venerdì 11 novembre 2011

Recensione: Il ragazzo dei mondi infiniti di Neil Gaiman e Michael Reaves



Voto: 

Gaiman è sempre Gaiman, nulla di più, nulla di meno. Si riconosce da lontano, persino dalla nota degli autori che precede il libro, da quello stile inconfondibile per chi ha letto Stardust e Nessun Dove. E’ uno di quegli autori che, una volta letti, ti fanno un po’ sentire di essere tornati a casa. Una sensazione familiare che si legge tra le righe, in quella frase particolare che ti fa pensare “sì, è proprio lui”. Gaiman è sempre Gaiman, è vero, con tutta la sua gamma di immagini originali e suggestive.
Premettendo che nessuno dei suoi libri –anche se mi manca la “sezione per adulti”- è riuscito a colpirmi come Stardust, Il ragazzo dei mondi infiniti non è un libro affatto male.

Ma partiamo dalla trama: Joey è un adolescente comune, un ragazzino tutto ricci e lentiggini che vive nella piccola cittadina di Greenville. Di originale, nella sua vita, c’è forse solo un professore di educazione civica un po’ eccentrico che un giorno, per via di un esame a squadre, lascia lui ed altri due compagni in mezzo alla città. Joey, sprovvisto del minimo senso di orientamento, si allontana con la ragazza che gli piace sperando di condurla nel posto giusto. Un banco di nebbia improvviso ed una breve separazione da lei saranno però il principio di un episodio che gli cambierà per sempre la vita: Greenville sembra quella di sempre, ma le persone che lui conosce hanno qualcosa di… diverso. Dopo aver scoperto che sua madre non lo riconosce e che casa sua non è in realtà proprio casa sua, viene raggiunto da un uomo che scivola da un’increspatura nell’aria, coperto da una maschera liquida e riflettente come uno specchio. Ed è così che comincia l’avventura…
Quella di Joey è la capacità di Camminare, ovvero di poter viaggiare tra i vari universi paralleli che si generano nel momento in cui ci si trova davanti ad un bivio. Le possibilità, biforcate, creano una pluralità di alternative ed un mondo a parte che diventa a sé stante ed indipendente dagli altri. Sono due le forze che si esercitano –e combattono- nell’IntraSpazio: la scienza e la magia. A cercare di mantenere l’equilibrio tra i due sono i Camminatori riuniti in una società segreta, l’ InterMondo, spesso catturati e uccisi da individui senza scrupoli che sfruttano i loro poteri per navigare nel Nulla Assoluto.
L’avventura di Joey ci mostrerà mondi straordinari, creature bizzarre, alcune tenere e carine, altre misteriose, altre spaventose: tutto quello che la fantasia di uno scrittore come Gaiman può offrire, con uno stile brillante e divertente.

Tuttavia, come ho detto all’inizio, Il ragazzo dei mondi infiniti è un libro per niente male, ma di certo non eccellente. L’approfondimento dei personaggi si limita a quello del protagonista, mentre gli altri rimangono figure un po’ accennate e difficili da distinguere –se lo leggerete capirete esattamente perché-. La lettura e la narrazione sono molto veloci: il libro è scorrevole ma lascia indietro un senso di incompiutezza, qualcosa che sfugge. Alcuni passaggi sono frettolosi e danno la complessiva idea di un quadro sfuggente.
Probabilmente il libro, scritto nel 1995 e frutto di una collaborazione, avrebbe avuto bisogno di un rimaneggiamento e approfondimento. Consigliato per una lettura carina e veloce, tipica per ragazzi. 

2 commenti:

  1. Il Gaiman per ragazzi non mi ha mai detto più di tanto, se non in Stardust che è obiettivamente una fiaba con tutti i crismi.

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  2. Gaiman è uno dei miei autori preferiti e il suo ultimo libro mi manca... credo rimedierò presto!

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