A cura di Glo in Stockholm
Impazza
la polemica in Germania da settimane per la pubblicazione di Er Ist Wieder
Da, romanzo satirico edito da Eichborn scritto da Timur Vermes,
ghost-writer che ha finalmente deciso di rivelarsi al grande pubblico con
un libro che è schizzato in cima alle classifiche, vendendo ben 400mila copie e
superando nomi illustri come Paulo Coelho e Ken Follett.
Fin
qui niente di strano... ma perché un solo romanzo ha suscitato così tanto
scalpore? Semplice: Er Ist Wieder Da (traducibile in italiano con “È
tornato”) narra in chiave fortemente ironica il risveglio di Adolf
Hitler dopo un letargo durato ben 66 anni, nel 2011. Il Führer torna così sulla
scena tedesca come una vera e propria star, subito adorato dai media per il suo
stile fatto monologhi infiniti e pittoreschi, pose, sceneggiate e scatti, tanto
da divenire la stella di uno show televisivo comico. Inoltre, forte del proprio
passato di carismatico leader politico, Hitler scende nuovamente in campo nel
pantano elettorale, con un programma che prevede, fra le altre cose, la lotta
contro l'eccesso di velocità e... le cacche dei cani!
Nel
paese, comprensibilmente, tutto ciò che è legato a Hitler e al nazismo è
argomento delicato: non stupisce perciò che all'ombra della porta di
Brandeburgo la critica si sia divisa: se da un lato Peter Hetzel, critico
letterario della rete televisiva Sat 1, afferma che “Questo libro è talmente
divertente che una volta cominciato non si può più lasciare”, lasciando
intendere forse che ormai i tedeschi hanno superato il senso di colpa post
bellico e che quindi possono tranquillamente ridere del mostro, dall'altro, uno
quotidiano autorevole come Süddeutsche Zeitung afferma che “la
Germania ha una fissazione per Hitler che ha assunto proporzioni quasi
maniacali […] Vermes fa una satira di questo fenomeno, ma il suo romanzo si
presta anche a una diversa dimensione, quella di non ridere di Hitler, ma con Hitler”.
Dal
canto suo, Vermes replica che abbiamo soprattutto uno stereotipo di Hitler, che
lo dipinge come un mostro, e che ci sentiamo confortati dal fatto che siamo
diversi da lui. Afferma infatti: “Hitler esercitava un vero e proprio
fascino. Se tanta gente lo ha aiutato a commettere i suoi crimini è perché gli piaceva. La gente non elegge un
pazzo, la gente elegge qualcuno che l'attira e che trova ammirevole. […] Spesso
ci diciamo che se un nuovo Hitler dovesse tornare, sarebbe facile bloccarlo. Al
contrario, ho cercato di mostrare che anche oggi Hitler avrebbe una possibilità
di conoscere il successo, anche se in altro modo.”
L'autore |
Er
Ist Wieder Da arriverà prossimamente in Italia edito probabilmente da
Bompiani; vedremo se anche nel nostro paese susciterà reazioni contrapposte.
Personalmente, quando per la prima volta ho letto di questo libro, ho subito
pensato a un autore italiano, Enrico Brizzi, con la sua Epopea Fantastorica
Italiana, in cui ha immaginato un corso storico diverso e alternativo (ucronia,
storia fantastica, per gli addetti ai lavori), plasmando così la storia per
mantenerla comunque vivida. Certo le differenze con il romanzo di Vermes sono
notevoli: ne “L'inattesa piega degli eventi”, primo libro del distico,
Brizzi intreccia l'ucronia della prosecuzione del fascismo fino agli anni ‘60
(con un Italia che diventa una florida repubblica, nemica acerrima della
Germania) con lo sport nazionale per eccellenza, il calcio, mentre lo scrittore
tedesco attualizza il risveglio di Hilter ai giorni nostri, mettendo in
primissimo piano il ruolo fondamentale degli attuali mezzi di comunicazione di
massa: tv, social network ecc. Inoltre, se la memoria non mi inganna, non
ricordo che l'uscita del libro fanta-storico di Brizzi fosse stato accompagnato
da molte polemiche, cosa non affatto scontata in un paese come l'Italia. Per
quel che mi riguarda, apprezzo questo genere di fiction: è un modo di ravvivare
l'interesse, anche se indirettamente, verso la storia, utilizzandola,
plasmandola, un modo per impedirle di cadere nell'oblio: impossibile da
cambiare, ben venga chi, pur di non dimenticarla, decide di scuotere le
coscienze presentando una propria versione.
Bene,
a questo punto non resta che aspettare, per chi come me non legge in tedesco
(ahimé), che Bompiani porti anche da noi Er Ist Wieder Da e, mentre
concludo questo articolo, voglio anche condividere un piccolo pensiero...
chissà se tra qualche tempo qualche scrittore scriverà una fanta-storia su come
l'Italia sarebbe stata se quel 26 gennaio del 1994 non fosse avvenuta la famosa
discesa in campo... a buon intenditore, poche parole!
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