domenica 14 ottobre 2012

Il tempio degli Otaku #76 Speciale Alice nel paese delle Meraviglie





Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il Tempio degli Otaku”. E' tempo di celebrare... come cosa? Il compleanno di Dusty Pages in Wonderland, ovviamente! Per l'occasione, è stato anche indetto un gioco di gruppo – Path for Wonderland – che spero stia facendo divertire tutti i suoi partecipanti. Il tema portante è, come si evince dal titolo, “Alice nel Paese delle Meraviglie”... E anche il tempio si adegua.
Sembra quasi che i mangaka giapponesi adorino prendere spunto dalle opere occidentali, adattandole e reinterpretandole in fogge a volte sorprendenti, ed Alice è uno dei bersagli più in voga, probabilmente perché è tornata di recente di moda. In questo articolo vi farò una breve carrellata di manga ed anime che pagano tributo al romanzo di Lewis Carroll... E proprio come l'originale, preparatevi a non dare nulla per scontato! Buona lettura!

Alice nel Paese delle Meraviglie
Anime prodotto nel 1983 dalle case di produzione Apollo Film e Nippon Animation, paga lo scotto del grande successo dell'adattamento animato della Disney. I suoi cinquantadue episodi sono stati doppiati in diverse lingue tra cui l'italiano e, pensate un po', l'Hindi.
La storia adatta in egual misura – anche se un po' liberamente - “Alice...” e il suo seguito, “Al di là dello specchio e quello che Alice vi trovò”. La differenza più emblematica riguarda la struttura delle puntate: alla fine, infatti, la nostra ritorna sempre nel mondo reale, accompagnata dal fido Benny Bunny, salvo poi tornare di nuovo nel Paese delle Meraviglie all'inizio di quella successiva.

Lo stile grafico è compatibile con la sua epoca, quindi non potremo certo aspettarci le animazioni fluide di oggi, anche se la fotografia è piuttosto vivida e piacevole da vedere, proprio come dovrebbe essere vista la storia. Il character design ha solo qualche punto di contatto con quello della Disney, perché nell'anime i personaggi hanno lineamenti più caricaturali e forse più accattivanti da vedere per un bambino, visto i bei sorrisi e le figure tozze. Alice stessa, poi, non ha i tipici capelli biondi e vestito bianco e celeste, ma castano rossicci e un abito rosso con un grembiulino bianco.

Miyuki nel Paese delle Meraviglie – CLAMP
Se l'anime era piuttosto fedele al romanzo originale, lo stesso non potremo dire delle opere che seguiranno. In questo volume unico creato dalle CLAMP – gruppo di autrici prolifiche e amanti delle storie intricate - seguiremo le vicende della sfortunata Miyuki. In ogni capitolo, infatti, la nostra entra in contatto con altri mondi; ed in ogni capitolo, verrà importunata sessualmente da ragazze procaci che non è detto siano disposte ad accettare un no. Ma state tranquilli: la sua virtù sarà sempre salvata... Tra le ambientazioni spiccano quella di “X”, altra opera delle mangaka, e naturalmente “Alice in Wonderland”.

Data la grande popolarità delle CLAMP, forse questo volumetto non gli rende giustizia, perché assai inferiore ai loro standard. Anche ad un primo sguardo si può vedere come le storie seguano sempre lo stesso canovaccio; quando poi le si legge, inoltre, si scopre pure che hanno una durata estremamente breve, e che spesso finiscono all'improvviso, in occasione del climax.
Dal punto di vista psicologico, questa brevità non giova a nessuno. Le corteggiatrici di turno si distinguono tra loro soltanto per i diversi outfit, ma caratterialmente sono tutte uguali: depravate ed attratte dalla protagonista. Il perché di tutto ciò non ci è dato saperlo.
Se Sparta piange, però, Atene non ride. Miyuki, a parte piagnucolare sulla sua virtù messa a repentaglio, non fa nient'altro per tutta la durata della storia, ad eccezione di un capitolo. Tra le righe si legge chiaramente che in realtà ci troviamo di fronte alle sue fantasie sessuali: destinate a rimanere tali, però, perché troppo “bigotta” e tradizionalista – si chiede spesso come farà a trovare marito – per accettarle appieno. Ma questa sottotrama non verrà mai trattata con la dovuta attenzione e profondità.

I disegni sono da sempre stati uno dei piatti forti delle CLAMP, e qui non si fa eccezione, siccome non c'è molto altro a cui fare attenzione. Lo stile ricorda molto lo shojo, genere che proprio loro hanno contribuito a riportare a nuova vita negli anni '90: personaggi snelli ed affilati ma allo stesso tempo belli a vedersi, costruzione delle tavole che predilige i primi piani, vagonate di retini e dettagli. Decisamente, il lato migliore di “Miyuki nel Paese delle Meraviglie”.

Alice in Heartland
Frutto della collaborazione di QuinRose – sceneggiatura – e Soumei Hoshino, disegni, questa serie di sei volumi è soltanto un tassello di un progetto più ambizioso. E' infatti un adattamento di un otome game, un tipo di video giochi la cui missione è sempre quella di fare ottenere la protagonista più appuntamenti possibili con i ragazzi; non a caso, il manga è corredato da vari spin-off che esaminano ciascuno una coppia diversa.
Le premesse della storia sono quelle che tutti noi conosciamo: Alice si annoia con la sorella, e la sua attenzione viene calamitata da un coniglio bianco che la porta in questo paese meraviglioso. Fin qui niente di nuovo; peccato soltanto che il Bianconiglio – Peter White – sia uno stalker, lo Stregatto un felino antropomorfo estremamente immaturo ed incosciente, il Cappellaio Matto nientemeno che un mafioso.
Ad Alice viene data una boccetta vuota: ogni volta che incontra una persona si riempirà un pochettino. Quando sarà piena del tutto finalmente potrà tornare a casa... sempre che non ci siano sviluppi amorosi, o che Alice non sappia le oscure verità di Wonderland.

Potremmo definire “...Heartland” come una rilettura in chiave moderna del romanzo di Carroll, in quanto è evidente che ogni elemento è stato accuratamente studiato per fare stragi di cuori – del pubblico, si intende. L'atmosfera dell'opera è cupa, quasi gotica: tutti amano Alice, ma spesso è un amore malato; e non aiuta il fatto che credano che la violenza sia un ottimo metodo per risolvere i problemi.
La trama presenta alcuni risvolti interessanti, come la struttura interna di Wonderland e le stranezze dei suoi abitanti; questo, però, tende a passare in secondo piano, perché l'opera si concentra soprattutto su Alice ed i suoi spasimanti. Il risultato è che il gioco della nostra passa in secondo piano, ed anzi in alcuni volumi non è nemmeno nominato. Del resto, non è più importante sapere con chi si metterà alla fine?

Tratti simili a quelli di Soumei Hoshino, oggigiorno, sono molto comuni. Costruzione della tavola molto lineare, amore viscerale per i retini e la computer graphic, che vengono usati in qualsiasi occasione possibile, odio imperituro per gli sfondi, totalmente assenti, e una profusione di personaggi dal character design gradevole e vestiti in modo molto “cool”. Uno stile, seppure poco originale, che si adatta alla perfezione alla storia ed al suo pubblico.

Are you Alice?
Opera di Ai Ninomiya, non ancora conclusa in patria – in Italia è da poco cominciata la pubblicazione da parte della casa editrice Goen.
La storia si incentra su un ragazzo, che non ha alcun ricordo del suo passato e, cosa forse ancor più grave, dei suoi sogni -  l'unica cosa che gli rimane è il suo nome, Alice. In molti sono interessati a lui; soprattutto la regina, la quale gli affida un incarico quantomeno singolare: uccidere il Bianconiglio. E siccome non ha niente da perdere, ma ha da guadagnare un'identità, il nostro accetta...

Non è facile capire quanto possa durare questo manga, né tanto meno dove voglia andare a parare. Anche qui il romanzo di Carroll viene adattato con molta libertà, a tal punto che sono davvero pochi i punti di contatto tra le due opere: i personaggi principali, ovviamente, ed un'atmosfera strana, molto onirica.
Ma questo non è necessariamente un difetto; anzi, “Are you...” ha diversi lati positivi ed elementi originali. Alice, ad esempio, è forse più interessante rispetto alle sue altre incarnazioni: non solo perché è maschio, ma soprattutto perché non conosce chi sia. L'assassinio del Bianconiglio è una possibilità come un'altra di recuperare finalmente la memoria: è un personaggio in evoluzione. E' inoltre simile al lettore sotto certi punti di vista, perché come noi non conosce bene Wonderland ed i suoi abitanti. Questi ultimi, a parte le battute sarcastiche dello Stregatto ed il temperamento aggressivo della Regina, hanno poco in comune con i loro predecessori: soprattutto il Cappellaio Matto, diversissimo sia come aspetto fisico sia come carattere – chissà perché, ormai va di moda come personaggio ambiguo, quasi cattivo.
 
Anche il tratto di Ai Ninomiya è piuttosto attuale, anche se si notano degli sprazzi personali qui e lì. Ad esempio, c'è un utilizzo molto netto e definito del bianco e del nero: il grigio – di conseguenza i retini – non viene usato quasi mai. Gli scenari sono molto scarni: si nota un certo gusto per i dettagli, che però non vengono “sbattuti in faccia” al lettore.

… E per oggi è tutto, cari amici. Piaciuta la carrellata? Spero di sì: nel frattempo arrivederci alla prossima settimana, con “Il Tempio degli Otaku”!

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