Regalo di Natale
Christabel&Matthew's spin off
Di Margeret Gaiottina
Parte 2.2
Gregory e Hanna continuavano ad
avanzare affondando le gambe fino quasi alle ginocchia.
- …hai chiamato i Rochester?-
- Sì che li ho chiamati, gliel’ho
detto che Matthew e Christabel sono spariti nella neve. Ma quell’ Ethan, suo
fratello, è davvero inquietante. Sai che ha detto? “Ah, si va bene, non
preoccuparti sanno badare a loro stessi” Mi sembrava addirittura che
ridesse…poi ha fatto un colpo di tosse, ma io me ne sono accorto. Non è da
pazzi?-
-Lo so, sono strani forte, lo dicono
anche i miei genitori.-
Hanna imprecò contro il freddo mentre
i piedi le si inzuppavano.
I due arrivarono nei pressi di una
casa bassa in pietra e bussarono alla porta infreddoliti. Un uomo con la faccia
rotonda e gli occhiali grandi venne ad aprire. Sembrava la versione di Harry
Potter cresciuto. Alle sue spalle una donna dai capelli rossi e gonfi fece
capolino e poi accanto a lei due faccette, una birbante dai capelli color
carota, l’altra di una signorina di dodici o tredici anni dalla chioma biondo
scuro.
-
Oh grazie al cielo, la nostra macchina si è rotta e…-
Mentre Hanna sciorinava l’elenco delle
loro disgrazie agitando le braccia, il più piccolo dei bambini sgattaiolò da
sotto la gamba del papà per fare il giro della casa. La novità di quei due alla
porta gli avrebbe permesso di passare inosservato. Aveva intravisto qualcosa e
doveva vedere se era vero.
O almeno così sperava.
-
Dove vai Todd?-
La sorella lo seguì di qualche passo.
-Ti congelerai!-
- Lo hai visto anche tu?-
-Visto cosa? Torna qui!-
- Quell’animale sembrava un leopardo.-
- Ma di che parli, non ci sono
leopardi qui, te lo sei sognato!-
-Invece sì, guarda!-
Todd avanzava dietro la casa continuando
a parlare. La sorella lo inseguì sbuffando, più che altro seccata che si stesse
bagnando tutti i piedi. Poi la mamma se la sarebbero sentita tutti e due, ma
soprattutto lei.
Svoltato il muro le rimase il fiato
sospeso. Era vero. Un leopardo di piccole dimensioni stava tra le braccia di
Todd e si lasciava accarezzare socchiudendo gli occhi come un grosso gatto.
Rachel deglutì avvicinandosi piano al
fratello. Le tremavano le gambe e le sembrava che il cuore si fosse raggelato
all’istante.
-
Oh mio Dio…non è possibile…-
-
Hai visto, ho pregato tanto perché succedesse e Babbo
Natale lo ha fatto arrivare.-
Rachel deglutì.
-
Non dovresti stargli così attaccato Todd, è pericoloso-
-
No, non è pericoloso, lui mi vuole bene, lo ha mandato
Babbo Natale non può farmi del male.-
Rachel si
chinò leggermente per vedere sotto la pancia dell’animale. “Niente movimenti
bruschi” si ripeteva mentre fletteva le ginocchia.
-
E’ una lei, se proprio vuoi essere preciso, e comunque non
è questo il punto…-
Ma Todd già non ascoltava più. Si
strusciò a lungo nel collo dell’animale e poi lo condusse in braccio nel
piccolo recinto in cui avevano tenuto il vecchio labrador Mina fino a poco
tempo prima e lo infilò nello stanzino che faceva anche da cuccia.
- Ecco, ti accendo anche la lampada a raggi
infrarossi, qui starai al caldo stanotte.-
Avevano
attrezzato la cuccia alla meglio quando Mina aveva avuto i piccoli. I neonati
dovevano stare al caldo i primi tempi. Poi Todd si inginocchiò accanto
all’animale sussurrandogli parole segrete:
-Ti prego non andar via, ti prego.-
-Vieni dentro dai, non senti che mamma
ci chiama?-
Rachel non sapeva se sua madre stesse
veramente chiamando, ma di sicuro stare gomito a gomito con quel felino era
pericoloso, e chissà se in giro ce ne erano altri, magari un gruppo numeroso.
A malincuore Todd si allontanò a passi
strascicati verso casa.
Passarono al massimo cinque minuti e
il bambino ricomparve con due trapuntine ripiegate sotto il braccio.
- Queste le tengo sulle gambe quando
sono sul divano- mormorò all’animale drappeggiando la coperta in un angolo - non
voglio che tu senta freddo.-
Poi fece per tornare verso casa, ma girandosi
bisbigliò al piccolo leopardo.
- Tranquilla, più tardi torno a
portarti qualcosa da mangiare.-
Il leopardo appiattì il muso per terra
e lo guardò allontanarsi.
Passarono solo pochi secondi
silenziosi. La notte era ormai scesa del tutto, fredda e muta. In quel mare di
bianco un altro leopardo delle nevi comparve all’orizzonte e si lanciò veloce
verso la cuccia. Aveva un passo rapido e sinuoso, come se le zue zampe non
poggiassro neanche su quel mantello soffice. E non era minuto come la femmina,
bensì grosso e minaccioso. Quando fu in prossimità della piccola costruzione si
avvicinò trotterellando verso l’altro leopardo. Con il muso riuscì ad aprire il
fermo del cancello di rete metallica e si infilò dentro. La lampada a infrarossi
accesa emanava calore e illuminava di un bel chiarore caldo quel piccolo
ambiente. Il leopardo femmina guaì e andò a rifugiarsi sotto il collo peloso
del maschio strusciandovisi contro. Questi tirò fuori la lingua rasposa e rosa
per colpirla leggermenre con il muso e poi dargli una vigorosa leccata. Poi si
udì uno schiocco e due lampi di luce si accesero in contemporanea. Nel piccolo
stanzino Matthew e Christabel ripresero possesso dei loro corpi uno dopo
l’altro.
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