I fan di Amélie Nothomb ormai lo
sanno: a marzo, dopo la pubblicazione originale in settembre, esce un suo nuovo
romanzo. Anche quest'anno non fa eccezione: Voland pubblica infatti “Barbablù”,
112 pagine per 14,00 euro.
Questo è il ventesimo romanzo per
l'autrice belga, che segue “Uccidere il padre” (un conflitto tra padre e figlio
adottivo nell'ambito dell'illusionismo e del gioco d'azzardo) di cui abbiamo parlato QUI e “Una forma di
vita”, in cui si racconta del rapporto instaurato tra lei ed un suo
corrispondente in un sottile gioco di verità e menzogne.
Dopo una carriera più che
ventennale – ed un'infanzia passata a seguire il padre diplomatico in giro per
il mondo - il pubblico lamenta un certo calo qualitativo nei suoi ultimi
lavori, accusati di seguire troppo alla lettera la formula, ormai ampiamente
collaudata, della Nothomb.
“Barbablù”, almeno ad una prima
occhiata, sembra non difetti di nessuno degli elementi che l'hanno resa
celebre: l'estrema brevità e capacità di sintesi, il gusto per i nomi dei
protagonisti ampollosi ed improbabili, i tocchi autobiografici e le tematiche
di fondo, come i lati più oscuri dell'amore.
La belga Saturnine cerca un
alloggio a Parigi, e dopo varie ricerche sembra capitarle un colpo di fortuna:
Grande di Spagna don Elemirio Nibaly Milcar le offre la possibilità di
condividere il suo alloggio ad un prezzo irrisorio.
L'uomo è piuttosto stravagante,
come dimostra ad esempio la scelta di affittare la casa soltanto a giovani
donne, ma altrettanto ricco. Innamorato sin da subito di Saturnine, non si fa
infatti scrupoli a farle sontuosi regali: lei però non si fida. Cosa ne è
stato, infatti, delle sette precedenti coinquiline, di cui non si hanno più
notizie? E cosa nasconde il passato di Don Elmirio?
Amélie Nothomb è nata a
Etterbeek, in Belgio, ma ha passato i primi anni di infanzia a Kobe (Giappone).
A causa del lavoro del padre, diplomatico, ha vissuto in diversi paesi, come la
Cina o il Bangladesh, esperienze che racconterà in seguito nei suoi romanzi autobiografici
“Sabotaggio d'amore” e “Biografia della fame”.
Stabilitasi definitivamente in
Belgio dopo un fallimentare soggiorno in Giappone, nel 1992 pubblica “Igiene
dell'assassino”, primo di romanzi usciti a distanza di un anno l'uno
dall'altro. In Italia è pubblicata da Voland dal 1998.
Ha ottenuto premi letterari come
il Grand prix du roman de l'Académie Française per “Stupore e tremori” - per lo
stesso libro anche il Prix Internet du Livre, il Prix de Flore per “Né di Eva
né di Adamo”, o il Prix du Jury Jean Giorno per “Le catilinarie” e “Causa di
forza maggiore”. Oggi vive tra Parigi e Bruxelles.
.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver condiviso la tua opinione!