
A cura di Surymae Rossweisse
Quando erano piccole, Akira e
Fumi erano inseparabili. Quanto l'una era energica, quanto l'altra era
sensibile e “piagnucolona”: ed era proprio la loro diversità a renderle così
amiche. L'idillio, però, era destinato a finire presto: Fumi doveva trasferirsi
in un'altra città.
Anni dopo, quest'ultima ritorna a
casa, turbata dalla condotta ambigua di sua cugina Chizu: Akira, però, non è
affatto cambiata, e dopo un breve momento di imbarazzo i rapporti riprendono
come se niente fosse accaduto.

Già la brevità della sinossi
dovrebbe farvi capire la sua estrema semplicità. “Aoi Hana” appartiene al
genere chiamato slice of life, che tratta nient'altro che la vita reale,
senza troppi fronzoli. Durante la visione non troverete niente di più
emozionante del marinare la scuola – per visitare dei musei: soltanto in
Giappone può succedere – o dello spettacolo del locale club di teatro, a tal
punto che per il primo paio di episodi potrebbe essere difficile abituarsi ai
ritmi estremamente pacati. Siccome l'opera è di breve durata, però, dopo la
strada è tutta in discesa, anche per l'assenza di puntate filler. Anzi, a conti
fatti sarebbero state auspicabili altre puntate, quantomeno per risolvere in
modo “elegante” tutte le trame e sottotrame.
Avete letto bene: sottotrame.
La storia – d'amore? - di Akira e Fumi è soltanto la punta dell'iceberg di un
quadro molto più esteso. Anche le loro conoscenze giocano un ruolo cruciale
nella storia: Kyoko, che a dispetto dei modi glaciali è perdutamente
innamorata della sempai Yasuko, per cui a dire il vero anche Fumi prova
qualcosa. Yasuko sembra ricambiare, ma chissà cosa si nasconde dietro a
quel temperamento frivolo e strafottente...
Questo potrebbe anche dare
fastidio, perché ciò la rende quasi una Mary Sue – nel gergo da
fanfiction, quei personaggi perfetti in tutto e per tutto. Ricapitoliamo le
maggiori caratteristiche delle Sue: avvenenza fisica? Risposta affermativa:
Yasuko è letteralmente circondata da spasimanti, a tal punto che, durante uno
spettacolo teatrale, alla sua apparizione si alzano coretti adoranti dalla
platea – probabilmente uno dei momenti più divertenti dell'intera serie.
Trascorsi complicati e tormentati? Assolutamente, anche se non dirò di più. Ed
il cast, come già detto, ne è totalmente avvinto.
Perciò, il verdetto è unanime:
sì, è una Mary Sue. Tuttavia, Yasuko non è un cattivo personaggio, anzi è
ottimamente caratterizzato. Di facciata sembra superficiale, giocosa: ma con il
passare degli episodi scopriremo altri lati della sua personalità, non sempre
lusinghieri. Forse questa allegria perenne è in parte una maschera, per
nascondere un'eccessiva sensibilità; e forse la sua maturità è soltanto
apparente, e cela tendenze egoistiche ed egocentriche. Una vera adolescente,
nel bene e nel male.
Come già accennato, anche il
resto del cast regala delle soddisfazioni dal punto di vista della
caratterizzazione. Le tre amiche di Akira, ad esempio, tutte componenti del
club di teatro: la leader, la più esuberante, quella più sbarazzina, e l'altra,
molto timida e riservata. Oppure, il fratello di Akira: a dire la verità il suo
affetto per lei potrebbe non essere molto sano, ma potrebbe anche essere un istinto
da fratello maggiore portato agli eccessi. Più volte i due litigano, ma è
evidente che in fondo in fondo si vogliono bene. L'elenco potrebbe andare
avanti a lungo... ma così si esaurirebbero i personaggi. Ma gli anime si
vedono, non si leggono nelle recensioni!
Poco male, comunque, perché “Aoi
Hana” si fa ricordare per altri motivi, come la trama o i personaggi...
...E per oggi è tutto, cari
amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il Tempio degli Otaku”!
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