Voto:




Ci sono casi –rarissimi,
sporadici- in cui le letture che faccio, per quanto frivole, leggere, piene di
difetti tecnici, mi piacciono. Devo dire che Red rientra tra i pochissimi
fortunati, sebbene i tanti stereotipi, lo stile che lascia molto a desiderare,
la tipica cornice da ragazzine al primo amore (complessi di inferiorità e personalità
goffe, Bella Swan docet).
Elemento relativamente innovativo
per il genere young adult, la storia racconta di viaggi nel tempo: Gwendolyn vive
da sempre all’ ombra della cugina Charlotte, che, per una strana congiunzione
astrale derivata dal giorno della sua nascita, ha ereditato il gene di
Viaggiatrice, pronto a manifestarsi da un momento all’altro adesso che ha
raggiunto l’età adatta. Charlotte è istruita, bella, elegante: per via di ciò a
cui è destinata sin dalla nascita e dell’educazione che, di conseguenza, le è
stata impartita, gode, in famiglia, di molta più considerazione di quanto ne
abbia Gwen, che non ha certo i voti brillanti della cugina e nemmeno le sue
strabilianti caratteristiche. Ma quando Gwen, dopo qualche capogiro, si trova
improvvisamente piazzata all’inizio del secolo, è evidente che non sia la
perfetta Charlotte la persona giusta.
Il libro si presta benissimo a
quella che potrebbe essere una trasposizione televisiva in chiave urban
fantasy, e di certo farebbe parecchio furore. Tutto, nel romanzo, sembra
infatti richiamare il mondo dei telefilm: la narrazione in prima persona che
rispecchia appieno la personalità di una ragazzina come tante e per cui è
facile provare simpatia, la vicenda amorosa, i dialoghi e le situazioni
divertenti, ma, soprattutto, la struttura stessa del libro, quasi concepita
come una sceneggiatura. L’arco temporale in cui si svolge la vicenda è
brevissimo –appena qualche giorno- quindi la narrazione, che deve essere
dilatata in 326 pagine, risulta concentrata su tutto l’arco della giornata e
non sorvola sui dettagli. Dettagli che derivano, per esempio, dalle ingenuità
della ragazza –vedi le ricerche su Google dell’amica Leslie, per esempio-. E’
facile capire che servono a creare momenti comici e a definire la personalità
di Gwen, ma, ripeto, sono molto “televisivi”. Non a caso, alla fine del libro
viene riportata la dicitura “l’avventura continua…”. Questa struttura, unita
allo stile estremamente semplice e alla dinamica della narrazione, rende la
lettura piacevole e niente affatto impegnativa. La trama, che potrebbe essere
banale per i soliti cliché, produce brevi sprazzi di originalità grazie
all’elemento fantastico che ci fa ben sperare per i prossimi libri.
Purtroppo, per quanto Red mi sia
obiettivamente –e stranamente, aprite le bottiglie di champagne!- piaciuto,
resta un libro estremamente semplice (rimando all’inizio della recensione per
rileggerne brevemente i difetti) e dedicato ad un pubblico giovane, che ne sarà
però sicuramente entusiasta. Questo il motivo per cui non posso dare più di due
stelline e mezzo –e la metà della terza è dovuta al mio gradimento personale-,
anche se rimango comunque molto ansiosa di leggere il seguito.
potrei vedere se c'e' in biblioteca..
RispondiEliminaSì, credo sia una buona idea!
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