giovedì 14 marzo 2013

Poems (51); Sulle note di un libro (14) : “L’isola sul lago di Innisfree” di William Butler Yeats






L’amore per la natura, tutto ciò che è ameno e arcadico, mai modificato dall’uomo, ha affascinato per secoli l’immaginario dei poeti, ispirando liriche e poemi che hanno fatto la storia. Come dimenticare, infatti, le “Giunchiglie” di Wordworth, i paesaggi marinari di Coleridge e l’amore per l’oceano di Lord Byron? Se per questi poeti romantici la natura era ragione d’evasione dalla vita cittadina e dalle sue etichette, per Yeats, poeta irlandese vissuto a cavallo fra il XIX e il XX secolo, il ricordo dell’incontaminata Innisfree è un modo per obliare gli orrori della prima guerra mondiale. La sua poesia è ricca di simbolismo, con il quale modella la coscienza individuale e collettiva, e fortemente influenzata dalla cultura greca, romana, dalle leggende irlandesi e dall’esoterismo: pare infatti fosse interessato al misticismo e allo spiritualismo, tanto da entrare a far parte della società segreta-magica Hermetic Order of the Golden Dawn (Ordine Ermetico dell'Alba Dorata) con il nome di Festina Lente. L’amore e la memoria sono i temi fondamentali che abbracciano la poetica di Yeats, insieme ad altre dicotomie – il passato e la morte, il poeta e la sua Irlanda - che ben definiscono l’uso dell’antitesi da parte del poeta e soprattutto di figure retoriche come l’ossimoro.
Quella che vi presento oggi è una poesia forse tra le meno note del poeta, del quale forse i più ricorderanno I cigni selvatici a Coole, ma mi ha affascinato tanto all’epoca dei miei studi da maturanda da volervene parlare oggi. Ricordo ancora quando la mia insegnante di letteratura inglese ci offrì non solo una lettura in perfetto inglese dell’Isola sul lago di Innisfree, ma ci regalò anche la possibilità di ascoltare quegli stessi esametri in italiano e per di più musicati. Esiste infatti una meravigliosa versione cantata della poesia, composta dal cantautore italiano Angelo Branduardi, fa parte di un album del 1986  dal titolo Branduardi canta Yeats, nel quale il musicista ha trasposto in musica dieci poesie di William Butler Yeats, i cui testi sono stati tradotti ed adattati da Luisa Zappa – mi servirò proprio del suo testo per riportare la poesia in italiano.

I will arise and go now, and go to Innisfree,
And a small cabin build there, of clay and wattles made:
Nine bean-rows will I have there, a hive for the honeybee,
And live alone in the bee-loud glade.

And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow,
Dropping from the wheels of the morning to where the cricket sings;
There midnight’s all a glimmer, and noon a purple glow,
And evening full of the linnet’s wings.

I will arise and go now, for always night and day
I hear lake water lapping with low sounds by the shore;
While I stand on the roadway, or on the pavement grey,
I hear it in the deep heart’s core.

Ed ecco ora mi alzerò, a Innisfree andrò,
Là una casa costruirò, d'argilla e canne io la farò;
là io avrò nove filari ed un alveare, perché le api facciano miele.
E là da solo io vivrò, io vivrò nella radura dove ronzano le api.

E là io pace avrò: lentamente, goccia a goccia,
viene dai veli del mattino fino a dove il grillo canta;
mezzanotte là è un balenio, porpora è mezzogiorno
e la sera è un volo di uccelli.

Ed ecco ora mi alzerò, perché sempre notte e giorno
posso sentire l'acqua del lago accarezzare la riva piano;
mentre in mezzo ad una strada io sto, sui marciapiedi grigi,
nel profondo del cuore questo io sento.

Nella prima e seconda strofa di questa poesia, Yeats utilizza delle immagini vivide che danno al lettore l’impressione di poter immaginare con gli stessi occhi lo stesso paradiso che il poeta sta delineando attraverso i suoi versi. Egli sogna una vita semplice e tranquilla, dove l’unica cosa fondamentale è avere un tetto sulla testa e nulla più, nell’utopia di dedicarsi alla natura e sfuggire alla frenesia della società che lo costringe a dimenticarsi del resto del mondo. Lì, in quella capanna sul lago, il paradiso è ancora protetto e le stelle di notte non vengono nascoste dalle forti luci dei lampioni o dai neri fumi delle fabbriche in funzione, che non permettono dalla città la visione della fantastica rapsodia di colori che muta il cielo in corrispondenza dei diversi momenti della giornata.
Nell’ultima strofa della poesia, Yeats distrugge la visione onirica riportando il lettore alla cruda realtà cittadina, dove non solo le strade e i marciapiedi sono grigi, ma anche i cuori della gente alienata. La vita scorre frenetica, mentre le acque del lago accarezzano piano la riva, dando ad Innisfree la sembianza di un posto senza tempo dove tutto scorre all’infinito, nella tranquillità che rispecchia la consapevolezza dell’eternità.
Ritengo che la poesia sia molto attuale: chi di noi non ha mai sognato la tranquillità di un mondo lontano dalla quotidianità, dalle faccende ordinarie e straordinarie che svolgiamo giorno dopo giorno? La solitudine alla quale aspira il poeta non è malsana, perché non è altro che il desiderio di evasione che percorre la nostra anima allorquando siamo sopraffatti da tutto ciò che ci circonda, blandamente è come sognare le vacanze estive mentre si lavora o si studia. Non si tratta di una situazione esistenziale, bensì della possibilità reale di riposare e ritemprare lo spirito attraverso un fugace, ma bellissimo, sogno ad occhi aperti.

Ed ora vi lascio alla versione musicata di Branduardi, apprezzabile soprattutto perché è innegabile la ricercatezza della melodia, che riporta alla mente gli echi della musica popolare irlandese…





William Butler Yeats (Dublino, 13 giugno 1865 – Roquebrune-Cap-Martin, 28 gennaio 1939)
È stato un poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese.
Spesso indicato come W. B. Yeats, fu anche senatore dello Stato Libero d'Irlanda negli anni venti.
È nato a Dublino nel 1865, primo figlio del pittore John Butler Yeats e di Susan Pollexfen. Quando William ha due anni, per permettere al padre John di proseguire la sua carriera di artista, la famiglia si sposta da Sandymount, nella contea di Dublino, alla contea di Sligo e poi a Londra. I figli di Yeats vengono educati in casa e la madre, nostalgica di Sligo, gli racconta le storie e le fiabe della loro contea di origine.
Nel 1877, a Londra, William entra nella Scuola Godolphin che frequenta per quattro anni. È qui che nasce il suo nazionalismo. Continua la sua educazione alla Erasmus Smith High School a Dublino. L'atelier di suo padre non è tanto distante e William vi passa molto tempo frequentando diversi artisti e scrittori della città. Durante questo periodo comincia a scrivere poemi. Nel 1885 le sue prime poesie ed il saggio "Sir Samuel Ferguson" vengono pubblicati sulla rivista Dublin University Review. Dal 1884 al 1886 frequenta la Scuola Metropolitana d'Arte.
In questo periodo la poesia di Yeats è impregnata di miti e folclore irlandese. Percy Bysshe Shelley esercita su di lui una grande influenza e continuerà a farlo per tutta la vita.

Angelo Branduardi 
È nato a Cuggiono, vicino a Milano.
Quando aveva pochi mesi la sua famiglia si trasferì a Genova e lì, presso il Conservatorio Niccolò Paganini, Angelo conseguì il diploma di violino e debuttò come solista con l'orchestra del Conservatorio.
All'età di quindici anni Angelo si trasferì di nuovo, questa volta a Milano, e qui si iscrisse all'Istituto Tecnico per il Turismo, dove conobbe ed ebbe a lungo come insegnante il grande poeta Franco Fortini.
In seguito si iscrisse alla Facoltà di Filosofia ed in quel periodo cominciò a comporre, musicando i testi dei suoi autori preferiti: "Confessioni di un malandrino" dal poeta russo Esenin, ancora oggi una delle sue canzoni più famose, risale infatti a quegli anni.
Agli inizi dagli anni '70, Angelo conobbe Luisa Zappa, che sarebbe poi diventata sua coautrice, oltre che sua moglie.




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