mercoledì 9 dicembre 2015

Recensione: .OTTO. Luce e ombra di J.C. Casalini



.OTTO. Luce e ombra, J.C. Casalini
Vertigo
233 pagine, 14 euro
Prendete il mondo dell’illusionismo, numerosi specchi e un riflesso che si ribella al proprio padrone.
Questo è il mix da cui prende avvio .OTTO., l’avvincente romanzo di Casalini.

Otto è un giovane adulto che sceglie di seguire la strada dell’illusionismo per cui, però, non ha proprio nessun talento. Insieme a lui c’è la bellissima Anna, la sua fidanzata storica che rinuncia a tutto pur di vederlo realizzato. La svolta avviene quando Otto si rende conto che il suo riflesso gode di vita propria e si offre di dargli fama e successo in cambio della libertà. Un classico patto con il diavolo che sappiamo non porta mai a niente di buono.

Da qui Casalini ci catapulta in un mondo fatto di magia e malvagità che sovverte il classico binomio di luce e ombra in un crescendo di crudeltà e di soprusi. In questo romanzo, infatti, è la luce ad essere foriera di demoni e il buio è, al contrario, il luogo sicuro in cui nascondersi. Casalini si rifà alla storia di Lucifero, il diavolo, inteso come portatore di luce e per estensione dei riflessi negli specchi. Un riflesso esiste, infatti, solo nel mondo della luce e sparisce nelle tenebre. Un ribaltamento nuovo che ha, però, un senso compiuto nel modo in cui è inteso.

Quello di Casalini è un romanzo avvincente, scritto con un stile ricercato che occasionalmente si lascia andare a brani più poetici – soprattutto nel delineare il rapporto fra Anna e Otto – o a brani più scientifici – quando il riflesso di Otto parla della propria natura. La trama è accattivante e si sviluppa a un ritmo sostenuto fra un crescendo di violenza e colpi di scena.

I personaggi sono ben costruiti: Otto il mago fallito che non vuole arrendersi all’evidenza, Anna la ragazza che sacrifica tutto per colui che ama e che si rivela debole e disposta a subire diversi abusi prima di trovare finalmente la forza di sollevare la testa, il Riflesso, senza scrupolo alcuno e interessato solo ed esclusivamente a se stesso. Anche i personaggi secondari seppure descritti con poche parole rivelano carattere e atteggiamenti precisi che facilmente possono essere immaginati dal lettore.

Il rapporto fra Anna e Otto è forse una delle poche cose cui che si possa obiettare a questo romanzo. Anna è senza dubbio la classica donna debole che si fa sottomettere facilmente da un compagno più egoista di lei. Otto è fondamentalmente questo: un egoista. Anna rinuncia ai suoi studi per lui, litiga con i genitori e accetta di vivere in una situazione che rasenta la miseria eppure il rapporto è sempre solido e lei continua imperterrita a sacrificarsi per Otto.

Molto particolare è il fatto che nessun personaggio di questo romanzo sia apprezzabile; Otto è, appunto, troppo egoista, Anna troppo sottomessa, sebbene verso la fine si rivaluti parecchio, e il Riflesso è troppo crudele. Forse lo scopo di Casalini è proprio quello di non dare punti fermi al lettore, fare in modo che non si identifichi con nessuno. L’effetto è destabilizzante e contribuisce a creare quel senso di claustrofobia e di pessimismo che attraversa tutto il romanzo.

Piccolo neo in questa narrazione altrimenti valida è qualche errore di stile, sebbene si possano contare sulle dita di una mano.

Casalini è riuscito a creare un nuovo demone da temere: il proprio riflesso a cui, circondati come siamo da superfici riflettenti, è impossibile sfuggire, e lo ha fatto con un romanzo scorrevole dalla lettura rapida e avvincente.

Voto: 


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