lunedì 2 marzo 2015

Il ritorno di Neil Gaiman: Trigger Warning e un assaggio della sua introduzione





Trigger warning è, per chi non ne conosce il significato, un'espressione utilizzata per indicare che in un testo - termine che utilizzo in modo generico giusto perché la semiotica ci insegna che tutto può essere ricondotto alla categoria testuale - è possibile ritrovare una vasta gamma di argomenti offensivi, compreso il razzismo, il sessismo, il colonialismo, classismo, stupri e rappresentazioni grafiche di guerra. Curioso dunque che un cultore della parola quale Neil Gaiman abbia voluto utilizzare un titolo così provocatorio per la sua terza raccolta di racconti brevi dopo Smoke and Mirrors e Fragile Things.

Se le prime due antologie trattavano di illusioni e meraviglia, Trigger Warning: Short Fictions and Disturbances svela il mondo oscuro ed enigmatico che si cela al di sotto della realtà, attraverso una rapsodia di storie orrorifiche, fantascienza, fiabe e poesia. Gli amanti della narrativa di Gaiman saranno felici di sapere che all'interno del volume è presente una storia inedita che si lega al ciclo di American Gods, dal titolo Black Dog, come anche un racconto speciale scritto in occasione del cinquantesimo anniversario della serie britannica della BBC Doctor Who, una vera e propria istituzione culturale per gli anglosassoni. In Adventure story, Gaiman ritorna alla tematica già affrontata ne L'Oceano in fondo al sentiero (QUI la nostra recensione) in una breve dissertazione sulla morte e il modo in cui questa porta con sé le storie di chi ha vissuto. Calendar of Tales, invece, racchiude piccoli frammenti che Gaiman ha condiviso su twitter con i fan, tra cui vicende legate alla pirateria, a igloo fatti di libri e soprattutto a un biglietto d'auguri per la festa della mamma che rischia di rovinare il fragile equilibrio dell'universo. In ultimo, una rivisitazione del personaggio di Sherlock Holmes è presente in The Case of Death and Honey, mentre Click-Clack the Rattlebag ci porta in un'approfondita analisi degli scricchiolii e rumori che sentiamo quando siamo soli al buio.

Una piccola riflessione personale di materia "grafica", visto che l'esperta di Gaiman in casa mia è mia sorella ed io sono solamente una timida lettrice di alcune delle sue storie a fumetti - vi consiglio vivamente Marvel 1602, un ciclo di otto storie dove i principali supereroi della casa editrice americana si ritrovano in un universo alterativo ambientato in epoca elisabettiana. Nel Regno Unito, Trigger Warning è uscito in versione rilegata il 4 Febbraio, mentre la brossura è stata distribuita a soli sei giorni di distanza per garantire ai fan di Neil Gaiman la continuità delle edizioni: la Headline ha pubblicato recentemente una riedizione uniformante delle opere dell'autore in versione tascabile davvero particolare nella sua semplicità, mentre i lettori italiani si trovano a doversi confrontare con edizioni graficamente diverse ad ogni nuova edizione, senza che vi sia spesso una coerenza grafica.
Non si sa ancora quanto dovremo aspettare per la versione italiana, ma qui di seguito vi riporto in esclusiva la traduzione di un estratto dell'introduzione alla raccolta pubblicata da Usa Today.



***
Piccoli inneschi
di Neil Gaiman

Ci sono cose che ci sconvolgono. Non è proprio quello di cui stiamo parlando qui, però. Sto pensando a quelle immagini, parole o idee che ci fanno cadere giù come botole, strappandoci dalla nostra sana e sicura realtà per risucchiarci in un luogo molto più scuro e meno accogliente. I nostri cuori battono al ritmo sincopato del tamburo e lottiamo per respirare. Il sangue sguscia via dai volti e dalle dita, lasciandoci pallidi, ansimanti e scioccati.
E ciò che impariamo di noi stessi in quei momenti,  in cui il grilletto è stato appena premuto, è questo: il passato non è morto. Ci sono cose che ci aspettano, con pazienza, nei corridoi bui della nostra vita. Pensiamo di averle lasciate alle spalle, di averle scacciate dalla mente, di averle fatte seccare, avvizzire e infine volare via. Ma abbiamo torto. Queste hanno atteso nel buio, esercitandosi, preparando i loro colpi più feroci, i loro pugni più dolorosi da infliggere alle nostre viscere, ad ammazzare il tempo prima di risultare pericolose.
I mostri degli armadi e delle nostre menti sono sempre lì nel buio, come la muffa sotto le assi del pavimento e dietro la carta da parati, e c'è tanta oscurità, una fonte inesauribile di oscurità. L'universo è ampiamente provvisto di ombra.
Cosa ci serve per non farci trovare impreparati? Ognuno di noi ha i suoi piccoli inneschi.
Ho incontrato l'espressione "warning trigger" su Internet, dove esiste in primo luogo per avvertire i lettori della presenza di link a immagini o idee che potrebbero turbare la loro mente innescando  flashback , ansie o terrore, in modo che queste vengano filtrate da un feed o che il lettore possa essere psicologicamente preparato a questo tipo di contenuti.
Ero affascinato quando ho saputo che gli avvisi di trigger non fanno parte solo del mondo virtuale ma riguardano anche il mondo sensibile. Diverse università, è stato annunciato, stanno considerando di mettere avvisi di trigger sulle opere letterarie, artistiche o cinematografiche, per mettere in guardia gli studenti rispetto a ciò che li aspetta, un'idea che mi ha rincuorato (naturalmente si vuole avvertire coloro che posso sentirsi a disagio rispetto ai contenuti) e allo stesso tempo mi ha profondamente turbato: quando ho scritto Sandman e veniva pubblicato come fumetto mensile, aveva un avviso su ogni albo che lo classificava come suggerito ad un pubblico adulto, cosa che mi è sembrata alquanto saggia. Questo comunicava ai potenziali lettori che non si trattava di un fumetto per bambini e che poteva contenere immagini o idee inquietanti, suggerendo comunque che, nonostante l'età, si è da soli durante la lettura. Quanto a quello che avrebbero trovato turbante, sconvolgente, o che avrebbe fatto loro pensare a qualcosa che non avevano mai pensato prima, sentivo che sarebbe stato il loro modo di guardare oltre. Siamo maturi, decidiamo quello che leggiamo o non leggiamo.
Ma tanto di ciò che leggiamo da adulti dovrebbe essere letto, credo, senza avvisi di circostanza: dobbiamo scoprire la differenza tra la finzione, il suo significato e tra l'esperienza vissuta in prima persona e quella che caratterizza qualsiasi personaggio di un racconto.
Costruiamo storie nella nostra testa. Prendiamo le parole, e diamo loro il potere, e guardiamo con altri occhi, vediamo e sperimentiamo ciò che essi vedono. Mi chiedo: la finzione è un luogo sicuro? E poi continuo: dovrebbe essere un luogo sicuro? Ci sono storie che ho letto da bambino che, una volta concluse, avrei voluto non aver mai cominciato, perché non ero mentalmente pronto ad accoglierle e mi hanno sconvolto: storie che riguardavano persone indifese, in imbarazzo o mutilate, nelle quali gli adulti sono stati resi vulnerabili e i genitori potrebbero non essere di alcun aiuto. Hanno turbato e ossessionato i miei incubi e sogni ad occhi aperti, sconvolgendomi a livello profondo, ma mi hanno anche insegnato che leggere qualcosa di inventato significa anche definire il proprio luogo sicuro lasciandolo ed ora che sono adulto non cancellerei per nulla al mondo questa esperienza di lettura se me ne venisse data la possibilità.
Ci sono ancora cose che turbano profondamente quando le incontro, che siano contenuti del web, semplici parole o cose del mondo reale. Non diventano più facili da digerire col tempo, non smettono di far accelerare il mio cuore, non mi lasciano mai scappare, per una volta, illeso.  Ma hanno tanto da insegnarmi, mi aprono gli occhi e, se fanno male, lo fanno quel tanto da farmi pensare, crescere e cambiare.
Mi sono chiesto, leggendo le discussioni universitarie, se mai un giorno qualcuno avrebbe messo un avviso del genere su un mio romanzo. Mi sono chiesto anche se fossero giustificati a farlo. E poi ho deciso di farlo preventivamente.
Ci sono cose in questo libro, come nella vita, che potrebbero sconvolgervi. Morte e dolore, lacrime e disagio, violenze di ogni genere, crudeltà, anche abusi. A volte c'è anche la gentilezza, o almeno spero. E anche una manciata di lieto fine - poche storie finiscono male per tutti i protagonisti, dopo tutto. E c'è di più: conosco una signora chiamata Rocky che ha il terrore dei tentacoli, e che ha davvero bisogno di sapere se una storia coinvolge tentacoli, soprattutto tentacoli con ventose, e che, alla vista di un calamaro inatteso o polpo, si  nasconderà tremante dietro il divano più vicino. C'è un enorme tentacolo da qualche parte in queste pagine.

Molte di queste storie finiscono male per almeno una delle persone in esse. Consideratevi avvertiti.



2 commenti:

  1. Non lo conoscevo ma mi sembra molto molto interessante!
    Lo consigliate dunque?

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    Risposte
    1. Ancora non lo abbiamo letto, ma Gaiman non è uno che delude ;)

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Grazie per aver condiviso la tua opinione!

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