domenica 20 novembre 2011

Interview with... Massimo Cortese

Dopo tre recensioni ed un giveaway è arrivato il momento di dare finalmente voce a Massimo Cortese, autore della Trilogia della speranza e della lettera all'onorevole Levi che ho pubblicato qui. Attivo nelle tematiche sociali, Cortese è laureato in giurisprudenza e racconta, attraverso i suoi libri, la storia dimenticata del nostro paese, ma anche le difficoltà che lo attanagliano e il vissuto -spesso autobiografico- delle fasce vittime di diverse problematiche.


Interview with...

Massimo Cortese




Malitia: Buonasera Cortese e benvenuto sul mio blog. Può presentarsi ai lettori?

Cortese: Nel ringraziarla per la bella opportunità di entrare da protagonista sul suo Blog, passo subito alla presentazione. Mi chiamo Massimo Cortese, ho cinquanta anni, sono sposato con Daniela, ho una figlia alla quale ho dedicato il primo libro, che ha rappresentato l’inizio della mia avventura letteraria. Al primo libro ne sono seguiti altri due: in buona sostanza, ogni testo è all’origine del successivo. Al terzo libro, ha fatto seguito lo scritto inedito “L’opinione di uno scrittore- lettera cortese all’onorevole Levi, con cui protesto per l’entrata in vigore della nuova Normativa sul prezzo dei libri. Vorrei però ricordare i racconti, pubblicati anche su varie Antologie e su Visione, il semestrale della sezione provinciale di Ancona dell’Unione Italiana per la lotta alla distrofia muscolare, dove curo la rubrica intitolata Cortese…mente. Uno dei miei racconti preferiti; “Le ragazze dei Blog Letterari” è stato  pubblicato all’interno dell’ultima Antologia della Casa Editrice Montag, intitolata “L’amore delle donne”.

M: Il suo primo libro, Candidato al Consiglio d'istituto, nasce da un'esperienza personale vissuta nella scuola di sua figlia. Perché ha sentito il bisogno di scriverne?

C: Perché volevo occuparmi di alcune questioni, come l’educazione, il bullismo, la fiducia o la sfiducia nelle Istituzioni, che mi stanno molto a cuore, ma di cui si parla soltanto quando accadono delle tragedie. Avevo desiderio di far sentire la mia voce: tutto qui.

M: Educazione e bullismo sono solo due dei temi trattati nei suoi libri. Quanto sono importanti e quanto se ne parla, in realtà, nel nostro paese?

C: L’educazione è importantissima, sebbene in questi ultimi decenni venga considerata una questione superata. La maleducazione e l’arroganza hanno preso il suo posto, ma, sarebbe il caso di dire “nulla è perduto, niente è compromesso”. Bisogna recuperare il tempo perduto. Riguardo al bullismo, è una grande ingiustizia, verso la quale non sempre si interviene nel modo adeguato. Riporto un fatto: ho partecipato ad un convegno che si occupava di problemi dell’adolescenza, e ad un certo punto è intervenuta una docente universitaria, che esponeva i risultati di un sua grande ricerca. La signora mostrava una grande competenza nell’affrontare il bullismo, ed io gesticolavo con la mano per mostrare il mio dissenso, ma non c’è stato nulla da fare. Inoltre, il bullismo di oggi è diverso da quello del passato, basti pensare al ruolo di Internet; oggi si parla di cyberbullismo. Il bullismo è un fenomeno planetario: la trasmissione televisiva Tg2 Dossier, mandata in onda dalla RAI alla mezzanotte del 10 gennaio 2009, ha fatto il punto della situazione in Francia, Spagna, Gran Bretagna, Germania e Russia, e onestamente non comprendo come mai il Ministero  della Pubblica Istruzione non abbia avvertito la necessità di trasmetterla alle scuole italiane: sarebbero stati soldi spesi bene, a dispetto di tante ricerche inutili. Non può essere uno spot a risolvere il problema, ci vuole ben altro. A costo di diventare noioso, iniziamo dal diffondere la trasmissione Tg 2 Dossier della RAI del 10 gennaio 2009.

M: Lei scrive anche, attraverso il racconto della vita di sua madre, degli anni in cui la miseria nera affliggeva l'Italia da Nord a Sud, fornendo uno spaccato molto realistico di alcuni decenni fa. Secondo lei l'Italia è un paese che ha perso memoria del passato?

C: Sì, abbiamo perduto la memoria del nostro passato, e in molti casi la colpa è anche dei nuovi programmi scolastici: per esempio, nella classe quinta elementare, non si completa il programma di storia, ma ci si ferma alla Storia Romana: questo significa che i nostri ragazzi vivono fuori dal mondo, non conoscendo le vicende degli ultimi secoli e quelle del più recente passato. A riprova di quanto sto dicendo, ho notato tanta ignoranza dei giovani in occasione dei festeggiamenti per il 150° Anniversario dell’Unità Nazionale. Un popolo che non conosce la propria storia, difficilmente sarà in grado di appassionarsi al  proprio futuro.

M: In Non dobbiamo perderci d'animo lei ricorda con un affettuoso episodio "il carnevale dei ragazzi", un evento che venne cancellato dal terremoto di Ancona e a cui attribuiva un particolare valore. Cosa ne è conseguito? Perché, secondo lei, la scomparsa di questo carnevale ha quasi causato una piaga sociale nei giovani che non l'hanno vissuto?

C: Nel racconto vi sono due direttrici: l’età spensierata dell’infanzia e l’attacco alla Politica. Il terremoto è l’evento imprevedibile che collega questi due elementi. Peraltro, nel corso degli anni, questa parola ha assunto un significato più ampio: si parla appunto di terremoto politico o di terremoto finanziario, a sottolineare la crisi di un determinato sistema.  Nel racconto vi è una delle prime critiche verso il Mondo della Politica, il cui Degrado è, proprio in questi giorni, sotto gli occhi di tutti.  Per questa ragione, io sostengo, che la colpa dell’attuale degrado, in cui versa la società italiana, è dovuta alla scomparsa del Carnevale: per risolvere il problema, basterebbe reintrodurre quella manifestazione soppressa nel 1972 a causa del terremoto. Riguardo alla sua domanda, relativa alla piaga sociale che la scomparsa del carnevale avrebbe causato nell’attuale Classe Dirigente, la risposta va ricercata direttamente nella ragione per la quale ho scritto il racconto: durante una festa di Carnevale organizzata da una scuola elementare, ho incontrato un uomo politico, mentre  si divertiva con una delle prime videocamere a filmare i suoi figli. Il nostro amico rideva di gusto: in quel momento, il Politico aveva lasciato il posto al Genitore interessato del Destino dei propri Figli. Allora io ho pensato: che bella cosa sarebbe se il sorriso di questo Genitore rimanesse per sempre: avremmo un Paese Migliore.  Il problema è che ci siamo dimenticati delle piccole cose, della gioia di una bambina che indossa per la prima volta una maschera di carnevale e che festeggia divertita, tanto da attirare l’attenzione del papà. Poi vorrei dire un’ultima cosa: alla mia proposta di reintrodurre il carnevale dei ragazzi, il sindaco dell’epoca, che ebbe a premiarmi, non mi rispose, sicuramente non aveva letto il racconto. Ebbene, qualche mese più tardi il primo cittadino si è dimesso e, per assurdo, le dimissioni sono state date il 24 febbraio 2009,. proprio nel giorno di martedì di carnevale.

M: Le vicende giudiziarie di cui è stato vittima e che ha raccontato in Un'opera dalle molte pretese hanno modificato l'opinione che aveva della giustizia italiana?

C: No, avevo e ho un grande rispetto per la Magistratura del nostro Paese, che spesso opera in condizioni difficili. Tuttavia, molte cose debbono cambiare e, se è vero che dobbiamo avere rispetto per l’Ordine Giudiziario, è altrettanto vero il contrario.  

M: Nei suoi libri leggiamo dei vani tentativi di lettere indirizzati ai politici. Perché lo fa?

C: Si tratta di un vizio che avevo fin dai tempi della scuola superiore, una sorta di chiamata in causa delle persone che possono e dovrebbero fare qualcosa per i problemi della collettività, in quanto siamo noi ad averli eletti per risolvere i nostri problemi. Negli Anni Ottanta, quando scrivevo mi rispondevano tutti: oggi non risponde più nessuno. Questo testimonia una grande criticità nei rapporti tra Cittadini e Classe Politica, che, di conseguenza, può diventare anche arrogante. Io sono quasi certo che l’onorevole Levi non risponderà alla mia lettera, e forse non lo farà nessun altro politico: ripeto, il mio è solo un presentimento: come sono solito dire, spero di sbagliarmi.. Le mie sono lettere di proposta, non di protesta, ciascuno di noi dovrebbe avere il coraggio civile di pretendere che vi sia un’etica della politica.

M: Quanto è difficile fare lo scrittore in Italia?

C: Per molti scrittori non è affatto difficile: si scrive qualcosa, si va in televisione nelle trasmissioni di maggiore ascolto, e si vendono migliaia di copie. Anche a livello locale, se si conoscono le persone giuste, non è poi un brutto vivere. Poi ci sono quelle persone, abbandonate da tutto e da tutti, per le quali scrivere e farsi leggere è un’impresa disperata, quasi una missione impossibile: avendo vissuto questa esperienza, ho provato a raccontarla, dopo essermi posto un unico interrogativo: Perché accade questo? E’ giusto? Allo stesso modo di quando scrivo ai politici, proponendo loro delle soluzioni, ho scritto una lettera a me stesso, che ho trasformato in un libro intitolato “Un’opera dalle molte pretese”. E’ difficile il mestiere dello scrittore libero in Italia, in quanto non vi è attenzione per la cultura, ed in particolare per la lettura, come ho cercato di dire nello scritto “L’opinione di uno scrittore”.

M: Perché scrivere al giorno d'oggi? Sono molti quelli che ambiscono a farlo...

C: Un noto intellettuale ha detto che molti scrivono perché hanno scoperto che è facile farlo. Forse, potrebbe avere qualche ragione. Io credo che in un mondo caratterizzato dalla solitudine, ci sia il bisogno di esprimersi in qualche modo. 

M: Ultima domanda: se dovesse salvare un solo libro al mondo, quale sarebbe?

C: La Bibbia: è il primo libro ad essere stato stampato, non dobbiamo dimenticarlo.

M: Grazie mille per la disponibilità e buona fortuna per il suo futuro letterario.

C: Io ringrazio lei e gli utenti del Blog per avermi sopportato fino a questo momento.



Massimo Cortese 
Nato ad Ancona nel 1961, è funzionario di un ente locale. Scrive racconti dalle ore 14.52 del 2 dicembre 2006, a seguito della nomina a Consigliere d’Istituto nella scuola frequentata dalla figlia. Nei suoi scritti sollecita sempre il lettore alla riflessione sulla realtà incontrata. Con Il Carnevale dei Ragazzi si è aggiudicato il XXIV Premio Nazionale Riviera Adriatica di Ancona. Scrive sulla rivista Visione della UILDM di Ancona, dove cura lo spazio intitolato Cortese…mente.

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