
A cura di Surymae Rossweisse
Un po' è perché a causa di un
incidente stradale (non mortale) in cui rimase coinvolta la mangaka non si potè
mai effettuare una revisione finale prima della pubblicazione definitiva, ma
soprattutto perché é un titolo senza dubbio difficile come tematiche e come
target. A pensarci così su due piedi, infatti, mi vengono in mente pochissime
case editrici con la medesima linea editoriale di questo titolo.
Ma adesso questo non importa. L'antipasto
è un po' amaro, vero? Beh, aspettate la portata principale, che a qualcuno
potrebbe anche risultare indigesta. Fate entrare “Helter Skelter” di Kyoko
Okazaki.
Entri ora Michiko Hada, l'assistente di Ririko. Dopo mesi di disoccupazione
occupare quella posizione è certo un bel salto, ma la ragazza non potrebbe
immaginare quanto neanche volendo. Disgrazia vuole che proprio in quel periodo il bel corpo della soubrette cominci
letteralmente a sfaldarsi sotto il peso dei troppi interventi. Oltre al
corpo anche la sua sanità mentale comincia a cadere a pezzi: ed i suoi primi
bersagli saranno proprio Michiko ed il suo fidanzato. La tuttofare non può
nemmeno licenziarsi: guai se qualcuno sapesse i segreti della sua principale.
La narrazione multipla, almeno per quanto ho letto finora, non è una
modalità molto usata nei manga. Possono capitare qualche vignetta (il classico
degli shonen in cui il personaggio secondario osserva dall'esterno la
formidabile forza del protagonista) o qualche scena sparsa – se il cast è
diviso in vari luoghi – ma in genere non è mai una formula adottata
constantemente. Puoi mandarli dove vuoi, ma si deve sempre riunire.
Naturalmente anche in “Helter
Skelter” le linee narrative convergono – ad esempio quelle di Ririko e Michiko
sono quasi sempre insieme – ma è senza dubbio una modalità coraggiosa per un
mezzo espressivo come il manga. A maggior ragione se ci troviamo di fronte ad
un volume unico, formato dove purtroppo anche solo una scena di troppo può
rovinare l'intera storia.
Il suo atteggiamento nei
confronti di Michiko è inqualificabile: probabilmente un ufficiale di polizia
troverebbe pane per i suoi denti nell'analizzare il loro rapporto di “lavoro”.
Ma al tempo stesso ci chiediamo cosa diavolo farà stavolta. Certamente non ama
il suo fidanzato, ma quando questi la lascia ne rimane ferita, fino a sfociare
nella violenza pura.
Anche tutti gli altri personaggi,
comunque, hanno un'ottima introspezione
psicologica. Michiko, ad esempio: nel corso dei vari capitoli eccola cadere
preda del fascino (anche in senso letterale) della sua datrice di lavoro, fino
a perdere più volte il controllo. E' incredibile vederla passare da una ragazza
normale, con i piedi per terra, ad una complice che mano a mano viene sempre
più a conoscenza dei suoi lati più oscuri, che probabilmente non sapeva nemmeno
di avere. Inoltre, la figura della manager di Ririko, da quest'ultima chiamata
“mamma”: non fa quasi niente per tutta la storia, ma è interessante comunque
vedere il suo ascendente su chi le sta intorno.
Passando da primari a secondari,
poi, non si può non citare la sorella
della nostra protagonista, Chikako. Quest'ultima è grassa, con un lavoro umile:
il contrario di sua sorella, insomma. Ne è affezionatissima, e la loda per il
coraggio con cui si è sottoposta agli interventi; anzi, un giorno le piacerebbe
diventare come lei. Anche lei esprime un po' quello che pensa la gente comune:
si sofferma solo sulla superficie ma non capisce a fondo quanto sia duro il
mondo di Ririko e delle starlette come lei.
… E' per oggi è tutto, cari
amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver condiviso la tua opinione!