martedì 8 novembre 2011

Teaser Tuesdays (43)



"Teaser Tuesdays" 

  • Grab your current read
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  • Share two (2) “teaser” sentences from somewhere on that page
  • BE CAREFUL NOT TO INCLUDE SPOILERS! (make sure that what you share doesn’t give too much away! You don’t want to ruin the book for others!)
  • Share the title & author, too, so that other TT participants can add the book to their TBR Lists if they like your teasers!
Ovvero, per i non anglo-leggenti:
  • Prendi il libro che stai leggendo
  • Apri una pagina a caso
  • Copia due pezzi "teaser" da una parte di questa pagina
  • STAI ATTENTO A NON SCRIVERE SPOILERS! (assicurati di non condividere troppe cose! Non si deve rovinare il libro agli altri!)
  • Indica il titolo e l'autore, in modo che gli altri Teaser Tuesday partecipanti possano aggiungerlo alla loro lista dei desideri se il libro è piaciuto


Non ho ancora finito Scomparsa -lo sto "aspirando" lentamente, una cinquantina di pagine alla volta- e adesso ne mancano cento, quindi per questa puntata di Teaser Tuesdays vi passo i brani del libro che ho accanto in questo momento e che, essendo molto corto, probabilmente leggerò per prossimo. Si tratta di un libro particolarissimo che mi hanno prestato, vincitore del Premio Pulitzer nel 1999 del premio Grinzane Cavour nel 2000: Le ore di Michael Cunningham, che intreccia la vita di tre donne - una delle quali è niente meno che Virginia Woolf. 

Virginia varca la soglia. Si sente pienamente in possesso del personaggio che è Virginia Woolf, e nei panni di quel personaggio di toglie il mantello, lo appende e va in cucina a parlare del pranzo con Nelly. In cucina, Nelly sta spianando una sfoglia. Nelly è se stessa, sempre se stessa. Sempre grande e rossa, regale, sdegnosa, come se avesse trascorso la vita in un'età di gloria e benessere finita, per sempre, cinque minuti prima che tu entrassi dalla porta. Virginia ne è meravigliata. Come fa a ricordarsi, a fare in modo di essere, ogni giorno e ogni ora, sempre esattamente la stessa?
"Salve, Nelly" dice Virginia.
"Salve, signora". Nelly si concentra sulla sfoglia, come se il mattarello stesse facendo affiorare una debole ma leggibile scrittura nell'impasto.
"C'è un tortino per pranzo?"
"Sì, signora. Pensavo tortino d'agnello: c'è quell'agnello avanzato, e lei ha lavorato così tanto stamattina che non abbiamo parlato. "
"Il tortino d'agnello va benissimo", dice Virginia, anche se deve faticare per rimanere nel personaggio. Ricorda a se stessa: il cibo non è sinistro. Non pensare a putrefazione o feci; non pensare alla faccia nello specchio.
"C'è la zuppa di crescione," dice nelly. "e il tortino. E poi ho pensato semplicemente a quelle pere gialle per dessert, a meno che lei non gradisca qualcosa di meglio."
Eccola, la sfida è stata lanciata: "A meno che lei non gradisca qualcosa di meglio". così l'amazzone sconfitta sta sulla riva avvolta nella pelliccia degli animali che ha ucciso e scuoiato, così fa cadere una pera davanti ai sandali d'oro della regina e dice: "Ecco cosa le ho portato. A meno che lei non gradisca qualcosa di meglio.
"Le pere andranno benissimo", dice Virginia, anche se, ovviamente, le pere non andranno mai bene per niente.
(Le ore, di Micheal Cunningham, pag.68)

E' venuta ad aiutare Richard a prepararsi per la festa, ma Richard non risponde quando bussa alla porta. Bussa ancora, più forte; poi velocemente, nervosamente, apre la porta. 
L'appartamento è pieno di luce. Clarissa quasi resta senza fiato sulla soglia.Tutti gli scuri sono stati sollevati, le finestre aperte. Sebbene l'aria sia piena solo dell'ordinaria luce del giorno che entra in ogni appartamento in un  pomeriggio assolato, fa l'effetto, nella stanze di Richard, di un'esplosione silenziosa. Ecco le scatole di cartone, la vasca da bagno (più sporca di quanto avesse creduto), lo specchio impolverato e la caffettiera costosa, tutti gli oggetti svelati nel loro vero pathos, nella loro ordinaria piccolezza. E', molto semplicemente, l'appartamento di una persona squilibrata.
"Richard!" chiama Clarissa.
"Signora Dalloway. Oh, signora Dalloway, sei tu".
(Le ore, di Micheal Cunningham, pag.146)

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