giovedì 31 marzo 2011

Anteprima "Meterra" di Andrea Cisi

Il 5 aprile uscirà per Mondadori questo carinissimo libro per ragazzi scritto dall'italiano Andrea Cisi. Meterra è un fantasy dalla copertina unica con una trama intrigante che vi schiuderà le porte di un mondo tutto da scoprire! Vi andrebbe un giveaway? :)



Meterra. Il destino in una biglia
Andrea Cisi
Mondadori
Collana Omnibus
19.00 euro
450 pagine

In una Genova cupa e tentacolare, dove bande di ladruncoli si dividono tra il borseggio nei vicoli e mirabolanti sfide a biglie sopra i tetti della città vecchia, Mimì Maresco è la campionessa del suo Carruggio. Ma il giorno del suo tredicesimo compleanno Mimì perde il titolo, distratta da una voce insistente che l’attira in modo irresistibile verso una grata: è il passaggio per Meterra, luogo incantato abitato da razze stupefacenti, dove un tempo – prima che i malefici Zerf portassero la discordia – fra Umani, Diafani e Bleurl regnava l’armonia. Mimì scoprirà di essere l’unica in grado di riportare la pace. Tra fughe disperate, scontri all’ultimo sangue e incredibili sfide a biglie, prende vita un romanzo d’avventura e formazione che ci parla di amicizia, di armonia fra i popoli e del lungo, difficile cammino di una bambina che desidera tornare a casa.

Andrea Cisi
Andrea Cisi (Cremona, 1972) lavora nella sua città come operaio metalmeccanico. Ha pubblicato i romanzi Così come viene (2000), AYE – Are You Experienced? (2003) e, per Mondadori, Cronache dalla Ditta (2008). Nel 2003 ha vinto il concorso milanese Subway-letteratura e nel 2006, insieme all’illustratrice Margherita Allegri, il concorso Andrea Pazienza. Il suo racconto Un pomeriggio allo Zini fa parte dell’antologia Ogni maledetta domenica (2010).

Bloody Roses Secret Society: Ombra di velluto e Miele nero

E' periodo di anteprime  e oggi ve ne segnalo due edite da Mamma editore. Tornano infatti le Bloody Roses Secret Society, con una nuova entrata e una veterana: la prima, Lyna Ring, è autrice di Ombra di velluto, acquistabile al prezzo di 9.80 euro (per 350 pagine). La seconda è invece Alice Winchester, che ha pubblicato il mese scorso Miele nero allo stesso prezzo. Ma chi sono le Bloody Roses Secret Society? Per chi non le conoscesse, sono un gruppo di scrittrici di età variabile tra i 15 e i 50 anni incontratesi in rete che hanno dato vita alla saga dei vampiri con gli occhi viola. Potete trovare tutte le loro pubblicazioni in questo post ed un'intervista a Margaret Gaiottina, di cui abbiamo messo a disposizione qualche tempo fa il libro L'alba della chimera, qui


Ombra di velluto - Lyna Ring
«Mi fai paura… – mormorò, poi si portò la mano alla bocca – Scusami, non volevo dire questo.»

«Sì che volevi dirlo», rispose lui in un sussurro, piegando la testa e sfiorandole il collo con il naso, annusandola con lentezza infinita.

Chi abita in quella casa? È assurdo che non si veda mai uscire o entrare nessuno. 
Eppure c'è un gatto...La famiglia di Mariasole si è trasferita nella villetta il cui giardino confina con un edificio dall’aspetto antico.
Un gatto dal pelo lungo e nero che scatena fremiti e sensazioni sconosciute, un muro che muro non è, cunicoli e porte invisibili…
Mariasole cercherà di scoprire chi sia il ragazzo dagli occhi color ghiaccio che le abita accanto.
Curiosity killed the cat ma non in questo caso. Qui a rischiare la pelle è la ragazza. Il vicino dalle iridi grigie e dall’aria gitana, infatti, è un po’ troppo aggressivo, agile, silenzioso.
Come un gatto appunto, e questo non è il suo unico ineffabile segreto.

Capitolo 1

Gli occhi di ghiaccio fissarono attenti il camion che accostò al marciapiede, lungo la strada. Seguirono vigili gli operai nelle tute da lavoro mentre scaricavano mobili e scatoloni e percorrevano avanti e indietro il vialetto selciato. Per ore osservarono assi, sedie, tavoli e scatole, materassi e cuscini colorati sparire all’interno della villetta.

Le orecchie tese, il gatto non si mosse dal muretto di cinta che separava i due giardini, accoccolato e attento, come se il viavai inaspettato lo preoccupasse. Controllò ogni spostamento e solo quando intuì che tutto si stava per concludere, si alzò, stiracchiò le zampe e incurvò la schiena, arcuò la coda e sbadigliò. Annoiato si raggomitolò ancora sui mattoni sgretolati.
La macchina rombò all’improvviso lungo la strada tranquilla, a velocità sostenuta. Le gomme stridettero nella sterzata e con una frenata brusca, l’auto parcheggiò sull’erba del giardino, proprio accanto a lui.
Scesero un uomo e una donna. L’uomo controllò l’interno del cassone. La donna si diresse verso la casa e scambiò qualche parola con uno degli operai.
La coda inquieta e ondeggiante, il gatto li osservò con sospetto. Subito dopo, dalla portiera posteriore uscì a razzo un bambino.
– Voglio vedere la casa nuova! – gridò zigzagando lungo il vialetto, fra gli operai, e passò accanto alla madre che si era fermata di colpo per non essere travolta
Le orecchie del gatto si tesero all’indietro, diffidenti. Scattò sulle zampe per saltare giù dal muro; esitò solo un attimo per un ultimo sguardo alla porta che aveva inghiottito il moccioso, e dalla portiera ancora aperta, emersero due gambe affusolate che calzavano un paio di stivali neri.
Con un sorriso luminoso che mostrò i denti ben fatti, la ragazza si voltò subito verso il muro. Il gatto si smarrì nelle fossette sulle guance lentigginose.
– Micio, micio – gli mormorò accostandosi. – Micio – ripeté e allungò la mano per accarezzargli la schiena. Lui si arcuò e lasciò che le dita sottili corressero sul lungo pelo lucido e nero, avanti e indietro.
– Che bel micio che sei – disse ancora. Lo sollevò e lo strinse fra le braccia, lo accostò al petto e si avviò verso la casa.
– Mamma guarda cos’ho trovato?
La donna si voltò, gli occhi sgomenti.
– Mariasole, dove hai preso quel gatto?
– Qui fuori. – Gli strofinò la faccia sul muso peloso. – Posso tenerlo?
– Nemmeno per sogno. Lo sai che non sopporto gli animali. – Il gatto guizzò fra le braccia profumate. – E poi avrà già un padrone: non vedi che ha il collarino? Lascialo andare – le ordinò indicando il giardino.
La ragazza mollò la stretta. L’animale atterrò sul parquet dell’ingresso con un tonfo sordo, le lanciò uno sguardo di ghiaccio, poi si allontanò svelto e sparì al di là della porta.
Mariasole osservò gli scatoloni accatastati contro la parete della camera. I mobili erano già stati montati e disposti nella giusta posizione. Rimanevano da sistemare gli oggetti sulle mensole, i maglioni nei cassetti e i vestiti nell’armadio.
La finestra era ancora priva di tende e dalle imposte accostate, filtrava la luce del pomeriggio. Un albero mosso dal vento spostava le ombre dentro la stanza creando giochi sinuosi di chiaroscuri. Il desiderio di scoprire cosa si vedesse, la spinse ad accostarsi al vetro. Spalancò la persiana, strinse le palpebre e guardò in basso.
L’astigmatismo all’occhio sinistro da qualche tempo era diventato un problema. Avrebbe dovuto usare più spesso gli occhiali, ma quando si guardava allo specchio, non si piaceva e allora, se poteva, preferiva lasciarli riposti nella custodia.
Osservò il muretto sgretolato che divideva il giardino della loro villetta da quello dei vicini. La pianta artefice dei giochi d’ombra cresceva al di là del muro.
Cercò fra le finestre della casa di fronte un segno di vita.
C’è un gatto, ci deve essere per forza un padrone.
L’animale infatti, dormiva rannicchiato sullo zerbino, sotto il portico. Ma pareva proprio che nella casa non ci fosse nessuno. Le persiane erano quasi tutte chiuse. E quelle aperte mostravano pesanti tende che non permettevano di sbirciare.
Il giardino era spoglio, però l’erba era tagliata. Non c’erano fiori, non c’erano vasi e ornamenti, ma pur con la forte sensazione di silenzio e solitudine che le giungeva, l’edificio non le rimandava l’idea di una casa abbandonata, anche se, in mezzo a tutte quelle villette del viale, con i giardini curati e pieni di aiuole fiorite, creava un grigio contrasto che le suscitò un’angoscia inquietante.
Aveva una struttura diversa e rispetto alle altre abitazioni era molto più antica. Era stata rimodernata: si capiva che il portico che correva sul lato della strada e su quello dirimpetto alla loro villetta, era stato aggiunto sicuramente di recente, perché il legno che sosteneva la tettoia non era ancora annerito dal tempo, ma la pietra scura della facciata era corrosa, e tutta la costruzione nell’insieme, appariva tozza, semplice e funzionale, come un piccolo maniero.
Mariasole scosse la testa e tornò con lo sguardo al gatto addormentato sullo zerbino. Corrugò la fronte e arricciò le labbra contrariata.
Se c’è un gatto, c’è un padrone.
Chiuse il vetro con decisione e raggiunse il primo scatolone. Strappò il nastro adesivo e iniziò a sistemare gli oggetti sulle mensole.

 Il loro arrivo è un problema.Sono rumorosi, e sono troppi.Poi c’è un bambino. Preferivo i proprietari precedenti: non ne avevano. I bambini non mi piacciono, sono troppo curiosi. Infilai gli artigli delle zampe anteriori nel tessuto soffice dello zerbino. Lei però è profumata. Sentii il pelo sulla schiena che si gonfiava e mossi la coda. Come l’ha chiamata la madre? Ah, sì: Mariasole... 
Chiusi gli occhi sulle pupille sottili e cercai di ignorare il fremito che mi correva lungo la spina dorsale.Il rumore della finestra richiamò la mia attenzione.
È lei.
La osservai senza che si accorgesse che la stavo fissando, interessata com’era alle finestre della casa.
È bella.
E poi ha un buon odore.


Lyna Ring
Dietro lo pseudonimo di Lyna Ring si cela una scrittrice di grande esperienza entrata solo di recente nella Bloody Roses Secret Society. Scrive per vivere le avventure che nella vita rifuggirebbe come la peste, a cominciare dall'esperienza limite di possedere un gatto per finire con quella inconfessabile di fuggire con un vampiro.





Miele nero - Alice Winchester
«Quella ragazza... - cominciò Erica con fare sospettoso, rivolta a me - ...Quella Alissa. Cosa provi quando pensi a lei, ora che l'hai incontrata?»
«Niente. Non provo niente», mentii veloce, sibilando tra i denti.

Gabriel ha uno sguardo screziato di nero che è impossibile trovare in altre creature, siano esse mortali, demoni o vampiri. E un'illogica, assoluta determinazione a proteggere Alissa e la sua innocenza.
Alissa lavora nel ristorante del padre e ha solo 18 anni. E nessuna delle tre anime di Gabriel è conciliabile con il suo mondo.
La passione incontenibile e la maledizione crudele bruciano nel cuore di una Torino magica e pericolosa, dove le streghe non staranno a guardare.
Tra pugnali dalla lama liquida, un circo delle meraviglie in cui nessuno è ciò che sembra e amuleti di ametista, il misterioso sangue nero di Gabriel si rivelerà dolce come miele e letale come veleno.

Estratto

Portai il salmone al tavolo otto e feci per raggiungere il branco di lemuri in calore quando lo vidi: Gabriel stava varcando la soglia dell’entrata e mi individuò subito, sorridendomi. Mi si bloccò il fiato.
Quel pomeriggio avevo avuto un brevissimo incontro con lui e mi ci ero quasi giocata la salute. E sicuramente il sonno. Aveva detto che sperava di tornare e ora era veramente lì! Era tornato davvero! Indossava una camicia nera aderente e dei jeans scuri. Era uno spettacolo quasi crudele. Poi quegli occhi...grigio infinito, screziato di nero, così particolari e intensi che qualsiasi fotografo avrebbe dato una fortuna per ritrarli.
Dai primi due bottoni aperti della camicia potevo notare l’ombra eccitante che veniva generata dai muscoli pettorali. Dio, le sue spalle erano perfette, come d’altronde tutto il resto di lui. Quel viso era di un altro mondo, non c’era spiegazione umana razionale.
Superai velocemente il tavolo di Riccardo, ignorando anche i loro commenti e arrivai da Gabriel in pochi passi. Pensai solo dopo di poter apparire ridicola.
«Ciao!», esclamai, cercando di tenere a bada il tono di voce agitato. Le mani mi tremavano e lo stomaco mi si contorse facendo una carambola all’indietro.
«Ciao, Alissa. Ti disturbo?»
Qualcosa dentro di me si era sciolto quando la sua lingua aveva incontrato i denti nell’atto di pronunciare il mio nome.
Deglutii. Che mi aveva chiesto?
«C-come?», chiesi imbarazzata. Sperai di non essere rossa come un peperone. Lui sorrise di nuovo e guardò in basso. Poi tornò a concentrarsi su di me.

Alice Winchester
Alice Winchester, pseudonimo di una scrittrice nota in rete con il nick "Alices" appartiene fin dalle origini al gruppo delle Bloodies. Ha 27 anni, un ricordo incancellabile del suo papà mago, un marito dolcissimo e una professione davvero insospettabile.




mercoledì 30 marzo 2011

Estratto Alterra

Lo Speciale Alterra sta ritardando semplicemente perché non mi è ancora giunto il libro per la recensione, quindi attendo l'arrivo della spedizione per dargli avvio. Nel frattempo è già online il primo capitolo del libro! Potete visualizzarlo a questo indirizzo: http://bit.ly/alterra-book  o, semplicemente, leggere un piccolo primo assaggio qui di seguito :)




Prima Parte


Matt salì in camera sua. Suo padre si era piazzato in salone, davanti al televisore, e sua madre nello studio, attaccata al telefono. Sul suo letto la spada brillava: non aveva ancora avuto il tempo di appenderla al muro. Accese il computer e lanciò MSN. Newton era già connesso con il suo nickname “Tartatossica”. Matt gli inviò:
«[Granfiacco ha scritto:] Eccomi».
La conversazione si avviò immediatamente:
«[Tartatossica ha scritto:] Bisogna ke cambi alias. Fa skifo».
«[Granfiacco ha scritto:] E tu smetti di scrivere come un troll. A me piace molto il mio nickname, è buffo. E non si diffida di ciò che si sottovaluta. Pratico!».
«[Tartatossica ha scritto:] Vada x Granfiacco. Keffai?».
«[Granfiacco ha scritto:] Per l’ultima volta: scrivi in modo normale. A che serve avere una lingua se la devi torturare?».
«[Tartatossica ha scritto:] È 1 lingua viva n? È fatta per vivere, per evolversi».
«[Granfiacco ha scritto:] Sì, lingua viva, e tu la fai soffrire».

«[Tartatossica ha scritto:] OK, va bene, tratterò la lingua con i guanti, non mi rompere, signor Pierce».
Il signor Pierce era il loro professore di inglese. Matt si alzò e accese il piccolo televisore che aveva in camera. Capitò su un’edizione straordinaria del telegiornale. Lo speaker esortava le persone a non uscire di casa in quanto una
tempesta di neve colossale – la parola strappò una smorfia a Matt, colossale non usciva spesso dalla bocca dei giornalisti televisivi, e questo non era affatto un buon segno – si
stava avvicinando a New York ed erano attese raffiche di vento superiori ai centocinquanta chilometri orari e cadute di neve colossali. Questa volta Matt si alzò. I giornalisti
televisivi non ripetevano mai la stessa parola in una frase,come se un parrucchiere volesse tagliare i capelli con un
fon: non si fanno errori così grossolani quando si è adulti e professionisti. In questo caso ripetere “colossale” dava la
misura del grado di panico che aveva colpito la redazione.
Matt si precipitò alla tastiera: 
«[Granfiacco ha scritto:] Hai visto la TV? Credo che siano  impazziti anche al telegiornale… C’è qualcosa che non va».
«[Tartatossica ha scritto:] Già. Bollettini di allerta meteo a manetta. Ero su MSN con mio cugino di Boston e da cinque minuti più niente. Ho appena provato a chiamarlo,
ma la linea è guasta. I notiziari dicono che la tempesta di neve è su Boston in questo momento».
In quel momento comparve in linea anche Tobias:
«[KastoroMagiko ha scritto:] Ciao ragazzi. Ho parlato con i miei. Non mi hanno creduto».
«[Tartatossica ha scritto:] Ma davvero? E che altro ti aspettavi? Che andassero a cercare il numero dell’Acchiappafantasmi sulle Pagine Gialle per salvarci?».
«[KastoroMagiko ha scritto:] Che ne so. Contare sui genitori, è una roba che non ti hanno insegnato? Per ora ho fatto cilecca».
Matt stava per unirsi alla conversazione quando la sua attenzione venne attirata dal televisore. L’immagine era velata, delle scariche facevano saltare lo speaker. È la trasmissione satellitare, vuol dire che la tempesta si sta avvicinando. E, quasi a confermare questo pensiero, un’ombra gigantesca si allungò sulla strada. Matt si precipitò alla finestra. Tutta la strada era immersa in un chiaroscuro crepuscolare che fece risaltare le centinaia di luci dei palazzi.
Matt ebbe l’impressione che un gigantesco uccello sostasse immobile al di sopra dei tetti; scrutò il cielo: una nuvola nera ricopriva tutta la città. Una nuvola colossale.
Il vento si infilò nella strada e colpì la finestra con un sibilo stridente. Il televisore si offuscò, i colori svanirono. Poi, con un pop, l’immagine scomparve completamente. Schermo nero, presto sostituito dall’immagine fissa di fine trasmissione. Matt cambiò canale e scoprì che la maggior
parte delle reti televisive subiva la stessa sorte. Si oscuravano una dopo l’altra.
Il ragazzo prese posto davanti al computer:
«[Granfiacco ha scritto:] Ci siamo, la tempesta è sopra di noi, è arrivata più in fretta di quanto avessero previsto! È sparita anche la TV!».
«[Tartatossica ha scritto:] Ma non mi dire, nella mia strada c’è il panico, la gente ha cominciato ad avere fretta, suonano clacson dappertutto! Io ho i…».
Newton non terminò la frase. Matt aspettò un minuto, ma non arrivò nulla. Improvvisamente comparve un messaggio: «La connessione Internet è stata interrotta». Tentò di lanciare nuovamente il programma, riavviando anche il
modem, ma senza successo.
«Ma che succede…».Improvvisamente l’illuminazione della stanza si interruppe. Matt si ritrovò in una camera buia e silenziosa. 
«Blackout!», gridò suo padre dal salone. «Vado a prendere le candele in cucina, nessuno si muova».
Matt fece scivolare la sedia fino alla finestra: vide le luci dei palazzi spegnersi una dopo l’altra, facciata dopo facciata. La città fu avvolta dall’oscurità. Non era ancora mezzogiorno eppure sembrava di essere negli ultimi secondi di un tramonto, quando la luce assume quel colore così particolare, spettrale. Ed era esattamente quella: la luce dei
fantasmi, quella che non buca le tenebre, che evidenzia solo le forme di vita, un breve istante.
Il padre di Matt bussò alla porta e mise sulla scrivania una candela accesa in un piccolo candeliere.
«Non te la prendere figliolo, la corrente tornerà subito».
«Papà hai visto il notiziario? La bufera sarebbe dovuta arrivare soltanto nel pomeriggio».
«Hanno toppato ancora! Te lo dico io: questi che fanno le previsioni del tempo dovrebbero essere licenziati tutti! Sono sempre meno affidabili!».
Suo padre era piuttosto allegro, prendeva la faccenda alla leggera. A meno che non lo faccia per rassicurarti!, pensò Matt.
«E può durare molto un black qualcosa…».
«Un blackout? Dipende, due minuti come due giorni, in funzione dei lavori da effettuare. Non ti preoccupare, mentre noi parliamo decine di tecnici si stanno impegnando a far tornare tutto alla normalità».
L’ottimismo di suo padre lo stese. Succedeva spesso con gli adulti. Troppo ottimisti o troppo pessimisti. Matt vedeva raramente le persone rimanere serene, senza grandi
preoccupazioni. D’altronde anche i film lo mostravano bene: in caso di catastrofe c’era sempre chi gridava e trasci-nava gli altri verso la tragedia, mentre chi si credeva invulnerabile finiva addirittura peggio. Gli eroi erano sempre quelli che riuscivano a mediare, prendendo le cose senza troppa emozione, con il giusto distacco. Era vero anche nella realtà quotidiana? Le persone sane, gli “eroi” di questo mondo, erano capaci di moderarsi in ogni circostanza? 
«Forza, è il momento di tirare fuori i buoni, vecchi libri dell’orrore», disse suo padre. «Non hai uno Stephen King da mettere sotto i denti? In queste condizioni sarebbe una lettura indimenticabile! Altrimenti dovrei averlo io nella mia biblioteca».
«Ho quello che serve, grazie pa’».
Suo padre lo scrutò un istante, senza trovare le parole, quelle che avrebbe voluto far sentire a suo figlio. Gli strizzò l’occhio prima di uscire e richiuse la porta. La candela bruciava diffondendo un chiarore ambrato. Sicuramente sarebbe stato l’ideale per leggere, ma Matt non ne aveva alcuna voglia. Era troppo inquieto per quello che stava succedendo fuori. Si girò verso la finestra. In quel momento larghi fiocchi di neve turbinavano nel vento, effettuando manovre nell’aria con la potenza e l’abilità di aerei da caccia. In pochi minuti la strada scomparve dietro a una spessa cortina vorticante. Matt non vedeva più niente, non c’era niente da fare. Compiangeva tutte le persone ancora in giro che cercavano di tornare a casa con una visibilità così scarsa. Probabilmente non riuscivano neanche a vedersi la punta dei piedi! Con il passare delle ore, Matt finì con l’annoiarsi. Afferrò un fumetto che sfogliò svogliatamente. Nel pomeriggio tentò nuovamente di accendere il televisore e la radio, ma non successe niente, l’elettricità non era ancora tornata. La neve, da parte sua, non smetteva di riversarsi a secchiate contro la finestra.Verso la fine della giornata sua madre andò a bussare alle porte dei vicini per assicurarsi che tutti stessero bene e organizzarono dei turni, con i sei appartamenti del piano, per preparare la cena poiché alcuni erano dotati solo di cucine elettriche. Il gas aveva i suoi vantaggi dunque, si ripeteva sorridendo nel corridoio, e una sorta di bonaria coabitazione si instaurò fra gli appartamenti le cui porte vennero lasciate spalancate. La sera i Carter cenarono in compagnia di Maât e dei Gutierrez, una coppia di pensionati che viveva nell’appartamento accanto. Su quel piano nessuno aveva figli dell’età di Matt e l’unico amico che aveva nel palazzo era in vacanza in California. Non rimase a lungo a tav la e augurò a tutti la buona
notte. Maât lo saluto più teneramente dei suoi stessi genitori, i quali erano impegnati in un’animata conversazione con i Gutierrez. Passando afferrò una scatola di biscotti e si chiuse nella sua stanza. Provviste in caso di attacchi di fame notturna, torcia per illuminare il cammino per andare in bagno e una formidabile tempesta fuori ad allietare la notte. A forza di vedere tutti quanti scherzare sulla situazione, Matt aveva deciso di prenderla anche lui alla leggera, o comunque con più eccitazione che angoscia. Sì, la tempesta era enorme; sì, gli era piombata addosso prima del previsto, ma questo non significava certo la fine del mondo. A parte il fatto che da qualche giorno ci sono tutti quegli strani segni. Il vecchio commerciante con la lingua di serpente, le biglie con gli occhi, i lampi-che-inghiottonole-persone, tutto ciò poteva bastare. Nello stesso tempo, adesso che il passare delle ore attenuava i ricordi, Matt li considerava meno sconvolgenti. Doveva per forza esserci una spiegazione. Una roba da adulti che Matt e i suoi amici non riuscivano ad afferrare. Sì, forse una droga messa daiterroristi nell’acqua potabile della città che provocava delle allucinazioni? Perché no? Si parlava in continuazione dei terroristi! Quando era piccolo e piangeva perché aveva paura dei terroristi di cui si temeva perennemente l’attacco, suo nonno gli aveva detto: «Devi pensare che prima dei terroristi abbiamo avuto i comunisti e i nazisti. Prima dei nazisti abbiamo avuto gli inglesi e, prima degli inglesi, gli indiani. Per farla breve, c’è sempre stato il bisogno di inventarsi dei nemici in questo paese. E ti dirò questo: alcuni sono diventati amici e gli altri non esistono più, o sono inoffensivi. Il mondo è fatto così, figliolo, se non hai nemici non progredisci. Quindi stai tranquillo e serviti di loro come di un motore per andare avanti nella vita. Sii forte!»
A queste parole sua madre gli aveva detto che il nonno era un «bifolco repubblicano». Ma questo Matt non lo aveva capito e d’altra parte non lo comprendeva bene neanche ora. Nonostante tutto la minaccia terroristica era una ragione plausibile per spiegare ciò che aveva visto. Matt andò a dormire con la sua torcia e un’intera pila di fumetti che aveva tirato fuori dai cassetti. Anche la scatola di biscotti era sotto le lenzuola, insieme alla spada. Ebbe un’esitazione: non poteva dormire anche con quella. Che cosa avrebbero pensato di lui Connie e Patty se lo avessero visto dormire con una spada? Lo avrebbero preso in giro, di sicuro. Alla sua età… Sì, ma loro non sono qui, tagliò corto Matt. Il vento aumentò ancora e cozzò contro la finestra, diventata nera con il calare della notte. Non si intravedeva alcuna luce per strada e neanche un luccichio di candele dai palazzi di fronte. Non c’era altro che la notte opaca e la tempesta urlante.
Alla fine si addormentò. Venne svegliato una prima volta dai Gutierrez che andavano via ringraziando a voce unpo’ troppo alta e una seconda volta, molto più tardi nella notte, da un’esplosione. Matt sussultò. Le sue palpebre seguivano il ritmo del
suo cuore che batteva all’impazzata. Avevano sparato da qualche parte – forse in casa? Nessun rumore, nessuna luce nelle stanze vicine. Fu allora che se ne accorse: la tempesta era cessata. Per abitudine guardò la sveglia il cui schermo era nero: la corrente non era tornata. Il suo orologio segnava le 3,30.
In maglietta e boxer Matt si alzò e si avvicinò alla finestra. La strada era sempre nascosta nell’oscurità. Una spessa crosta di neve ricopriva le cornici della finestra. In quel momento l’esplosione lacerò di nuovo il silenzio, lontano, da qualche parte in città, e comunque notevole. Istintivamente fece un passo indietro.
«Che diavolo è questo chiasso?», mormorò, convinto, stavolta, che non fosse un colpo d’arma da fuoco.





Tornò a nascondersi dietro al vetro freddo e scrutò nel buio.
Un potente lampo blu illuminò l’orizzonte e, per una frazione di secondo, i contorni dei palazzi disegnarono ombre cinesi contro il cielo.
«Wow!», disse indietreggiando di nuovo, questa volta per la sorpresa. Tre saet t e simult anee lacerarono la notte, saette blu. E quasi immediatamente la città, in lontananza, cominciò a lampeggiare sotto quelle luci. Matt contò una dozzina di lampi che spuntavano da sopra gli edifici, come immense mani che vi si aggrappavano. Poi raddoppiarono e, in meno di un minuto, non riuscì più a contarli. Somigliavano a quello che aveva fatto sparire il barbone nel vicolo, ma in versione gigante. Scivolavano sui muri a tutta velocità e Matt ebbe l’impressione che toccassero le pareti, come sipalpeggia un frutto per capire se è maturo prima di mangiarlo. Peggio ancora. Stavano avanzando, venivano verso di lui.
«Oh no, questo no!», disse a bassa voce.
Doveva uscire. E ritrovarsi all’aperto con quegli affari? No, non è una buona idea. Al contrario, doveva rimanere al riparo, forse sarebbero passati sopra al palazzo o a fianco, senza fare danni. Matt scrutò l’orizzonte: si avvicinavano molto in fretta. Il vento si risvegliò e delle volute di neve si sollevarono, disegnando dei vortici. Questa volta il vento soffiava nell’altro senso. Che stava succedendo? Un’altra tempesta che andava in direzione opposta?  Un tuono fece rimbombare tutta la strada quando un fulmine gigantesco si sollevò dal suolo per gettarsi su un edificio dall’altra parte della strada. Matt vide l’enorme arco elettrico arrampicarsi di finestra in finestra e lanciare i suoi tentacoli crepitanti per raggiungerle il più in fretta possibile.
È una mano enorme! Ecco cos’è! Una mano enorme! E proprio in quel momento, quando pensava di aver visto la cosa più terrificante, socchiudendo gli occhi scoprì che le estremità del lampo non si limitavano a scalare l’edificio: entravano dalle finestre, che esplodevano, e uscivano immediatamente lasciando un fumo bianco dietro di sé. Quell’affare sta facendo sparire la gente! Come il barbone di stamattina! Sarebbero stati risucchiati tutti. Spariti in una frazione
di secondo. Matt si gettò sui pantaloni infilandoli alla cieca e affondò i piedi nelle scarpe, senza perdere tempo a mettersi i calzini. Non sapeva dove andare, ma non doveva assolutamente restare lì, forse nel corridoio sarebbe stato protetto da quelle carogne… Uno schiocco feroce lo fece sobbalzare mentre un altro lampo appariva sulla facciata del palazzo proprio di fronte al suo. Sopravvivere era ormai solo una questione di tempo. Avvertire i suoi genitori. Un flash blu lo accecò e il pavimento cominciò a tremare. Un boato salì dalle fondamenta del palazzo. Il lampo era sopra di loro, si arrampicava verso Matt, divorando la gente di piano in piano.
«Non c’è tempo!», gridò vedendo il suo cappotto in un angolo della stanza.
Si precipitò nel corridoio: suo padre dormiva sul divano in salone, sua madre nella loro stanza. Presto! Anche i muri cominciarono a tremare, il boato divenne sempre più forte, assordante. Un attimo prima che Matt entrasse nel salone, le finestre esplosero. Il fulmine devastò ogni cosa, attraversando l’appartamento da una parte all’altra. Quando arrivò su Matt, il ragazzo fece appena in tempo a mettersi le mani sul viso per proteggersi che il fulmine lo folgorò e ripartì lasciando dietro di sé un denso fumo bianco.



Anteprima Morto stecchito, quinto episodio della serie di Sookie Stackhouse!

Ancora di Fazi è questa nuova uscita prevista per l'1 aprile: il quinto episodio della serie di Sookie Stackhouse creata da Charlaine Harris, da cui è tratta la serie televisiva True Blood , sarà in vendita al prezzo di 12 euro con il titolo Morto stecchito.




Morto stecchito - Charlaine Harris
I problemi per Sookie Stackhouse sembrano non finire mai. Le sue doti telepatiche non sono granché apprezzate e i soli amici che le restano sono vampiri, licantropi e creature magiche di ogni sorta. L'unico membro della sua famiglia non rimarrà umano così a lungo: l'amato fratello Jason infatti, dopo essere stato morso dal geloso mutaforme Felton Norris, si sta trasformando in una pantera mannara. L'ennesimo dramma in casa Stackhouse.
Sebbene Jason superi la trasformazione senza troppi problemi a dispetto di ogni previsione, altri guai sono in arrivo: un cacciatore ha preso di mira la popolazione mutante di Bon Temps mettendola seriamente a rischio. Sookie non può non agire. Grazie ai suoi poteri e al suo innegabile fiuto decide di scoprire chi sia questo serial killer e di porre fine agli omicidiŠ sempre che l'assassino non riesca a trovarla prima.




«Emozionante e pieno di azione, il quarto libro della serie di bestseller  di Charlaine Harris terrà il lettori incollati alla pagina.  Impossibile resistere a questa fusione di romance, fantasy e mistero».                                                          
Publishers Weekly

"Charlaine Harris mescola abilmente i generi rosa, horror, poliziesco. I suoi vampiri sono soprattutto outsider, indecisi tra assimilazione e obbedienza  alla loro natura selvaggia, tra una vita normalizzata e il richiamo del sangue. L'aver introdotto questa variante al mito è il suo marchio distintivo. I romanzi  della Harris non hanno nulla da invidiare  a Via col vento e Rebecca".                                                    Ranieri Polese, Corriere della sera

"True Blood propone un'America di un imprecisato futuro in cui i vampiri possono finalmente essere accettati. Invenzioni di questo genere finalizzate a normalizzare il vampiro dimostrano inequivocabilmente che il vampiro ci piace al punto che vorremmo essere come lui".
Tommaso Pincio, Il Manifesto

"Ho iniziato a leggere Finchè non cala il buio una sera e non riuscivo a smettere. Nel momento in cui l'ho finito volevo subito leggere il successivo. Ne sono diventato veramente dipendente. Charlaine Harris ha creato un universo irresistibile e i suoi libri sono sexy, avvincenti, spiritosi".
Alan Ball, creatore della serie. True Blood e Six Feet Under.

"Il romanzo è divertente. Assurdo e divertente come certe favole di Gianni Rodari. E crudele".
Valeria Brignani, Rolling Stone

Charlaine Harris
Charlaine Harris è nata in Mississippi. Da oltre vent'anni scrive  opere di genere mystery e fantasy, è membro  autorevole della Mystery Writers of America  e della American Crime Writers League. Il ciclo di Sookie Stackhouse ha ottenuto  un grande successo in America e ha vinto il prestigioso Premio Anthony per la narrativa mistery. Charlaine Harris vive in Arkansas con suo marito e tre figli.

Anteprima Crank

Crank è un romanzo in versi. Primo volume di una serie cui seguono Burned e Fall out,  è la storia di una tossicodipendenza adolescenziale, vissuta da Ellen Hopkins attraverso la sua esperienza di madre di una ragazza con questo tipo di problemi. Censurati e banditi in America da scuole e biblioteche a causa dei contenuti, i libri della serie di Crank hanno venduto più di un milione di copie, spopolando tra centinaia di migliaia di giovani e ottenendo più di quindici ristampe. Finalmente in Italia grazie a Fazi editore, uscirà in libreria il 29 aprile al prezzo di 16.00 euro (400 pagine)

Crank - Ellen Hopkins

Kristina Georgia Snow è la figlia perfetta: una studentessa modello, seria e tranquilla. Quando si trasferisce a casa del padre la sua vita cambia: la ragazza giudiziosa scompare e una nuova personalità sembra emergere, quella di Bree.
L'incontro con il mostro, Crank, avverrà per opera di Adam, il ragazzo dei suoi sogni, tutto muscoli scolpiti e sorrisi smaglianti, di cui lei si innamorerà, senza realizzare che quell'amore ne farà a pezzi la vitalità, la giovinezza, l'entusiasmo. Quella che inizialmente sembrava una montagna russa di emozioni e di svaghi ben presto si trasformerà nell'inferno della dipendenza e di una totale perdita di controllo.
Bree tenterà di trovare una via di scampo, tra mille difficoltà, e la sua sarà una battaglia per recuperare la sua anima e la sua mente: in altri termini, la sua vita.


«Le poesie della Hopkins sono capolavori della parola e della forma. Il ritmo avvincente trasporterà i lettori nel mondo a spirale di Kristina. Un page turner e un potente ritratto della perdita di direzione tipica dell'adolescenza».                                               
School Library Journal

«I versi di Ellen Hopkins sono sinuosi e avvolgenti e dimostrano una totale maestria della tecnica».                                                                                              Publishers Weekly




Ellen Hopkins
Ellen Hopkins è nata a Palm Springs, in California. Scrive poesie dall'età di nove anni. Ha iniziato la sua carriera come scrittrice di non-fiction per ragazzi, pubblicando all'incirca venti libri. Nel 2004 esordisce con Crank, il suo primo romanzo in versi, cui seguiranno Burned, Impulse, Identical, Glass, Tricks e Fall out, tutti editi negli Stati Uniti da Simon & Schuster.

Anteprima Matched

Grande notizia da parte della Fazi: in uscita dal 13 maggio il primo libro di una saga che  ha spopolato in America subito dopo la sua uscita, il 30 novembre 2010. Il successo di Matched, di Ally Condie, è stato tale da suscitare l'attenzione mondiale: i diritti di traduzione sono stati acquistati da 20 paesi, dove ha scalato le classifiche dei libri più venduti. Persino la Disney ha acquistato i diritti cinematografici e il Publishers Weekly è fermamente convinto che sarà il nuovo Twilight (verrebbe da dire: è una promessa o una minaccia? :D). La trama si concentra su un ipotetico terrorizzante futuro: una vita programmata, felice e longeva, in cui l'amore è stato ridotto ad un mero processo biologico a fine evoluzionistico. Tutti felici e contenti, insomma, in piena salute fino all'ottantesimo anno di età, quando sopraggiungerà una morte lieta ed indolore. La storia, che ricorda 1894 di Orwell e persino le teorie comuniste di Platone, è uno young adult (copertina stupenda!!!) di 350 pagine che sarà in vendita a 18.50 euro.




Immaginate un mondo dove non esiste scelta. Un mondo in cui ogni passaggio della vita viene scandito e orchestrato della Società. Un mondo dove l'amore è stato ridotto a una semplice unione di individui geneticamente compatibili, in grado di creare una progenie perfettamente in salute, priva di difetti. A diciassette anni una cerimonia vi assegnerà il vostro compagno ideale, a ventuno vi sposerete e al compimento degli ottanta anni, non un giorno di più, una morte felice e tranquilla vi rimuoverà da una Società alla quale non siete più utili.
Questo è il mondo di Matched.

E' il quindici del mese e, come è consuetudine, la Società celebra i Banchetti di Abbinamento. Cassia Maria Reyes ha 17 anni ed è arrivato per lei il momento di partecipare finalmente al suo Banchetto. Curiosa di sapere chi le verrà assegnato, Cassia ripone grande fiducia nelle scelte della Società: sa che il suo sarà il compagno perfetto. Quando i Funzionari chiamano il suo nome si alza e si dirige verso lo schermo dell'Abbinamento. Pochi secondi di attesa prima di scoprire che il suo compagno è un caro amico, un ragazzo che conosce da tutta la vita, Xander. Ma non è il volto di Xander quella che compare sullo schermo di casa sua, una volta inserita la micro card in dotazione a ogni ragazzo appena abbinato. Il volto appartiene a un altro ragazzo, Ky.
Cassia si trova ora a un bivio, divisa tra due scelte impossibili: tra Xander e Ky, tra un'esistenza preordinata e un percorso che nessuno ha mai avuto il coraggio di seguire. Divisa tra due vite. Una pianificata e controllata e una illegale, pericolosa ma libera. Non più un quadro dove gli unici colori siano il bianco e il nero, ma un arcobaleno di tonalità, scelte da lei e non da chi ha sempre deciso al suo posto.


«Ally Condie esplora, uno strato dopo l'altro, questa distopia, mentre le parole di Dylan Thomas risuonano nel sottofondo. Se la Società è in guerra, chi è il nemico? Un romanzo coraggioso e indimenticabile, che già vive di vita propria».                                         
  Kirkus Reviews

«Assolutamente seducente! Matched è un libro da non perdere».
Melissa Marr, autrice bestseller della serie di Wicked Lovely


Allyson Braithwaite Condie
Allyson Braithwaite Condie ha insegnato inglese in un  liceo dello Utah e dello stato di New York. Al momento, i suoi tre bambini la tengono occupata a giocare con le macchinine e a costruire fortezze coi Lego.

martedì 29 marzo 2011

Teaser Tuesdays (19)

Buon martedì! La settimana appena cominciata (e gli impegni di questo periodo in generale) gravano sulle mie ore di sonno e anche sul tempo che vorrei dedicare al blog e alle letture. Per esempio si è concluso il sondaggio del mese e devo scrivere il nuovo articolo! Oltre ad aver accumulato qualche anteprima, mi scuso per il ritardo di ieri nel postare il nuovo giveaway. Almeno Teaser Tuesdays non manca il suo appuntamento, anche se non sono affatto sicura sarà la stessa cosa per Poems!


"Teaser Tuesdays" 


  • Grab your current read
  • Open to a random page
  • Share two (2) “teaser” sentences from somewhere on that page
  • BE CAREFUL NOT TO INCLUDE SPOILERS! (make sure that what you share doesn’t give too much away! You don’t want to ruin the book for others!)
  • Share the title & author, too, so that other TT participants can add the book to their TBR Lists if they like your teasers!
Ovvero,  per i non-angloleggenti:
  • Prendi il libro che stai leggendo
  • Apri una pagina a caso
  • Copia due pezzi "teaser" da una parte di questa pagina
  • STAI ATTENTO A NON SCRIVERE SPOILERS! (assicurati di non condividere troppe cose! Non si deve rovinare il libro agli altri!)
  • Indica il titolo e l'autore, in modo che gli altri Teaser Tuesday partecipanti possano aggiungerlo alla loro lista dei desideri se il libro è piaciuto.

L'appartamento di Wallace era al piano inferiore di una casa verde a due isolati dalla spiaggia. Il giardino era perlopiù terra con qualche ciuffo d'erba, sulla veranda laterale c'era una lavatrice e sopra il garage era appeso un cartello che inspiegabilmente diceva: VIAGGIO SENTIMENTALE.
- Un nome proprio interessante- commentai mentre seguivo Maggie ed Esther lungo il vialetto, reggendo il sacchetto si salse -ketchup, senape, maionese e salsa al cioccolato- che avevamo comprato al Gas/Gro. Leah era rimasta indietro con il cellulare attaccato all'orecchio, sperando ancora di trovare un'alternativa migliore alla festa. (Ti giro intorno, di Sarah Dessen, pag. 179)

- Pronto?
Alla voce di Eli, una piccola parte di me si sentì sollevata. -Ciao. Sono io.- Mi interruppi e chiarii: - Auden.
- Lo sospettavo - rispose. -Non so chi altro avrebbe potuto chiamarmi qui al Gas/Gro.
- Già - feci, lanciando un'occhiata ad Heidi che in quel momento, raggomitolata sul divano nel buio del soggiorno, era quasi impossibile da distinguere. -Scusa. E' solo che mi trovo in una situazione critica e non so che fare.
- Una situazione critica - ripetè. - Che succede?
Andai nell'ingresso appoggiandomi Isby sulla spalla, e gli raccontai tutto. Sottovoce, in lontananza, Heidi stava ancora singhiozzando.
- Non ti muovere - disse lui alla fine. - So esattamente cosa fare.(Ti giro intorno, di Sarah Dessen, pag. 207)


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