che si potrebbe identificare anche come Excalibur. 

Per quanto riguarda i luoghi “Il corvo e lo scorpione” abbraccia un territorio molto ampio, dalla Britannia, alla Gallia alla Roma antica, con i suoi acquedotti, la Domus Aurea e il mito mutuato dalla tradizione greca del Minotauro.
Francesca è stata molto abile a concludere la presentazione, “lanciando” al suo pubblico alcune domande per indurre alla riflessione e incuriosire i potenziali lettori: e se l'Uroboro fosse in realtà il Santo Graal, fonte di ogni conoscenza? Se i Romani avessero saputo della sua esistenza? Se Gesù il nazireo fosse stato una figura legata ai Druidi e la Maddalena una sacerdotessa druida?... E non c'è che dire, è riuscita nel suo intento: mi ha incuriosita e ha suscitato in me la voglia di saperne di più. Forse pecco un po' di presunzione, ma mi sbilancio e dico che è un bel traguardo, dato che, come ho detto prima, sono piuttosto diffidente nei confronti di questo genere fantastico.
Dopo la presentazione, ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con Francesca davanti a una bella birretta e ho scoperto una ragazza molto simpatica e socievole, con la passione per l'arte e per la storia, oltre che per la scrittura ovviamente! E posso anche darvi una notizia in anteprima! Le ho chiesto se “Il corvo e lo scorpione” avrà un seguito e lei me lo ha confermato, svelandomi anche il titolo che al 99% sarà definitivo: “Il sentiero del serpente”. In questo nuovo libro la vicenda si sposterà dall'Irlanda al Medio Oriente, nell'attuale Israele per essere precisi. Israele con il mistero dei rotoli del Mar Morto, il mistero della fortezza di Masada... decisamente il discorso si fa interessante! Non mi resta altro da fare che ringraziare Francesca per la sua disponibilità, voi lettori per l'attenzione che mi avete dedicato e chiudere il resoconto con un invito a leggere “Il corvo e lo scorpione”. Come ha scritto la mia collega di blog Nemesi nella sua recensione, Francesca Civiletti è un'esordiente su cui scommettere!

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