venerdì 25 marzo 2011

Nono appuntamento "Il tempio degli otaku" Devilman


Scritto da Suymae Rossweisse.Salve a tutti, e benvenuti alla nona puntata de “Il tempio degli Otaku”. Siete in una posizione comoda, vero? Mettetevi ben seduti, mi raccomando, perché oggi parliamo di una serie in cui gli scossoni non mancheranno.  Si tratta di un manga vecchio, del 1972, ma che vale la pena di essere letto. Anzi, di più: deve essere letto, quanto meno da chi vuole qualcosa di forte e, in un certo senso, rivoluzionario. Un vero pezzo di storia, capace di unire l'horror più puro con tematiche profonde come la religione, con uno svolgimento avvincente ed un finale poetico come pochi: in sostanza, Devilman di Go Nagai.

Akira Fudo è un bravo ragazzo. Ma proprio bravissimo, sapete: ligio alle regole, cavalleresco, che non si arrabbia mai e non è capace di usare la violenza nemmeno se provocato. In questo mondo brutale, ce ne sono pochi come lui. Lo sa bene il suo migliore amico, Ryo Asuka, che rivede dopo un mese di lontananza.
In quel mese a Ryo sono successe parecchie cose, tutte negative. Per cominciare, suo padre – l'unico genitore rimastogli – è morto. Si è suicidato: nei giorni precedenti, pur sembrando sempre lo stesso fisicamente, aveva avuto dei comportamenti strani, piuttosto violenti, arrivando addirittura a cercare di uccidere il proprio stesso figlio. Dopo quest'ultimo episodio l'uomo si era chiuso in una stanza, e   aveva posto fine alla propria vita. Ryo cerca una spiegazione al tragico gesto tra i diari del padre. Tra quelle carte scopre infine la risposta alle sue domande, una risposta che risale a prima ancora che l'uomo popolasse la Terra.
Secondo il defunto, archeologo, un'altra razza abitò il pianeta azzurro: i demoni. Sì, proprio quelli che oggi classifichiamo come creature mitologiche al seguito di Satana. Perfino più vecchi dei dinosauri, infatti, erano loro a dominare incontrastati, sconfiggendo gli avversari grazie alla loro capacità di fondersi con tutte le sostanze – organiche ed inorganiche – creando così nuove varianti, le une più terribili delle altre. Non a caso quello che sconfisse i demoni non fu un nemico fisico, ma   le glaciazioni, che li ibernarono sotto cumuli e cumuli di ghiaccio. Questo fino ai giorni nostri: i demoni si stanno risvegliando dalla loro condizione. Pessime notizie per il genere umano, perché le creature non sopportano che il loro bel pianeta sia dominato da un'altra razza. Sicuramente muoveranno guerra agli uomini; guerra che, grazie alla capacità di assumere nuove forme, gli uomini non hanno alcuna possibilità di vincere. A meno che...
Qui Ryo è costretto a mettere in gioco il suo migliore amico, Akira. L'esperimento di suo padre è finito come è finito perché si è fatto controllare dal demone, che ne ha alterato la personalità. Ma se si effettuasse una fusione con una persona dotata di una grande volontà e di un animo gentile, allora forse si creerebbe un “Devilman”: un essere con la forza di un demone ma dalla cuore e mente umani. Un ibrido tra le due specie, che potrebbe essere in grado di salvare l'umanità dalla minaccia che corre. Ed il suo amico, purtroppo, è un perfetto candidato per essere quell'ibrido.
Comprensibilmente, Akira ha una paura folle di quello che potrebbe accadergli: tuttavia, gli interessi dell'umanità sono più importanti dei suoi, e quindi accetta la proposta. Il piano prevede che, attraverso un sabba, sia Akira che Ryo si fondano con dei demoni, ed insieme salvino il mondo. Quest'ultimo non riesce a trasformarsi; il corpo di Akira, invece, diventa preda di Amon, una delle creature più potenti esistenti. Da quest'unione, nasce così il primo Devilman. Riuscirà l'umano a controllare il demone? E soprattutto: riuscirà nella nobile impresa?

Qualcuno potrebbe pensare che, essendo Devilman una serie piuttosto vecchia, non valga la pena di leggerla, perché datata. Almeno a parere di chi scrive, invece, non è affatto così. Il manga di Go Nagai risulta sorprendentemente godibile e supera la prova del tempo senza particolari problemi. I motivi?
La trama sotto alcuni aspetti potrebbe sembrare poco originale: l'idea dell'uomo con straordinari poteri che deve salvare l'umanità è stata vista un sacco di volte, forse troppe. Devilman, però, non si limita al buon vecchio supereroe senza macchia e senza paura che combatte il male senza nessun turbamento; quella è solo apparenza per nascondere i veri argomenti dell'opera.
Più in generale, sembra che l'elemento fantastico non sia che una metafora che nasconda fatti e tematiche che di sovrumano non hanno nulla. I demoni, ad esempio, potrebbero rappresentare il nostro lato oscuro, quello che tutti nascondiamo perché abbiamo paura di esso. Il Devilman è questo: lo scontro tra la ragione, vale a dire l'umano, e il lato più animalesco, il demone. E proprio come i Devilman, la minoranza rispetto a coloro che non reggono la fusione, sono poche le persone in grado di conciliare perfettamente i due aspetti. Grazie a questa sua battaglia quotidiana – più importante di quella contro i demoni – Akira, di buon carattere ma ancora immaturo, finisce per diventare un vero uomo, disposto a sacrificarsi per ottenere quello che più desidera; un personaggio vero e tridimensionale, insomma. Lo stesso vale per Ryo: la sua maturazione si compirà solo nel quinto volume, l'ultimo, ma si tratterà dell'avvenimento più importante dell'opera, che stravolgerà il parere del lettore su tutti i fatti precedenti e che darà un senso all'intero manga, portandolo verso il tristissimo finale – Devilman andrebbe letto anche solo per quello.
Questa è senza dubbio la cosa più importante, ma la serie ha anche altri lati vincenti. Primo tra tutti, la breve durata della stessa e il cast ridotto (si limita a tre persone, forse anche due): niente più mal di pancia e paure di vedere la propria serie preferita concludersi dopo chissà quanti numeri, e niente più mal di testa per ricordarsi chi è il personaggio spuntato in questa vignetta – forse quello apparso venti volumi fa...?
Altro lato vincente è il tratto. Cos'è che dici, tu là in fondo? E' brutto e sgraziato? Beh, non hai tutti i torti. Le forme sono così stilizzate che quasi viene da piangere, quelle sopracciglia non si possono proprio guardare, le proporzioni sono cose che non si sono mai viste da quelle parti. Però, tu là in fondo, pensa a come sarebbe stata l'opera con un altro stile di disegno, magari quelli puliti puliti che vanno di moda oggi. Riesci ad immaginarlo? Io no. Volente o nolente, quello è l'unico tratto possibile per questo genere di storia. In fondo parliamo di un horror, non di una storia d'amore. Inoltre, dietro alla mano sgraziata si nasconde un occhio abile, in grado di scegliere le inquadrature e gli sfondi più evocativi per le scene narrate ed un cervello che sa captare e riprodurre un ampio numero di espressioni facciali.

I pro sono più dei contro, quindi... non solo per quanto riguarda il tratto, ma in generale. Se ci tenete a conoscere i manga storici, non dimenticatevi di aggiungere Devilman alla vostra lista. Se apprezzate il genere, non ve ne pentirete. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku!”

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