Esattamente 100 anni fa, nel 1912, affondò la RMS Titanic,
provocando quello che passò alla storia come uno dei peggiori disastri navali
mai avvenuti. Il fatto aveva già dato luogo, come sempre accade, a
trasposizioni cinematografiche, la prima in forma di istant-movie già nel 1912
– Salvata dal Titanic -
fino all'ultimo arrivato, ossia Titanic di James Cameron
(1997), che ha consacrato alle glorie del cinema Leonardo di Caprio.
L'anniversario della tragedia non ha potuto che portare alla
realizzazione di nuovo materiale e a visionare nuovamente quello vecchio; non
sono mancati documentari, film e telefilm, in particolare il riadattamento in 3D
del Titanic di Cameron, il telefilm italiano trasmesso dalla Rai - Titanic,
nascita di una leggenda - e quello americano – Titanic -, prodotto
dalla Abc con la regia del premio Oscar Julian Fellowes.
Per quanto riguarda il telefilm americano, va sicuramente
apprezzato il voler approfondire la vita a bordo; anziché essere sfondo delle
vicende, come ad esempio nel film di Cameron, qui la società inglese è portata in primo piano ed è oggetto di
analisi.
Sono rimasta sorpresa, come probabilmente molti
spettatori, dal taglio dato alla serie:
non ci troviamo di fronte a una storia che prosegue episodio dopo episodio, ma
assistiamo in ognuno dei primi tre episodi a qualche giorno a bordo del Titanic
e poi sempre al naufragio, ogni volta però, dal punto di vista di personaggi
differenti. La quarta puntata, l'unica
differente, si sofferma tutta sull'affondamento.
Questa scelta è piuttosto interessante e riesce anche a
portare qualcosa di nuovo su una vicenda ampiamente sfruttata, anche se non possiamo dimenticare che nel
1979, il regista William Hale aveva già tentato questo approcio nel suo S.O.S.
Titanic.
Purtroppo qui si ferma tutto ciò che di positivo ho da dire
su questa serie. Il tutto è sviluppato in forma di clichè e di personaggi veramente poco credibili.
Perchè tutte le donne sono ottuse e terribilmente cattive?
Delle vere e proprie megere!
In un film che si propone di discutere anche l'immagine
della donna mi aspetterei una visione un
po' più variegata del carattere femminile. Altra cosa che accomuna i
personaggi femminili: in vista della morte tutte improvvisamente subiscono un
grande mutamento caratteriale che le induce a riappacificarsi con i mariti e a
chiarire le situazioni in sospeso fra loro. Che originalità.
La perfetta famiglia inglese: Hugh conte di Manton e la
moglie-arpia
|
L'unica donna a discostarsi un po' da questo stereotipo ne
ricalca però un altro. Sto parlando di Gerogiana
Grex, figlia viziata di una ricca famiglia aristocratica inglese, quindi
membro della società perfetta, che fa l'esatto contrario di ciò che ci si
aspetta da lei in maniera molto infantile più che rivoluzionaria.
Per contro i personaggi maschili cercano quasi tutti in
egual modo di entrare nello spirito del nuovo secolo passando sopra le
differenze di classe, nazionalità e religione, un vero esempio di comportamento
nobile. Oserei dire anche un vero esempio di santità visto le moglie che si
ritrovano!
C'è naturalmente la
scena d'amore alla Cameron, quella di cui è protagonista Georgiana appunto,
ma è una cosa rapida e indolore per lo spettatore, niente lacrimuccia, perché
non si arriva nemmeno a rendersi conto di cosa succeda e la mini-serie è già
finita e addio all'empatia. Qui arriviamo ad un altro punto che non mi è
piaciuto, ossia la scelta di fare quattro episodi.
La società trattata
richiederebbe forse qualche episodio in più, non si parla infatti solo di
prima, seconda e terza classe, ma anche di condizione della donna, del forte
razzismo contro irlandesi, cattolici e
italiani e della servitù. Si parla di personaggi con mentalità già proiettata
alle novità del secolo appena iniziato e quindi più liberali e personaggi
strettamente nascosti dietro al guscio della tradizione. Il che naturalmente
significa tantissimo materiale da
mostrare e poco spazio per farlo e il risultato non può essere che
l'impressione di condurre una corsa contro il tempo per tutto il telefilm.
Aggiungete poi gli sviluppi di varie storie d'amore, di amicizia e di
inimicizia a complicare il tutto.
In conclusione, una
mini-serie senza gloria ma con un briciolo di infamia.
Se la potevano risparmiare, tanto più che la società inglese
è già ampiamente trattata in Downton
Abbey e sul Titanic davvero non rimane nulla da aggiungere.
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