mercoledì 30 novembre 2011

By the Keyhole (9) Il ritratto di Dorian Gray

By the Keyhole (7) 1984

Questo appuntamento di By the Keyhole, la rubrica mensile che spia "dalla serratura" i classici -analizzandoli nel dettaglio e proponendovi brani da loro tratti- avevo inizialmente pensato, data l'uscita nelle sale del film con Mia Wasikowska e il quiz che abbiamo fatto, di dedicarlo a Jane Eyre. Oggi ricorre però l'anniversario della morte di un grandissimo autore e non potevo esimermi dal fargli un tributo parlando del suo capolavoro.
Letto solo una volta -avevo quindici anni e molto voglia di nutrirmi di capolavori- è un romanzo che, nella vita, non necessita di tante riletture, a meno che non si voglia godere ogni volta di quello stile meraviglioso e degli aforismi sagaci. Ma lui era così, cinico e sarcastico, esteta, profondamente innamorato dell'arte (che definisce inutile), un po' misogino -ma il termine è etimologicamente inappropriato, visto che più che un odio per le donne egli le considera semplicemente un "sesso decorativo"-, sensibile e stanco di quella società fatta di cartone, ipocrita e banale perché stereotipata.
Il protagonista del suo racconto è un giovane innocente, bellissimo e dall'animo candido. Un pittore ne sta ritraendo le fattezze, quando riceve la visita di un amico: vedendo il ragazzo, questo lo invita a riflettere sulla fugacità della sua bellezza e della giovinezza. Ricevuto poi in regalo il ritratto portato a termine, il giovane, ancora accaldato dai discorsi appena fatti, pronuncia un terribile desiderio: se solo quel quadro potesse invecchiare al posto suo, e lui restare sempre giovane! Sarebbe pronto a dare qualsiasi cosa...
Anche avendo omesso i nomi, avrete ormai capito che il classico del mese è...


Il ritratto di Dorian Grey


Qual è la trama?
Il sogno di possedere un ritratto che invecchi al suo posto, assumendo i segni che il tempo dovrebbe tracciare sul suo volto angelico, diviene per Dorian Gray una paradossale, terribile realtà. Ma non saranno tanto le tracce del tempo che passa a fermarsi sul dipinto di quel bellissimo giovane, quanto le nefandezze di cui la sua anima si è macchiata. Un'anima giunta al culmine della dissolutezza, corrotta e degradata, trascinata nell'abisso della turpitudine e del vizio dal cinismo e dalla sfrenata avidità di piaceri di ogni sorta. Dalla sua sfida diabolica alla giovinezza eterna, Dorian uscirà sconfitto, schiavo di un ideale, assurdo desiderio di far coincidere l'arte con la vita. "Il ritratto di Dorian Gray" è considerato il romanzo simbolo del decadentismo e dell'estetismo.





Chi è l'autore?

Oscar Wilde nacque a Dublino nel 1854 in un ambiente colto e spregiudicato, studiò a Oxford dove ebbe come suoi maestri Ruskin e Pater. Il suo ingegno brillante, i successi letterari, le pose eccentriche lo imposero come una delle personalità dominanti nei circoli artistici e nei salotti mondani inglesi e francesi. Alternò come residenza Parigi e Londra, con frequenti viaggi in Italia, Grecia, Nordafrica. Nel 1882 Oscar Wilde recò negli Stati Uniti per un fortunato ciclo di conferenze sull'estetismo. Nel 1884 sposò Constance Lloyd, da cui ebbe due figli. Il matrimonio presto naufragò. La sua relazione con lord Alfred Douglas gli mise contro il padre di questi, marchese di Queensberry, e con lui tutta l'aristocrazia e la classe dirigente che fino ad allora lo osannava come un idolo. Subì un processo che suscitò enorme scalpore. Fu condannato per omosessualità a due anni di lavori forzati (1895). Scontata la pena, in miseria e abbandonato da tutti, si rifugiò in Francia dove morì, a Parigi, tre anni dopo, nel 1900.





Il ritratto di Dorian Gray è uno dei capolavori assoluti della letteratura inglese, e non è difficile capire perché. Potremmo tributare questa reputazione alle frasi ad effetto di Lord Wottom –il libro rappresenta pur sempre il manifesto dell’estetismo, ed è quindi perfetto dal punto di vista estetico- o all’egocentrica personalità dell’autore che in questo personaggio si rispecchia, ma il vero protagonista, l’elemento che ci attrae –tra l’altro soprannaturale- e attorno a cui ruota l’intera vicenda è il ritratto. E la motivazione è esattamente la stessa per cui al giorno d’oggi ci piacciono tanto i perfetti, immortali e freddi vampiri. Desideriamo la giovinezza eterna.
Scommetto che, intimamente, avete pensato “non è vero, io no”. Suvvia, non mentite a voi stessi. Chi non si farebbe prendere dal panico se qualcuno gli dicesse: “avete soltanto pochi anni da vivere veramente. Quando la vostra gioventù se ne sarà andata, avrete perduto anche la vostra bellezza, e vi renderete conto d'un tratto che non ci sono più vittorie per voi, o che dovete accontentarvi di quelle banali vittorie che la memoria del vostro passato renderà più amare delle sconfitte. Ogni mese che passa vi avvicina a qualche cosa di orrendo. Il tempo è geloso di voi, e si accanisce sui vostri colori di giglio e di rosa. Le vostre tinte appassiranno, le guance si faranno cave, si appannerà il vostro sguardo. Soffrirete tremendamente...”?
La vecchiaia, che avanza inesorabilmente, anno dopo anno, ora dopo ora, colpisce tutti, ed è una lenta malattia. E assieme ad essa sparisce la bellezza. Dorian è bellissimo, e tale vuole rimanere. Perché la bellezza ti rende affascinante per la società e attraente per gli amanti. I creditori ti cederanno volentieri i loro soldi, le donne si uccideranno per il tuo amore. Ma Dorian non è solo bello, è angelico… i suoi ricci sono d’oro, l’incarnato è roseo, gli occhi azzurri e le labbra rosse. E’ accattivante, ha buone maniere, mantiene la sua aria di fanciullesca innocenza. Per restare così, Dorian ha però stretto quello che è un patto col diavolo: ha ceduto la sua anima rappresentata nel ritratto, che, infatti, non invecchia solo al posto di Dorian, ma ne riflette anche i turpi peccati e imbruttisce tremendamente assieme alla gravità delle sue azioni. Il primo delitto di cui si macchia è la responsabilità del suicidio di Sibilla Vane, attrice della cui arte si era innamorato ma che lascia perché, la sera successiva al fidanzamento, la ragazza, presa dall’amore, aveva recitato male. In seguito a questo episodio Dorian nota un leggero cambiamento nel quadro, “si sarebbe detto che vi era, nelle labbra, una nota di crudeltà”. E’ il principio di omicidi e terribili vizi che deturpano orribilmente il quadro, l’anima di Dorian. In lui non vi sono però i segni di questa corruzione, è sempre il solito bellissimo giovane. Oscar Wilde diceva che dentro questo romanzo c’era una terribile morale, “l’unico errore del libro”: la condanna dell’eccesso, che richiede un adeguato castigo. I tre personaggi principali nei quali si rispecchia (il pittore Basil, Dorian e Lord Wottom) eccedono nella ricerca della bellezza, oppure rimangono spettatori della vita senza prenderne parte. Ma “chi respinge la battaglia rimane ferito più profondamente di chi vi prende parte” e Henry Wottom, con le sue profonde e sarcastiche riflessioni,  che si diverte a giocare con Dorian e con tutto quello che gli sta intorno, non vive. Niente lo emoziona. Dorian e Basil, d’altronde, vivono forse più di lui? Il primo si dedica agli eccessi, il secondo si nutre del riflesso della bellezza del ragazzo, di cui probabilmente è innamorato. In fondo Il ritratto di Dorian Gray è la dimostrazione dell’inutilità, persino della nocività, della bellezza - o dell’uso che ne fa l’uomo. La bellezza è solo bellezza e l’artista ha il compito di svelarla, e tuttavia è così alta e problematica –o semplicemente se stessa- da non essere mai compresa, idealizzata o sminuita che sia. E questo rende l’uomo grezzo e inferiore e così la bellezza rimane il valore assoluto, l’aspirazione che non potrà mai essere raggiunta. C’è speranza solo per gli spiriti colti, “coloro che scorgono bei significati nelle cose belle. Essi sono gli eletti per cui la cosa bella significa soltanto bellezza”. Tutti i vari aspetti del romanzo riconducono alla bellezza, alla sua labilità, al profumo ammaliatore. E sarà un caso se Il ritratto di Dorian Gray inizia con le parole “Lo studio era impregnato dell’intenso odore delle rose”…?



Il brano.
Il brano che ho deciso di proporvi è tratto dal secondo capitolo: l’incontro tra Dorian e Lord Henry che cambierà per sempre la mentalità e la vita del ragazzo. Henry considera Dorian quasi un oggetto di studio per via della sua immacolata persona, Dorian vede Henry come un uomo intrigante. Quella bellezza che gli è sempre stata decantata è, si rende conto, vera, concreta, vive in lui… ma è destinata a scomparire.


Quant'è bella giovinezza...


Dorian salì sulla piattaforma, con l'aria di un giovane martire bizantino, e fece una piccola moue di disappunto a Lord Henry che già lo attraeva molto. Era così diverso da Basil. Accanto a lui formava
un raffinato contrasto. Poco dopo gli disse: «Avete veramente una così cattiva influenza, Lord Henry? Cattiva come pretende Basil?»
«Non esistono influenze buone, Gray. Ogni influenza è immorale, immorale dal punto di vista scientifico.»
«Perché?»

«Perché influenzare un individuo vuol dire trasfondergli la propria anima. Egli non pensa pensieri naturalmente suoi, e non arde delle proprie naturali passioni. Le sue virtù non sono una realtà, e i suoi peccati, ammesso che i peccati esistano, sono presi a prestito. Diventa l'eco della musica di qualcun altro, l'attore di una parte che non fu scritta per lui. Lo scopo della vita è lo sviluppo del proprio io. Il completo sviluppo di se stessi – ecco la ragione d'essere di ognuno di noi. Gli uomini oggi hanno paura di se stessi. Hanno dimenticato i doveri più sacri; quelli che si hanno verso di sé. Sono caritatevoli. Nutrono chi ha fame, e vestono chi è nudo. Ma il loro spirito è affamato e ignudo. La nostra razza non ha più coraggio. Forse in fondo non ne ha mai avuto. Il terrore della società, che è la base della morale; il terrore di Dio, che è il segreto della religione: questi sono i sentimenti che ci dominano. E però...»
«Dorian, siate bravo, volgete la testa un tantino più a sinistra» disse il pittore, profondamente assorto nel suo lavoro, rilevando soltanto che nel viso del giovane balenava una luce che non c'era mai stata prima.
«Eppure» continuò Lord Henry, con quella sua voce bassa e armoniosa, e con quell'aggraziato ondeggiare della mano che gli era particolare fin dai tempi di Eton «io credo che se un uomo dovesse vivere la vita pienamente e completamente, desse forma a ogni sentimento, espressione a ogni pensiero, realtà a ogni sogno, credo che il mondo si rinsanguerebbe di un così puro fiotto di gioia, che dimenticheremmo tutte le malattie del medievalesimo, e torneremmo all'ideale ellenico -e forse a qualche cosa di migliore e di più ricco dell'ideale ellenico. Ma anche il più coraggioso di noi ha paura di se stesso. Le automutilazioni del selvaggio si ritrovano tragicamente nella autorepressione che martirizza la nostra vita. Siamo puniti per quello che rifiutiamo a noi stessi.
Ogni impulso che tentiamo di soffocare, germoglia nella mente, e ci intossica. Il corpo pecca una volta, ed il peccato è finito, perché l'azione è un modo di purificazione. Non rimane che il ricordo del piacere, o la voluttà di un rimpianto. L'unico modo di liberarsi da una tentazione è di abbandonarsi ad essa. Resistete, e vedrete la vostra anima intristire nel desiderio di ciò che s'è inibito, di ciò che le sue leggi mostruose hanno reso mostruoso e illegale. Dicono che i grandi eventi dell'umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito, solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell'umanità. Voi stesso, Gray, nella vostra immacolata infanzia, e nella vostra rosea gioventù, avete avuto passioni che vi hanno fatto paura, che vi hanno riempito di terrore, sogni a occhi aperti, e sogni nel sonno, il cui solo ricordo potrebbe farvi arrossire...»
«Basta» balbettò Dorian Gray. «Basta! Voi mi sconvolgete. Non so quello che vorrei dire. Ci dev'esser qualche argomento da opporvi, ma non riesco a trovarlo. Tacete. Lasciatemi pensare. O fate che io tenti di non pensare.» Per quasi dieci minuti rimase così, immobile, le labbra semiaperte, gli occhi stranamente lucenti. […]
Lord Henry lo guardava, sorridendo del suo sorriso triste. Intuì l'esatto momento psicologico nel quale bisognava tacere. Era profondamente curioso. Era stupefatto dell'immediata impressione che le sue parole avevano prodotto, e, ricordando un libro che aveva letto a sedici anni, si chiedeva se Dorian Gray in quel momento stesse provando una simile emozione. Si era limitato a scagliare una
freccia nell'aria. Aveva colpito? Come era interessante quel ragazzo!
[…] «Basil, sono stanco di posare» disse Dorian Gray improvvisamente «voglio uscire e sedermi in giardino. Si soffoca, qui.» […]
«Andiamo a sederci all'ombra» disse Lord Henry. «Parker ha portato da bere. Se rimarrete ancora nel riverbero, vi sciuperete, e Basil non vorrà più dipingervi. Non fatevi abbronzare dal sole. Non vi starebbe bene.»
«E che importa?» esclamò Dorian Gray ridendo, e sedette sulla sedia in fondo al giardino.
«Può premere molto a voi, Gray.»
«Perché?»
«Perché godete la più splendida gioventù, e la gioventù è l'unica cosa al mondo che valga la pena d'esser posseduta.»
«Non me ne accorgo, Lord Henry.»

«Non ve ne accorgete ora. Un giorno, quando sarete vecchio e rugoso, e brutto, quando la meditazione avrà scavato i suoi solchi sulla vostra fronte, e la passione avrà corrotto le vostre labbra con il suo tremendo ardore, lo sentirete spaventosamente. Ora, dovunque andiate, riempite di gioia chi vi vede. Sarà sempre così? Avete un viso meraviglioso, Gray. Non abbiatevene a male. È così. E la bellezza è una specie di genio – in verità più grande del genio, perché non ha bisogno di spiegazione. È una delle cose grandi del mondo, come la luce solare, o la primavera, o il riflesso nell'acqua cupa di quella conchiglia d'argento che chiamiamo luna. Non è una cosa che si possa discutere. Ha un divino diritto alla regalità. Quelli che la possiedono sono principi. Sorridete? Oh, non sorriderete quando l'avrete perduta... Si dice a volte che la bellezza è una cosa superficiale. Può essere. Ma non è mai tanto superficiale quanto il pensiero. Per me la bellezza è la meraviglia delle meraviglie. Solo la gente meschina non giudica secondo le apparenze. Il vero mistero del mondo è quello che si vede, non l'invisibile... Sì, gli dèi furono benigni con voi, Gray. Ma gli dèi, dopo breve tempo rivogliono i loro doni. Avete soltanto pochi anni da vivere veramente. Quando la vostra gioventù se ne sarà andata, avrete perduto anche la vostra bellezza, e vi renderete conto d'un tratto che non ci sono più vittorie per voi, o che dovete accontentarvi di quelle banali vittorie che la memoria del vostro passato renderà più amare delle sconfitte. Ogni mese che passa vi avvicina a qualche cosa di orrendo. Il tempo è geloso di voi, e si accanisce sui vostri colori di giglio e di rosa.

Le vostre tinte appassiranno, le guance si faranno cave, si appannerà il vostro sguardo. Soffrirete tremendamente... Godete della vostra giovinezza finché la possedete! Non sprecate il tesoro dei vostri giorni ascoltando la gente noiosa, cercando di consolare i predestinati all'insuccesso, donando la vostra vita agli incolti, ai mediocri, ai volgari. Queste sono tendenze morbose, idee false della vostra età. Vivete! Vivete la meravigliosa vita che è in voi! Nulla deve andar perduto per voi. Cercate continuamente nuove sensazioni. Non abbiate paura di nulla... Un nuovo edonismo! Di questo ha bisogno il nostro secolo. Potreste esserne il simbolo visibile. Nulla è vietato alla vostra persona. Il mondo è vostro, per una stagione... Quando vi vidi, m'accorsi che voi ignorate completamente quello che siete in realtà, quello che voi in realtà potreste essere. Tante cose di voi mi piacquero, che io sentii di dovervi svelare qualche cosa di voi stesso. Immaginai il vostro dramma se voi viveste inutilmente. Perché la vostra gioventù durerà un tempo così breve – così breve! Gli umili fiori di prato avvizziscono, ma rifioriranno ancora. Quest'altro giugno l'acacia sarà d'oro, come è ora. Fra un mese la clematide sarà coperta di stelle purpuree, e anno per anno, la verde notte delle sue foglie imprigionerà quelle stelle purpuree. Ma noi non torniamo mai alla nostra giovinezza. L'onda di gioia che pulsa in noi a vent'anni, si fa tarda. Le membra non ci ubbidiscono più, i sensi si consumano. Diventiamo ripugnanti fantocci, perseguitati dal ricordo delle passioni di cui abbiamo avuto timore e delle squisite tentazioni alle quali non avemmo il coraggio di cedere. Gioventù! Gioventù! Non c'è nulla al mondo che valga la giovinezza!»


Trasposizioni cinematografiche


Nel 1910 viene girata la prima versione cinematografica del racconto di Oscar Wilde, intitolata Dorian Grays Portræt. Il film danese è diretto da Axel Strøm e interpretato da Valdemar Psilander, nella parte di Dorian Gray.
Del 1913 la prima versione statunitense, The Picture of Dorian Gray, diretta da Phillips Smalley e interpretata da Wallace Reid nella parte di Dorian Gray, Lois Weber e Phillips Smalley.
Nel 1915 ne viene realizzata una versione russa, Portret Doryana Greya, per opera di Vsevolod Meyerhold e Mikhail Doronin. A interpretare il protagonista è Varvara Yanova, mentre Vsevolod Meyerhold è Lord Henry Wotton.
Sempre del 1915 un'altra versione statunitense, The Picture of Dorian Gray, diretto da Eugene Moore e interpretato da Harris Gordon (Dorian Gray), Helen Fulton (Evelyn), Ernest Howard (Basil Hayward) e W. Ray Johnston (Lord Henry Wotton).
Appena un anno dopo, nel 1916 ne viene realizzato un remake, sempre statunitense, The Picture of Dorian Gray, diretto da Fred W. Durrant e interpretato da Henry Victor, Pat O'Malley, Sydney Bland, Dorothy Fane e Jack Jordan.
Nel 1917 viene girata la prima versione tedesca, Das Bildnis des Dorian Gray, diretta da Richard Oswald, con Bernd Aldor, Ernst Pittschau e Ernst Ludwig.
Del 1918 la versione ungherese Az élet királya, diretta da Alfréd Deésy, in cui appare un giovane Bela Lugosi (qui con il nome di Arisztid Olt) nella parte di Lord Henry Wotton, accanto a Norbert Dán che interpreta Dorian Gray.

Nel 1945 esce negli USA il film Il ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray), regia di Albert Lewin. Con Lowell Gilmore, Peter Lawford, Angela Lansbury (che diverrà popolare durante gli anni ottanta grazie al ruolo di Jessica Fletcher nella serie televisiva La Signora in Giallo), Donna Reed e George Sanders.
Nel 1974 Massimo Dallamano dirige il film Il dio chiamato Dorian, versione cinematografica italiana con un pizzico di erotismo del romanzo di Wilde. Nel film compaiono Helmut Berger, nella parte di Dorian; Herbert Lom in quella di Henry Wotton; Richard Todd, in quella di Basil Hallward. Tra gli altri interpreti: Margaret Lee, Maria Rohm, Beryl Cunningham, Isa Miranda ed Eleonora Rossi Drago.
Nel 1976 il regista spagnolo Jesus Franco ne dirige una versione per adulti intitolata Doriana Gray, in cui la protagonista è interpretata da Lina Romay
Del 1977 è una versione francese del racconto di Wilde, intitolata Le portrait de Dorian Gray. Il film, diretto da Pierre Boutron vede protagonisti Raymond Gérôme (Lord Henry Wotton), Patrice Alexsandre (Dorian Gray), Marie-Hélène Breillat (Sybil) e Denis Manuel (Basil Hallward).

Un film del 2001 di Allan A. Goldstein, dal titolo Dorian, con Malcolm McDowell ed Ethan Erickson, è stato liberamente tratto dal capolavoro di Oscar Wilde.
Nel 2003 Gray compare anche come antagonista nel film La leggenda degli uomini straordinari, ispirato al fumetto La Lega degli Straordinari Gentlemen.
Nel 2004 viene realizzato un film horror, ispirato all'opera di Oscar Wilde, intitolato The Picture of Dorian Gray - Il ritratto del male, con Josh Duhamel nei panni di Dorian Gray.
Nel 2005 ne viene realizzato uno short intitolato semplicemente Dorian, diretto da Vincent Kirk e interpretato da Matthew Jaeger.
Del 2007 è l'adattamento di Duncan Roy per la pellicola The Picture of Dorian Gray, con David Gallagher nella parte di Dorian.
Nel novembre 2009 è uscito un film, ispirato all'opera di Wilde, intitolato semplicemente Dorian Gray, interpretato dall'attore inglese Ben Barnes nei panni del protagonista.






martedì 29 novembre 2011

Looking for books (12)


Torna finalmente l'appuntamento bisettimanale con Looking for books, la vostra vetrina sui libri che, ad ogni episodio, presenta diversi romanzi pescati di volta in volta alla Feltrinelli della mia città durante il mio abituale giro del sabato pomeriggio. Questa settimana sembra essere quasi caratterizzata dal tema delle sorelle -presente in quattro romanzi su dieci, uno dei quali, Sorelle fatali, mi incuriosisce particolarmente- ma soprattutto è dedicata ai personaggi femminili, dalle scrittrici (Una storia crudele) alle missionarie (Un amore inquieto), dalle indiziate di un romanzo giallo (Sei donne e un libro) a due arzille vecchiette (Basta un poco di zucchero), strizzando l'occhio a questi titoli molto "Tiffany" che vanno moda ultimamente, ma con un volume questa volta pubblicato una signora casa editrice, la Neri Pozza (Una ragazza da Tiffany). Persino ne Il caso Neruda una donna la fa da regina, ma anche se così non fosse stato, titolo e copertina avrebbero fatto il resto...



Una storia crudele - Natsuo Kirino
Ubukata Keiko, trentacinquenne scrittrice di successo nota con lo pseudonimo di Koumi Narumi, e da qualche tempo in crisi di creatività, scompare lasciando un’unica traccia di sé: un manoscritto intitolato Una storia crudele. Atsurō, il marito avvezzo alle stranezze e alla volubilità della donna, lo trova in bella vista sulla sua scrivania con il seguente post-it appiccicato sopra: «Da spedire al Dott. Yahagi della Bunchosha». Editor della casa editrice di Koumi Narumi, Yahagi si getta subito a capo fitto nella lettura dell’opera, nella speranza di avere finalmente tra le mani il nuovo best seller dell’acclamata autrice. Piú si addentra nella lettura, tuttavia, piú rimane sconvolto e, leggendo l’annotazione finale dell’opera: «Ciò che è scritto in queste pagine corrisponde alla pura verità. Gli eventi di cui si parla sono accaduti realmente», non può fare a meno di avvertire un brivido corrergli lungo la schiena. Koumi Narumi narra, infatti, dell’infanzia di Keiko, vale a dire della propria fanciullezza. Descritta come una bambina di dieci anni triste e solitaria che patisce l’indifferenza e l’irascibilità della madre, Keiko è impaziente di ricevere amore e attenzione dal prossimo. Una sera, sperando forse di trovarvi il padre, si spinge fino a K, un quartiere ad alta concentrazione di bar e locali a luci rosse. Là si sente a un tratto picchiettare con delicatezza sulla spalla. Sorpresa, si volta di scatto e scorge un giovane uomo con in braccio un grosso gatto bianco. I capelli, aridi e spettinati, gli scendono a ciuffi sulla fronte. Le sopracciglia spioventi gli danno un’aria da ebete. L’uomo la fissa con i suoi occhi piccoli, lo sguardo affettuoso, le pupille che gli brillano. Frastornata, incuriosita, Keiko lo segue in un vicoletto buio, dove lo sconosciuto le infila un sacco nero sul capo e la rapisce. La bambina resta nelle mani di Kenji, il rapitore, per un anno intero stabilendo con lui un rapporto agghiacciante, ambivalente, la cui natura le risulta oscura. Quando infine viene ritrovata, non rivela niente di ciò che è accaduto, né alla polizia né agli psichiatri che vorrebbero aiutarla. Soltanto Miyasaka, un misterioso detective con un braccio solo, non si stanca d’indagare, forse innamorato della verità o forse di Keiko, oppure curioso di venire a capo di una vicenda che sembra nascondere dettagli morbosi. Da quando ha vissuto l’esperienza del rapimento infatti la capacità immaginifica di Keiko cresce a dismisura e, alimentando un innato talento, le permette di diventare a quindici anni acclamata autrice di uno scandaloso romanzo. Opera in cui ne va della sottile linea che separa i fantasmi della scrittura da quelli della realtà. 
Anno: 2011
Editore: Giano
Pagine: 256
Prezzo: € 16,50


Mille sorelle - Shannon Lisa J.
Mille sorelleUn giorno come tanti, nel salotto della bella casa in stile Victoria, dalla tv una realtà sconvolgente irrompe nella vita di Lisa. Un servizio sul Congo, dove nell'ignoranza mondiale si è consumata una guerra civile da quattro milioni di morti. La tv sciorina i numeri impressionanti di una tragedia nella tragedia, quella delle donne congolesi violentate e che fanno di quel paese il posto peggiore al mondo dove essere donna. Il servizio si conclude con un appello delle vittime: "Non dimenticateci". Avrebbe potuto fermarsi lì, Lisa. Indignarsi, turbarsi, e poi lasciarsi distrarre dalla vita di ogni giorno. In fin dei conti che differenza può fare il contributo di una persona sola? Invece accetta l'invito e comincia con l'organizzare corse di beneficenza per raccogliere fondi. Ma è quando finalmente arriva in Congo che la sua vita cambia per sempre. Conosce Wendolyn, rimasta incinta dopo una violenza, Therese, a cui hanno ucciso dieci figli e che per rimozione non ne parla da così tanto tempo da non ricordarsi più nemmeno i loro nomi. Generose, che ha attraversato un inferno indicibile, ma che accoglie bambini orfani pur non avendo niente nemmeno per sé. E come lei tante altre. Il contrasto tra il passato doloroso di ognuna di queste donne e la loro perseveranza, il coraggio, la generosità e la fiducia nella vita colpisce Lisa nel profondo, e la spinge a dedicarsi a tempo pieno alla sua nuova missione.
Anno: 2011 
Editore: Piemme 
Pagine: 336
Prezzo: € 17,50


L'amore inquieto - Frédérique Deghelt
Lysange è una donna tranquilla, cullata nella pigra routine del suo matrimonio. Finché non incontra Pierre, con il quale vive una breve, travolgente storia d'amore. Lei si convince che sia una parentesi di follia, ma presto capisce che Pierre ha riacceso i suoi desideri, sconvolgendo il senso della sua esistenza. A minare ulteriormente la quiete di Lysange è un altro uomo, Tomas, lo sconosciuto che inspiegabilmente consegna proprio a lei un misterioso diario. Il giornale intimo di una missionaria, la cui ricerca spirituale si scontra con la passione più scandalosa. A Lysange spetta scoprire che cosa la lega alla donna, e scegliere per quale amore continuare a vivere.
Anno: 2011
Editore: Frassinelli
Pagine: 288
Prezzo: € 18,00




Cara sorella - Paola Calvetti
Alessandro, Alberto e Santa sono tre milanesi, in vacanza in Puglia durante l'estate. Mentre passano on the road da Polignano a Ostuni, da Brindisi a Casteldelmonte, i discorsi, le sorprese e i ricordi si mescolano e si sovrappongono. Mentre scoprono tradizioni impercettibili al nord e visitano monumenti illuminati da una luce che a Milano non esiste, ciascuno fa i conti con le proprie esperienze: Sarita ripercorre la sua infelice storia d'amore, Alessandro (voce narrante del libro) racconta dell'intenso rapporto con la sorella autistica laia, ciascuno ripensa alle persone che negli anni ha perso. E confidenza dopo confidenza, tra Alessandro e Alberto affiora un'imprevedibile attrazione, che anni dopo Alessandro decide di raccontare proprio a Iaia, sua sorella.
Anno: 2011
Editore: Bompiani 
Pagine164
Prezzo: € 15,00


Le sorelle fatali - Brown Eleanor
Rosalind, Bianca e Cordelia Andreas sono tre sorelle cresciute a Barnwell, nel Midwest americano, con i libri come passione e la TV come oggetto che solo le altre famiglie possiedono. Il padre è un eccentrico docente di letteratura che ha scelto per le sue figlie nomi delle eroine dell'amato Shakespeare. Quando le tre sorelle si ritrovano nel paese natale per accudire la madre malata di cancro, sembra che l'amore per i libri e la conoscenza dei versi shakespeariani siano rimasti gli unici tratti in comune tra loro. Ma in realtà, inconsciamente per tutte e tre la malattia della madre è solo uno dei motivi del ritorno a casa: ognuna nasconde un segreto che l'ha spinta a fuggire da una vita sull'orlo del naufragio. Rose, la maggiore, seria e affidabile ricercatrice di matematica, ha davanti una scelta senza ritorno tra carriera e sentimenti; Bean, sedotta dal fascino della vita a New York, si allontana dagli errori fatti rincorrendo denaro e apparenza, spaventata da quel che il cinismo della metropoli l'ha fatta diventare; Cordy, la piccola, bella e libera preferita di papà, si ritrova incinta senza un compagno dopo essere passata da un falso amore all'altro. Al capezzale della madre, di fronte all'incertezza del futuro, i segreti delle loro vite vengono allo scoperto, superando diffidenze e rivalità, dando a ciascuna lo stimolo per ripartire in direzioni più chiare e definitive. E forse, scoprendosi legate al destino quasi come le tre streghe del Macbeth che ha accompagnato la loro infanzia, capiscono che quel che ciascuna per troppo tempo ha disdegnato - la sonnolenta cittadina, la saggezza dei genitori che invecchiano e, soprattutto, il rapporto tra loro - può offrire più di quanto mai avrebbero sospettato. Con acume e grande umanità, il romanzo di esordio di Eleanor Brown esplora la complessità del rapporto tra sorelle: il risentimento, l'invidia, le fragili alleanze e l'amore che, sotto qualunque litigio o separazione, scorre imperturbabile e saldo tra loro.
Anno: 2011
Editore Neri Pozza 
Pagine: 336
Prezzo: € 17,00


Una ragazza da Tiffany - Susan Vreeland
Nel 1892, a Manhattan, un’elaborata insegna in bronzo fa bella mostra di sé. Tiffany Glass & Decorating Company declama la scritta che campeggia sopra una solida porta di vetro molato. Oltre quella porta, si schiude un grande salone con enormi vetrate appese al soffitto e imponenti mosaici poggiati alle pareti. E poi vasi dalle linee morbide, pendole, candelabri Art Nouveau, lampade con paralumi di vetro soffiato in mille splendidi colori. È il regno di Louis Comfort Tiffany, pittore di quadri orientalisti raffiguranti minareti, moschee e beduini, secondo il gusto del tempo. Gardenia all’occhiello, baffi fluenti, Louis Comfort Tiffany ha creato il suo atelier coltivando un progetto ambizioso: estendere la sua idea dell’arte come «bellezza che non ha bisogno di spiegazioni perché basta a se stessa» alla decorazione del vetro. La Tiffany Glass & Decorating Company è, tuttavia, anche il regno delle Tiffany girls, le ragazze di Tiffany, come sono chiamate a Manhattan le donne che l’artista ha riunito attorno a sé. Ogni giorno Louis le esorta ad abituarsi a riconoscere la bellezza in ogni momento, a «cogliere la grazia di una forma, l’eccitazione di un colore». Radunate nel laboratorio al quinto piano, le ragazze, però, non hanno bisogno di soverchie esortazioni per tagliare il vetro con estro, e disegnare e dipingere alacremente. Vi è Wilhelmina, impertinente diciassettenne dall’alta statura, Mary diciottenne dai capelli rossi, Cornelia, riservata e taciturna, Agnes, l’altera, la prima donna cui Tiffany ha accordato l’onore di dipingere i soggetti delle sue vetrate. E, infine, Clara Wolcott Driscoll. Giovane vedova in un laboratorio dove vige la regola, imposta dal padre di Louis, di impiegare solo fanciulle non maritate, Clara è l’artefice autentica delle creazioni Tiffany. È lei, infatti, a ideare quegli oggetti meravigliosi, i paralumi di vetro soffiato, decorati con uno stile che sembra celebrare la gioia e il mistero di un secolo che deve ancora iniziare.
Anno: 2010
Editore Neri Pozza 
Pagine: 512
Prezzo: € 18,00



Il caso Neruda - Roberto Ampuero
«Se la poesia ti trasporta in cielo, il romanzo poliziesco ti mostra la vita esattamente per quello che è». È Pablo Neruda, vecchio e malato,che parla a un Cayetano Brulé ancora inesperto e ingenuo. Cayetano ha conosciuto il poeta, il quale vuole iniziarlo alla carriera investigativa affidandogli il primo incarico della sua vita. Un'indagine del tutto confidenziale: ritrovare un medico messicano che si dice abbia scoperto una cura per il cancro utilizzando piante millenarie. Un uomo di cui il poeta ignora tutto, tranne il nome: Angel Bracamonte. Ma non si tratta di trovare un rimedio al male che affligge Neruda, bensì di rintracciare Beatriz, la moglie di Bracamonte. Affascinante e sfuggente, la donna cambia nome e identità continuamente. Cosa la lega a Neruda? E perché il poeta, ormai in punto di morte la sta cercando?
Anno: 2011
Editore: Garzanti (Elefanti Best sellers)
Pagine: 336
Prezzo: € 10,90


Sei donne e un libro - Augusto De Angelis
In una libreria antiquaria di via Corridoni viene trovato il cadavere del senatore Ugo Magni, chirurgo molto noto a Milano. La saracinesca del negozio è sbarrata ma la vittima e il suo assassino devono essere entrati dalla porta sul retro. Dalla libreria manca un unico volume, la “Zaffetta”, un poema erotico stampato nel 1531 e attribuito a Pietro Aretino. Il professore, oltre a essere un medico valente, aveva un’unica passione, non i libri antichi (che potrebbero giustificare la sua presenza nel negozio) ma le donne: oltre alla bella moglie ruotavano attorno a lui varie figure femminili: l’infermiera Patt, la cameriera Norina, la medium Wanda Corbelli, Fioretta Vaghi (fidanzata di un suo assistente) e la misteriosa donna con la quale si dava appuntamento in un’elegante garçonnière. L’indagine si presenta complessa e mentre il questore preme per una rapida conclusione, data la personalità del morto, De Vincenzi deve districarsi tra le sei donne, tutte molto belle, gli assistenti del professor Magni, che forse qualche motivo di malanimo nei suoi confronti l’avevano, il proprietario della libreria e il suo commesso. “Sei donne e un libro” è fra le primissime indagini di Carlo De Vincenzi, il credibile e intelligente commissario di pubblica sicurezza creato da Augusto De Angelis. Mite, riflessivo, il suo metodo consiste nel leggere nel cervello e nel cuore degli uomini e proprio per questo viene a volte rimproverato dai superiori. È quel che accade in “Sei donne e un libro” dove, a dispetto di ogni apparenza, De Vincenzi non crede che l’assassino sia il vecchio avanzo di galera indicato da tutti come il colpevole. “Lei li guarda, li interroga, - lo apostrofa il questore - li esamina, li giudica con il suo metodo psicologico e poi li manda a spasso decretando: ‘non può’ essere stato costui! Gli manca la ‘capacità morale’!”.
Anno: 2010
Editore: Sellerio
Pagine: 350
Prezzo: € 13,00 


Pane e acqua di rose - Marsha Mehran
Una nuova avventura delle sorelle iraniane protagoniste di Caffè Babilonia, primo romanzo di Marsha Mehran: Aminpour, Marjan, Bahar e Layla, le graziose proprietarie di un caffè che trabocca di leccornie e chiacchiere nel piccolo villaggio irlandese di Ballinacroagh. È passato un anno da quando le belle sorelle cercarono rifugio nella colorita cittadina conquistandone i pittoreschi abitanti grazie alla deliziosa cucina persiana e creandosi così una nuova casa e una nuova vita. Ora una giovane donna con un oscuro segreto è letteralmente stata trascinata fin sulle coste di Ballinacroagh, e la severa cittadina cattolica è di nuovo in subbuglio. La donna è incinta e rifiuta di pronunciare anche solo una parola. Le sorelle Aminpur e il vicinato, amici e nemici indifferentemente, sono obbligati a far fronte ai propri pregiudizi e alle proprie debolezze dinanzi alla strana e improvvisa apparizione. Le sorelle, tuttavia, non solo non esitano a rimettersi in discussione, ma avviano, ciascuna a modo proprio, una profonda trasformazione: Marjan cerca di amare ancora, Bahar fa suo un rinnovato impegno religioso, e Layla matura divenendo una giovane donna. Con la sua voce davvero speciale e unica e la sua la magica miscela di cuktura irlandese, persiana e italiana già presente in Caffè Babilonia, Marsha Mehran ci offre, con Pane e acqua di rose, un romanzo che ha l’incredibile dono di stuzzicare tutti i sensi dei lettori, permettendo loro di ammirare la splendida vista delle montagne, i falò gioiosi e i vivaci pub irlandesi, e di odorare i fragranti piatti che cuociono a fuoco lento sui fornelli del mirabile Caffè delle sorelle Aminpour.
Anno: 2009
Editore: Neri Pozza 
Pagine: 288
Prezzo: € 16,50


Con un poco di zucchero - Carabba Enzo Fileno
Giulia e Camilla sono due arzille vecchiette che condividono una volontaria reclusione nel loro appartamento fiorentino, tra mobili antichi e ricordi di un passato glorioso, con l’unica compagnia dei Lorocari, pesci tozzi e voraci che di tanto in tanto prendono le sembianze dei loro cari scomparsi. Il solo contatto con il mondo esterno è Piero, spacciatore di fiducia di “pozione magica”. Quando però Piero muore inaspettatamente Giulia e Camilla si trovano costrette a prendere una decisione fatidica: avventurarsi in città per procurarsi da sé la preziosa “pozione”, così necessaria per poter continuare a condurre una vecchiaia spensierata. Ma l’impresa si rivela più difficile del previsto per le due spavalde vecchiette, che si trovano presto trascinate in una rocambolesca avventura, tra pestaggi, vendette, inseguimenti e cadaveri di cui sbarazzarsi, fino alla comparsa di un’intraprendente nipote mai conosciuta prima. Intanto la piena dell’Arno sale e sale...
Anno: 2011
Editore: Mondadori 
Pagine:192
Prezzo: € 18,00

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