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Non vi tedierò con la trama, che definire "arcinota" è un eufemismo. A maggior ragione in questo caso, perché una delle prime cose che saltano all'occhio allo spettatore è proprio l'altissima fedeltà al manga. Non soltanto, infatti, la storyline viene seguita passo passo ma, quanto meno nel primo episodio, vengono riportate pedissequamente intere battute e scene. Anche chi seguisse i sottotitoli inglesi sul portale Nico Nico Douga, se facesse un confronto con la recente edizione italiana del manga, se ne accorgerebbe. Niente sfugge all'occhio - e alle penne - degli sceneggiatori, persino particolari di dubbia importanza come il nome e il soprannome della professoressa di inglese di Usagi - che appare per pochissimi minuti - o le battute di Umino/Ubaldo. Tanta cura, se da un lato è ammirevole, dall'altro appare un po' eccessiva.
Negli altri episodi gli sceneggiatori si prendono un po' più di licenze, soprattutto nei combattimenti, ma paradossalmente vengono mantenute scelte e battute infelici. Ad esempio: c'è davvero bisogno di ricordarci ad ogni singola puntata che Usagi, Ami e Rei sono rispettivamente Sailor Moon, Mercury e Mars? Oppure - una gemma dal terzo episodio - che Sailor Mars è protetta da Marte? Queste sviste potevano andare bene ai tempi della pubblicazione del manga, quando i singoli capitoli venivano pubblicati su rivista da soli prima di essere raccolti in volume, ma non a vent'anni di distanza. Difficile che chi guardi Sailor Moon Crystal non sappia chi è chi...
Detto questo, l'impostazione degli episodi ha due pregi non indifferenti. Il primo è la drastica riduzione dei filler, che avevano piagato le precedenti serie animate delle guerriere vestite da marinarette. Sopratutto, però, in questo modo viene favorita l'introspezione psicologica dei personaggi. Sono rese con molta cura la solitudine di Ami e Rei prima dell'incontro con Usagi: due ragazze con grandi potenzialità ma che vengono fraintese dagli altri, che le trovano fredde e scostanti. L'esuberanza di Usagi - a cui nessuna delle due è abituata - le porteranno ad avere più fiducia in loro stesse e ad abbracciare con ancora più convinzione la causa. L'amore tra la sopraccitata Usagi e Mamoru, inoltre, non appare giustificato soltanto dalle esigenze della trama: le sensazioni di Usagi sono realistiche, e ci portano a "tifare" per questa coppia. Ciò, ad esempio, non traspariva dal manga originale, la cui sceneggiatura correva troppo veloce per soffermarsi su questi particolari.
Ho lasciato per ultimo l'aspetto prettamente grafico dell'opera. Non a caso. Questo perchè se da un lato esso è piuttosto piacevole - sopratutto nel contrasto tra il character design e gli sfondi delicati - da un lato presenta dei notevoli errori tecnici, che non ci aspetterebbe da una serie così blasonata. Ad esempio spesso le ragazze sono sproporzionate: si notino, in particolare, le trasformazioni, o anche la gattina Luna soffre. Un altro effetto del voler seguire troppo da vicino il manga, i cui disegni non brillavano per tecnica ed accuratezza. La visione non viene certo inficiata da questi difetti, se vogliamo di minima entità, tuttavia una maggiore cura sarebbe stata d'uopo.
Tirando le somme Sailor Moon Crystal riesce nel suo obiettivo di ovviare ai difetti dell'anime precedente e del manga, ma allo stesso tempo pecca di personalità, nel volerne seguire le orme senza mai deviare dal tracciato stabilito. Alcuni piccoli-grandi errori tecnici, inoltre, non fanno certo brillare il nome di Sailor Moon come meriterebbe. Ciò nonostante, per gli aficionados della guerriera, è una serie meritevole di essere vista... Ed anche - perché no - per i neofiti.
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