domenica 17 marzo 2013

Recensione: Follia profonda di Wulf Dorn

Follia Profonda - Wulf Dorn
Un mazzo di rose rosse senza biglietto. Regali sulla porta di casa. Lettere sotto il tergicristallo... Lo psichiatra Jan Forstner è l'oggetto delle attenzioni insistenti di una sconosciuta. All'inizio pensa si tratti dei sentimenti innocui di una paziente. Ma quando un amico giornalista, che stava per fargli delle rivelazioni sconvolgenti che lo riguardavano da vicino, viene trovato barbaramente ucciso, Forster capisce di essere il bersaglio finale di una pazza omicida. Una stalker che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole...

Editore: Corbaccio
Pagine: 429
Prezzo: € 17,60





Voto:





Lo stalking è sicuramente un fenomeno molto attuale: ogni giorno capita infatti di sentire al notiziario o leggere sui giornali qualche nuovo caso. Quel che differenzia Follia profonda dalla gran parte di questi crimini è che dietro le molestie e le telefonate anonime si nasconde una donna e non, come spesso accade, un uomo. Il nuovo libro di Wulf Dorn si propone di esplorare la pazzia umana, proseguire il percorso iniziato con La psichiatra e poi Il superstite e concludere la trilogia ambientata alla Waldklinik.
Protagonista di Follia profonda è ancora una volta lo psicologo Jan Forstner che, ripresosi quasi del tutto dal trauma legato alla scomparsa del fratellino, si trova ora a dover affrontare un nuovo incubo tra le mani di un'ammiratrice "alquanto pressante": la donna inizia inviando delle rose rosse, ma via via le richieste e le proposte si fanno sempre più insostenibili, fino a precipitare Jan in un abisso di disperazione, paura e promesse malate.
L'inizio del romanzo è convincente e al tempo stesso coinvolgente: l'autore riesce a ricreare con precisione e maestria un'ambientazione inquietante e oscura e lascia entrare il lettore nel suo mondo. I capitoli dedicati alle visite al cimitero sotto la pioggia sono tra le pagine meglio riuscite: spaventano e ricordano le sensazioni che solo i grandi classici del gotico riescono a riprodurre. Da metà libro in poi, quando l'attenzione si focalizza sulla ricerca della stalker, di cui si ignora completamente l'identità fino alla fine, Follia profonda perde parte della magia e del fascino iniziale e diventa un copione conosciuto. Wulf Dorn si distacca in un certo senso dal cliché classico solo con l'ultimo capitolo, proponendo in modo molto distaccato e in un certo senso onirico una conclusione alternativa al rapporto tra Carla e Jan.
Al di là del protagonista, già ampiamente introdotto e analizzato nel romanzo precedente, tra i personaggi meglio caratterizzati troviamo sicuramente la stalker, definita perfettamente nelle qualità della sua follia e la signora Nowak, madre del giornalista. La donna ha una malattia che la costringe a vivere al buio ma resta comunque una persona interessante e profonda: nonostante sia una presenza effimera, appare infatti per pochissimi capitoli, Agnes Nowak è caratterizzata in profondità e, visto il suo modo eccentrico e unico di vedere le cose, sarebbe stata un personaggio utile a donare ulteriore oscurità alla trama e a mantenere alto l'interesse del lettore. Anche il parroco Felix Thanner, con la sua crisi di coscienza riguardo l'ammissione di un crimine durante la confessione, propone un tema attuale molto combattuto e caro ai sacerdoti.
I capitoli sono brevi e diretti, ognuno dedicato ad un personaggio, compresa la stalker, e movimentano il ritmo narrativo già piuttosto serrato: le parti dedicate al killer, che potrebbero sembrare un'idea geniale e alternativa, risultano purtroppo qualcosa di già visto altre volte e non si distinguono per una particolare capacità introspettiva. Lo stile è asciutto, semplice e fluido, a tratti freddo e comunque comune a molti thriller tedeschi e in genere nordici. I dialoghi sono sempre coerenti e realistici, e il linguaggio molto preciso nella terminologia medica e psicologica: Wulf Dorn ha infatti lavorato per anni come logopedista per la riabilitazione di pazienti psichiatrici.
In conclusione Follia profonda, nonostante le ottime premesse, l'ambientazione inquietante e alcuni capitoli davvero riusciti, resta un buon thriller che non aggiunge niente di nuovo alla già vasta scelta di romanzi di questo tipo e, nemmeno il finale, per quanto improvviso e inaspettato, riesce a distoglierci dal pensare al déjà vu o per meglio dire, al "déjà lu".

1 commento:

  1. D'accordo con la recensione, nonostante la buona trama e il buon ritmo, sostanzialmente non aggiunge nulla di nuovo al genere thriller:)

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