lunedì 4 marzo 2013

Recensione: “Alice in Zombieland” di Gena Showalter



Alice in Zombieland – Gena Showalter
Non avrò pace finché non avrò rispedito nella tomba tutti i morti che camminano. Per sempre.
Se qualcuno mi avesse detto che la mia vita sarebbe cambiata in un momento, sarei scoppiata a ri- dere. E invece è proprio quello che è accaduto. Un attimo, un secondo, il tempo di un respiro, e tutto ciò che amavo è sparito. Mi chiamo Alice Bell, e la notte del mio sedicesimo compleanno ho perso la madre che adoravo, la mia sorellina e il padre che non ho mai capito finché non è stato troppo tardi. Quella notte ho scoperto che lui aveva ragione: i mostri esistono veramente. Gli zombie mi hanno portato via tutto. E adesso non mi resta che la vendetta...

Per realizzare i suoi propositi, Alice dovrà imparare a combattere contro i non-morti e fidarsi del peggiore dei cattivi ragazzi della scuola, Cole Holland. Ma lui nasconde dei segreti. E quei segreti potrebbero rivelarsi persino più pericolosi degli zombie.
Editore: Mondadori (Harlequin)
Pagine: 435
Prezzo: € 6.99 (ebook)





Voto:


Inutile ripetervi la solita tiritera sulla questione generi letterari: non sono un tipo facile da accontentare, forse troppo esigente e legata alla letteratura classica. Negli ultimi tempi, grazie a questo blog, ho imparato ad apprezzare un genere letterario quale il paranormal, al quale sono sempre stata restia ad approcciarmi. Anche questa volta, nonostante lo scetticismo iniziale, mi sono lasciata convincere da Malitia a perdermi tra le pagine di Alice in Zombieland, un romanzo particolare che fa decisamente il verso a Twilight. Con questo non voglio dire che in questo romanzo di Gena Showalter non ci sia sentimento e romanticismo, ma questi vengono surclassati dalle atmosfere tipicamente horror e da una visione piuttosto sui generis del mostro denominato come zombie. Se credete di aver davanti un rifacimento horror di Alice nel paese delle meraviglie, vi state sbagliando: le uniche cose a combaciare tra le due storie sono il nome della protagonista e la presenza di un bianconiglio, più qualche riferimento metaforico alla storia di Carroll (più che altro nei titoli dei vari capitoli).

Il romanzo racconta come la vita di Alice cambia quando scopre che i mostri che popolano la notte, che tanto suo padre temeva, sono esseri reali e non solo l’onirico vaneggiamento di un uomo pazzo. Lo scopre nel modo peggiore possibile, perdendo la propria famiglia proprio il giorno del suo compleanno: sua madre, suo padre e sua sorella rimangono vittima di un incidente stradale del quale Alice è l’unica superstite. Ma c’è di più: dopo l’incidente, in pochi istanti di lucidità, Alice ha visto dei mostri divorare suo padre. Si è poi risvegliata in ospedale, dove ha fatto amicizia con Katie, una ragazza solare e schietta che poi avrà modo di conoscere meglio nella nuova scuola nella quale si trasferirà, più vicina alla casa dei nonni nella quale adesso Alice risiede. A scuola vivrà una strana esperienza, una visione che coinvolge lei e Cole Holland, il ragazzo più temuto della scuola, a capo di una presunta banda di teppisti. Ma non è solo questo a mettere in allarme Alice: comincia a vedere strani esseri che tentano ad avvicinarsi a casa sua. Teme di esser diventata pazza come suo padre per poi scoprire, trovandosi faccia a faccia con i mostri, che ha doni particolari che possono fare di lei una cacciatrice di zombie. Aiutata da Cole e dalla sua squadra, Alice comincerà ad allenarsi per sconfiggere la piaga-zombie e un gruppo di scienziati che vogliono catturarli e studiarli per sintetizzare la formula dell’immortalità.

Il primo volume delle Cronache del bianconiglio è un romanzo davvero intrigante, ben studiato e, soprattutto, privo di qualsivoglia banalità: è divertente come Alice tenda a sdrammatizzare anche i momenti più brutti attraverso le sue battute e la presa in giro di vari cliché. Non posso che lasciarvi immaginare il mio sorriso nel leggere la scena della mensa, nella quale Gena Showalter si fa pienamente beffe della ormai famosa parte di Twilight in cui bella vede la super famiglia Cullen entrare nella sala in pompa magna, scatenando gli ormoni delle ragazzine: Bella si limita castamente a guardare Edward, come si fa con un angelo, mentre a sua volta lui la guarda come si fa con un bocconcino al cioccolato con una montagna di panna montata sopra; Alice ha gli ormoni in subbuglio quando vede Cole, lo divora con gli occhi, immagina (o come si capirà dopo forse prevede) loro due avvinghiati, scatenando lo sguardo torvo del ragazzo, che la fissa «come potrebbe guardarti un tizio in un vicolo buio prima di schiacciarti la faccia nel fango e rubarti la borsa». Naturalmente Cole cambierà idea quando scoprirà le doti particolari di Alice e quanto gli zombie siano attratti da lei. 


È interessante il modo in cui i vari personaggi ci vengono presentati, attraverso la personale visione di Alice che, senza pregiudizio, ci racconta le varie figure in modo dettagliato. Come dicevo all’inizio, l’universo di cacciatori e zombie creato in questa saga è altamente distante da ogni altro racconto che ho letto del genere, poiché la lotta bene/male si svolge in un campo prettamente metafisico, come su un piano sovrapposto a quello fisico che appartiene solo al mondo spirituale. Gli zombie infatti non sono visibili a chi non ha un lato spirituale altamente sviluppato, a chi non ha fede (qui l’autrice non chiarisce se si tratti di una questione religiosa o piuttosto di credere nelle proprie capacità), e per sconfiggerli non bisogna avere attimi di esitazione poiché, se si viene morsi al livello spirituale, anche il corpo ne risente e, sopraffatto, cade vittima del veleno che trasforma in zombie o conduce alla morte. Particolare è anche l’utilizzo del bianconiglio, che avverte Alice di possibili pericoli, sebben dal principio sembri solo essere portatore di sventure.

Lo stile della Showalter è accattivante e mai banale, carico di realismo nonostante la materia. Soprattutto, ben si sposa con l’età della protagonista, una comunissima ragazza che si ritrova suo malgrado in un incubo senza fine. Ho apprezzato moltissimo l’utilizzo della suspense e devo dire che nonostante il primo volume lasci molti interrogativi irrisolti, come ad esempio il perché delle visioni di  Alice, sono fiduciosa che nel secondo volume venga proposta una sagace spiegazione dell’arcano. L’unica pecca del romanzo è il formato, in quanto è possibile reperirlo in italiano solamente in ebook, quindi il mio appello va alla casa editrice perché lo renda disponibile anche in versione cartacea, poiché credo al momento sia uno dei rari esempi di paranormal romance/young adult tradotti in italiano che abbia un reale valore letterario.





Gena Showalter
Americana, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2004 e oggi ha al suo attivo oltre 30 romanzi di diversi generi - erotico, paranormal, per ragazzi - che sono subito balzati in vetta alle classifiche del New York Times. In Italia, ha ottenuto uno strepitoso successo con la serie Lords of the Underworld.

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