venerdì 18 marzo 2011

Intervista alla casa editrice Alchimia Edizioni

Piccole o grandi, antiche o nuove, a pagamento o meno, senza le case editrici la fruibilità dei libri  sarebbe impossibile. Eppure restano sempre dietro le quinte, onnipresenti ma invisibili. Che cosa pensino o quali siano le loro idee in merito alle ultime frontiere dell'editoria, non ci è dato saperlo. O forse no? E' con l'intenzione di dare spazio a loro che Dusty pages in Wonderland inaugura quello che speradiventi un appuntamento fisso ed un modo (magari fruttuoso) di creare un dialogo costruttivo. Ci piacerebbe dare vita ad un legame diretto tra il produttore e il consumatore, dando modo sia alle case editrici di parlare, che a voi di fare domande, soddisfare curiosità e, perchè no, esprimere delle critiche. La prima puntata è dedicata ad Alchimia Edizioni, una casa editrice giovanissima a cui abbiamo voluto dare spazio proprio per la sua caratteristica di "esordiente".

Malitia - Quando è nata la vostra casa editrice e che cosa si prefigge?

Alchimia Edizioni - Alchimia Edizioni nasce qualche mese fa, a Milano, da una passione personale di una giovane editrice verso i libri, e la letteratura in generale. Crede molto negli autori esordienti, e ha lo scopo di dare voce a nuovi scrittori, investendo sul loro talento, cercando di aiutarli ad entrare in questo mondo, sicuramente non facile. Alchimia Edizioni punta molto anche sulla letteratura straniera, dando spazio e fiducia a molti traduttori professionisti che amano la realtà editoriale e amano tradurre. Esistono molte opere estere mai tradotte, che meritano ampio spazio nelle librerie italiane.

M -In quale direzione pensate si evolveranno in futuro le case editrici? Dando spazio a quale genere di libri o autori?

A.E. - In Italia, e forse nel mondo, nascono moltissime case editrici ogni anno, e altrettante chiudono. Tutto sta nel differenziarsi, nel trovare la chiave per uscire dalla massa. Non essere una casa editrice come tante, ma avere quel qualcosa in più che ci faccia andare avanti.  Non basta solo la volontà, e non  bastano nemmeno le belle parole. Servono fatti. C'è sempre qualcuno più avanti di te, in qualsiasi mercato di vendita. È sempre stato cosi, e credo continuerà ad esserlo. Come è anche vero che ci saranno sempre gli imprenditori pronti ad investire, e ci saranno quelli che falliranno. Le case editrici di un futuro anche abbastanza attuale, certamente dovranno stare al passo coi tempi, cosa  non facile per molti. La tecnologia che cambia e si aggiorna praticamente alla velocità della luce non è cosa per tutti. Ci vogliono persone giovani, dinamiche, competenti per stare dietro a certe innovazioni, divenute ormai fondamentali per le case editrici. Sto parlando chiaramente degli e-book, o anche semplicemente delle librerie online, o dei Social network, i quali sono divenuti basilari per il marketing e per la pubblicità necessaria alla sopravvivenza di un'azienda. Sinceramente credo che col passare del tempo le grandi case editrici si focalizzeranno sempre di più sui grandi autori già affermati, certi di un loro riscontro positivo da parte dei lettori, e sempre meno sui giovani autori emergenti e sicuramente si punterà ad una letteratura attuale e contemporanea, dove si denunciano i problemi della nostra società che possono raggiungere diverse ramificazioni sociali, mentre dall'altra parte si analizzeranno anche i gusti dei giovani, legati alle serie tv del momento o a personaggi di spicco, e dando spazio a letture che trattino temi alla moda. Possiamo già vedere il presente, dove c'è un boom di libri sui vampiri e horror di questo genere, chiaramente un fenomeno nato da film/serie TV che hanno colto l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo, avendo un correlativo riscontro positivo anche sui libri. Le piccole case editrici, invece, punteranno anche sui giovani autori, stando però anch'esse attente a ciò che richiede il mercato.


M - Quanto credete negli esordienti e quanta reticenza c'è nel pubblicare il libro di un autore sconosciuto?

A.E. - Alchimia Edizioni nasce specialmente con l'idea di puntare su autori esordienti, credendo che molte persone abbiamo la facoltà e il diritto di esprimere attraverso la scrittura le proprie idee e le proprie emozioni. Pubblicare libri di autori sconosciuti non è di certo una strada facile, sia per la casa editrice sia per l'autore stesso. Include un iter molto lungo, faticoso, e ricco di investimenti, ma non per questo deve essere vista come una strada impercorribile ed a vicolo cieco. Se un autore vale, e crede fortemente in quello che fa, ce la farà. Il problema è che non molte case editrici sono disposte a pubblicare libri di autori esordienti, e quando lo fanno, spesso chiedono contributi di pubblicazione all'autore, il quale si trova a dover accollarsi parte (se non tutti) dei costi legati alla pubblicazione, stampa, pubblicità ecc del libro, il che implica un ruolo [lievemente?] marginale di chi invece in teoria nasce con l'intento di investire (a proprie spese) sui nuovi talenti.



M - Condividete l'opinione secondo cui in Italia esistono più aspiranti scrittori che lettori?

A.E. - Bella domanda. Riflettendoci, credo di si. Forse in effetti al giorno d'oggi esistono più persone interessate a scrivere piuttosto che a leggere. Ma credo anche che sia tutta una questione di come va l'Italia (ma anche il mondo), della frenesia che caratterizza le giornate delle persone, vite impegnate che tolgono l'attenzione per le piccole cose, che poi in realtà sono quelle danno la felicità. C'era una citazione di Kathleen Norris che,  parafrasando,  dice: sapere che un buon libro mi attende alla fine di una lunga giornata mi rende più felice. Ecco, io questo pensiero lo condivido pienamente. Ma sono poche le persone che oggi si prendono realmente del tempo per evadere dalla quotidianità attraverso la lettura. Sembra che leggere sia diventata un' “attività” per pochi. I giovani poi non ne parliamo. Se facessimo un sondaggio, credo che la media sarebbe di due libri letti all'anno. E la metà di questi faranno parte della lista di libri obbligatori per la scuola o l'università. Questo perché sono troppo impegnati a passare le loro giornate a chattare, a collegarsi ai social network, a scaricare musica illegalmente e guardare serie TV in streaming. Forse, se valutiamo tutti questi aspetti, puntare sulla letteratura per ragazzi/giovani potrebbe essere un flop totale. Ma la speranza è l'ultima a morire.

M - Cosa ne pensate della nascente collaborazione tra case editrici e blog letterari?

A.E. - La nascita dei blog letterari fa parte di quelle innovazioni “tecnologiche” attuali alle quali le case editrici dovrebbero rivolgere un po' di attenzione. Sono luoghi interessanti per scoprire le novità editoriali (per i lettori) ma anche per comprendere i gusti dei lettori e cosa pensano di un determinato genere letterario o anche semplicemente per farsi un conoscere (per le case editrici/autori). Le collaborazioni che sorgono tra le case editrici e i blog sono molto interessanti ed utili, un altro modo per poter raggiungere diverse nicchie di persone e far conoscere la propria realtà editoriale, attraverso occhi esterni e persone oggettive che giudicano, criticano, apprezzano, o semplicemente si limitano a raccontare una realtà neutrale. I blog letterari sono un punto di appoggio e forse, per alcuni, anche un punto di riferimento fondamentale, nell'editoria del 21° secolo. 


2 commenti:

  1. Ho scoperto recentemente questo editore e confesso che l'intervista qui proposta mi ha permesso di farmene un'idea un po' più precisa: danke, quindi ^_^

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  2. Alchimia mi ha trovata su Twitter. Scusate il mio Italiano, manco dall'Italia dal 1969. Hanno comperato i diritti Italiani di uno dei mie libri, Love Thy Sister. Per una casa editrice cosi giovane sembra che siano molto 'invested.' Ciao. Maria Grazia Swan, nata in provincia di Vicenza.

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