lunedì 4 marzo 2013

Er ist Wieder Da: il ritorno (letterario) di Adolf Hitler



A cura di Glo in Stockholm

Impazza la polemica in Germania da settimane per la pubblicazione di Er Ist Wieder Da, romanzo satirico edito da Eichborn scritto da Timur Vermes, ghost-writer che ha finalmente deciso di rivelarsi al grande pubblico con un libro che è schizzato in cima alle classifiche, vendendo ben 400mila copie e superando nomi illustri come Paulo Coelho e Ken Follett.
Fin qui niente di strano... ma perché un solo romanzo ha suscitato così tanto scalpore? Semplice: Er Ist Wieder Da (traducibile in italiano con “È tornato”) narra in chiave fortemente ironica il risveglio di Adolf Hitler dopo un letargo durato ben 66 anni, nel 2011. Il Führer torna così sulla scena tedesca come una vera e propria star, subito adorato dai media per il suo stile fatto monologhi infiniti e pittoreschi, pose, sceneggiate e scatti, tanto da divenire la stella di uno show televisivo comico. Inoltre, forte del proprio passato di carismatico leader politico, Hitler scende nuovamente in campo nel pantano elettorale, con un programma che prevede, fra le altre cose, la lotta contro l'eccesso di velocità e... le cacche dei cani!
Nel paese, comprensibilmente, tutto ciò che è legato a Hitler e al nazismo è argomento delicato: non stupisce perciò che all'ombra della porta di Brandeburgo la critica si sia divisa: se da un lato Peter Hetzel, critico letterario della rete televisiva Sat 1, afferma che “Questo libro è talmente divertente che una volta cominciato non si può più lasciare”, lasciando intendere forse che ormai i tedeschi hanno superato il senso di colpa post bellico e che quindi possono tranquillamente ridere del mostro, dall'altro, uno quotidiano autorevole come Süddeutsche Zeitung afferma che “la Germania ha una fissazione per Hitler che ha assunto proporzioni quasi maniacali […] Vermes fa una satira di questo fenomeno, ma il suo romanzo si presta anche a una diversa dimensione, quella di non ridere di Hitler, ma con Hitler”.
Dal canto suo, Vermes replica che abbiamo soprattutto uno stereotipo di Hitler, che lo dipinge come un mostro, e che ci sentiamo confortati dal fatto che siamo diversi da lui. Afferma infatti: “Hitler esercitava un vero e proprio fascino. Se tanta gente lo ha aiutato a commettere i suoi crimini è  perché gli piaceva. La gente non elegge un pazzo, la gente elegge qualcuno che l'attira e che trova ammirevole. […] Spesso ci diciamo che se un nuovo Hitler dovesse tornare, sarebbe facile bloccarlo. Al contrario, ho cercato di mostrare che anche oggi Hitler avrebbe una possibilità di conoscere il successo, anche se in altro modo.”
L'autore
Er Ist Wieder Da arriverà prossimamente in Italia edito probabilmente da Bompiani; vedremo se anche nel nostro paese susciterà reazioni contrapposte. Personalmente, quando per la prima volta ho letto di questo libro, ho subito pensato a un autore italiano, Enrico Brizzi, con la sua Epopea Fantastorica Italiana, in cui ha immaginato un corso storico diverso e alternativo (ucronia, storia fantastica, per gli addetti ai lavori), plasmando così la storia per mantenerla comunque vivida. Certo le differenze con il romanzo di Vermes sono notevoli: ne “L'inattesa piega degli eventi”, primo libro del distico, Brizzi intreccia l'ucronia della prosecuzione del fascismo fino agli anni ‘60 (con un Italia che diventa una florida repubblica, nemica acerrima della Germania) con lo sport nazionale per eccellenza, il calcio, mentre lo scrittore tedesco attualizza il risveglio di Hilter ai giorni nostri, mettendo in primissimo piano il ruolo fondamentale degli attuali mezzi di comunicazione di massa: tv, social network ecc. Inoltre, se la memoria non mi inganna, non ricordo che l'uscita del libro fanta-storico di Brizzi fosse stato accompagnato da molte polemiche, cosa non affatto scontata in un paese come l'Italia. Per quel che mi riguarda, apprezzo questo genere di fiction: è un modo di ravvivare l'interesse, anche se indirettamente, verso la storia, utilizzandola, plasmandola, un modo per impedirle di cadere nell'oblio: impossibile da cambiare, ben venga chi, pur di non dimenticarla, decide di scuotere le coscienze presentando una propria versione.
Bene, a questo punto non resta che aspettare, per chi come me non legge in tedesco (ahimé), che Bompiani porti anche da noi Er Ist Wieder Da e, mentre concludo questo articolo, voglio anche condividere un piccolo pensiero... chissà se tra qualche tempo qualche scrittore scriverà una fanta-storia su come l'Italia sarebbe stata se quel 26 gennaio del 1994 non fosse avvenuta la famosa discesa in campo... a buon intenditore, poche parole!

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