Quando? Sabato 16 marzo, ore 15.45
Dove? Milano Rho Fiera, Festival di San Patrizio
Perché? Presentazione del libro “Il corvo e lo scorpione” di Francesca
Civiletti
Non c'è che dire, è stato davvero un pomeriggio piacevole quello del 16
marzo, quando, in occasione del Festival di San Patrizio (ovviamente dedicato
all'Irlanda) mi sono improvvisata reporter e, in compagnia di un amico, sono
andata a Milano per assistere alla presentazione del romanzo fanta-storico “Il
corvo e lo scorpione” di Francesca Civiletti. Ho avuto infatti modo di
conoscere di persona un'autrice molto simpatica, di assistere a un evento
coinvolgente e - perché no?- di gustare ottima Guinness!
Sono sincera: non conoscevo l'opera di Francesca che abbiamo recensito QUI, e a volte i romanzi
fantastici mi deludono, tuttavia quando ho saputo dell'occasione di conoscere
una scrittrice, per di più all'interno di una manifestazione dedicata a una
delle nazioni europee più affascinanti per me, ho deciso che sarebbe stato un
peccato lasciarsela scappare!
La presentazione è stata molto interessante: Francesca ha parlato con
entusiasmo contagioso della propria opera prima e, a rendere il tutto ancora
più speciale, ci hanno pensato gli interventi del saggista Riccardo Taraglio,
autore de “Il vischio e la quercia” e la lettura di alcuni brani del libro da
parte dell'attrice Alessandra Felletti.
L'incontro si è aperto con la melodia delicata di un'arpa, suonata da una
giovane musicista, che a tratti farà da colonna sonora alla presentazione,
rendendo l'atmosfera subito più particolare, più... irlandese! Si inserisce
quindi Riccardo Taraglio che, dopo una premessa generale sul ruolo dello scrittore,
che è quasi uno strumento per rendere concreta un'ispirazione lontana,
introduce l'autrice: Francesca Civiletti ha vissuto 9 mesi in Irlanda, dove ha
studiato e lavorato, e quella verde isola affacciata sull'Atlantico è stata per
lei fonte d'ispirazione non solo per il libro, ma anche per i propri dipinti.
“Il corvo e lo scorpione” è legato all'Irlanda non solo per via
dell'esperienza dublinese dell'autrice, ma soprattutto perché la sua
protagonista, Rowan, è una giovane celta che vuole diventare una sacerdotessa,
una bandrui per dirla alla celtica.
Ho apprezzato particolarmente la scelta di Francesca (che di professione
è copywriter) di presentare il romanzo
al suo pubblico servendosi di una “mood
board”, ossia una “tavola” illustrata, molto utilizzata in pubblicità, in
grado di rendere subito visibile l'idea creativa che è alla base del libro, e
di una bacchetta di legno di sorbo, a mo' di bacchetta magica!
A questo proposito, vorrei riportare in breve l'intervento di Riccardo
Taraglio, che ha spiegato alla platea il rapporto che i celti avevano con la
natura in generale, e con gli alberi in particolare. I celti non avevano una
concezione antropocentrica, si consideravano semplicemente creature vive in
mezzo ad altre creature vive. Gli alberi non erano quindi solo materia
prima per lo sviluppo, ma una fonte di vita, tanto è vero che persino alcune
divinità del pantheon celtico venivano identificate con loro. Il sorbo, in particolare, era simbolo di conoscenza, legato al
fuoco sacro dell'ispirazione e non è un caso, credo, che Francesca abbia scelto
come nome per la sua aspirante sacerdotessa
Rowan, che in lingua gaelica
significa sorbo.
Come ho detto prima, l'Irlanda (Erin) e Rowan sono le protagoniste della
vicenda ed è stata particolarmente suggestiva la lettura da parte di Alessandra
di un passo del libro, dove Rowan descrive la sua verde e mutevole isola.
Francesca non vuole giustamente svelare troppo su Rowan, veniamo quindi a
sapere solo che ha occhi di due colori, uno argento e un oro, e che ha la
capacità innata di oltrepassare i confini dei due mondi, quello terreno e
quello ultraterreno. È ragazza dotata, ma dovrà affinare il suo dono studiando
un testo magico, chiamato Uroboro,
rappresentato da un serpente che si morde la coda, simbolo del ciclo della
vita. L'Uroboro è un'affascinante invenzione creativa dell'autrice, i celti non conoscevano la scrittura e si
affidavano alla tradizione orale, esaltando il ruolo della memoria e il
valore dell'incontro fra persone e generazioni. Inoltre, con la trasmissione
orale delle conoscenze si riduceva il rischio che cadessero in mani
sbagliate...
Nell'Uroboro sono contenute formule magiche potentissime e maledizioni
molto pericolose, ed è normale che sia ambita preda da parte di malvagi
antagonisti. La nostra giovane druidessa Rowan deve infatti affrontare
pericolosi nemici:
- gli Adoratori di Cromm, una setta votata al male, che si dice sia veramente esistita;
- gli Scorpioni Neri, un manipolo di crudeli pretoriani, chiamati così per via di un anello con uno scorpione, guidati dal braccio destro di Nerone, Caio Ofonio Tigellino.
In questo romanzo storico fantastico si inserisce anche la conquista delle
isole britanniche da parte dei legionari di Roma: nel 60-61 dc l'isola di Ynys Mon venne messa a ferro e fuoco dalle
truppe romane che, nello stesso periodo, sconfiggono gli Iceni guidati dalla
fiera regina Budicca.
A questo punto si inserisce la bella voce di Alessandra che legge con
intensità un brano del romanzo, dove Marco Viridio Pantera, un veterano romano
che diviene amico di Rowan, descrive la
fierezza di Budicca, il suo aspetto regale, la forza, l'energia.
Budicca è un personaggio importante nel romanzo, anche se non compare
fisicamente, è una figura ultra-terrena che interagisce con Rowan, come anche
altri esseri facenti parte del mondo del Sidhe.
Non dobbiamo dimenticare che la
tradizione celtica è ricca di creature dell'«ALTROMONDO», abitanti originari
dell'isola che con la cristianizzazione si sono resi invisibili, sparendo
sotto il mantello dell'invisibilità.
Il rapporto con l'«ALTROMONDO» prosegue con Rowan che si innamora di un suo
abitante, un Principe Oscuro, ed è emozionante sentire la voce di Alessandra
leggere un passaggio del libro dove si narra di questo personaggio legato a un corvo nero. Va detto che per i celti
questo animale non era necessariamente legato con il male: se da una parte rappresentava uno spirito di morte, dall'altra era la
forma concreta con cui rappresentare forza e vigore, inoltre simboleggiava
anche il contatto con il mondo divino, era un messaggero dell'Aldilà.
E l'incontro prosegue con Francesca che svela altri dettagli sulla sua
opera, come la presenza di altri animali amici di Rowan come il cavallo nero Aonbar e il cane Duncan, e l'anima “guerriera” della
protagonista che usa la sua voce per difendersi da un essere mostruoso (anche
questo passo viene egregiamente letto dall'attrice Alessandra). Ancora una volta, ci riferiamo alla civiltà
celtica, dove la voce era considerata uno strumento potentissimo, abile a
modificare e a infondere le emozioni, come gioia, tristezza ecc.
E nel libro non si parla solo della voce come arma, ma vengono citate anche
armi mitologiche dai nomi suggestivi ed evocativi, come la Gae
Bolg, la lancia mitologica legata a Longino e la
Cleeda
Ruth, una spada indistruttibile che si potrebbe identificare
anche come Excalibur.
Per quanto riguarda i luoghi “Il corvo e lo scorpione” abbraccia un
territorio molto ampio, dalla Britannia, alla Gallia alla Roma antica, con i
suoi acquedotti, la Domus Aurea e il mito mutuato dalla tradizione greca del
Minotauro.
Francesca è stata molto abile a concludere la presentazione, “lanciando” al
suo pubblico alcune domande per indurre alla riflessione e incuriosire i
potenziali lettori: e se l'Uroboro fosse
in realtà il Santo Graal, fonte di ogni conoscenza? Se i Romani avessero saputo
della sua esistenza? Se Gesù il nazireo fosse stato una figura
legata ai Druidi e la Maddalena una sacerdotessa druida?... E non c'è che dire, è riuscita nel suo
intento: mi ha incuriosita e ha suscitato in me la voglia di saperne di più.
Forse pecco un po' di presunzione, ma mi sbilancio e dico che è un bel
traguardo, dato che, come ho detto prima, sono piuttosto diffidente nei
confronti di questo genere fantastico.
Dopo la presentazione, ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con
Francesca davanti a una bella birretta e ho scoperto una ragazza molto
simpatica e socievole, con la passione per l'arte e per la storia, oltre che
per la scrittura ovviamente! E posso anche darvi una notizia in anteprima! Le
ho chiesto se “Il corvo e lo scorpione” avrà un seguito e lei me lo ha
confermato, svelandomi anche il titolo che al 99% sarà definitivo: “Il sentiero
del serpente”. In questo nuovo libro la vicenda si sposterà dall'Irlanda al
Medio Oriente, nell'attuale Israele per essere precisi. Israele con il mistero
dei rotoli del Mar Morto, il mistero della fortezza di Masada... decisamente il
discorso si fa interessante! Non mi resta altro da fare che ringraziare Francesca
per la sua disponibilità, voi lettori per l'attenzione che mi avete dedicato e
chiudere il resoconto con un invito a leggere “Il corvo e lo scorpione”. Come
ha scritto la mia collega di blog Nemesi nella sua recensione, Francesca Civiletti è un'esordiente su cui scommettere!
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